Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Jen92    25/08/2011    6 recensioni
Vorrebbe ridere, saltare, gridare di felicità come tutti nel Regno Unito. Ma non può, perchè per lui il giorno del trionfo è diventato l'inizio della fine.
La mia prima FF. Fatemi sapere cosa ne pensate!
Poi, la rinascita. Un gesto, semplice quanto naturale, e tutto che acquista un nuovo senso.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Live, again.

Il giorno che chiunque, nel Regno Unito, stava aspettando. Da tanto, troppo tempo. Anni di terrore, di sangue e di lotte relegati ad un passato da cancellare grazie a quel ragazzo. Il Bambino-Che-E’-Sopravvissuto. La leggenda, famoso ancor prima di parlare. Inconsapevole del suo destino eppure tanto coraggioso da affrontarlo di petto. Ed ora, non c’è persona nelle cui vene scorre sangue magico che non festeggi la rinascita.
Non lui.
Fissa il parco del castello, come ha fatto tante volte in passato. Eppure stavolta è tutto diverso. La sua amata scuola, così familiare e così protettiva, giace dilaniata ed al tempo stesso tempio della vittoria. I vetri rotti, i muri caduti, le volte spaccate testimoniano la sofferenza subita, mentre il vociare ininterrotto che proviene da ogni angolo dell’edificio, i canti di gioia e gli abbracci felici raccontano di un futuro che deve ancora venire, ma già migliore di ogni presente possibile.
Lui, invece, vorrebbe che tutti tacessero. Vorrebbe che il dolore che sta squarciando il suo petto venisse rispettato, che tutti si unissero nel silenzio. Ma sa che non può pretenderlo, ed allora è fuggito altrove, alla ricerca di una solitudine che fosse catartica.
Ha preso parte alla battaglia, la grande battaglia. Lo ha fatto non perché doveva, ma perché voleva. Esattamente come tutte le persone schierate dalla parte dei buoni nell’eterna lotta tra il Bene ed il Male.
Esattamente come suo fratello.
Ma se lui è qui, vivo, a contare i suoi respiri come fossero un peccato incancellabile, l’altro è morto. Suo fratello è morto.
Lo ha visto spegnersi, il sorriso in volto e gli occhi vuoti. Ha visto la vita uscire dal corpo di una delle persone a lui più care, ed ha visto morire il cuore di altri come lui. Sua madre, incapace ora di dire una parola di conforto come sempre abituata a fare. Il padre, impassibile nella sua maschera di composta sofferenza. I fratelli, la sorella. Ed infine il gemello e pezzo combaciante, reso pazzo dalla consapevolezza che la parte migliore di sé se ne è andata per sempre.
Lui si sente un codardo. Vigliacco perché scappato tra le lacrime mentre tutti si stringevano attorno al cadavere di Fred. Sciocco, stupido e debole. Ma non ce l’ha fatta.
Come se le sue gambe sapessero da sole dove andare, si è ritrovato in ginocchio accanto al baldacchino che tante volte lo ha ospitato nel corso degli anni. La Torre di Grifondoro, il dormitorio, il porto sicuro.
Invece ora tutto è crollato, e vuole stare solo.
Non piange più, perché non ha più lacrime da piangere. Ma ha il volto trasfigurato di chi non riesce ad accettare che stia accadendo proprio a lui. Vorrebbe urlare, vorrebbe prendere a calci il mondo, vorrebbe scappare via e non tornare mai più. Invece rimane là, fermo ed immobile, ad osservare senza vedere. A capire che la vita vera si è abbattuta su di lui senza offrirgli alcun appiglio ed alcuna arma per difendersi. Semplicemente, si ritrova schiacciato. Soffocato da qualcosa più grande di lui.
Pensa, per quel poco che il suo cervello riesce ad elaborare. Ed i pensieri non lo fanno stare meglio. Accantonati i ricordi, tangibili neanche fosse possibile toccarli, la razionalità arriva a fargli presente che non è né il primo né l’ultimo. E’ il cerchio della vita. E si forma davanti ai suoi occhi il volto del suo migliore amico, la cui esistenza è stata continuamente dilaniata da lutti. Ed anche in questo momento sta piangendo la scomparsa dell’ultima persona che lo legava ad una vita che non ha mai potuto vivere.
Ma anche per questo l’abbraccio di Harry Potter gli è sembrato una coltellata al cuore. Un voler ribadire ancora, se fosse necessario, quanto lui sia inadeguato rispetto al mondo.
Solo, si rende conto di quanto ogni promessa che tutto sarebbe andato bene, ogni parola detta per riempire il vuoto della paura siano prive di senso. Lu è vivo, eppure è morto. E si, chiamatelo debole se volete, ma proprio non ce la fa a pensare che prima o poi passerà, che il tempo cancellerà il sorriso del fratello dalla sua mente.
E’ solo, perché solo con se stesso sa essere sincero fino in fondo. Agli altri si è sempre mostrato ottimista, positivo, il primo a sdrammatizzare. Un punto di riferimento, investito di un ruolo che mai avrebbe voluto ma che ha accettato in nome dell’amicizia.
Ora tutto questo non ha più senso d’esistere. Ora anche lui è spezzato, ora anche lui ha il diritto di gridare al mondo la sua sofferenza. Eppure davanti agli altri non può, per una sorta di orgoglio che gli impedisce di sminuire l’immagine di sé che con tanta fatica ha costruito. Non più l’eterno secondo, ma il braccio destro.
Dà le spalle alla porta della stanza, le iridi blu incollate all’orizzonte. E non sente un leggero rumore dietro di sé, che annuncia l’arrivo di una persona. Il passo leggero di chi non vuole disturbare, la preoccupazione di chi non ce la faceva più senza sapere-
- Ronald.. – Lo chiama per nome, sussurrando, come se utilizzare più lettere potesse dargli il tempo di prepararsi ad una presenza che non fosse il suo dolore.
E Ronald si volta, e la vede. Lei, Hermione. La ragazza che finalmente ha baciato, la ragazza che ama più di qualsiasi cosa al mondo. La stessa i cui occhi ha fuggito per non mostrare lo sguardo umido ed i singhiozzi che sono seguiti.
Eppure, ora che lei è lì, sembra tutto così naturale. Lei deve stare lì, è perfettamente al suo posto mentre lo fissa con lo sguardo carico d’angoscia. Altri no, ma lei sì.
Ed è un correrle incontro, e poi stringersi al suo petto. Un gigante che si rifugia in uno scricciolo, trovandovi tutta la protezione che potesse mai desiderare. Mani gentili sono quelle che ora accarezzano i fili ramati che scendono scomposti sulla fronte ampia, mentre le lacrime tornano copiose, ma stavolta senza vergogna.
E’ un attimo, un istante quello in cui il blu incontra il nocciola. Non dicono nulla, perché nulla c’è da dire. Sanno già tutto ciò che hanno bisogno di sapere. Lei è lì, neanche avesse saputo che lui, nonostante la fuga e l’isolamento, avesse in realtà il bisogno fisico di abbracciarla.
Non realizzano quanto tempo restano in quella posizione. A nessuno dei due interessa poi molto. E’ solo l’ennesimo di tanti contatti fisici tra i due, eppure non lo dimenticheranno mai. Non ne parleranno più in seguito, come se l’intimità di quel momento portasse con sé il segreto di lui.
Ma è in quel preciso istante che è iniziata anche la sua, di rinascita. E’ stato in quel preciso istante che i suoi respiri, i battiti del suo cuore da peccato si sono trasformati in diritto alla vita. E’ stato in quel momento che la sua esistenza ha trovato più senso che in passato, dovendo vivere non più per chi c’è, ma anche per chi è stato.
E grazie a lei, in quella stretta infinita, ha capito una cosa. Ogni volta che penserà a Fred, non dovrà considerarlo un assente. Fred è semplicemente invisibile.
....
.........

La mia prima FF. Spero vi sia piaciuta. Ed ogni recensione è graditissima ^^
  
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Jen92