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Autore: ChiaraLuna21    27/08/2011    1 recensioni
[The listener]
Riusciva malapena a reggersi in piedi. Si poggiò al muro, cercando di prendere più aria possibile nei polmoni.
«Oz, vuoi… vuoi che ce ne andiamo? Possiamo andare a sederci da qualche parte, se vuoi!» non lo avrebbe abbandonato in quel momento…
Scosse la testa. «No… no, no! Io.. io resto! Devo… devo tirarla fuori di li! Io resto!»
Era sicuro, convinto. Non se ne sarebbe andato come l’ultimo dei vigliacchi.
E Toby non l’avrebbe lasciato lì da solo…

Sarebbe stato un giorno normale, se solo non fosse successo che...
Beh,... vi anticipo solo che il personaggio principale è Oz... il resto scopritelo voi...
Genere: Azione, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi di nuovo qui!!!
Solo una cosa prima di iniziare: ho deciso di scrivere la storia a POV misti.
Si alterneranno il POV di Andy con quello di Toby.
Il cambio di POV è indicato da una riga bianca.
Cercherò di essere il più chiara possibile.
Buona lettura!
 

Polvere da sparo
 

Entrammo nell’albergo.
Tenevo Sandy per un braccio e le puntavo la pistola alla schiena.
Nessuno fece caso a noi. D’altro canto, non c’era nessuno!
Mi diressi verso la Reception.
«Salve! Cercavo Sandy Perez. Dovrebbe essere nella stanza 226, al terzo piano.»
«Bene, signore! Controllo subito!» e si immerse ne computer alla ricerca dei dati della camera.
 Diedi una rapida occhiata ai ganci per le chiavi dietro il bancone.
La chiave 226 non c’era…
Il receptionist fece una faccia strana, poi, senza scollare il volto dallo schermo, mi disse: «Mi dispiace, signore, ma la camera non è intestata alla Signorina Perez. Anzi, non mi risulta nessun registrato con quel nome nell’albergo!»
Come non c’era? Non era possibile!
Improvvisamente impallidii.
«Signore, si sente bene?»
L’infermiera scoppiò a piangere!
C’era… troppo rumore! Non riuscivo a pensare!
Sentivo le voci lontane, distanti…
Poi, udii la sua voce…
«Buongiorno, Carl! Come va?»
Mi passo accanto e poggiò le chiavi sul bancone.
«Molto bene, signorina Cooper! Come mai già sveglia?»
«Turno notturno in ufficio!»
Sorrise e si avviò alla porta.
Vi si avviò senza salutarmi, senza nemmeno guardarmi!
Mi voltai verso di lei. «Sandy!» la chiamai, disperato!
Non si girò nemmeno!
Dovevo attirare la sua attenzione, le dovevo parlare, dovevo…
Dovevo farlo!
E lo feci…
 
Io e Oz eravamo davanti alla porta quando lo sentimmo!
Un altro sparo!
Un altro stramaledetto sparo!
Oz mi guardò, ma io non sapevo che dirgli.
C’era moltissima gente che pensava forte, e non riuscivo a capire cosa fosse successo!
Presi un profondo respiro e aprii la porta.
Quello che vidi fu molto semplice: un receptionist terrorizzato con le mani alzate appena sopra la testa, tutto ripiegato su se stesso e tremante; Andy che stringeva forte Sandy a se e puntava la pistola verso terra, ai piedi di una ragazza dai capelli corvini e gli occhi scurissimi, in piedi vicino ai divanetti della reception.
Davanti alla ragazza, seguendo la traiettoria della pistola, c’era una specie di macchia nera fumante.
Espirai rassicurato mentre Oz entrava alle mie spalle e vedeva la stessa identica cosa con la mia medesima reazione.
Tutti si voltarono verso di noi.
Era strano; infondo, non eravamo stati noi a sparare… non eravamo noi quelli ad aver fatto una cosa… strana, per così dire!
«E voi chi siete?» chiese l’uomo che aveva preso Sandy.
Lanciai uno sguardo a Oz dietro di me.
«Noi… noi siamo due paramedici!»
«Due paramedici? Chi vi manda? La polizia? Credevo di essere stato abbastanza chiaro…» Era nervoso… molto nervoso…
«No… no! Non ci manda la polizia! Siamo venuti di nostra spontanea volontà! La polizia non  ne sa niente!»
Improvvisamente sembrò rilassarsi e tornare quello che avevamo “conosciuto” fin dall’inizio.
«Quindi voi sareste due aspiranti suicida o qualcosa del genere?»
Qualcosa del genere! Pensai.
«E, spiegatemi, cosa vi fa credere di poter venire qui senza beccarvi una pallottola in testa?»
Speriamo non si accorgano di niente: ho solo due pallottole! Perché non l’ho ricaricata?!
Quel pensiero mi diede un’idea! Forse la più stupida della mia vita, ma pur sempre un’idea!
Accennai ad una risata. «Lei non può spararci! Andiamo, se spara a noi non avrà più pallottole! Sappiamo che ha solo due colpi! Può minacciarci quanto vuoi, ma il fatto è che se ci toglie di mezzo non saprà più come minacciarci!»
Sembrava nervoso, ma mi ignorò.
«Sandy, perché non mi parli? Che ti ho fatto? Io ti amavo e ti amo!»
Parlava alla ragazza dai capelli neri.
Ecco chi stava cercando!
«Amarmi? Non mentire! Tu non mi amavi! Tu mi volevi per te!»
«E cosa c’è di mele nel volere qualcuno per se? Tu sei mia! Mia, mia, mia!»
«Io ero tua, Andy! Ero tua prima che tu mi picchiassi! Prima che tu diventassi pazzo!»
«Io ero pazzo d’amore!»
«No! Tu eri pazzo e basta! Non è la prima volta che te lo dico! Te lo dissi anche quando me ne andai!»
Fu in quel momento che riuscii a vedere nei pensieri della ragazza i suoi ricordi…
 
«Andy, ho bisogno di spazio! Credo che tra di noi stia svanendo la… la passione! Non possiamo continuare così!»
«Ma non è vero! Tu non te ne puoi andare!»
«Mi dispiace, ma è finita! Forse, fra qualche anno…»
«No… no! Io non aspetterò “qualche anno” per avere qualcosa che è mio! Che mi appartiene!»
Andy le diede uno schiaffo tanto forte da farla cadere a terra.
Poi la afferò e la scaraventò sul tavolino di vetro che si frantumò.
Lei iniziò a gridare, ma lui la picchiò solo più forte!
 
Le sue urla erano così forti nella mia testa che chiusi gli occhi, sperando di sopprimerle.
Quando li riaprii vidi le sue pupille che brillavano!
«Avevi… bisogno di aiuto… e io non te ne potevo dare…»
«Aiuto?! No… non avevo bisogno di aiuto… avevo bisogno di te… e tu non c’eri!»
Lei scosse la testa alzandola verso il cielo e trattenendo le lacrime. «Non è vero! Io… »
«Taci!» urlò puntandole la pistola contro.
Presi un profondo respiro e riprovai.
«Lei ha ancora bisogno di aiuto, e c’è chi glielo può dare! Se… se lascia andare tutti e posa la pistola, troveremo una soluzione…»
Improvvisamente mi prestò attenzione. Mi puntò la pistola contro. «Tu… tu devi starne fuori… tu non sai cosa è successo…»
«E invece lo so… e so che questo non è il modo per risolvere il problema…»
«Quale problema? Non c’è nessun problema! Qui va tutto a meraviglia! Non è vero?» chiese all’infermiera.
Non stava funzionando! Così cambiai schema d’attacco…
«Secondo me un problema c’è! Ma non è importante… l’unico complicazione è che lei è un totale idiota!»
«Che cosa?!»
«Ha capito bene: un idiota! Perché solo un idiota non avrebbe ricaricato la pistola sapendo che era carica solo a metà!»
«Zitto…»
«E perché? Tanto… cosa ha intenzione di fare con due proiettili? Andiamo… vogliamo analizzare uno dei possibili finali? Lei spara a due di noi e poi gli altri la attaccano! Oppure la polizia ci trova e lei non fa in tempo a sparare neanche a uno di noi! Ad ogni modo… lei non vince!»
Iniziava a essere di nuovo  nervoso… molto nervoso…
«Ora basta! Vuoi vedere cosa posso fare con due proiettili? Te lo farò vedere!»
Toby, ma cosa stai facendo? pensò Oz.
Puntò la pistola alla testa di Sandy.
La cosa non si stava mettendo per niente bene… ma cosa mi era venuto in mente?
Riprovai con il primo approccio.
«Ehi, aspetti, aspetti! Possiamo parlarne…»
«Dille ciao-ciao!» disse con un sorriso.
E allora intervenne Oz…
 
Io non volevo far del male a nessuno, ma qual paramedico mi aveva proprio scocciato!
Continuava a insultarmi, a deridermi…
Ma io sapevo quale era il suo gioco…
… e giocai d’anticipo…
Minacciai l’infermiera, per spaventarlo!
Ma ero stanco di spaventarli solo! Dovevo fargli capire che stavo facendo sul serio!
Dovevo fargli capire chi comandava…
Così decisi: le avrei sparato!
Le puntai la pisola alla testa.
Dovevate vedere quel paramedico mentre cercava di fermarmi! Mi faceva quasi pena!
Ma io ero troppo deciso per fermarmi!
Poggiai il dito sul grilletto e…
… giuro, io l’avrei ammazzata!
Solo che l’altro paramedico, quello che era rimasto in disparte, mi si scaraventò contro!
Cademmo a terra, ma nel cascare premetti il grilletto…
E il colpo partì…
 
Oz gli saltò letteralmente addosso!
Sandy cadde vicino al bancone, mentre quei due ruzzolarono a terra.
Il colpo partì comunque, ma andò a conficcarsi nel bancone, con l’unica reazione del receptionist, che iniziò a tremare come una foglia e si fece piccolo piccolo!
Questo era il quinto colpo! Pensai.
Dopotutto, in un modo o in un altro, il piano stava funzionando!
Andy colpì Oz con il calcio della pistola, facendolo stramazzare a terra poco distante.
Stava per alzarsi, quando mi buttai io addosso a lui.
Gli diedi un pugno, e la pistola gli sfuggì di mano, rotolando lontano.
Lui mi restituì il pungo, stendendomi.
Si alzò e iniziò a correre verso la pistola.
Ma io fui più veloce: gli afferrai la caviglia facendolo scivolare di petto a terra.
Lui non si diede per vinto: incassò il colpo e iniziò a trascinarsi fino all’arma.
Anch’io iniziai la mia scalata verso il revolver, provando a spingerlo in dietro appena potevo, almeno per rallentalo!
Ma ogni mio tentativo fu inutile!
Lui afferrò per primo la pistola, anche se di poco, e si mise in piedi di fronte a me.
«Ora basta!» urlò.
Mi puntò la pistola contro e sparò senza pensarci troppo.
Io chiusi gli occhi.
Bang!
E sei! Fregato!  Pensai mentre un forte dolore mi avvolgeva.
Ciò che mi rimase per sempre impresso di quel momento fu l’odore di polvere da sparo, tanto forte da far male alle narici…

 
Vorrei ringraziare tutti i lettori, in particolare loksophie per il sostegno e assicurare a tutti che pubblicherò l’ultimo capitolo al più presto.
Baci=] 

   
 
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