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Autore: Sarugaki145    24/08/2011    4 recensioni
Heiji correva a perdifiato, sentiva i polmoni lacerati dall’aria fredda di quel pomeriggio invernale, mentre delle gocce di sudore iniziavano a scorrere sulla sua fronte.
Dove poteva essere finita? Perché non era rientrata a casa dopo scuola??
Se solo quella mattina fosse stato più gentile, se solo non l’avesse ferita con quelle parole. La mente di Heiji continuava a ripensare a tutto ciò che era accaduto quella mattina, cercando una spiegazione di cosa poteva aver spinto Kazuha a sparire, ma più si sforzava più l’orribile sospetto che le fosse accaduto qualcosa di grave gli penetrava fin dentro le ossa.
Ma da ora non ti avrei più lasciata, sarei sempre stato con te, come il tuo angelo custode.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Heiji Hattori, Kazuha Toyama
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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_Your Guardian Angel_

 

 

 

Heiji correva a perdifiato, sentiva i polmoni lacerati dall’aria fredda di quel pomeriggio invernale, mentre delle gocce di sudore iniziavano a scorrere sulla sua fronte.

Se solo quella mattina non fosse arrivato quel nuovo compagno di classe.

 

***

 

-Ragazzi da oggi avrete un nuovo compagno!! La sua famiglia si è da poco trasferita da Tokio, vedete di accoglierlo nel migliore dei modi!-

Annunciò la voce rauca dell’anziana professoressa di giapponese antico.

L’attenzione dei ragazzi era però altrove, fuori dalla finestra infatti qualche grosso fiocco di neve iniziava a cadere da quel cielo grigio.

-Il mio nome è Bakin Morita, piacere!-

Annunciò un ragazzo alto e biondo dalla lavagna. Tutte le ragazze si girarono nel sentire quella voce così gradevole e gentile e tutte rimasero immobili ad ammirare quel fisico scultoreo che appariva così terribilmente perfetto. Non appena ottenne l’attenzione della metà femminile della classe il ragazzo regalò un sorriso alle ragazze e iniziò a presentarsi.

Intanto anche la parte maschile della classe aveva iniziato a fissare quel nuovo arrivato con disappunto per l’attenzione che aveva attirato da parte delle ragazze.

Heiji trovò odiosa quella voce così galante e quello sguardo così sicuro di se, appartenente a qualcuno che era consapevole del suo fascino e sapeva sfruttarlo al meglio. Per sua gioia la presentazione finì presto e il ragazzo prese posto dalla parte opposta della classe, non notando che era capitato perfettamente affianco a Kazuha.

Al cambio dell’ora i ragazzi provati da quell’ora in cui la prof, non più nel fiore degli anni, gli aveva intrattenuti con una pesantissima lezione su un noto autore antico elogiandolo in modo esagerato, si alzarono per sgranchirsi le gambe e per risvegliarsi da quel torpore in cui erano caduti.

Fu allora che Heiji notò che una voce a lui famigliare stava discorrendo con una voce che per lui di gradevole non aveva nulla. Si girò e vide quel damerino appena arrivato che parlava amichevolmente con Kazuha. Una vena iniziò a pulsargli sulla tempia a causa dell’irritazione, quando poi notò che il ragazzo prese in mano il portafortuna di Kazuha le vene che pulsavano sulle sue tempie divennero due.

-E questo è il tuo portafortuna?-

Chiese curioso Bakin guardando con quegli occhi scuri e così affascinanti Kazuha, la quale rispose un po’ in imbarazzo:

-Si.. Ci sono molto legata!-

-Come mai?-

Chiese quello curioso, continuando a guardarla intensamente, lei sempre più incantata da quegli occhi rispose:

-Nulla.. E’ uno stupido ricordo dell’infanzia..-

Rispose Kazuha sorridendo. Heiji a quel punto capì di aver sentito abbastanza e furente si allontanò da quei banchi, essendo consapevole che se avesse ascoltato di più avrebbe fatto una scenata inutile.

 

***

 

L’irritazione era ancora sopita dentro di lui, non avrebbe facilmente dimenticato quelle parole di Kazuha, soprattutto essendo consapevole di quanto ci avesse sempre tenuto al suo portafortuna.

Ora però erano altre le domande che martellavano il suo cuore.

Dove poteva essere finita? Perché non era rientrata a casa dopo scuola??

Se solo quella mattina fosse stato più gentile, se solo non l’avesse ferita con quelle parole. La mente di Heiji continuava a ripensare a tutto ciò che era accaduto quella mattina, cercando una spiegazione di cosa poteva aver spinto Kazuha a sparire, ma più si sforzava più l’orribile sospetto che le fosse accaduto qualcosa di grave gli penetrava fin dentro le ossa.

 

***

 

-E così il tuo portafortuna è solo uno stupido ricordo di infanzia?-

Chiese Heiji acido durante la pausa pranzo affiancandosi a Kazuha che si dirigeva verso la loro classe. Lei lo guardò a disagio e un po’ confusa, non sapendo come Heiji fosse venuto a conoscenza di quelle sue parole. Non appena si ricordò però di averle pronunciate in classe capì che chiunque avrebbe potuto sentirle, compreso Heiji e soprattutto dalle sue stesse labbra.

-Non mi andava di raccontarli tutta la storia, quindi ho tagliato corto in quel modo..-

Rispose lei cercando di sembrare naturale, pronunciando quella scusa come se fosse la cosa più ovvia al mondo.

Il ragazzo però sempre più irritato rispose:

-L’hai sempre sbandierata ai quattro venti e ora davanti al damerino non ti va di raccontargliela? Ma fammi il piacere.-

Kazuha, ampiamente a disagio, cercò una scappatoia, ma qualsiasi cosa pensasse gli sembrava di arrampicarsi sui vetri. In più con la coda dell’occhio poteva vedere Heiji, profondamente irritato e deluso da lei.

Essendo la risposta della ragazza tardiva Heiji commentò con tono gelido che non ammetteva repliche:

-Beh, a quanto pare hai trovato qualcuno che ti interessa più del tuo amico d’infanzia. Bastano due begli occhi a farti quest’effetto??-

-Non ho detto questo!!-

Esclamò Kazuha mortificata per il fraintendimento, ma Heiji continuò:

-Ora non venire a dirmi che non è vero. Quello che ho sentito mi è bastato Kazuha, mi hai profondamente deluso. Io ti credevo veramente diversa.

Concluse Heiji entrando in classe senza lasciare la possibilità di replicare a Kazuha, ma non prima di averli lanciato un ultimo sguardo pieno di disprezzo. Gli occhi della ragazza si riempirono di lacrime mentre si girava e scappava per nascondere quella sua  debolezza dal mondo.

 

***

 

Heiji continuava a correre, sentendo le gambe che gli facevano sempre più male e il fiato sempre minore.

Ancora ricordava la telefonata del padre di Kazuha e gli pesava come un macigno sul cuore che sicuramente la ragazza non era tornata a casa per causa sua.

 

***

 

-Driiiin!!! Driiiin!!!-

Il telefono di Heiji squillò insistente mentre leggeva tranquillamente un libro sul suo letto.

-Pronto??-

Chiese curioso in quanto il numero era nascosto, pensava però che fosse suo padre che lo chiamava dalla questura.

-Sono il padre di Kazuha.-

Rispose una voce preoccupata dall’altra parte, Heiji allora interessato sul perché il padre di Kazuha lo chiamasse rispose:

-Salve signor Toyama!! Come mai mi ha chiamato?-

-E’ per Kazuha, non è per caso con te?-

Preso alla sprovvista Heiji rispose confuso:

-No.. L’ultima volta l’ho vista nell’ora del pranzo, come mai?-

Dall’altro capo il ragazzo sentì un’esclamazione poco fine e sempre più confuso chiese:

-Come mai?? Le è successo qualcosa??-

Chiese iniziando a preoccuparsi per l’amica.

-Non è tornata a casa e nessuno l’ha più vista da dopo la pausa pranzo.. Pensavo tu sapessi dove fosse..-

Il sangue di Heiji gli si gelò nelle vene, mentre una patina di sudore freddo gli riempiva la fronte.

-Come non è tornata?-

Chiese preoccupato, ma la risposta che arrivò non lo consolò minimamente. Nessuno sapeva dove fosse finita Kazuha, non rispondeva al cellulare e il padre non sapeva come rintracciarla.

Fu allora che Heiji iniziò a correre per Osaka senza una meta precisa, cercandola nei luoghi che lei frequentava di solito, maledicendo se stesso per quello che aveva fatto.

 

***

 

Solo il terzo squillo del suo cellulare lo fece tornare alla realtà, interrompendo i ricordi di quella mattinata che ora gli sembrava così lontana.

Prese il telefono e non appena vide il numero si fermò. Il cuore, nonostante la stanchezza della corsa, aumentò i battiti: era Kazuha.

Sollevato rispose cordiale:

-Hey Kazuha!-

Senza poter immaginare quello che avrebbe scoperto a causa di quella telefonata.

 

 

 

 

  
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