Anime & Manga > Vampire Knight
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Autore: Insanely Funny    26/08/2011    2 recensioni
One shot ambientata durante l'ottavo episodio della prima serie dell'anime. Che cosa sarebbe successo se Ruka, dopo aver sentito il rifiuto di Kaname a proposito della donazione del proprio sangue non se ne fosse semplicemente andata, e se i sentimenti che prova il "nobile Kaname" non siano quelli che noi tutti conosciamo...?
kanameXruka, assolutamente senza pretese.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaname Kuran, Ruka Souen
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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In quella stanza.






Si accostò la punta dell'unghia al collo lungo e serico, e con una pressione apparentemente lieve, si trapassò la carne tanto in profondità che una stilla di sangue raggiunse il collo del suo - sì, suo, quanto lo vorrebbe tutto per sé, solo per sé, è un desiderio che a volte si fa tanto soverchiante da farle dimenticare tutto - nobile Kaname, dopo di che subito dopo altri rivoli cominciarono a scendere copiosi lungo la sua mano. Una piccola ferita che non ha quasi sentito, tutto pur di dare giovamento a quell'uomo cui ormai sa di appartenere, nonostante per lui non sia lo stesso.

Un rifiuto, infatti, dopo quella dolce carezza che le ha causato un sussulto e fatto rabbrividire da capo a piedi, una sensazione al contempo strana e magnifica, perché solo con lui succede.

Ma invece di allontanarsi come le è stato chiesto, Ruka, inaspettatamente, decise di agire.

Aveva il viso a così poca distanza dal proprio, tanto che le bastò semplicemente smettere di fare pressione con il braccio su quel divanetto per potergli cadere direttamente contro il petto, il profumo del Nobile Kaname che per un attimo la avvolse, e lei si crogiolò in esso, senza più pensare, perché lasciare posto alla ragione dopo quell'attimo di follia le sarebbe stato fatale, e non le avrebbe permesso di adagiare le proprie labbra su quelle del vampiro di sangue puro, che per quegli attimi non si mosse assolutamente, forse troppo sorpreso per fare qualcosa.

Eh già, anche Kaname si sorprende, ed anche Ruka, nel momento in cui avvertì le grandi mani del vampiro stringersi alle sue braccia magre e sottili in una morsa che non ammetteva repliche, e per un attimo ebbe paura.

Sto per morire. Solo questo le venne in mente. Aveva osato violare le labbra del Nobile Kaname, non c'era altro modo per lei di espiare quel peccato.

Ma il contatto di labbra non scemò, anzi, si fece più presente, più caldo, più magnifico, soprattutto quando la lingua di lui cercò di farsi spazio nella bocca di Ruka, e lei, non incredula, di più, quasi automaticamente schiuse le labbra per permettergli il passaggio tra esse.

Da quel momento in poi, tutto si fece confuso nella mente della vampira. Le sensazioni che le labbra di Kaname le stavano donando erano a dir poco afrodisiache, sembrava quasi di essere in un sogno. Ma era reale, ne era sicura. Niente era più reale di quel bacio, in quel momento, che durò ben più di quello che avrebbe mai osato sperare.

Quando, per forza di cose s'interruppe, lei si ritrovò all'improvviso catapultata nella realtà, ansimante - non per il fiato mancato -, non più a sovrastare il vampiro ma sotto di lui, intrappolata con la schiena contro quel morbido divano. Gli occhi quasi sgranati fissi su quelli dell'altro, che la fissavano calmi, quasi inespressivi seppur più intensi del solito.

Le prese una mano, un brivido violento la colse, e cominciò a leccare con lentezza, a una a una, le sue dita, da cui raccolse il sangue che lei aveva avuto intenzione di offrirgli poco prima, procurandole flebilissimi gemiti di aspettativa, forse.

Ripulito completamente l’arto, Ruka, che non si era persa un solo movimento di lui, fu quasi certa di vedere nell'altro l'ombra di un sorriso, prima di vederlo chinarsi completamente su di lei e conficcarle con quella che parve gentilezza, i canini in corrispondenza della piccola ferita.

Dolore, ed in contemporanea a questo Ruka inarcò la schiena e il collo come per offrirsi maggiormente all'altro, gli occhi lucidi e persi, le braccia che si dimenarono per qualche attimo per poi arrendersi a quella presa cui sembrava impossibile liberarsi, forse semplicemente perché lei per prima non lo voleva. Ancora, sembrò passare una vita.

Ma in realtà fu davvero poco il sangue che Kaname prese da lei, sollevandosi poi dal divanetto per poterla guardare tremante ancora sdraiata lì sopra, osservare i suoi languidi occhi che anche un cieco avrebbe potuto decifrare come perdutamente innamorati. Devoti. Solo per lui.

«Grazie, Ruka. Mi hai aiutato molto.» Un cenno del capo, la voce gentile che bastò a riscuotere la ragazza abbastanza da farla sollevare di scatto, seppure un po' a fatica, tremante, consapevole che ormai i suoi servigi non erano più richiesti, purtroppo.

«E' stato un vero piacere, nobile Kaname, non dovete nemmeno ringraziarmi.» Anche la sua voce tremava ancora di quell'emozione che, ne era sicura, non sarebbe scemata tanto presto. Un cenno del capo, e dopo aver preso quel minimo di stabilità che le serviva, una mano posata sul collo a coprire quella ferita così desiderata e così cara, in fretta ed a passo leggero raggiunse la porta, la aprì, ma si bloccò sull'uscio a causa di qualcosa che proprio in quel momento le sfiorò i capelli. Una sua mano.

«Spero potremo rifarlo, passa una buona notte.» E con il cuore gonfio di felicità, per Ruka quella fu davvero una splendida notte, la migliore di tutta la sua vita. Fino alla sera dopo almeno, dove ebbe la fortuna di rivedere il suo signore, ancora in quella stanza.

   
 
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