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Autore: Vivien L    25/08/2011    22 recensioni
Inghilterra, 1912. Bella Swan è una giovane cameriera alle prese con un compito difficile: domare il carattere dell'irruente Edward Cullen, ricco signorotto locale imprigionato da quando aveva sedici anni su una sedia a rotelle. Sono entrambi giovani, pieni di vita, desiderosi di amare e di essere amati, ma le convenzioni sociali, le gelosie, le differenze e i fantasmi interiori di Edward saranno uno scoglio impossibile da superare...o forse no?
Genere: Commedia, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio | Coppie: Bella/Edward, Bella/Emmett
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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- Questa storia fa parte della serie 'Il tempo che verrà '
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Vieni via con me
 


#Epilogo

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Quei giorni perduti a rincorrere il vento, | a chiederci un bacio e volerne altri cento.
(Fabrizio de Andrè)
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Tre anni dopo
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Un flebile raggio di sole filtra dalle alte finestre che incorniciano la grande stanza dorata, tappezzata da maestosi arazzi color cremisi su cui si affacciano, imponenti ed altere, una serie di colonne in marmo bianco che conducono, accompagnate da un sontuoso tappeto di velluto bordeaux, ad un piccolo trono sapientemente intagliato rivestito di seta grigia ai cui lati siedono un uomo e una donna dalle espressioni impassibili. 
"Vuoi tu, Tanya, prendere come sposo il qui presente Edward Cullen; giurare di amarlo, onorarlo e  rispettarlo in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà, finché morte non vi separi?"
I riccioli biondi le incorniciano un viso pallido come la neve, i lineamenti fini, delicati, le labbra rosse come il peccato piegate in una smorfia imperscrutabile, la fronte aggrottata, lo sguardo vitreo che guizza insistentemente fra le mani del suo futuro marito, rigidamente strette intorno alle sue.
Un respiro profondo, e poi: "Sì, lo voglio"
Il pastore sorride, e il silenzio scende su di noi; lo sento avvolgermi il corpo, circondarmi le caviglie, avviluppandomi l'anima, e il dolore diventa sempre più forte, il cuore sanguina, geme e si contorce in preda ad un tormento che non conosce fine; le lacrime mi lambiscono il viso, ancora e ancora, e tutto ciò che vorrei fare è urlare che no, Edward non può sposarla; non si amano, non si desiderano, non hanno niente in comune; Tanya non è la donna giusta per lui, lo abbandonerà, lasciandolo in balia di se stesso, e a quel punto Edward si ritroverà solo, nessuno potrà correre in suo aiuto, lui ha bisogno di me... soltanto di me. Solo io posso amarlo come merita. E fa male, vedere come l'infelicità si sia addensata in quegli occhi verdi come l'oceano, così limpidi e sinceri; quegli occhi che mi hanno fatto battere il cuore, che mi hanno fatta ridere, arrossire, che hanno accompagnato tante sussurrate parole d'amore, illuminando il mio mondo, imprigionandomi in una realtà in cui nient altro aveva importanza: una realtà in cui c'eravamo soltanto io, Edward e il nostro amore, oggi e domani, ora e per sempre, sino alla fine dei nostri giorni.  
Le dita di Emmett, mio marito, si stringono intorno al mio braccio, attirandomi a sé. 
"Sei felice, amore mio?" dice, l'espressione calma, impassibile, ma nel suo tono si nasconde un'ombra di sospetto "Edward è sempre stato un buon amico, per te. Era ora che trovasse la sua strada"
Lo guardo, asciugandomi le lacrime che mi bagnano il viso con un frettoloso gesto della mano. Annuisco silenziosamente e il pastore continua, volgendo lo sguardo verso Edward.
"Vuoi tu, Edward, prendere la qui presente Tanya Denali come tua sposa; giurare di amarla, onorarla e rispettarla in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà, finché morte non vi separi?"
I suoi occhi scivolano nei miei. E' un attimo, l'istante in cui li sento soffermarsi sulle braccia di Emmett, teneramente ancorate alla mia vita, e un lampo di rassegnazione illumina quelle gemme adamantine, screziate da sottili pagliuzze dorate, le folte ciglia castane che gli ombreggiano le guance bianche come il marmo; quando mi osserva posare il capo sul petto di mio marito si spengono, divenendo cupi come la notte. 
Un respiro profondo, il tono flebile, strozzato: "Sì, lo voglio"
La mia unica certezza è il fatto che, da questo momento in poi, niente sarà più come prima. 
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"Bella? Bella!!"
Un gemito di terrore abbandona le mie labbra. Spalanco gli occhi, scioccata, e l'oscurità m'inghiottisce. Il sudore m'imperla la fronte; lo sento scivolarmi lungo le guance, mescolandosi alle lacrime che mi lambiscono il viso, mentre i singhiozzi mi scuotono il petto facendomi contorcere in preda ad un violento attacco di nausea. 
"Bella, amore..." le braccia di Edward mi circondano la vita, attirandomi a sé. Lo guardo, perdendomi in quegli occhi chiari come l'oceano, luminosi come una calda giornata di sole, il volto contratto dall'ansia. Il suo profumo m'invade le narici, ed è così dolce, così familiare, una fragranza in grado di farmi impazzire di desiderio; in quel momento, i contorni del mio incubo diventano sempre più sfocati, mentre sento le sue dita attorcigliarsi intorno ai miei capelli, massaggiandomi teneramente il capo, le labbra a pochi centimetri dalle mie;  il suo respiro è calmo, controllato, e la sua vicinanza è capace, ancora una volta, di lenire l'angoscia, le incertezze, la paura, tutto
Sospiro, scrollo il capo e cerco di tornare alla realtà, concentrandomi sull'espressione ansiosa di Edward.
"Non preoccuparti" abbozzo un sorriso rassicurante, accarezzandogli una guancia con il dorso della mano "Era solo un incubo"
Aggrotta la fronte "Un altro?"
Prendo un respiro profondo, e le dita di Edward si posano sul mio ventre leggermente arrotondato, mentre un sorriso sarcastico gli piega le labbra "Non sarà questa piccola strega ad agitarti tanto, Bella?"
Sghignazzo "Era soltanto un incubo, Edward. E poi, ancora non sappiamo se è un maschio o una femmina"
"Sono certo che sarà una tua minuscola fotocopia"
Scuoto il capo, esasperata "Prega che non sia così, altrimenti ti farà impazzire ogni volta che tenterai di farla stare seduta, o che proverai ad impedirle di giocare nel fango"
Non risponde, continuando a lasciare circolari carezze sul mio ventre, sorridendo compiaciuto.
Sbadiglio, e la mia vista diventa sfocata. Edward sghignazza, facendomi poggiare il capo sul suo petto, posandomi un dolce bacio sulla fronte.
"Come posso aiutarti?"
Sorrido "Sai cosa fare"
Qualche istante dopo, sento la sua voce intonare le note della canzone che ha segnato l'inizio della nostra storia e che, fino a questo momento, ha accompagnato ogni giorno della nostra vita.
 

Non vorrei parlare, ma tu sei la frase d'amore cominciata e mai finita.

Tu sei il mio ieri, il mio oggi, il mio sempre. 
 
Tu sei come il vento, che porta violini e rose.


Sospiro, rilassandomi contro il suo corpo, lasciando che ogni incertezza scivoli via, permettendo al torpore di impossessarsi di me. Sorrido. Riesce ancora a scaldarmi il cuore, nonostante tutto. 


Ecco il mio destino. Adorarti, adorarti come la prima volta. 
 
Tu sei il mio sogno proibito, la mia unica speranza.
 
Vieni via con me.
 

Edward e Bella, Bella e Edward, oggi e domani, ora e per sempre, per l'eternità. 
Soltanto questo conta. 
 

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Spero che questo epilogo non vi abbia deluse; ci ho messo l'anima, e scriverlo è stato emozionante, soprattutto perchè mi ero affezionata a questi personaggi. Ringrazio le 12 meravigliose lettrici che hanno commentato lo scorso capitolo, chi ha seguito, preferito e ricordato la mia storia, e anche chi mi ha aggiunta fra gli autori preferiti. Un grazie speciale a Marta B., Lily M. e Solamente io per avermi incoraggiata a pubblicare l'epilogo di "Vieni via con me". Vi adoro, ragazze :):) Un bacio, Elisa. 
   
 
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