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Autore: _Syn    27/08/2011    2 recensioni
[Raccolta conclusa]
Mini-raccolta Ron/Hermione
1. Colazione con lo gnomo: “Ahm...”
Ron stava per dire qualcosa – di imbarazzante, se lo sentiva – ma non fece in tempo a spiccicare parola che una delle uova gli planò sulla testa, imbrattandolo. Hermione spalancò appena la bocca, mentre rivoli di albume scivolavano dai capelli rossi di Ron e finivano sulla maglietta del pigiama arancione acceso oppure deviavano e finivano lungo il suo naso, per poi gocciolare sui jeans della ragazza.
2. Vino e cicatrici: La piccola cicatrice, diritta e chiara, spiccava sulla pelle di Hermione.
3. Scegliere: “Avremmo dovuto scoprirlo prima che “Il pozionista dilettante” ha quell'effetto rilassante su Rose.” continuò. Ron grugnì. “Penso che diventerà un'abile pozionista.”
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Coppie: Ron/Hermione
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Vino e cicatrici


La piccola cicatrice, diritta e chiara, spiccava sulla pelle di Hermione. Non era sulla fronte, né su un braccio o su una gamba. La piccola cicatrice decorava, come un tratto di colore appena più chiaro del suo pallore, il piede sinistro, proprio al centro, in corrispondenza del terzo dito.

Il piede sbucava appena dall'acqua, poggiato sul bordo della vasca da bagno.

L'acqua era calda e piacevole, ci aveva aggiunto un incantesimo di Riscaldamento Costante per non perdere quel senso di rilassatezza.

Adorava fare il bagno, soprattutto in quelle sere invernali, mentre fuori pioveva e il vento sferzava le finestre e fischiava come un fantasma che non trova pace. Si immergeva nell'acqua e si circondava di quel profumo di pesca, così dolce e perfetto. Una candela per ogni lato della vasca e un libro levitante davanti al volto.

Ovviamente, quando Ron la raggiungeva il libro finiva sul marmo del lavandino, vicino a saponi e bagnoschiuma per bambini a forma di lepricano.

Lo specchio già cominciava ad appannarsi un po', rendendo ciò che rifletteva opaco, quasi sognante, come se ci fosse una leggera nebbiolina.

Hermione sospirò e fece scivolare un po' la schiena contro la superficie liscia della vasca. Ritrasse le gambe e la cicatrice scomparve sott'acqua.

Ricordava come se l'era procurata e la storia faceva sempre ridere Rose e Hugo. La prima volta che l'avevano sentita, avevano dovuto scrivere una lettera ai loro cugini ed era stato piuttosto problematico visto che Hugo, dall'alto dei suoi cinque anni, continuava ad accusare Rose, che si era presa il compito di scrivere, di raccontare davvero male la vicenda. Alla fine, ben dopo il loro coprifuoco, i due erano riusciti a redarre una versione che soddisfaceva entrambi. Be', in effetti Rose, mentre Hugo non guardava, aveva aggiunto un paio di quei particolari che il piccolo aveva giudicato noiosi e inutili.

Hermione rise e fece increspare il pelo dell'acqua.

Da fuori riusciva a sentire Ron imprecare contro il videoregistratore. Le sue capacità di adattarsi alla tecnologia babbana non erano migliorate. E questo la riportò alla storia della cicatrice.




“Hermione, cara, con un colpo di bacchetta e un po' di Crema di Nonna Pauline potrei far sparire quel brutto taglio. Ti resterà la cicatrice.” disse la signora Weasley, osservando il piede di sua nuora con apprensione. Un taglio non molto profondo spiccava sulla pelle candida del piede di Hermione. La ragazza lo guardava senza dimostrare particolare preoccupazione; anzi, stava quasi sorridendo.

“Non ce n'è bisogno, signora Weasley. Credo proprio di volermi tenere la cicatrice.” rispose lei. Arricciò un po' il naso mentre versava un po' di disinfettante, che lasciava nella piccola ferita una scia di bollicine bianche, bruciando un po'. Poi lanciò un'occhiata al signor Weasley, impegnato a dare i numeri di fronte ai cerotti con i fiorellini e il mercurocromo, mentre Ron cercava, appunto, di non appiccicarseli in fronte nel tentativo di aiutare la sua fidanzata.

“Scusami, Hermione, davvero. Sono un idiota, non...”


Devi girarlo e continuare finché... ecco, bravo, ora tira.”

Così?”

Più delicatamente, e non stringere così forte la bottiglia o esploderà.”


Hermione lo zittì con un cenno della mano e si allungò per prendere dalla mano del signor Weasley il mercurocromo, prima che cominciasse a provarlo come fosse collutorio per gli occhi.

“Va tutto bene, Ron. Sarà un bel ricordo.”

Ron la guardò stranito. Si sarebbe aspettato una reazione diversa da Hermione. Una reazione alla Ginny Weasley, con fatture e occhiate fulminanti. Invece lei se ne stava seduta sul divano del piccolo salotto della Tana, con il jeans arrotolato fin sopra la caviglia e una camicia di flanella quadrettata, i capelli scompigliati e un piede leggermente sanguinante poggiato su un cuscino. E sorrideva. Una donna che, il giorno del primo anniversario di matrimonio, sorrideva per quel motivo era una donna che avrebbe sposato un'altra decina di volte.


La loro prima e ufficiale bottiglia di vino elfico, un dono affettuoso da parte di Aberforth che se l'era procurata chissà come, costruiva un mosaico assai interessante ma per niente artistico sul pavimento del salottino di casa Weasley.

Ron, il cavatappi ancora in mano, guardava mortificato il piede di sua moglie. Quella scia rossa sicuramente non era vino. Poi la guardò negli occhi e notò che lei, inspiegabilmente, stava per scoppiare a ridere.


Fu in quel momento, mentre Hermione gli diceva di non preoccuparsi, che sarebbe stato un bel ricordo – solo loro – che Ron si accorse di non aver mai visto una Hermione così bella. Era la pace a rendere così i suoi lineamenti o era cambiata?

Ron scosse il capo e si passò una mano tra i capelli. No, era sempre Hermione, era solo lui a guardarla meglio ogni giorno di più.

Perciò le sorrise di rimando, rosso fino alle orecchie per un motivo che ancora non comprendeva – forse era il modo in cui i ricci le solleticavano la pelle dietro l'orecchio, oppure le sopracciglia scure che si alzavano e abbassavano ogni volta che versava un altro po' si disinfettante, il modo in cui rassicurava sua madre. Il modo in cui sorrideva, con indosso la camicia di flanella che si era fatta prestare proprio da lui e che si era legata a un lato della vita con un grosso nodo. Il suo vestito elegante era finito nel mare di vino. Così faceva più Weasley, però.

All'improvviso, era davvero estate.



Quando Harry le augurò buon anniversario e le chiese che aveva fatto al piede, Hermione rispose con un'alzata di spalle.

“Ron ha cercato di usare il cavatappi per aprire la bottiglia del vino.”

Harry sollevò le sopracciglia e abbozzò un sorriso rassegnato, cercando di immaginare la scena. Lanciò uno sguardo solidale alla piccola cicatrice – lui ne sapeva qualcosa – e poi, esitante, tirò fuori dalla busta che portava una bottiglia di spumante. L'amica impallidì e poi sorrise.

Se fosse stato Ron ad aprirla, si sarebbe assicurata di teneri tutti a distanza di lampadari o oggetti infrangibili.



Perché ti vuoi tenere la cicatrice? Non è meglio fare una foto? Non portano fortuna, quelle cose.”

Sarà carina. E non vedo l'ora di raccontare la storia ai nostri figli.”

Ron si strozzò con la saliva ed Hermione gli lanciò uno sguardo allusivo. Era ora di allargare la famiglia.

  
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