Pairing: Nessuno in
particolare.
Merlin/Arthur friendship, ma visto che ho cercato di essere IC il
“friendship”
dipende dai punti di vista.
Rating: Verde
Genere: Generale,
Introspettivo.
Avvertimenti:
Reveal!Fic
…ovvero in cui Arthur
scopre la verità sulla magia di Merlin. Ah, sarà
una double shot, ho il secondo
capitolo già quasi pronto.
Disclaimer: I personaggi
appartengono alla
BBC, che si diverte a riempire la serie di gente che shippa
Note: Ehm…spero
vi piaccia, ma anche in
caso non fosse così sarebbe carino se recensiste per dirmelo
(sì, è un patetico
tentativo di ottenere recensioni). Alla prossima!
01.
Aveva il
respiro talmente irregolare da sentirsi la testa svuotata, come se la
troppa
aria che gli arrivava al cervello lo stesse facendo impazzire. Il suo
campo
visivo era ricoperto di chiazze colorate - le stesse che appaiono
quando si
guarda troppo a lungo il sole - e aveva la certezza che, sebbene in
quel
momento si sentisse totalmente estraniato dal suo stesso corpo, ogni
sua
cellula stesse tremando – di paura, di rabbia, di dolore.
Si
sentiva la testa incredibilmente leggera e allo stesso tempo pesante
per via
della confusione che provava in quel momento.
Avvertiva
un dolore indescrivibile in tutto il corpo, sotto la pelle, dentro di
sé, ed
era così incredibilmente fastidioso il pensiero di non
riuscire a stabilire da
quale punto provenisse di preciso: si sarebbe volentieri strappato il
cuore dal
petto pur di impedire al sangue di pulsare in modo così
doloroso nelle sue
vene.
“La mia armatura è sporca”
si ritrovò
incoerentemente a pensare “quando
torneremo a Camelot, Merlin dovrà pulirla”.
Indistintamente,
ricordò di essersi già sentito così,
prima. Solo che davanti a lui c’era suo
padre e lui sentiva che non sarebbe riuscito a controllarsi e
poi…com’è che si
era fermato? …Ah, già. Come aveva potuto
dimenticare una delle poche volte in
cui Merlin si era reso davvero
utile?
Gli avrebbe
fatto comodo anche in quel momento, pensò Arthur, avere
Merlin accanto a
consigliargli che cosa fare. Fatto fra l’altro altamente
improbabile, visto che
stavolta era Merlin quello ai suoi piedi con una spada puntata al
petto. E a
meno che qualcuno fosse sbucato dal nulla nel giro di pochi secondi,
qualcuno
che Arthur avrebbe ascoltato – altra cosa improbabile, visto
che in una
situazione come quella non c’era nessuno
a parte Merlin a cui lui avrebbe dato ascolto – il suo
servitore sarebbe morto di
certo.
Zitto, zitto! Non voleva sentirlo parlare.
Anche mentre cercava di salvarsi la vita continuava a comportarsi come
il
Merlin che conosceva che aveva creduto di
conoscere, quello che non
abbassava mai lo sguardo, come a voler esprimere con gli occhi
ciò che non gli
riusciva di dire a parole. E, ironicamente, quello che Arthur leggeva
negli
occhi di Merlin era l’esatta copia dei sentimenti che lui
stesso provava in
quel momento: dolore, senso di tradimento, paura.
Il
moro
taceva, e lui aspettava solo che gli rispondesse, così da
poter trovare nelle
sue insulse giustificazioni un valido motivo per trapassargli il petto
con la
spada.
Aprì
la
bocca come per parlare, ma non ne uscì alcun suono. Invece
capì, osservando lo
sguardo ferito di Merlin, che non l’avrebbe ucciso.
Lentamente e con
indecisione, smise di puntare la spada al suo petto, senza pur riporla
nella
guaina.
<<D’accordo
allora, spiegami.>> Tentava di
mostrarsi superiore e
sicuro di sé, ma la sua voce tradiva la sua confusione. <<…Perché?>>
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