Stanza delle Necessità.
Eccovi di nuovo nella
Stanza delle Necessità.
Su un
antico letto a baldacchino, estremamente simile a quello che hai a casa, siete
stesi e illuminati solo dalla tiepida luce della luna.
Quante volte
è stata una spettatrice silenziosa, eh?
Spettatrice
del vostro amore morboso. Della vostra ossessione.
Quante
volte ti sei chiesta che cosa stavate facendo maledicendoti da sola per la tua,
per la vostra stoltezza. Quando avete iniziato questo gioco, tu lo sapevi che
non avrebbe portato a nulla di buono. Lo sapevi che vi avrebbe fatto solo del
male.
Ma tu
sei egoista, Rose. Sei talmente presa da te stessa che hai preferito ignorare
quella stretta allo stomaco e hai voluto proseguire.
E così
eccovi.
Scorpius
alla tua sinistra, Albus alla tua destra tutti e due appoggiati sulle tue
fragili clavicole.
Hai
quasi paura che si possano spezzare sotto il peso delle teste dei due ragazzi
che ti dormono accanto. O forse e il peso di quello che stai facendo?
In ogni
caso quasi maledici di non esserti lasciata andare a un pezzo di dolce per una
volta.
Tanto,
pensi, avresti potuto rimediare in un altro momento.
Quanti
mesi sono che rimedi, eh, piccola Rosie? Mentre tua nonna ti domanda ogni
dannatissima volta se ti danno da mangiare oppure no. Mentre tua madre e la zia
Ginny ti ripetono in continuazione che andare da un dietologo per ingrassare
non sarebbe una cattiva idea. Mentre tuo fratello che ti spia dalla porta del
bagno sospira triste senza fare alcunchè per aiutarti.
Scorpius
si muove leggermente e si sistema meglio spostando il viso sull’incavo del tuo
collo.
Respiri
il suo profumo. Menta.
Sorridi
triste, d’altronde è questo il massimo che sai fare ultimamente, e ripensi alla
storica frase di tuo padre. Forse nacque così l’ennesimo clichè della storia.
Eppure
per quanto a Scorpius piaccia paragonarvi a Romeo e Giulietta, tu sai che non è
così.
Tu non
sei gentile, altruista, carina, dolce come la leggendaria protagonista.
Tu sei
tutt’altro. E l’amore che c’è tra te e Scorpius è tutt’altro.
E’
passione, è amore carnale. E’ come un eruzione vulcanica, come un tornado, come un temporale.
Affascinante e pericoloso. Voi vi ferite vi spezzate il cuore a vicenda, vi
odiate, vi picchiate addirittura ma alla fine finite sempre per amarvi. Per
quanto possiate essere bastardi e sadici l’uno con l’altro non sapete resistere
all’amore che c’è fra voi.
Con
Albus è completamente diverso.
Ti giri
verso di lui. More.
Tu ami
le more, e ami lui. Lo ami in una maniera che nessuno può comprendere, nessuno
può capire perchè ciò che avete è talmente sublime e raro che quando ti ritrovi
fra le mani tutto questo te ne freghi del sangue in comune.
Tu ed
Albus avete una connessione a livello mentale.
Siete simili,
estremamente simili. Quando siete insieme è come se viveste in universo
esclusivamente vostro dove nessuno può entrare.
Ecco
perchè Lily è estremamente gelosa di te, ecco perchè i vostri genitori vi
guardano spaventati e leggermente confusi. Quello che c’è tra te e Albus è più
di un amore platonico.
Lui sa
leggere dentro di te, e tu sai leggere dentro di lui.
Le
vostre anime si apparterranno per l’eternità.
Eccovi di nuovo nella
Stanza delle Necessità.
Sono
passati mesi e tu ancora non hai preso una scelta, Rosie.
Quando
ti deciderai a crescere, eh?
Sai
benissimo dentro di te che non è dispiacere verso chi non sceglierai che ti
spinge ad arrivare a un punto cruciale.
Sei tu
il problema. Sei tu che non vuoi rinunciare a nessuno dei due.
Sarebbe
come rinunciare a una parte di te. E non vuoi.
Non sei
abbastanza generosa per rinunciare a qualcosa che vuoi per qualcun’altro.
Ne è un
esempio il regalo di pronta guarigione che non hai fatto a James quando si è
slogato la caviglia, perchè quel basco di lana nera doveva essere tuo.
Ne è un
esempio Hugo a cui non hai lasciato il posto di portiere perchè, sebbene fossi
un’ottima cacciatrice, fare il portiere ti piaceva di più.
Ne è un
esempio tua madre che una volta hai lasciato a casa da sola con la febbre,
invece che stare con lei hai preferito andare con tuo zio George al negozio.
Ogni
tanto però ci sono sere come queste. Sere in cui le tue due scelte ti sono così
pericolosamente vicine che arrivi a pensare di star sbagliando tutto. Di aver
sbagliato tutto da quando sei nata.
Ti
chiedi perchè non sei o così simile a tua madre, o così simile a tuo padre.
Non ti
avrebbe importato di sentirti così dannatamente un insieme di clichè, ma almeno
saresti risultata a te stessa normale.
Ti
sforzi di pensare questo, ma sai dentro di te che avresti odiato ancora di più
te stessa.
Odi i
luoghi comuni, odi i clichè, odi le etichette.
Sei del
tutto sicura di una cosa nella tua vita e questa è che se c’è una cosa che non
si deve mai fare è classificare un uomo. Ritieni l’essere umano troppo pieno di
sfaccettature, di contraddizioni per poter sminuire questa sua grande varietà a
una serie di aggettivi scialbi.
Forse,
pensi sarcasticamente, sono stati i tuoi genitori e tuo zio Harry con le loro
stupide battute da copione “Sono il nuovo trio!” che ti hanno spinta a
rivoluzionare tutto, che ti hanno spinta ad amare tutti e due e non uno solo.
Che
pensiero stupido, eh Weasley?
E’ solo colpa tua, e questa è una delle altre poche sicurezze della tua vita.
Eppure
non provi a fare niente per cambiare.
Ogni
tanto uno sciocco pensiero di aggiustare te stessa fa capolino nella tua mente.
Provi,
magari, a pensare a una te sana, pulita, chiara.
Una te
che non vive solo in funzione di Albus e Scorpius ma che prende coscienza che
il mondo esiste e con esso miliardi di persone.
E ti
piace. Ti piace questo pensiero così limpido.
Il
coraggio da Grifondoro che non hai, ma che sei, spunta ogni tanto e ti fa
alzare da quella sedia dritta alla Sala Comune di Serpeverde.
Ma il Coraggio
fugge appena incroci lo sguardo divertito, sfrontato e passionale di Scorpius e
quello ribelle, malinconico e tragicamente romantico di Albus, intimorito da
quel mostro infinito e sovrumano che i più chiamano Amore.
Eccovi di nuovo nella
Stanza delle Necessità.
Non ti
importa di essere giudicata, di essere ritenuta stramba dai tuoi amici –Quali
amici in realtà? Tu qui hai solo Albus e Scorpius.- , dai tuoi cugini, dai tuoi
parenti.
Un po’
pensi che ti dovrebbero invidiare.
Non
sanno che vuol dire amare completamente, dare tutto sè stessi per amore.
Sai,
però, che se si trovassero al tuo posto loro una sceltà l’avrebbero già fatta.
James è
più leale che mai, Hugo non farebbe del male neanche a una mosca, Dominique per
quanto gelida è troppo sincera per tessere una ragnatela di bugie come questa,
Lily..beh Lily sceglierebbe Scorpius a priori.
Sei tu
quella troppo lussuriosa, troppo avida per scegliere.
E così,
mentre chiudi gli occhi invano a causa dell’insonnia che ti tormenta da
settimane, resti un altra notte in questo limbo di dolore, amore e incertezza
con le tue due metà accanto.
Una
lacrima scende lenta fino alle tue labbra.
Se c’è
una cosa che desideri più di ogni altra cosa è Francesca accompagnata dal vento
nero che scende su di voi e vi porta con sè.
In quel
modo, sai, stareste tutti e tre insieme per l’eternità.
E tu non
dovresti più scegliere.
Persino il parroco che
non disprezza
fra un miserere e
un'estrema unzione
il bene effimero della
bellezza
la vuole accanto in
processione.
E con la Vergine in
prima fila
e bocca di rosa poco
lontano
si porta a spasso per
il paese
l'amore sacro e l'amor profano.
(Bocca di Rosa, Fabrizio De Andrè)
Fine.
Note:
Innanzitutto
negli ultimissimi righi Rose fa riferimento alla Francesca descritta da Dante
Aligheri nell’inferno. Sicuramente avrete letto o sentito di Paolo e Francesca,
i due amanti uccisi dal marito di lei. Nel quinto canto, il canto dei
lussuruosi, quest’ultimi sono costretti ad essere trascinati da una parte
all’altra da un vento impetuoso che non cessa mai. Ecco perchè il riferimento
al vento.
Per
quanto riguarda il riferimento alla canzone di quel genio di De Andrè si tratta
solo dell’ultima strofa, in realtà. Solo che non si capiva che era il parroco
il soggetto perciò ho dovuto mettere anche la strofa precedente. Volevo solo
dire che come Rose va avanti fra l’amore di Albus e Scorpius –due amori così
diversi- anche il parroco si ritrova tra l’amor sacro rapprensentato dalla
Vergine e l’amor profano rappresentato dalla passionevole Bocca di Rosa.
Non ho
alcuna altra nota. In caso qualcosa non fosse chiaro domandate pure.
Spero vi
piaccia.. e spero commenterete. Anche solo per esprimere il vostro parere o per
qualche critica. Sarò felice di leggerle per storie future.
Besos,
Siga.