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Autore: Norberta_    26/08/2011    6 recensioni
- C-che cosa hai intenzione di fare? - balbettò impacciato, cercando di mantenere un tono calmo, pur sapendo che le sue guancie stavano pian piano diventando dello stesso colore dei suoi capelli.
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Ginny Weasley, Percy Weasley
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Eccomi qui con una nuova one-shot, probabilmente banale quanto le altre, ma mi sono divertita molto a scriverla. Come vedrete è ambientata nel secondo libro, in cui si parla (tra le altre cose) di qualcosa che Ginny Weasley non avrebbe dovuto vedere…Buona lettura!

Il primo bacio del Prefetto

- Fermi tutti! - la professoressa McGranitt fulminò con lo sguardo la sua classe che, terminata l’ora di Trasfigurazione, aveva incominciato a chiacchierare sonoramente e a raccogliere i libri. Solo uno studente era restato seduto al suo posto, conscio del fatto che l’insegnante non aveva ancora assegnato loro il compito per la settimana seguente.

- Non crederete di potervene andare così facilmente?!? - tuonò la McGranitt, mentre un mormorio annoiato proveniva dagli studenti che erano tornati di mala voglia al loro posto.  – Voglio ottanta centimetri sulle quindici circostanze che rendono possibile la trasfigurazione parziale di un essere umano e li voglio sulla mia scrivania entro lunedì prossimo. - continuò l’insegnante, per poi concludere  – ora potete andare.

Tutti sbuffarono pensando al noioso e pesante weekend che li attendeva. Anzi no, non proprio tutti: Percy Weasley stava già pensando al titolo adatto alla sua ricerca e si domandava se effettivamente ottanta centimetri fossero sufficienti per presentare all’insegnante tutto ciò che aveva preventivamente raccolto e selezionato la settimana precedente, in un momento in cui non aveva niente da fare. I suoi fratelli, soprattutto i gemelli, avrebbero riso sapendo che trascorreva il suo poco tempo libero a preparare ricerche e poemi che i professori non avevano ancora assegnato, ma Percy era contento di sé e sapeva che anche un’altra persona lo era (oltre a sua madre, ovviamente).

Raccolse libro, piuma e calamaio e li mise nella borsa. Poi, come sempre, fu l’ultimo ad uscire, ancora assorto così profondamente in quei pensieri da non vedere un’esile figura dalle lunghe trecce nere che lo aspettava fuori dalla porta.

- Perce! Ehi, Perce! - Penelope Light lo chiamò più e più volte, ma il rosso non la sentì, perché troppo intento a controllare l’orario delle lezioni del pomeriggio. “Non cambierà mai” pensò, divertita, la ragazza.

“Dunque, prima di pranzo ho un’ora libera che potrei sfruttare per quel compito della McGranitt” stava riflettendo Percy. “Poi oggi pomeriggio abbiamo il compito di Pozioni… Wow! Non vedo l’ora di dimostrare al professor Piton le mie indubbie qualità nel preparare…”

- Ehi! - Penelope lo aveva finalmente raggiunto e lo aveva afferrato per un braccio. – E’ un’ora che ti chiamo, sciocchino! - rise di fronte allo sguardo sorpreso del suo fidanzato.
- In realtà dubito fortemente che si tratti di un’ora, dato che è da appena due minuti e trentacinque secondi che sono uscito dall’aula di Trasfigurazione - puntualizzò lui, osservando l’orologio  – ed inoltre, sciocchino non mi sembra un epiteto molto educato e gentile da parte tua - concluse col suo solito fare petulante.
- Sì, sì, come vuoi. - lo zittì la corvonero con un gesto della mano e, senza preoccuparsi dello sguardo offeso del ragazzo, continuò – Vieni con me.

Percy non ebbe il tempo di rispondere, perché la mora lo afferrò per la cravatta e lo trascinò senza tante cerimonie in un’aula vuota poco lontana. A quel punto, chiuse la porta e lo guardò con un sorrisino che era tutto, fuorché rassicurante. Il ragazzo, più confuso che mai, la fissò piuttosto preoccupato, chiedendosi se la sua fidanzata avesse intenzione di scagliargli addosso qualche maledizione.
Penelope, sempre più divertita, vedendolo così spaventato, gli si avvicinò ancora e ancora e ancora, finché i loro nasi furono solo a venti centimetri di distanza. “Un quarto del tema da presentare alla McGranitt” rifletté Percy Weasley, che anche in quella situazione, nonostante il cuore gli battesse all’impazzata, riuscì a mantenere un grammo di razionalità e serietà da Prefetto.

- C-che cosa hai intenzione di fare? - balbettò impacciato, cercando di mantenere un tono calmo, pur sapendo che le sue guance stavano pian piano diventando dello stesso colore dei suoi capelli. –Penny, io sono un Prefetto!- affermò impettito. Ma questa sue fierezza venne subito meno, quando la ragazza lo prese per il bavero della camicia e si avvicinò pericolosamente alle sue labbra.

- Andiamo Perce, lasciati andare! Siamo o non siamo fidanzati? Me lo hai detto tu ieri mattina, ti ricordi? - la corvonero sussurrò queste parole come fossero un segreto. Guardò gli occhi del rosso di fronte a lei e vi lesse un conflitto interiore tra cervello e cuore. Sorrise di nuovo e lo baciò, dolcemente, chiudendo gli occhi.

Percy, dapprima colpito e sconcertato da quel contatto così nuovo, mise poi una mano sulla schiena della ragazza e la spinse a sé, ricambiando il bacio. Si sentì inebriato dal profumo della sua pelle, che sapeva tanto di caramello. Capì che avrebbe voluto che quel momento non finisse mai…

- Ops! Scusate… - una vocina piccola e graziosa quanto la sua proprietaria pose fine a quell’idillio. Percy fece appena in tempo a voltarsi per vedere una massa di capelli dello stesso colore dei suoi scappare via. Lasciò lì una Penelope Light piuttosto contrariata e seguì sua sorella nel corridoio.

- Ginny, Ginny! Fermati, ti prego.

Finalmente la raggiunse, la prese per le spalle, la voltò verso di sé e vide che era piuttosto imbarazzata.

- Ginevra, ascoltami. – iniziò il ragazzo, imbarazzato quanto lei, - Nessuno deve sapere di questa cosa, ok? Soprattutto Fred e George. Non oso immaginare quanto mi prenderebbero in giro… - terminò di parlare guardando il vuoto davanti a sé. Poi, puntò di nuovo gli occhi sulla sorella e solo allora vide che aveva delle piume impigliate negli abiti.

- Ma cosa…?

Ginny, però, corse via e il rosso decise che sarebbe stato meglio ritornare da una certa corvonero che sicuramente lo stava aspettando arrabbiata.
 
Ooooook, spero di essere riuscita a strapparvi almeno un sorriso. Anche se così non fosse vi spiacerebbe lasciarmi un commentino? Mi farebbe tanto ma tanto piacere !Grazie e alla prossima! 

  
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