Fanfiction
scritta per il contest “Holiday: I’m
coming!” di MulticoloR, e classificatasi
terza.
Buona
lettura! ^^
Sette
consigli
utili per una perfetta giornata al mare
#1: Bagagli
Preparate tutto l’occorrente in una borsa,
premurandovi di non dimenticare nulla che potrebbe servirvi e di non
scordare
nemmeno di aggiungere qualcosa da fare sotto l’ombrellone.
Non riempite la vostra borsa troppo o troppo
poco, e cercate di pensare a quanto vi divertirete nel vostro momento
di
riposo.
Probabilmente
per il resto della popolazione mondiale le ferie erano
un’occasione di svago,
riposo e relax, ma altrettanto probabilmente, realizzò
osservando lo stato
della casa in cui conviveva da qualche mese con la sua fidanzata,
il resto della popolazione mondiale non aveva
quotidianamente a che fare con Sakura Haruno.
“Allora,
Sas’ke, preferisci le felpa blu o quella grigia da portare
via?”
“Sakura, ti
ho già detto che non fa differenza. Partiamo per una giornata al mare, non per un
mese nella steppa asiatica. Per favore.”
“Ma nel caso
tirasse vento…”
“Quella
blu.”
“Quella
grigia ti sta meglio, però.”
Diplomaticamente
e molto magnanimamente, l’Uchiha pensò bene di
lasciar cadere il discorso,
perché se le avesse risposto, come peraltro meritava, che
quand’era così poteva
pure arrangiarsi a preparare la borsa
per l’indomani ne sarebbe seguita un’interminabile
discussione e lui preferiva
mantenere quanto più possibile intatti i suoi nervi.
Che peraltro
sarebbero stati sufficientemente messi alla prova il giorno dopo, dato
che al
mare con loro sarebbero venuti anche il suo migliore
amico Naruto Uzumaki e la sua fidanzata, Hinata Hyuuga.
“Per il
costume ti prendo quello nero, va bene?” La voce della sua
ragazza lo riscosse
dalle fosche previsioni per il giorno dopo.
“Come ti
pare. Non lasciare a casa il pranzo.”
“Non ti
preoccupare, nessuno ti priverà della tua diletta insalata
di pomodori, principe. Puoi
prendere il flacone di
crema solare in bagno?”
“Avevi detto
che ti saresti occupata tu dei preparativi. Erano i patti, ricordi? Io
avrei
accettato di sfondarmi di noie e seccature per l’intera
giornata di domani, e
tu avresti preparato le borse.”
“Ho, capito,
devo arrangiarmi come al solito.”
“Ti ho
scelta perché sei arguta.”
“Ma sentilo…
Scelta.”
La ragazza
uscì dal bagno con la crema che cercava e la
infilò con il resto nella borsa.
“Potresti
anche fingere che ti faccia piacere venire con noi domani. Ti fa solo
bene
respirare un po’ d’aria di mare e vedere un
po’ di gente. Durante l’anno sei
sempre concentrato sul lavoro, e quando non torni tardi ti chiudi in
studio a
lavorare fino a sera. Adesso che sei in ferie almeno
rilassati…”
“Il problema
è che mi rilasserei perfettamente a
casa,
senza chiasso intorno, magari dormendo fino a tardi e non alzandomi
all’alba
per andare in un posto affollato e caotico dove non potrò in
nessun caso
starmene un po’ in pace.”
“Sei un
asociale.”
“Sei
insopportabile.”
Sakura non
si impressionò troppo per l’ultima battuta del
fidanzato, che peraltro era
stata pronunciata con un mezzo sorriso, perché ormai Sasuke
gliela ripeteva con
cadenza quasi giornaliera e senza che dietro di essa si celasse la
reale
convinzione che lei fosse seccante.
Dopotutto,
lui era perfettamente consapevole di avere un carattere difficile e lei
sapeva
benissimo che, se aveva accettato di venire con loro
l’indomani, era solo
perché ammetteva per primo che una giornata di svago con i
suoi amici e la sua
ragazza poteva veramente fargli bene.
“Se vuoi
metto in borsa anche il libro che stai leggendo, così puoi
distrarti sotto
l’ombrellone, domani.”
“Attenta che
non si rovini.”
Dopo circa
tre quarti d’ora, tutto il necessario era stato distribuito e
stipato nella
sacca della palestra di Sasuke e in una delle borse più
grandi di Sakura, ed
entrambe erano state caricate nel bagagliaio della macchina di Sasuke;
il pranzo
sarebbe stato riposto la mattina dopo in un recipiente termico e solo
allora
caricato con il resto.
Cenarono
come al solito, con Sakura che chiacchierava leggera e lui che
rispondeva con
qualche mugugno, limitandosi più che altro ad ascoltare,
quindi si coricarono.
“Non vedo
l’ora che sia domani” esclamò Sakura
mentre si infilavano sotto le coperte,
ridacchiando ilare alla prospettiva di rimanere ad abbronzarsi sotto il
sole
tutta la giornata in compagnia di Hinata.
“Sarà la mia
condanna” sbuffò ironicamente Sasuke, cingendole
la vita e chiudendo gli occhi.
Analoga
situazione si era verificata in casa Uzumaki, anche se naturalmente i
caratteri
diversi determinavano diverse reazioni.
“Hinataaaaaaaaaa!”
“Che cosa
c’è, Naruto?”
“Non trovo
il mio costume! E neanche il ricambio per la maglietta!”
“Le ho già
messe in valigia io, caro.”
“Ow.
Grazie!”
L’esagitato
ragazzo biondo si chinò per dare un bacio sulla guancia alla
sua fidanzata, che
ridacchiò condiscendente, abituata agli scatti entusiastici
di Naruto Uzumaki.
D’altronde
lei, Hinata Hyuuga, era una ragazza tranquilla e placida, paziente e
sempre
gentile, pur se molto timida, quindi era proprio la ragazza perfetta
per lui,
che con il suo carattere espansivo a volte era difficile da assecondare.
“A proposito,
sei proprio sicuro che sia necessario portare la valigia grande,
Naruto?”
“Beh, ma
certo! Altrimenti dove mettiamo la palla, i racchettoni,
l’aquilone…?”
“Ma andiamo
via unicamente una giornata…”
“Certo, ma
ci sarà da divertirsi! Innanzitutto devo sfidare
Sas’ke ai racchettoni o a ping
pong, se troviamo un tavolo, poi-”
“Naruto,
andiamo al mare per riposarci, lo sai che-”
“Lo so, lo
so. Sas’ke è sotto pressione per via di suo padre,
che vuole che lui prenda il
posto di Itachi come amministratore delegato delle aziende Uchiha,
visto che
lui vuole lasciare. Sas’ke ovviamente non vuole eccetera
eccetera. Ma è per
questo che domani deve essere una giornata piena! Deve imparare anche
lui a
distrarsi!”
“Come vuoi,
dopotutto lo conosci meglio di me, visto che è il tuo
migliore amico. Solo,
cerca di non stressarlo troppo, mh?”
Il ragazzo
si avvicinò per abbracciarla e lasciarle un bacio leggero e
scherzoso sulla
punta del naso.
“Va bene,
promesso.”
Lei
ridacchiò divertita al sorriso di lui, dall’aria
un po’ birbante.
I suoi
sorrisi avevano sempre l’impagabile dote di essere contagiosi.
“Il pranzo è
già pronto, no?”
Hinata assunse un’espressione un po’ esasperata e
si avvicinò al frigo,
aprendone lo sportello.
All’interno
erano stipate una decina di scatole di plastica per alimenti,
contenenti
colazione, merenda, pranzo, spuntino, merenda pomeridiana e cena per il
fidanzato.
“Che dici,
te le fai bastare?”
Naruto
assunse un’espressione fintamente dubbiosa, come a volerci
pensare su, poi
scoppiò a ridere, incapace di trattenersi oltre, e
replicò: “Vedrò di
adattarmi.”
“Bisognerà
trovare una borsa solo per il cibo, altroché. Non riuscirei
mai a farci stare
tutto nella valigia, anche se è
quella
grande.”
“Sono sicuro
che la mia genialissima fidanzata troverà una soluzione
assolutamente valida.”
A sera,
prima di andare a dormire, la valigia e la borsa per le cibarie erano
accuratamente preparati in ingresso, pronti ad essere caricati sulla
macchina
di Sasuke la mattina dopo.
# 2: Viaggio
Decidete in anticipo l’itinerario da seguire
e premuratevi di non affidarvi unicamente alla vostra memoria.
Sarebbe anche consigliabile concordare con
eventuali accompagnatori che vengano con voi un orario per il ritrovo
così da
non ritrovarsi in ritardo sulla tabella di marcia.
Ad un
qualunque altro ascoltatore il suono della sveglia sarebbe parso
normalissimo,
infatti anche Sakura si era levata in piedi con calma senza nessuna
reazione
inconsulta.
Dunque,
evidentemente, se la suoneria sembrava improvvisamente dirgli
‘sta suonando
l’ora X’ il problema riguardava probabilmente solo
lui.
Stoicamente
si alzò per fare colazione, quindi appena vestito scese in
cucina e trangugiò
il the con biscotti preparato da Sakura.
La sua
fidanzata dal canto suo stava riponendo nella borsa termica il pranzo
per la
giornata.
“Non avverti
anche tu… Come una sorta di presagio… Disgrazia
imminente?”
“Ma dai,
scemo. Cosa vuoi che succeda, sarà l’ennesima
volta che ti ripeto che è solo
una giornata al mare e che ci divertiremo. Ma ti ostini a non darmi
retta…”
“Non è che
io non ti dia retta, Sakura. Il grande problema è che trovo
la tua prospettiva
inverosimile.”
“Uff, come
sei negativo.”
“Sono
realista. Vorrei capire perché ad essere realisti oggi si viene sempre
tacciati di negatività.”
“Dai,
filosofo, porta in macchina la borsa del pranzo. Poi dobbiamo
sbrigarci,
eravamo d’accordo con Naruto di andarli a prendere intorno
alle otto, e sono
già le sette e mezza.”
“E capirai,
il dobe non scenderà comunque prima delle nove.”
Una volta
terminata la colazione e finiti tutti i preparativi, Sakura si sedette
sul
sedile del passeggero mentre Sasuke si accomodò alla guida
della sua auto
elegante ed accessoriata che per i vantaggi che offriva era stata
scelta al
posto della macchina di Naruto, altrettanto nuova ma più
piccola.
Arrivarono
al condominio di Naruto e Hinata all’ineccepibile orario
delle otto meno
cinque, ma ben presto scoprirono che i foschi pronostici di Sasuke
erano
decisamente azzeccati.
Infatti alle
nove e un quarto erano ancora fermi lì sotto, con Hinata
che, mortificata, si
era affacciata già tre volte alla finestra per scusarsi del
tremendo ritardo.
Sakura si
era affrettata a dire che non c’era nessun problema, mentre
Sasuke, dal canto
suo, era rimasto seduto in macchina, consapevole che, nel caso fosse
sceso, si
sarebbe lanciato in una serie di improperi irripetibili rivolti
all’amico
biondo, cosa che preferiva evitare non tanto perché lui
potesse offendersi,
quanto perché Sakura poi avrebbe sicuramente tentato di
rompergli la testa.
Finalmente,
alle 09:22 secondo l’orologio del cruscotto, Naruto era
emerso dalle scale del
condominio trascinandosi dietro la valigia con la stessa espressione
del
guerriero che esce vittorioso dalle fauci del drago recando la perla da
portare
alla principessa; Hinata lo seguiva, rassegnata, e quando li
salutò si scusò
un’ultima volta con un’aria talmente dispiaciuta
che perfino Sasuke si sentì propenso
a risponderle di
non preoccuparsi.
In effetti,
era sicuro che la colpa fosse del baka, e la conferma non
tardò ad arrivare.
“Scusate
tanto per il ritardo” esordì infatti Naruto
“ma stamattina non mi ricordavo se
avevo messo in valigia anche il coccodrillo gonfiabile, quindi
l’ho svuotata
tutta per accertarmene, ma poi mi sono accorto che non c’era
davvero e mi sono
messo a cercarlo per casa, salvo poi rendermi conto che
l’avevo lasciato in
garage, e-”
“E potevamo
essere già arrivati, a quest’ora, razza di testa
quadra.”
“Che palle,
teme! Devi sempre essere così fiscale! Non mi chiedi cosa ci
facciamo col
coccodrillo gonfiabile?”
“No.
Preferisco non saperlo.”
Con
un’occhiata di disappunto alla valigia di Naruto, che
effettivamente aveva
dimensioni preoccupanti, Sasuke aprì il bagagliaio
così che potesse essere
caricata e loro potessero finalmente partire.
“Sakura-chan,
posso sedermi davanti con Sas’ke, per favore?”
chiese Naruto con fare
innocente.
“Sì, certo”
rispose sorridendo lei.
“NO!” ruggì
Sasuke.
Lo
stabilimento balneare non era lontano, e il viaggio non sarebbe durato
più di
un’oretta, ma sarebbe stato sufficiente a farlo ammattire se
avesse consentito
al baka di sedersi di fianco a lui.
“Avanti,
Sas’ke, io volevo parlare con Hinata, non fare il
difficile” lo riprese Sakura.
Maledetta traditrice.
“Uff, e va
bene.” sbuffò.
Hinata
sorrise dolcemente. “Grazie, Sasuke-kun.”
“Non c’è di
che.” fece lui, lugubre.
Estremamente
soddisfatto, Naruto si accomodò sul sedile accanto a quello
dell’amico, che
mise in moto l’auto con un gesto stizzoso della mano.
“Certo che è
proprio un bolide, questo, eh” osservò Naruto,
guardando le levette e i
bottoncini del cruscotto.
“Mh.” fu la
laconica quanto significativa risposta di Sasuke.
Aveva
sperato di poter almeno coinvolgere le due ragazze in un dialogo
costruttivo
fino all’arrivo allo stabilimento, ma il chiacchiericcio
vivace proveniente dai
sedili posteriori lo disilluse immediatamente.
“Questo
cos’è?”
Magnifico. Il dobe aveva deciso di iniziare a scocciare già
da subito.
“Il pulsante
di riscaldamento dei sedili. Sono quaranta gradi all’ombra
fuori, quindi ti
pregherei di non premerlo.”
“Ok. E
questo?”
“Quello è il
pulsante di accensione del navigatore satellitare.”
“Ah. E
perché non lo accendi?”
“Perché per
un viaggio di nemmeno un’ora per una strada che conosco non
è necessario,
baka.”
“Oh. Certo.
E qui?”
“Quello è il
controllo stabilità dell’auto, Naruto, quindi ti prego, non toccare.”
“Uh, che
noioso! Va bene, va bene, non tocco!”
“Alleluia,
aggiungerei.”
Per qualche
minuto scese il silenzio tra i due, rotto solo dalle parole delle due
ragazze,
che chiacchieravano delle
cose che
potevano fare una volta arrivate.
“Potremmo
entrare subito in acqua” propose Sakura, entusiasta.
“A dire il
vero io vorrei sdraiarmi un po’ sotto l’ombrellone
a leggere o ad ascoltare
musica in tranquillità” disse Hinata pensierosa.
“Approvo”
s’inserì Sasuke, nella speranza di riuscire a
riposarsi davvero almeno fino
all’ora di pranzo.
“Eeeeh?”
intervenne Naruto. “Non vorrai mica buttarti a prendere il
sole come una
femminuccia?”
“Ho detto che voglio
farlo?”
“Questo è
quello che si capisce!”
“Questo è
quello che capisci tu, che è ben diverso.”
“Ha parlato
il genio.”
“Naruto,
adesso basta.” decretò Hinata, con voce
sorprendentemente ferma.
Sasuke si
stupì, pur non dandolo a vedere come il suo solito, Sakura
invece sorrise.
Hinata era
la primogenita di un importante imprenditore, Hiashi Hyuuga; educata
con
freddezza e austerità fin da piccola, aveva sempre avuto un
carattere molto
timido che spesso l’aveva penalizzata.
Quando aveva
incontrato Naruto, però, aveva finalmente trovato qualcuno
che credeva in lei e
che l’aveva aiutata a stringere nuove amicizie,
così che anche il suo carattere
si era molto aperto e lei aveva potuto superare le paure che
l’avevano
vincolata fin da bambina.
Il modo in
cui si era appena rivolta a Naruto, cui inizialmente non riusciva
nemmeno a
dire una parola, ne
era la riprova.
“Va
beeeeene, la smetto” rispose Naruto, solerte.
Erano circa
a metà del viaggio ormai, e per un po’
regnò un silenzio assoluto, visto che
Sakura e Hinata ascoltavano la musica dall’MP3 di
quest’ultima mentre Naruto
sembrava voler stare in silenzio.
Sasuke stava
giusto ringraziando una qualche divinità evidentemente
esistente per i cinque
minuti di tregua, quando improvvisamente l’amico
parlò di nuovo.
“Guarda che
hai passato lo svincolo.”
“Cos…”
Sasuke osservò i cartelli febbrilmente, disorientato per un
attimo dall’uscita
dell’altro, poi si rasserenò. “Il nostro
è il prossimo.”
“No che non
è il prossimo, zuccone. Era quello che abbiamo appena
sorpassato.”
“No, perché le
poche volte in cui sono
andato allo stabilimento sono uscito a quello svincolo, e sono sempre
arrivato.”
“Ma se-”
“Ma se accendeste adesso il navigatore potremmo avere la
certezza che siamo sulla
strada giusta e magari arrivare ad un orario accettabile”
intervenne Sakura con
tono deciso.
Nessuno dei
due poté ribattere ad un ragionamento tanto logico,
così Sasuke accese
l’apparecchio che indicò, nel giro di qualche
minuto, una strada cui nessuno
dei due aveva pensato, il che fortunatamente evitò ulteriori
disaccordi.
Dopo una
ventina di minuti in cui i due ragazzi non mancarono di guardarsi
prolungatamente in cagnesco, videro avvicinarsi il cartello che
indicava
l’entrata dello stabilimento balneare e Sakura e Hinata
sospirarono di
sollievo, scambiandosi un’occhiata complice.
#3: Arrivo e noleggio dell’ombrellone
Una volta arrivati, è consigliabile
posteggiare l’auto nel parcheggio dello stabilimento scelto
cercando il posto
migliore perché non subisca danni in vostra assenza.
Munitevi di pazienza per il noleggio
dell’ombrellone, e dopo essere giunti al vostro posto
sistemate le vostre cose
con calma.
Tali fosche
riflessioni erano effettivamente avvalorate dalla situazione in cui
versavano –
e dall’espressione di Hinata comprese che lei la pensava allo
stesso modo –
perché non era certo piacevole ritrovarsi per una giornata
insieme e dover
guardare i propri fidanzati che ostentatamente guardavano verso
direzioni
opposte simulando il più totale disgusto reciproco.
Certo,
bisognava ammettere che Naruto poteva evitare di insistere per
posteggiare lui
la macchina nuova di Sasuke nel
parcheggio dello stabilimento, finendo per cozzare con una delle auto
circostanti e provocando quel terrificante striscio chiaro sulla
portiera dal
lato del guidatore, che prima era nera e lucidissima.
In quel
momento Sakura ricordava distintamente di aver poggiato con decisione
la
propria mano sull’avambraccio di Sasuke, non tanto per
confortarlo
dell’incidente accaduto – con il suo nome e i suoi
soldi non ci avrebbe messo
più di mezza giornata a farla uscire come nuova da una
carrozzeria – quanto per
trattenerlo, visto che le sembrava preoccupantemente determinato ad
aprire in
due la testa del proprio migliore amico. C’era anche da dire
che lui aveva
provato ad avvisare Naruto che lo sterzo era particolare e che
bisognava
saperla portare, quella macchina, e lui se ne era infischiato dicendo
che una
patente ce l’aveva e non voleva mamme rompiscatole che gli
dicessero come
usarla, quindi la rabbia di Sasuke era anche comprensibile.
Questo
naturalmente non giustificava il fatto che il caro Uchiha avesse
gratuitamente
terrorizzato il vecchietto che assegnava gli ombrelloni della spiaggia
solo per
sfogare un po’ della rabbia e della frustrazione che reprimeva.
Ovviamente
il tutto si era tradotto nell’indignazione di Naruto per quel
comportamento “da
teme”, testuali parole, e il tutto era finito con il solito
battibecco che era
scemato dopo un paio di ceffoni ben assestati da entrambi.
Se non altro
la situazione poteva dirsi quietata, seppur non distesa; Sasuke aveva
accettato
le scuse mortificate di Hinata per l’auto e Naruto aveva
ascoltato con
atteggiamento ringhioso quelle di Sakura per lo scatto d’ira
di Sasuke.
In quel
momento quest’ultimo, rimasto con il solo costume che aveva
indossato sotto i
vestiti, aveva aperto l’ombrellone per lui e Sakura, e una
volta trascinato il
lettino all’ombra si era sdraiato a leggere chiudendosi in un
silenzio
ostinato; Naruto, invece, aveva preso ad affaccendarsi con la pompa a
pedale
per gonfiare il coccodrillo, mentre Hinata appendeva con cura le loro
cose ai
ganci sporgenti dal loro ombrellone.
Col senno di
poi, Sakura comprese che non avrebbe mai dovuto uscirsene con la frase
che
contribuì a rompere di nuovo l’equilibrio che si
era creato, ma era anche vero
che quando quei due erano contemporaneamente di cattivo umore qualunque
cosa,
anche la più banale, poteva indurli a discutere di nuovo.
“Sas’ke, mi
spalmi la crema sulla schiena, per favore? Volevo prendere un
po’ di sole.”
“Mpf. Sto
leggendo.”
“E non
potresti per favore posare un
momento
quel libro e aiutarmi? Solo un secondo, davvero.”
“No, Sakura, non posso,
perché altrimenti
poi dovrei riprendere in mano il libro con le mani completamente
coperte di
crema e le pagine si macchierebbero irrimediabilmente.”
“Uff, ma
guarda che razza di teme villano!” sbottò Naruto a
quel punto, incapace di
trattenersi oltre. “Sakura-chan, se è troppo pigro
per mollare quel suo dannato
libro vieni qui, te la spalmo io la crema.”
Gli occhi
neri di Sasuke, fino a quel momento continuamente fissi sulle pagine,
saettarono fulminei piantandosi in quelli azzurri di Naruto e
osservandolo in
tralice attraverso le ciocche corvine.
“No.”
“Come,
teme?”
“Ho detto di
no.”
“Ma se tu
non vuoi…”
“Ma non per
questo devi farlo tu, dobe.”
“Ehm… Posso
farlo io, se volete…” intervenne Hinata, incerta.
“Non sarà
necessario. Non ho più voglia di leggere.”
Sostenne Sasuke con tono imperioso.
Naruto e
Sakura si scambiarono uno sguardo d’intesa, per poi alzare
gli occhi al cielo.
Era tipico di Sasuke piantare delle
grane
assurde solo per non dare a vedere quello che provava o per non
esprimere
un’opinione che giudicava inadeguata all’immagine
che aveva creato di sé.
Sospirando,
Sasuke posò il libro e si levò seduto sul
lettino, mentre Sakura si sedeva
accanto a lui
porgendogli la crema, che
lui le spalmò su tutta la schiena con la sua intramontabile
aria di
sufficienza.
Hinata fece
lo stesso con Naruto, visto che pareva incapace di rimanere fermo e in
genere
si lanciava sotto il sole rischiando di scottarsi.
Le due
ragazze trascinarono al sole i loro asciugamani, mettendoli
sufficientemente
vicini da poter chiacchierare, mentre Sasuke, indossati gli occhiali da
sole,
si era ridisteso sul lettino.
Naruto dal
canto suo aveva appena finito di gonfiare il suo coccodrillo, e lo
guardava
meditabondo.
Completamente
dimentico delle discussioni precedenti, guardò prima il
gonfiabile, poi il suo
migliore amico, mentre un sogghigno preoccupante compariva sul suo viso.
#4: Bagno
È sempre prudente trovarsi nelle migliori
condizioni prima di fare un bagno, ad esempio è opportuno
aver già mangiato.
È importante rispettare le decisioni dei
vostri accompagnatori e i loro tempi: non costringeteli ad entrare
né
schizzateli perché si bagnino più in fretta.
Evitate altresì di obbligarli a partecipare
a giochi o simili: potrebbero volersi godere la nuotata in pace.
“Cosa diavolo
c’è, ora dobe? Io sono ancora
offeso e se non erro lo eri anche tu.”
“Nah, acqua
passata!”
“Ma sei
scemo? Cinque minuti fa mi guardavi in cagnesco! E poi lo striscio
sulla mia
macchina non è acqua passata!”
“Uh, come la
fai lunga! Dai, vieni a fare un bagno!”
“No!”
“Guarda che
sei una mammoletta!”
“Se lo
ripeti ti uccido.”
“Dai, ho
anche gonfiato il coccodrillo!”
“Sai cosa
puoi farci col coccodrillo?”
“Certo!
Posso portarlo in acqua così ci divertiamo!”
“Sasuke,
perché non provi a lasciarti andare, ogni tanto?”
s’intromise Sakura.
“Perché io
l’avevo detto subito che volevo starmene in pace a leggere o
a riposare. Non.
Ho. Voglia. Di. Fare. Nessun. Bagno.” concluse, definitivo.
Naruto lo
guardò, combattuto tra una nuova irritazione e il
dispiacere, infine sospirò, e
si sedette.
E sospirò.
Si mosse. E sospirò nuovamente.
“Dobe, la vuoi piantare?”
“Indovina
qual è il prezzo perché io la pianti.”
Sasuke
ringhiò qualcosa sottovoce, truce, per poi alzarsi da
lettino con un’aria
profondamente incarognita sbottando a Sakura che sarebbe stato di
ritorno poco
dopo.
“Ma fai con
comodo e divertiti, io rimango qui a chiacchierare con
Hinata.”
“Col cazzo.
Sarò qui tra un quarto d’ora.”
Arrivò fino
alla battigia, con Naruto che scorrazzava dietro di lui trascinandosi
dietro
l’arnese infernale gonfiabile.
Mise con
calma i piedi in acqua, e sentendola fredda realizzò che davvero, non aveva voglia di entrare
lì dentro. Con tutte quelle
onde irritanti, poi…
Senza che
avesse il tempo di rendersi perfettamente conto di ciò che
stava succedendo,
vide di fianco a sé qualcosa che sfrecciava a
velocità incredibile verso
l’acqua, e due secondi dopo Naruto gli sorrideva da un punto
a circa quindici
metri da lui, immerso nel mare con un’espressione decisamente
soddisfatta.
“Allora, ti
muovi?”
“Con calma,
usuratonkachi.”
Notando la
cautela con cui l’amico pareva appropinquarsi al mare, Naruto
ebbe un moto di
impazienza, e avvicinatosi con andatura sguazzante alla riva
assestò un colpo
ben piazzato all’acqua davanti a sé, che
schizzò con eccezionale precisione in
direzione di Sasuke, che a sua volta saltò indietro come una
molla a causa degli
spruzzi freddi.
“NARUTOBAKA!
ORA TI ANNEGO!”
“See, mi
anneghi! Perché non ci provi?”
Motivato dal
nuovo piano per l’omicidio di Naruto, Sasuke si
gettò completamente nell’acqua
e dopo un brivido iniziale cominciò a nuotare in direzione
dell’altro, che gli
tirò addosso il coccodrillo gonfiabile come legittima difesa.
Il suddetto
coccodrillo fu subito restituito al mittente con un lancio altrettanto
mirato,
e divenne immediatamente oggetto contundente per i tentativi di
entrambi.
Dagli
ombrelloni, comodamente sdraiate sugli asciugamani, le loro fidanzate
li
squadravano, incerte se preoccuparsi per i reciproci attacchi che i
loro uomini
si lanciavano, o ridere di loro perché si comportavano come
bambini.
“Riusciremo
a riportarli a casa integri e a ritornarci sane di mente, secondo
te?” chiese
Sakura con una risatina.
“Chissà”
rispose Hinata, anche lei ridacchiando.
#5: Pranzo
Portate con voi i vostri cibi preferiti, se
desiderate, ma ricordate di mantenervi leggeri e tenete presente che
non tutti
potrebbero condividere i vostri gusti.
È altresì consigliabile non abbuffarsi e
mantenere un certo contegno, anche se vi trovate in un contesto
informale quale
può essere una giornata al mare.
La bocca di
Naruto pareva dover scoppiare da un momento all’altro,
spruzzando tagliatelle
al miso tutt’intorno.
Dopo che
erano ritornati dal bagno/battaglia mortale, i due ragazzi si erano
seduti sui
teli posizionati al sole per asciugarsi, e naturalmente dopo due
nanosecondi
Naruto aveva dichiarato di stare per morire di fame.
Sasuke aveva
dovuto ammettere che, dopo essersi alzato presto e avere fatto una
colazione
piuttosto esigua, dopo il viaggio e dopo il bagno, effettivamente un
certo
languorino lo sentiva anche lui; ovviamente, piuttosto che concordare
con il
dobe, aveva preferito proclamare che solo le femminucce potevano avere
bisogno
di un pasto per risollevarsi dopo un banalissimo bagno in mare.
Naruto non aveva
apprezzato l’intervento, chiaramente, perché gli
aveva scoccato uno sguardo
affilato e rivolgendosi ad Hinata le aveva chiesto di passargli lo spuntino.
Tale
spuntino, stava osservando Sasuke, comprendeva una ciotola di ramen
freddo, un panino,
una focaccia, Coca-Cola e per finire un gelato semisciolto; tuttavia,
dal
momento che vide anche Hinata spiluccare con calma
un’insalata di riso e Sakura
estrarre il suo sandwich, decise che poteva anche lui degnare i comuni
mortali
con un pranzo in sua compagnia.
“Sakura,
passami l’insalatiera.”
Masticando
il panino, lei la estrasse dalla borsa e gliela aprì,
rifilandogli anche la
forchetta per mangiare.
Stava giusto
per addentare la prima forchettata dei suoi adorati pomodori
all’origano quando
udì una sorta di sghignazzata sorda al suo fianco, e
voltandosi vide Naruto
sbellicarsi – per quanto il suono delle sue risate risultasse
notevolmente
attutito dalla quantità di cibo che stazionava nella sua
bocca.
Una volta
ingoiato l’enorme boccone, il ragazzo si lanciò in
una risata aperta che gli
valse un’occhiata di profonda avversione.
“Usuratonkachi.
Che c’è?”
“Pomodori? Siamo in
vacanza, immersi tra
i chioschetti di hamburger, hot dog, gelati e granite, e tu ti porti da
casa i pomodori?”
Sapeva che
erano il cibo preferito di Sasuke, naturalmente, perché
erano diventati amici
da molto piccoli e lui aveva sempre adorato quell’ortaggio,
ma lo divertiva comunque
punzecchiarlo sulle sue abitudini alimentari, anche se spesso si
sentiva dare
risposte taglienti su ‘quel ramen di pessima
qualità di cui ti sfondi
periodicamente’.
“Sai
perfettamente che non amo mangiare panini di fretta, che detesto le
granite e
che mangio del gelato solo dopo un pasto vero e proprio. Onde per cui sì, dobe, mi porto i
pomodori.”
“Sei la
persona più noiosa del globo, sembri un vecchio a poco
più di vent’anni.”
“Tu invece
sembri un neonato ritardato a poco più di
vent’anni. Bizzarro, non trovi?”
“ALT!
Fermatevi qui, tutti e due.” Il tono di Sakura era
pericolosamente fermo e
calmo, e conoscendola entrambi molto bene sapevano perfettamente che se
avessero proseguito la discussione avrebbero rischiato un manrovescio
che li
avrebbe spediti all’ospedale senza passare dal via.
Indi,
scambiandosi un’occhiata di sfida, finirono di mangiare,
badando di cambiare
posizione molto spesso e molto maldestramente nel tentativo di alzare
quanta
più sabbia possibile verso l’altro.
#6: Pomeriggio
Dopo pranzo, potreste voler riposare o
decidere di dedicarvi ad un po’ di movimento; se propendete
per la seconda
opzione, ricordate sempre di non disturbare la quiete di chi vi
circonda, e di
essere rispettosi degli spazi altrui.
Non era
granché bravo, per la verità, anzi la pallina
aveva l’infame tendenza a
scivolare nei modi più impensati sulla superficie del
racchettone invece di
colpirla con decisione per rimbalzare in alto, così che
riusciva a fare non più
di una dozzina di palleggi alla volta.
Frustrato
quando questa slittò per l’ennesima volta andando
ad atterrare sulla sabbia
soffice, una volta che l’ebbe raccolta non iniziò
nuovamente il conto, ma
preferì scagliarla in una direzione a caso imprecando
sottovoce.
“Posso
sapere perché hai iniziato a tirarmi palline addosso invece
di continuare a
gingillarti con quella racchetta, o come diavolo si chiama?”
“Per tua
informazione, teme, si chiamano racchettoni e io non avevo intenzione
di
tirarti la pallina addosso, l’ho lanciata senza guardare dove
andava a finire.”
“Saggio,
direi, considerato che sei nel bel mezzo di una spiaggia affollata con
ombrelloni ogni tre metri appena.”
“Mpf.”
Osservando
Naruto rabbuiarsi ulteriormente per la noia, Sasuke sbuffò,
alzando gli occhi
al cielo, e si alzò per l’ennesima volta dal
lettino.
“Dammi uno
di quei cosi.”
“Racchettoni.”
“Come ti
pare. Passamelo.”
Naruto
esaudì la richiesta, passandogli lo strumento gemello a
quello che reggeva in
mano, e
osservandolo spostarsi per
recuperare la pallina.
Subito dopo
rimase a bocca aperta nel vedere Sasuke iniziare a palleggiare con una
velocità
e una precisione invidiabili, così che in pochi secondi era
riuscito a superare
di un bel po’ la misera dozzina di rimbalzi su cui lui era
arenato da un quarto
d’ora.
Scrutando
poi i movimenti secchi e decisi di Sasuke, Naruto ricordò
che effettivamente da
bravo figlio di papà lui aveva sulle spalle parecchi anni di
tennis e di
scherma, che avevano reso i suoi polsi abili e sicuri nei movimenti.
“Non
fissarmi a bocca aperta, dobe, datti un contegno. E seguimi.”
Trattenendosi
dalla voglia di mollare uno sganassone a quel teme antipatico che si
pavoneggiava camminando tranquillamente senza smettere di palleggiare,
Naruto
gli andò dietro.
Si fermarono
vicino al bagnasciuga, in quel punto in cui la sabbia non diventa
ancora
battigia, ma non è già più la distesa
calda, dorata e asciutta lontana dal
mare; rimasero relativamente vicini agli ombrelloni, così da
poter controllare
le loro cose che erano rimaste all’ombra apparentemente
incustodite.
“Dobe,
allontanati di qualche passo… Ancora un po’.
Fermati lì.”
Naruto si
fermò dove l’altro gli aveva indicato,
preparandosi a ricevere il colpo di
Sasuke quando lo vide lanciare nel vuoto la pallina e alzare il
racchettone
per dirigerla verso
di lui; scoppiò poi
a ridere con entusiasmo puro quando la mancò completamente
ruzzolando a terra.
“Sei proprio
un incapace,
baka.” Mormorò l’Uchiha,
vagamente sprezzante, raggiungendolo e porgendogli la mano per aiutarlo
a
rialzarsi.
“Sì, beh, io
non ho mai vinto campionati di tennis, sai
com’è.”
L’altro
soffiò fuori l’aria con uno strombettio seccato,
allontanandosi da lui per
raggiungere la sua posizione iniziale.
“Non c’entrano
i campionati di tennis, per quanto tu sia idiota mi rifiuto di pensare
che tu
non riesca ad imparare un’imbecillità come questa.
Riproviamo.”
Naruto
sorrise tra sé, intuendo che quello era il modo di Sasuke di
esternare che gli
faceva piacere trascorrere altro tempo con il suo migliore amico.
Ricominciarono
a giocare, e quando Sakura e Hinata tornarono dal mare gocciolanti,
circa
mezz’ora dopo, li trovarono ancora nel bel mezzo di una
partita.
#7 Rientro
Al momento di rientrare, controllate di aver
riposto nella vostra borsa tutto ciò che avevate portato da
casa; seguite anche
per il ritorno una via rapida.
Estremamente
riluttanti all’idea di rientrare – perfino Sasuke
era rimasto incantato da quel
bellissimo tramonto sul mare, e si era avvicinato a Sakura per cingerle
la vita
dopo averla vista ferma a contemplarlo – iniziarono a
raccattare tutte le loro
cose, sparse più o meno qui e là a seconda di chi
e quando le aveva utilizzate.
Naruto si
accorse ad un certo punto che il famigerato coccodrillo gonfiabile era
sparito,
e ci fu un momento di desolazione generale quando tutti si resero conto
che
dopo il bagno dei due ragazzi nessuno l’aveva recuperato
dall’acqua e
probabilmente era stato trascinato via dalle onde; tuttavia Naruto era
ancora
talmente gratificato dall’ora e mezza trascorsa con Sasuke a
lanciarsi palline
e racchettoni sulla sabbia che la prese con invidiabile fair play
sostenendo
che ne avrebbe comprato uno nuovo.
Raccolsero
le cartacce che erano sfuggite al loro controllo portandole nel
cestino,
piegarono gli asciugamani dopo averli sbattuti per scrollarli dalla
sabbia,
indossarono nuovamente i loro abiti sopra i costumi e una volta chiusi
gli
ombrelloni si avviarono per ritornare al parcheggio.
Sasuke non
poté trattenere un sospiro rassegnato rivedendo la mostruosa
rigatura che
deturpava la portiera dell’auto, ma stranamente doveva
ammettere di sentirsi
lui pure così sereno da non avere voglia di scatenare
un’altra discussione col
dobe.
Si
accomodarono in macchina occupando i medesimi posti che avevano scelto
all’andata, anche se, essendo tutti molto più
stanchi, la conversazione fu più
pacata e monosillabica e si limitarono tutti ad ascoltare le canzoni
diffuse
dallo stereo che Sasuke aveva acceso.
Dopo poco
più di un’ora, furono davanti al condominio di
Naruto ed Hinata.
“Beh,
ragazzi, grazie mille per la bella giornata”
salutò Hinata, sorridendo. “È
stata davvero divertente, vero, Naruto-kun?”
“Certo!
Confermò il ragazzo, ridacchiando. “Dobbiamo
assolutamente rifarla!”
“Ne
riparleremo” ribatté Sasuke, atono.
“Sas’ke,
piantala!” lo riprese scherzosamente Sakura. “Lo
rifaremo sicuramente” riprese
poi guardando i due amici. “Aspettiamo di beccare
un’altra buona giornata di
questo zuccone.”
Ignorando
totalmente l’occhiataccia di Sasuke, Sakura
continuò a salutare i suoi due
amici dal finestrino, finché l’auto non si fu
allontanata.
“Allora,
ho
visto che ti sei divertito con Sas’ke, oggi”
esordì Hinata, non appena
entrarono in casa.
“Altroché”
confermò Naruto. “Fa sempre il prezioso, il teme,
ma quando riesci a
convincerlo a fare qualcosa è sempre uno spasso stare con
lui.”
“Sono felice
che abbiate trascorso del tempo insieme, era da parecchio che non
potevate
prendervi la libertà di divertirvi spensieratamente voi due,
come ai vecchi
tempi.”
“Oh, beh,
abbiamo molte più cose a cui badare adesso”
sospirò Naruto, con fare impegnato.
“Ma finché possiamo ancora dedicarci a giornate
come quelle di oggi mi sta più
che bene” concluse allegro, sdraiandosi comodamente sul
divano e prendendo la
ragazza tra le braccia.
“Non
è stato
poi così terribile, mi pare” affermò
Sakura, mentre svuotava la borsa e buttava
nel cesto dei panni da lavare i loro costumi bagnati
“Accettabile”
concesse Sasuke, uscendo dalla doccia.
“Oh, su,
ammetti di esserti divertito.”
“Se ogni
volta che mi diverto devo tornare a casa con la macchina strisciata
spero tanto
che la prossima occasione di svago si farà
attendere” ribetté lui,
frizionandosi i capelli bagnati con un asciugamano e attaccando a
vestirsi.
“La verità è
che tra tutta la tensione cui ti sottopone la tua famiglia e i mille
impegni
dell’azienda lui ti mancava.”
“Forse.”
mormorò Sasuke, in un sussurro appena udibile.
“Certo che è
stato sfiancante, però” sbadigliò lei,
abbracciandolo e poggiando la guancia
sul suo petto.
“Mh.”
“Andiamo a
dormire?”
Sasuke
l’alzò di peso, gettandola direttamente sul letto
e sorridendo alle sue
proteste incoerenti mentre, stesosi accanto a lei, la stringeva a
sé.
Se avete seguito i sette punti elencati,
facilmente avrete trascorso una giornata perfetta, senza intoppi e
completamente priva di disagi di qualunque genere.
Se non li avete seguiti… Beh, complimenti,
avete scelto la via più breve per una giornata fantastica ed
indimenticabile.
**********
Ecco il giudizio di MulticoloR:
Grammatica
e Sintassi: 12/15
Stile e Forma: 7/10
IC: 13/15
Attinenza al tema: 9/10
Caratterizzazione Personaggi principali: 9/10
Gradimento Personale: 8/10
Totale: 58/70 punti
Giudizio scritto
L’idea di dare dei consigli per trascorrere una giornata al
mare
indimenticabile è davvero molto originale. Passare una
giornata in compagnia di
propri amici è il modo migliore di spendere il tempo al
mare. La trovo
divertente come idea, visto che quando si fa un programma per passare
una
giornata e alla fine c’e sempre qualcosa che manda a monte i
piani. L’idea di
descrivere una giornata fra amici è carina, ma allo stesso
tempo anche
scontata. Per quanto riguarda l’IC dei personaggi di sicuro
sono quelli. Un
pochino OOC è Sasuke, che sebbene sia rimasto sempre fedele
a se stesso, credo
che non si sarebbe fato impietosire dalla faccia abbattuta del migliore
amico,
ma al contrario cercherebbe di isolarsi, come suo solito. Tuttavia
questa parte
di lui mi è piaciuta, in quanto lo dipinge in modo diverso
da come si è
abituati a guardarlo, diverso dal solito ragazzo freddo in cerca di
vendetta.
La storia è scritta in modo lineare e abbastanza corretta,
in più lo stile
risulta scorrevole in modo che il lettore non si annoi troppo. E non
sono
presenti errori gravi, giusto qualche punto in più o in meno.
Personalmente
sono molto soddisfatta, è un buon risultato visto che era il
primo contest di
Naruto cui ho partecipato.
Sono d’accordo
con il giudizio dato dalla ‘commissione’ (XD),
anche per quanto riguarda il
personaggio di Sasuke, che in alcuni punti ho dovuto rendere
necessariamente in
modo un po’ libero, anche se non ho ritenuto necessario
l’avvertimento OOC dato che
– mi pare – è solo qualche sfumatura
imposta dall’AU.
Nel
complesso spero sia stata una lettura gradevole.
Alla
prossima! ^^
Panda