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Autore: nuage91    25/08/2011    2 recensioni
Dedicato a tutte le ragazze che amano davvero, perché il vero amore è più profondo dell’anima, più puro dell’acqua di fonte e impossibile da consumare. Una fiamma perpetua.
Una ragazza che trova l'amore vero e impossibile.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dedicato a tutte le ragazze che amano davvero, perché il vero amore è più profondo dell’anima, più puro dell’acqua di fonte e impossibile da consumare. Una fiamma perpetua.
 
Mi trasferii a Pisa a diciotto anni. Mia madre aveva insistito molto perché entrassi alla Normale, anche se ero un po’ spaventata dall’idea di venir catapultata in un mondo a me estraneo. La fisica mi avevano sempre affascinata e, modestamente, avevo una mente geniale, rispetto ai miei compagni di scuola. E’ che riuscivo a vedere nella matematica e nella fisica cose che gli altri non vedevano, perché troppo legati alle formuline che si imparano a memoria… io no, io vedevo oltre. E’ per questo che riuscivo a trovare le soluzioni dei problemi ancor prima dei professori e, tuttavia, non riuscivo a spiegare i miei procedimenti agli altri, non ci sono mai riuscita fino in fondo con nessuno, o quasi nessuno. E’ un po’ come per i bambini. Io mi ricordo bene di quando ero bambina, mentre spesso gli altri dimenticano. Intanto voglio sfatare un mito: non è vero che i bambini capiscono meno le cose degli adulti. Assolutamente no, loro sentono con nitidezza i ragionamenti, ragionamenti altrettanto validi di quelli degli adulti, pensieri filosofici sulla vita e sulla morte e, ebbene sì, anche intuizioni matematiche. Ma ci sono due fattori che giocano a sfavore. Primo: i pensieri non riescono a formarsi nel cervello in modo lineare, perché la nozione di causa-effetto deve ancora finire di solidificarsi. Secondo: la poca conoscenza delle parole italiane li porta a non riuscire a trovare le “parole giuste” per esprimere quello che intendono dire, cosicché gli adulti dubitano della validità dei loro ragionamenti e li ritengono più semplici, o di serie b. E poi cominciano a fare gli sciocchi non riflettendo nemmeno un po’ su quello che il bambino ha tentato di dire. Questo per un bambino di età superiore ai cinque anni è piuttosto umiliante.
Tornando al mio discorso, io ho delle sensazioni, quindi non è che proprio sia la prima della classe perché i professori si aspettano che tu una cosa l’abbia capita se la sai ridire per bene, quando invece magari l’hai imparata a pappagallo. Però le gare di matematica le ho sempre vinte io, quindi non sono io che mi monto la testa.
Insomma, mia madre volle che frequentassi un’università seria ed io lasciai la mia terra natale e lei alla volta di Pisa. Mia madre era una delle persone a cui volevo più bene in assoluto, insieme alla mia migliore amica. Però Laura si era fidanzata già da tre anni con un ragazzo conosciuto ad una festa. Mi è sempre sembrato assurdo che due persone si possano piacere dal primo momento in cui si vedono, io non credo ai colpi di fulmine. O sei maledettamente fortunato, o quella non sarà mai la persona giusta e il rapporto diventerà presto una forzatura e al massimo si ridurrà ad una pacifica convivenza. E’ un po’ come se ti volessi innamorare per forza, perché sì, è un desiderio umano quello di amare qualcosa che è fuori dal nostro corpo… forse ci sentiamo incompleti, forse ci sentiamo troppo piccoli e sperduti in questo universo infinito che ci inghiotte ed abbiamo bisogno della sicurezza che non ci esauriamo solo in noi stessi. Non lo so, ad ogni modo la mia migliore amica si era fidanzata con lui ed io tuttora, ora che è sposata ed ha due bambini, provo una gelosia pazzesca quando la vedo con lui. Io e lei siamo anime gemelle, lo siamo sempre state. Non è che siamo perfettamente uguali, ma ci capiamo al volo. Ancora oggi basta uno sguardo e sento di sentire quello che lei prova. Lei mi capisce in tutto. Piangiamo e ridiamo insieme, e sempre allo stesso modo. Quando mi parlò di quel ragazzo credevo di morire, cioè, non proprio da subito. All’inizio speravo non fosse una cosa seria, poi, quando mi sono accorta che lo frequentava di più di quanto frequentasse me, e, cosa ben peggiore, che lo pensavapiù di quanto pensasse a me, mi sono sentita soffocare. Me l’aveva strappata. Ho pianto tanto, maledicendo quella festa. Io l’amavo e lei amava un altro. Nonostante mi ripetesse che teneva a me quanto a lui, sentivo che non era la stessa cosa, perché con lui provava un amore più “completo”.
Io non avevo mai avuto un ragazzo. Ritenevo la mania dei ragazzi una cosa molto stupida e quasi falsa, una cosa che le ragazzine utilizzavano per rendersi grandi agli occhi delle altre. Io non mi sarei mai fidanzata con un ragazzo, mai, a meno che non lo amassi davvero, cosa che ritenevo impossibile, visto che era una razza così diversa dalla mia. Ebbene sì, non  mi era mai capitato di provare qualcosa per un ragazzo, nemmeno di volergli un po’ di bene. Come si fa a voler bene ad una persona che è tanto diversa? Poi era da quando avevo tredici anni che i ragazzi, e non solo i ragazzi, ma anche gli uomini adulti, mi fischiavano per strada, mi facevano l’occhiolino, mi dicevano battutine… che schifo, come potevo soloimmaginare di poter stare bene con qualcuno di quella razza inferiore! Non che mi desse veramente noia che mi rivolgessero tutte quelle attenzioni, anzi, in un certo senso mi sentivo orgogliosa della mia bellezza e sorridevo, ma tutto questo non faceva che aumentare la mia ripugnanza verso l’altro sesso. Non che i ragazzi mi stessero tutti antipatici. C’erano alcuni amici di amiche che anzi, mi stavano quasi simpatici, ci potevo chiacchierare piacevolmente, ma non avrebbero mai potuto essere miei amici, confidenti, persone a cui potessi davvero volere bene.
  
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