Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Ricorda la storia  |      
Autore: Oducchan    26/08/2011    1 recensioni
[Non senti neppure un fruscio in giardino,
Tutto qui si arresta fino al mattino.
Se sapessi come mi sono care
le serate nei dintorni di Mosca.]
Una notte, a Mosca.
[RussiaAmerica] [To Rota]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Russia/Ivan Braginski
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Note:

a)      scritta ascoltando la canzone in questione, scoperta per caso e da subito amata. La consiglio un po’ a tutti, esistono anche delle cover in varie lingue.

b)      Per Rota. Con tutto l’amore di questo mondo. Perché lo so che non sono perfetti ma ti voglio tanto bene che correrò il rischio. E poi la stavi aspettando da un po’, no?

c)      E devo dire, che è la prima cosa che scrivo che mi piace davvero da parecchio tempo XD

 

  

Midnight in Moscow

 

 È dolce, come melodia, terribilmente dolce, e scivola mollemente fino al cuore in una spirale di note indolenti coccolando l’udito con suoni morbidi, strascicati di malinconia. Stranamente, gli piace.

Se solo capisse che diamine sta dicendo…

Con uno scatto di reni, si tira seduto, prendendosi il capo tra le mani per qualche istante a smorzare il mal di testa del primo risveglio, strizzando gli occhi alla luce. Immediatamente, rabbrividisce. La finestra dev’essere aperta, e non è che Mosca sia particolarmente accogliente, in quel periodo dell’anno, con gli ultimi sprazzi di neve nelle strade e il Generale che si aggira ancora nei campi incolti a seminare gli ultimi semi d’inverno.

Afferra le coperte e se le avvolge sulle spalle. Cerca l’orologio, e dopo qualche istante di ricerche lo trova in un angolo del materasso. È ancora notte fonda, avrà dormito si e no un ora. Un’ora e mezza massimo. Forse due.

La voce calda del cantante sta cercando di dirgli qualcosa, visto che insiste nel ripetere un paio di strofe, ma America non riesce a far altro che fissare infastidito il grammofono che gracchia nell’angolo della stanza. Poi coglie un movimento, e si volta verso la finestra. In effetti sì, gli infissi sono spalancati sulla gelida notte russa, aprendo un varco quadrato sul buio della città, su cui si staglia nettamente il profilo delle spalle e del busto di Russia, i capelli mossi appena dalla brezza ghiacciata.

Dev’essere la musica, a fargli brutti scherzi, perché si ritrova a trattenere il fiato senza quasi manco rendersene conto, nell’osservare quello spettacolo che odora di decadente magnificenza, trasudante malinconica bellezza. Lontano, s’intravedono le luci del Cremlino, e qualche traslucido raggio di luna si riflette sul viso di Ivan, donando riflessi lattescenti alla pelle nivea.

In silenzio, quasi timoroso di rompere l’incanto, Alfred si alza, scivolando dal materasso avvolto nelle morbide lenzuola e gli si avvicina piano, stando attendo a non far troppo rumore quando i suoi piedi calpestano il pavimento di legno; quando gli è vicino, lascia che il suo petto si adagi contro la sua schiena, riuscendo a contenere il brivido spontaneo al contatto con la pelle gelida. Russia ha un sussulto e le sue ciglia sono attraversate da un tremito, ma nulla di più.

America arriccia le labbra, posandole sulla sua spalla, e poi tenta di punzecchiarlo tormentandogli la pelle dei fianchi, dove sa che è sensibile.

-Che stai facendo?- chiede, col timbro del bambino capriccioso che vuole l’attenzione su di sé.

Russia non risponde, limitandosi a scuotere appena la testa e a stringere la presa sul davanzale. La musica continua a risuonare colmando il silenzio immemore della stanza, finché Alfred non riesce a cogliere il mormorio che proviene dalle labbra sottile dell’uomo che stringe tra le braccia.

- Chto zh ty, milaja, smotrish iskosa, nizko golovu naklonja? Trudno vyskazat i nje vyskazat vsjo, chto na sjerdtsje u mjenja…*-

Ivan ha lo sguardo assente, nota, nel sussurrare quelle parole, e la cosa lo fa impensierire. Aggrotta la fronte sulle sopracciglia bionde.

-Non potresti parlare in una lingua comprensibile, di tanto in tanto?-

Russia emette un piccolo sbuffo identificabile come un accenno di risata, e il cuore di America fa un tronfio sussulto di vittoria. Strofina appena il naso contro la pelle ora un poco più tiepida, e aspetta paziente finchè Russia non muove il corpo imponente, scivolando contro di lui fino a voltarsi e non poggia lievemente le labbra contro la sua fronte. Il suo dolce sorriso da bambino è andato perduto nel buio della notte, ma almeno il suo sguardo ha una scintilla di vita.

-Freddo…- pigola, con voce lamentosa – Sono freddo…-

 Già, come può la Grande Madre avere freddo, quando il gelo è tanto parte di lei da essere quasi la sua linfa vitale? Alfred fa una smorfia, stringendo tra le mani cinque dita di ghiaccio, bianche come la neve, e le osserva pensieroso per qualche istante, prima di alzare il viso per guardare dritto in quegli occhi violetti.

-Ti scaldo io. Io sono… caldo-

E con ferma gentilezza abbassa quella mano che continua a stringere incapace di lasciarla andare, la accompagna prima contro il proprio petto, dove batte un cuore fiero, poi contro il ventre e poi giù tra le cosce ancora umide.

La voce del cantante sfuma sulla chiusura della canzone in un ultima nota limpida che si fonde in un morbido connubio con un gemito caldo; e la testina del grammofono si solleva con grazia dal disco restituendo alla mezzanotte di Mosca i suoni a lei cari e fedeli, nel buio della notte.

 

 

 

 

* Perché, mia cara, mi guardi di sfuggita

con la testa bassa e piegata?
E 'difficile esprimere o non esprimere
tutto quello che ho nel cuore.

(Podmoskovnye večera –Mezzanotte a Mosca-, di Vasilij Solov'ëv-Sedoj e Mikhail Matusovskij)

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: Oducchan