_Your Guardian Angel_
Heiji
correva a perdifiato, sentiva i polmoni lacerati dall’aria
fredda di quel
pomeriggio invernale, mentre delle gocce di sudore iniziavano a
scorrere sulla
sua fronte.
Se
solo
quella mattina non fosse arrivato quel nuovo compagno di classe.
***
-Ragazzi
da
oggi avrete un nuovo compagno!! La sua famiglia si è da poco
trasferita da
Tokio, vedete di accoglierlo nel migliore dei modi!-
Annunciò
la
voce rauca dell’anziana professoressa di giapponese antico.
L’attenzione
dei ragazzi era però altrove, fuori dalla finestra infatti
qualche grosso
fiocco di neve iniziava a cadere da quel cielo grigio.
-Il
mio nome
è Bakin Morita, piacere!-
Annunciò
un
ragazzo alto e biondo dalla lavagna. Tutte le ragazze si girarono nel
sentire
quella voce così gradevole e gentile e tutte rimasero
immobili ad ammirare quel
fisico scultoreo che appariva così terribilmente perfetto.
Non appena ottenne
l’attenzione della metà femminile della classe il
ragazzo regalò un sorriso
alle ragazze e iniziò a presentarsi.
Intanto
anche la parte maschile della classe aveva iniziato a fissare quel
nuovo
arrivato con disappunto per l’attenzione che aveva attirato
da parte delle
ragazze.
Heiji
trovò
odiosa quella voce così galante e quello sguardo
così sicuro di se,
appartenente a qualcuno che era consapevole del suo fascino e sapeva
sfruttarlo
al meglio. Per sua gioia la presentazione finì presto e il
ragazzo prese posto
dalla parte opposta della classe, non notando che era capitato
perfettamente
affianco a Kazuha.
Al
cambio
dell’ora i ragazzi provati da quell’ora in cui la
prof, non più nel fiore degli
anni, gli aveva intrattenuti con una pesantissima lezione su un noto
autore
antico elogiandolo in modo esagerato, si alzarono per sgranchirsi le
gambe e
per risvegliarsi da quel torpore in cui erano caduti.
Fu
allora
che Heiji notò che una voce a lui famigliare stava
discorrendo con una voce che
per lui di gradevole non aveva nulla. Si girò e vide quel
damerino appena
arrivato che parlava amichevolmente con Kazuha. Una vena
iniziò a pulsargli
sulla tempia a causa dell’irritazione, quando poi
notò che il ragazzo prese in
mano il portafortuna di Kazuha le vene che pulsavano sulle sue tempie
divennero
due.
-E
questo è
il tuo portafortuna?-
Chiese
curioso Bakin guardando con quegli occhi scuri e così
affascinanti Kazuha, la
quale rispose un po’ in imbarazzo:
-Si..
Ci
sono molto legata!-
-Come
mai?-
Chiese
quello curioso, continuando a guardarla intensamente, lei sempre
più incantata
da quegli occhi rispose:
-Nulla..
E’
uno stupido ricordo dell’infanzia..-
Rispose
Kazuha sorridendo. Heiji a quel punto capì di aver sentito
abbastanza e furente
si allontanò da quei banchi, essendo consapevole che se
avesse ascoltato di più
avrebbe fatto una scenata inutile.
***
L’irritazione
era ancora sopita dentro di lui, non avrebbe facilmente dimenticato
quelle
parole di Kazuha, soprattutto essendo consapevole di quanto ci avesse
sempre
tenuto al suo portafortuna.
Ora
però
erano altre le domande che martellavano il suo cuore.
Dove
poteva
essere finita? Perché non era rientrata a casa dopo scuola??
Se
solo
quella mattina fosse stato più gentile, se solo non
l’avesse ferita con quelle
parole. La mente di Heiji continuava a ripensare a tutto ciò
che era accaduto
quella mattina, cercando una spiegazione di cosa poteva aver spinto
Kazuha a
sparire, ma più si sforzava più
l’orribile sospetto che le fosse accaduto
qualcosa di grave gli penetrava fin dentro le ossa.
***
-E
così il
tuo portafortuna è solo uno stupido ricordo di infanzia?-
Chiese
Heiji
acido durante la pausa pranzo affiancandosi a Kazuha che si dirigeva
verso la
loro classe. Lei lo guardò a disagio e un po’
confusa, non sapendo come Heiji
fosse venuto a conoscenza di quelle sue parole. Non appena si
ricordò però di
averle pronunciate in classe capì che chiunque avrebbe
potuto sentirle,
compreso Heiji e soprattutto dalle sue stesse labbra.
-Non
mi
andava di raccontarli tutta la storia, quindi ho tagliato corto in quel
modo..-
Rispose
lei
cercando di sembrare naturale, pronunciando quella scusa come se fosse
la cosa
più ovvia al mondo.
Il
ragazzo
però sempre più irritato rispose:
-L’hai
sempre sbandierata ai quattro venti e ora davanti al damerino non ti va
di
raccontargliela? Ma fammi il piacere.-
Kazuha,
ampiamente a disagio, cercò una scappatoia, ma qualsiasi
cosa pensasse gli
sembrava di arrampicarsi sui vetri. In più con la coda
dell’occhio poteva
vedere Heiji, profondamente irritato e deluso da lei.
Essendo
la
risposta della ragazza tardiva Heiji commentò con tono
gelido che non ammetteva
repliche:
-Beh,
a
quanto pare hai trovato qualcuno che ti interessa più del
tuo amico d’infanzia.
Bastano due begli occhi a farti quest’effetto??-
-Non
ho
detto questo!!-
Esclamò
Kazuha
mortificata per il fraintendimento, ma Heiji continuò:
-Ora
non
venire a dirmi che non è vero. Quello che ho sentito mi
è bastato Kazuha, mi
hai profondamente deluso. Io ti credevo veramente diversa.
Concluse
Heiji
entrando in classe senza lasciare la possibilità di
replicare a Kazuha, ma non
prima di averli lanciato un ultimo sguardo pieno di disprezzo. Gli
occhi della
ragazza si riempirono di lacrime mentre si girava e scappava per
nascondere
quella sua debolezza
dal mondo.
***
Heiji
continuava a correre, sentendo le gambe che gli facevano sempre
più male e il
fiato sempre minore.
Ancora
ricordava
la telefonata del padre di Kazuha e gli pesava come un macigno sul
cuore che
sicuramente la ragazza non era tornata a casa per causa sua.
***
-Driiiin!!!
Driiiin!!!-
Il
telefono
di Heiji squillò insistente mentre leggeva tranquillamente
un libro sul suo
letto.
-Pronto??-
Chiese
curioso
in quanto il numero era nascosto, pensava però che fosse suo
padre che lo
chiamava dalla questura.
-Sono
il
padre di Kazuha.-
Rispose
una
voce preoccupata dall’altra parte, Heiji allora interessato
sul perché il padre
di Kazuha lo chiamasse rispose:
-Salve
signor Toyama!! Come mai mi ha chiamato?-
-E’
per
Kazuha, non è per caso con te?-
Preso
alla
sprovvista Heiji rispose confuso:
-No..
L’ultima
volta l’ho vista nell’ora del pranzo, come mai?-
Dall’altro
capo il ragazzo sentì un’esclamazione poco fine e
sempre più confuso chiese:
-Come
mai?? Le
è successo qualcosa??-
Chiese
iniziando
a preoccuparsi per l’amica.
-Non
è
tornata a casa e nessuno l’ha più vista da dopo la
pausa pranzo.. Pensavo tu
sapessi dove fosse..-
Il
sangue di
Heiji gli si gelò nelle vene, mentre una patina di sudore
freddo gli riempiva
la fronte.
-Come
non è
tornata?-
Chiese
preoccupato,
ma la risposta che arrivò non lo consolò
minimamente. Nessuno sapeva dove fosse
finita Kazuha, non rispondeva al cellulare e il padre non sapeva come
rintracciarla.
Fu
allora
che Heiji iniziò a correre per Osaka senza una meta precisa,
cercandola nei
luoghi che lei frequentava di solito, maledicendo se stesso per quello
che
aveva fatto.
***
Solo
il
terzo squillo del suo cellulare lo fece tornare alla realtà,
interrompendo i
ricordi di quella mattinata che ora gli sembrava così
lontana.
Prese
il
telefono e non appena vide il numero si fermò. Il cuore,
nonostante la
stanchezza della corsa, aumentò i battiti: era Kazuha.
Sollevato
rispose cordiale:
-Hey
Kazuha!-
Senza
poter
immaginare quello che avrebbe scoperto a causa di quella telefonata.