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Autore: Mpc_Pao    27/08/2011    2 recensioni
Una storia sugli dei dell'Olimpo dal punto di vista di povere fanciulle naufragate al liceo classico (almeno una delle due).
Il punto di partenza è l'arrivo di Ganimede sull'Olimpo che creerà non poco scompiglio tra gli dei.
E comunque questa storia si scrive da sola!(o almeno è quello di cui cerchiamo di convincerci).
Tutto iniziò durante un incontro nudico di gruppo, indetto da Zeus, per l’appunto nella città di Troia...
Genere: Demenziale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ai nostri mannari preferiti, solo loro sanno perché (noi no di certo), con tanto affetto.

Ma no dai! Era l’idea della trasformazione! I mannari si trasformano, Venere si trasforma …

Ah sì? Questo non lo sapevo!

T.T

Comunque!

Ai nostri mannari preferiti:

Richard & Remus

Jason & Nathaniel

e Luke, no, non ti abbiamo dimenticato


 

 

Il quarto capitolo come si scrive?

Da solo?!

No, come si intitola!?   


Programma Rivergination: Il trenino della Cuccagna


Amare se stessi è l'inizio di un idillio che dura tutta la vita.


Il primo lunedì mattina seguente, Ebe, vestita in un inguardabile elegantissimo tailleur e gli occhiali sulla punta del naso, chiacchierava amabilmente con le Moire.
«Mi è stato detto dal padre del figlio del nonno del macellaio di Zeus che Saturno non è correttamente allineato con Marte, ma Vostre Grazie ritenete questo possa influire metaforicamente sul mio lavoro con Venere?»
Una sola fu la risposta delle tre sorelle:  «Eeeeh?!?»
«Oh, al diavolo vecchiacce! Sapete bene che, per far entrare Venere nell’Olimpo, devo trasformarla. In cosa, dunque?»
Le tre sorelle entrarono in Moire mode-on e iniziarono il loro oracoloso oracolo: «La notte dell’equinozio di primavera di trent’anni fa i pianeti ci hanno manifestato il loro volere. La leggiadra fanciulla, che viene da quell’eccentrica regione in cui monti sorridono e le caprette fanno ciao, ha tre possibilità di evolversi in un’entità superiore: Pikachu, Doraemon e Artemide.»
«Mmh, opzioni interessanti, allora … Riflettiamoci con calma: Pikachu mi sento di escluderlo perché, nonostante l’altezza sia la stessa, con il tuono shock potrebbe far entrare in crisi Zeus e solo gli dei sanno quanto possa essere fastidioso. Doraemon sarebbe perfetto, ma Era ha bandito i gatti blu dall’Olimpo   (NdA: questa è un’altra lunga e appassionante storia). E così ci rimane solo la scelta più insignificante: Artemide, la dea della caccia, che è casta! Dovrò faticare assai!»
Poi con una grazia pari a quella di Ermes, Ebe chiuse le dita in faccia alle Moire. Si sedette a terra e si mise a scarabocchiare un programma con tempere e acquarelli.


PROGRAMMA RIVERGINATION

Docenti esterni:

-          Apollo

-          Atena

-          Le Ore

-          Afrodite

Giudici:

-          Poseidone

-          Ade

-          Zeus

(in ordine di importanza)

Dal lunedì al venerdì:

 5.30: Sveglia

6.00: Colazione

6.30: Corsa inseguita dai Mostrini dell'Inferno

9.00: Doccia

9.10: Lezione del giorno

13.00: Pranzo

14.00: Corsa con i cani

15.00: Compiti guidati da Ebe

19.00: Corsa

20.00: A letto!

 

Nel weekend:

6.30: Sveglia

7.00: Colazione

7.30: Corsa

9.00: Babysitteraggio

22.00: Mettere a nanna i Deini

 

Guardando la grande meridiana della sua cameretta si rese conto che era giunto, per Venere, il momento di iniziare la sua nuova vita! In un mese l’avrebbe trasformata in una dea con i fiocchi!
Ebe camminò velocemente diretta ad una porta tappezzata di foto di bambini appena nati. Bussò ripetutamente per circa sette secondi e trentaquattro decimi, fino a quando Ilizia non si affacciò alla porta con una faccia molto addormentata.
«Che c’è? Sta per nascere un nuovo bimbo?»
«Non dire sciocchezze sorella … Mi servi! Da oggi in poi sarai la mia segretaria! Ti pagherò in … affetto! »
Ilizia inarcò un sopracciglio e iniziò a risponderle, ma ormai Ebe-te era già fuggita via intimandole di prendere una tromba e di raggiungerla nello stanzino negli appartamenti per le scope di Venere.
La Povera Pallina Piagnucolante era rannicchiata in un angolino dello sgab della stanza e sognava tanti Barbapapà che giocavano [NdPosy: Con le palle di Zeus? NdEra: Che maleducato! *]con lei e Bubu, quando una tenera secchiata d’acqua ghiacciata le fu schiaffata sopra.
Venere si svegliò: era bagnata e circondata da un fastidioso rumore di tromba.
A spiegarle cosa stesse accadendo fu Ebe che urlava come una psicopatica dittatrice simpatica e dolce insegnante di greco.
«Svegliati! Una nuova giornata è iniziata! E’ iniziata la TUA giornata! ChiamiamotiArtemide ti voglio fra trenta minuti lavata, in tenuta da corsetta leggera e pronta per fare colazione, nelle cucine!»
Uscì sbattendo la porta e le urlò dal corridoio: «E mettiti il deodorante!»

 


  ***

 

La colazione fu un pasto molto abbondante di praticamente niente. Il problema era che c’era molta roba da mangiare, ma non era per Venere. Davanti al suo posto (tra l’altro non le avevano concesso un seggiolino) Ares e Eris si abbuffavano, chiacchierando di future guerre.
Ebe mangiò una fiesta al volo, non le fece finire la sua insalata scondita e la portò in giardino.
Là fuori c’era freddo, nonostante fosse primavera, però c’erano bellissime statue (NdEra: Ma questo che cosa c’entra?) che ritraevano Afrodite in millemila pose e Zeus dal suo lato migliore (NdEra: Perché ha un lato migliore?! NdZeus: I miei lati sono tutti migliori! NdA: Cosa ci fai tu qua? A te non è concesso fare Nd!).
Venere rimase a fantasticare per qualche minuto, nel portico, al momento in cui avrebbe avuto anche lei tante statue che la ritraevano, unendo le mani al petto e chiudendo gli occhi con aria mistica, ma la nuvoletta in cui si susseguivano i suoi pensieri (NdA: Come quella dei cartoni!!) fu spazzata via da una freccia scagliata da Ebe che per poco non l’aveva ammazzata.
«Non c’è tempo per sognare!», tirò fuori da una tasca la sua meridiana portatile e sorrise malignamente. «Fossi in te inizierei a correre.  I Mostrini dell’Inferno saranno qui fra dieci sec … - si sentì un ringhiare inquietante – Oh! Che cuccioli! Sono in anticipo!»
Venere la guardò con gli occhi spalancati per la paura e, dopo aver lanciato un grido disumano, iniziò a sfrecciare tra le pose di settembre di Afrodite. Ebe la guardava con aria sognante, convinta di aver svolto un ottimo lavoro. Il giorno precedente aveva chiesto alla madre delle belve feroci da sguinzagliare dietro Venere e lei le aveva consigliato i Mostrini dell’Inferno (NdEra: Mastini! Avevo detto mastini!). Erano così teneri! Si accomodò nella sdraio in giardino e sfogliò con aria svogliata "θεός & you”, attendendo che passassero due ore e mezza. Cosa le toccava fare! Anche aspettare che trascorresse quel tempo interminabile! Finita la rivista contattò il docente del giorno e chiacchierò amabilmente con lui per una mezz’oretta, dandogli disposizioni per la lezione che avrebbe tenuto.
Venere tornò alla base, col fiato mozzo e con due macchie enormi di sudore nella vestaglia. I Mostrini avvistarono Ebe e si bloccarono improvvisamente, cominciando a fare le feste. Ilizia arrivò con tanti bocconcini gustosi e li fece allontanare dalla dea e un quarto (NB: Ebe - la Dea – e VenereChiamiamolaArtemide - un quarto di dea -).
Venere stava per scoppiare a piangere e buttarsi su un’altra sdraio, quando Ebe la arpionò per un orecchio e la trascinò dentro il palazzo.
«Allora, tesoro. Hai dieci minuti per farti una doccia, non c’è acqua calda PER TE, quindi non provare a girare le manopole. Il bagno è la terza porta a destra, nel secondo corridoio a sinistra di quello a destra al terzo piano. Veloce!»

 

***

 

Tornata dalla doccia o, per meglio dire, dallo spruzzo d’acqua, la Pallina trovò ad attenderla Febuccio che aveva uno sguardo assassino e un arco puntato contro di lei. La Piccola Pallina Piagnucolante strabuzzò gli occhi e chiese con voce tremolante: «Chi sei? Cosa stai facendo e dov’è Ebe?» (NdA: la Povera Pall … La
P3 era così spaventata da rimpiangere quella dittatrice di Ebe, questo è grave)
Febuccio, oltraggiato perché non era stato riconosciuto, tirò fuori una sua foto autografata e dopo averla attaccata a una freccia gliela lanciò contro: «Così ti ricorderai di me!»
La 
P3 nella sua infinita intelligenza iniziò a girare in tondo anziché rinchiudersi da qualche parte. Febuccio iniziò a piangere e a lanciarle frecce contro pensando che la sua futura sorellina non lo apprezzasse. E mentre la prendeva di mira piagnucolava, perché quello non poteva essere definito parlare, la storia della loro famiglia (NdEbe: Vedi?! Si vede che sono fratelli, stanno piagnucolando entrambi!).
«Devi sapere che quando Ebe riuscirà nella sua disper … Ehm, grande impresa, tu diventerai la mia sorellina gemella! Siamo stati separati alla nascita per colpa della metatesi quantitativa, ma ora torneremo insieme! Certo, tu non sarai mai brava come me con le frecce, ma insomma sono dettagli!»
La 
P3 non si capacitava della sua sfortuna: suo fratello la voleva uccidere già prima di conoscerla??
Cercando di negare la sua parentela con quel maleducato che le lanciava frecce di un colore non accettabile, invocando Ebe affinché la salvasse, poi maledicendola (NdEbe: E si aspettava la salvassi?!) e soprattutto correndo per la stanza piangendo isterica. Alla fine Ilizia entrò nella sala spalancando le porte e ululando «Arriva il pranzo!!» e lanciando panini in aria.



***

Come prevedeva la tabella di marcia dopo pranzo le toccava nuovamente una “rilassante” corsetta, stavolta ad inseguirla non erano Mostrini dell’Inferno (NdEra: Qualcosa di più terribile, tipo … Non so, Ebe-te appena svegliata?!?) ma “semplici” cani affamati. La sua 007 missione era portare nel laboratorio di chimica un bidoncino di carne fresca. Se avesse perso la carne, prima i cani la avrebbero sbranata e poi sarebbe stata esiliata dall’Olimpo. La Palletta, nonostante avesse consultato tutti i punti informazione sull’Olimpo, non riusciva ad arrivare a destinazione. Tutti quanti alle sue richieste di aiuto le davano indicazioni contraddittorie, assolutamente ignari dell’esistenza di un posto simile, ma non disposti ad ammettere la loro ignoranza (NdEra: Abbiamo un laboratorio di chimica? Ma soprattutto cos’è questa chimica? Si mangia?). Potremmo seguire il rotoloso rotolamento della Piccola Palletta Piagnucolante per tutto l’Olimpo, ma per questioni puramente cartacee non lo faremo (NdEbe: Abbiamo finito i fogli? NdA: Abbastanza). Alla fine dell’ora prestabilita per la corsa i cani andarono a prendere una coca al bar, scusandosi perché non si poteva trattenere ulteriormente, avevano anche un altro Importantissimo Impegno Irrevocabile (
I3) in tribunale.
Ebe si avvicinò con aria arcigna alla 
P3, puntandole un dito contro e - con molto stile – sbraitò: «Tu mi hai profondamente delusa!»
La 
P3 la guardò da sotto in su con i suoi grandi e spaesati occhioni color cioccolato milka alle nocciole aromatizzato alla menta e, stringendo forte il bidoncino con la carne al petto, piagnucolò: «Io ci ho provato, ma non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato, non l’ho trovato … »
Ebe reagì a questa scena di estrema tenerosa tenerezza nel modo più consono. Le mollò un sonoro ceffone che per la settimana successiva le lasciò le impronte digitali di Ebe sulla faccia. Poi la Dea della giovinezza si erse in tutta la sua altezza e disse: «Sei veramente stupida! E ora muoviti, è il momento dei compiti!»
In seguito a questo sfoggio di autocontrollo e razionalità le due si diressero all’interno verso una nuova (NdVenere: Magica avventura? NdEra: Stanza delle torture?) enorme stanza vuota. Di quelle quattro ore la Palletta ricordò in seguito solo le scene meno agghiaccianti (NdVenere: Io ho visto cose che voi Olimpi non potete nemmeno immaginare). Si era ritrovata, e non sapeva come, seduta su un banco con solo un foglio e una penna davanti e con Ebe, che girava intorno al suo banco come gli squali fanno attorno ai gommoni nei film di serie B, che le assegnava da risolvere cruciverba senza indicazioni e paraequazioni nasiociscalve che solo i maniaci monaci più acuti e pelatoni dell’Himalaya post moderna sapevano fare. E quando lei insinuava anche solo lontanamente di volere una gomma, Ebe sbatteva in modo isterico la bacchetta alla lavagna appesa al muro: «Non devi usare la matita, poi non hai tempo per ricopiare e ti lamenti!»



Tanto per riempire l’ora che mancava al Coprifuoco, per andare a letto senza cena (NdA: Perché ci siamo dimenticate di inserirla nel programma e mica possiamo cambiarlo per lei. Quindi va bene così!), la Palletta corricchiò un altro po’ inseguita dalla più terribile, secondo ChiamiamolaVenere, creatura dell’Olimpo: Ebe! (NdEbe: Lo faccio solo perché devo smaltire il pranzo! NdEra: Seh … seh …)
Arrivata al suo giaciglio la Piccola Cosina si appallottolò, contò i Barbapapà e, arrivata al numero cinque, che come tutti sanno viene dopo il quattro**, si addormentò.



 

***

 

Per un mese intero tutte le giornate furono organizzate in questo modo, cambiavano solo il docente  esterno e la materia del giorno. Con Atena, dea della saggezza, del WWF e di Piero Angela, era costretta a vedersi ogni martedì, le teneva delle interessantissime e illuminanti lezioni di dizione. Praticamente si ritrovò ad imparare il sacro linguaggio universale (NdA: Quello che ancora oggi riesce a torturare milioni di ignari studenti) : Il Greco.
E per sua sfortuna non aveva una buona memoria, né una particolare simpatia per gli accenti (NdA: Un po’ come tutti i suicidati su citati studenti).
Il martedì notte aveva sempre gli incubi sul paradigma di οράω e sull’aoristo gnomico, che immaginava fare amicizia con David Gnomo, mentre chiacchieravano amabilmente di tema verbali e raddoppiamenti: una cosa aberrante.
Il mercoledì era giornata di shopping selvaggio di Ebe e le Ore che creavano il suo nuovo guardaroba, mentre lei veniva trattata alla stregua di una barbie fra le mani di un fratellino minore dispettoso. ChiamiamolaVenere ringraziava solo che quel marmocchio malefico non avesse in mano le forbici.
L’aggettivo selvaggio associato alla parola shopping non era un’esagerazione, infatti il suo look assomigliava sempre di più a quello di Tarzan.
Il giovedì veniva traumatizzata da Afrodite, che l’aveva presa in antipatia, così nelle sue lezioni di resistenza, che dovevano riguardare la sfera sessuale, era piuttosto crudele. Infatti le faceva sfilare davanti camerieri che variavano tra il semi e il nudo completo, che trasportavano prelibatose prelibatezze, mentre il suo stomaco eseguiva un concerto degno della Scala di Milano.
Per quanto questi giorni possano sembrare malignamente atroci erano niente paragonati al venerdì. Non vi descriveremo nessuna delle scene cruente vissute dall’infelice perché sono orribili da sopportare per la flebile mente umana, vi diremo solo che la lezione del giorno era portamento e l’unica docente era Ebe.
(NdAde: Du palle) (NdZeus: Ma povera piccola, mandatela da me!) (NdA: Tu stai zitto ti abbiamo già detto che non puoi fare le Nd Nessuno, pedofilo!)



***

Se c’era differenza nel week-end la situazione peggiorava, si svegliava un’ora dopo e non vedeva Ebe tutto il giorno, ma le toccava sostituire Ilizia nella nursery dell’Olimpo. Inoltre gli unici momenti in cui riusciva a mangiare erano quando un Deino lasciava una merendina mezzo mangiucchiata in giro. Ovviamente non mancavano le corse e l’abbondante colazione altrui.

Il mese passò grosso modo tutto in questa maniera. Le sue giornate erano abbastanza simili, ma nessuno si sarebbe azzardato a insinuare che erano monotone o oziose, anche perché Ebe li avrebbe mangiati vivi con olio e aceto e, siccome erano dei, digeriti per l’eternità.

***

 

Durante questo periodo buio della sua vita (dopo due giorni si era fulminata la lampadina del suo alloggio e nessuno aveva pensato di cambiarla), sorprendentemente, ChiamiamolaArtemideTendenteAlVenere aveva imparato alcune cose.
Prima di tutto (non sappiamo per quale ragione - ma si sa, l’itagliano è una lingua difficile-, ma leggesi: first of all) il lunedì per evitare le frecce del gemello puccioso Apollo aveva escogitato un piano geniale (NdEbe:che le fosse stato suggerito?! Chi ha osato?!). Ogni lunedì si alzava alle 3, per trafugare una torta dalle cucine, la mattina dopo la offriva ad Apollo. Mentre lui era in estasi mistica, lei rubava l’arco del fratello e lo sostituiva con un arco rovinato in un punto (NdMPC: Questo ‘con un arco rovinato in un punto’ mi piace un sacco, della serie: noi non sappiamo nulla di archi, quindi decidete voi in che punto volete che lo roviniamo! I sooooogni son deeeeesideri di f …  NdP *Porta via il pc*).
Apollo rompeva inspiegabilmente gli archi ogni lunedì. Ebe, l’ultimo lunedì del mese, apparve all’improvviso nella ‘classe’ di Apollo, con un bloc-notes in mano, mentre Apollo sbraitava contro la palletta (avendo scoperto i suoi sotterfugi) e, guardandoli soddisfatta, mormorò: «Finalmente! Ora sì che sembrate veramente fratelli!»

Il martedì la nostra studentessa preferita boicottò le lezioni di Atena. Mentre questa ascoltava scettica le serenate di Poseidone, ChiamiamolaArtemide tirava fuori bigliettini dai posti più improponibili e copiava fedelmente tutte le declinazioni. Ebe osservò a lungo l’ultimo compito della 
P3, poi sottolineò con una matita rossa la frase “nella pergamena 52 trovate la seconda declinazione” e scrisse una nota lunghissima nel suo bloc-notes. Visto che la nostra P3 non aveva realmente imparato il greco non capì che cosa avesse scritto Ebe (NdA: e noi non perderemo tempo a tradurlo, perché Ebe ci ha dato la traduzione in italiano).
Il mercoledì non si rese nemmeno conto di aver raffrontato la lezione nel modo adeguato. Si limitò ad assecondare le Ore nel loro folle shopping e a fare le richieste più assurde, pretendendo tutto l’arsenale di armi da caccia, con la cintura rigorosamente griffata D&G (NB: Daini & Gazzelle). Alla fine la carta di credito delle Ore si era esaurita e piangeva miseria. Ebe, vuoi per non far crollare la Borsa dell’Olimpo, vuoi perché doveva salvare le apparenze (NdEbe: Quali apparenze? NdEra: Se non lo sai tu! Bo, come “altra frase” ci sta sempre bene! Non passa mai di moda! ^_^), decise di annunciarle che aveva superato brillantemente (ora non esageriamo) anche quella lezione.

 

 Nella lezione con la sua acerrima nemica Afrodite riciclava i bigliettini che usava per copiare greco il martedì e, dopo averci scribacchiato su proposte oscene, li lanciava addosso ai camerieri.

I poveretti però si fermavano alle terribili apparenze e pensavano che la sciagurata volesse donare loro una cultura e, terrorizzati da quest’eventualità, emettevano urla beduine e scappavano facendo cadere i vassoi pieni di prelibatose prelibatezze.

La 
P3 si consolava con il cibo, riuscendo finalmente a riempire il suo povero stomaco brontolante.

Fu un traguardo su tutti i fronti perché, anche se inconsapevolmente, aveva resistito senza avere un incontro nudico con un bel giovine e quindi passato l’esame.

 

 

 

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Angolo dell’incoerenza all’interno della storia

 

 

Abbiamo il blocco dello scrittore.. (10.43)

Lasceremo codesta “meraviglia” work in progress.. (10.43)

Bene, ora continuiamo! (10.45)

Meno male che ci passano in fretta certe cose …  E’ perché siamo in due. (10.45)

o.O xD

 

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Per quanto riguarda i Mostrini dell’Inferno, trovò un modo semplice ed efficace per  …
No, non ci siamo dimenticate del venerdì e di Ebe (NdMPC: Come si potrebbe dimenticarla?!), ma se la vostra flebile mente umana non poteva sopportare ciò che quella dittatrice faceva fare alla Povera Palletta, come potrebbe ora sopportare le terribili e drastiche soluzioni che la disgraziata aveva trovato?!

Sappiate solo che guadagnò il rispetto di Ebe, anche se lei non l’avrebbe mai ammesso davanti ad anima viva (o morta).

Come dicevamo …

Per quanto riguarda i Mostrini dell’Inferno, trovò un modo semplice ed efficace per sfuggire loro.

Iniziava a correre come se avesse l’inferno alle calcagna (come in effetti aveva) e così scendeva giù ai piedi dell’Olimpo, ogni mattina, e, dopo aver rubato un cavallo a un contadino ignaro di averne uno, risaliva al galoppo e trottava allegramente senza sudare o farsi addentare il posteriore.

Quando l’unico pensiero di Fred, il suo unico neurone, era come fuggire dai cani col bidoncino di carne datole in consegna e portarlo al laboratorio di chimica, le lacrime solcavano a volte solitarie, a volte a branchi, a volte a stormi, per non parlare delle mandrie, il suo viso. Mentre errava accecata da questa cucciolata di lacrime (NdAfrodite: sul suo viso cesso, vorrei sottolineare!), incontrò la luce. La sua esasperazione aveva raggiunto il limite, così si fermò in  mezzo a un viale statuato, intervallato da alberato e, mentre i raggi del sole creavano ombre birichine sulle sue guance, urlò: «Laboratorio di Chimica, scelgo Te!»

Nemmeno nelle sue più purpuree aspettative si sarebbe mai aspettata quello che si ritrovò davanti, anche perché non aveva idea di cosa fosse.
Il terreno si aprì e da lì cominciò a spuntare, come un fungo (wacciuwà), una strana costruzione a vetri, da cui scaturì all’improvviso una strana musichetta che le annunciava che quello era il laboratorio di chimica.
Alla Piccola Palletta Piagnucolante non sembrava vero (NdEra: E infatti non lo era? NdA: Come non è vero???), iniziò a correre felice verso la porta, ci si schiantò sopra e dopo averla aperta, essercisi schiantata nuovamente perché non c’è uno senza due, entrò nel laboratorio. Chiuse la porta a chiave con tre mandate e quattro chiavistelli, spiaccicò il naso al vetro e iniziò a fare le boccacce ai cani. Dal canto loro, visto che erano cani veramente impegnati, dopo una veloce fiesta, i cani decisero di tornare dove erano veramente apprezzati: in tribunale.
Dietro un cespuglio una strana individua, con un cappellino di foglie, un binocolo, delle strisciate nere lungo le guance e un bloc-notes a portata di mano, aveva assistito a tutta la scena e dopo essersi asciugata una lacrimuccia dovuta al troppo sole, si allontanò furtivamente com’era arrivata ma con l’aria molto più soddisfatta.
Nel week-end la 
P3 adottò un sistema veramente dolce e premuroso per far stare calmi i deini. Liberava i suoi amici gattini e al posto loro, nelle gabbie, inseriva i suoi flagelli. Poi li portava al laboratorio di chimica, che era ormai diventato la sua cuccia antiatomica e che era insonorizzata, li abbandonava lì e andava a caccia di merendine selvagge.



***



Dietro le quinte, Ebe si congratulava con se stessa per l’ottima riuscita del suo piano e iniziò a scarabocchiare il suo discorso con gli acquarelli. Già, perché ormai la Piccola Pallina era pronta per il suo debutto in società.
Su tutti i muri dell’Olimpo, dei laboratori di Chimica e delle cucce antiatomiche comparvero pomposi annunci che annunciavano una futura festa al Palazzo di Era: la reggia di Versailles. Si sarebbe tenuta il ventordici del mese camminante, nessuno sapeva quale fosse la ragione di questi festeggiamenti, ma - visto che era organizzata da Ebe - ci si doveva aspettare un’introduzione abbastanza noiosa.



**********************************************************************


 P3 che corre felice sui prati

nel suo bel mondo che pare fatato

e poi d’incanto non è più Pallina,

ma si risveglia che è già una deina.

 

***********************************************************************

 

 

 

 

Guida all’INcomprensione del testo:

 

* Questa insulsaggine volgare e inutile non è stata partorita dalle nostre menti bacate, che sono più sofisticate, ma da una più salata, quasi algosa. Si, quella del Poseidoine reale (NdP: “Del Poseidone reale”? o.O NdMpc : No, no, quello del Poseidone della vita reale! NdP: Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah! No va bè ora lo lascio … Ci conversiamo nel computer, che cosa triste! xD Ma andiamo avanti!) che, senza leggere quello che avevamo scritto in precedenza ci ha lasciato una sua pillola di saggezza e dato che “aveva senso” l’abbiamo lasciata per voi! *-* Che dolci!!
Morale: se devi copiare i compiti non  lasciare storie in giro.
Non fatelo a casa senza la supervisione di un adulto o di un paio di forbici dalla punta arrotondata. (Da leggere velocemente come nelle pubblicità quando dicono “Può avere effetti collaterali anche gravi”)

APPROVED BY GIOVANNI MUCIACCIA

** NdMPC: Facciamo le superiori e diciamo che avevamo completato da secoli il capitolo quattro … ?
NdP: Non mi sembra il caso …
Come di certo voi non saprete anche per le autrici il 4 viene dopo il 5, infatti questo capitolo, che in questo momento è ancora in via di stenditura (mentre scriviamo quest’illuminosa perla di saggezza), sarà completato dopo il quinto. Si, ci siamo spoilerate un capitolo! T.T

                                                                                                                

Angolo in cui le autrici parlano senza coerenza (anche più del solito):

Comunque questa qui (Mpc) mi ha bocciato, per la dedica ai nostri mannari preferiti, la scrittuta papyrus e ne ha messo una che si chiama perpetua, non mi pare giusto  ù_ù

Volevo lamentarmi xD

Porgo le più sentite scuse, ma veramente, Papyrus non ci stava per niente bene. Ritengo Perpetua sia una brava persona, capace di rendere al meglio le nostre dediche (la Perpetua ho salutato e sono quaaaaa…)

*Mpc cerca di cancellare il pezzo della canzone che ha scritto, ma me la ferma.*

Minchia, dobbiamo smetterla di risponderci nelle note e nel capitolo. ù_ù

Che maleducata! Dovremo mettere rating rosso per questo!  Sei logorroica.

Ah. Io.

Ti sei offesa?



*Autrici rotolano sul letto mentre ridono (Innocentemente brutta pervertita! Ma cosa stai dicendo?!)*

Basta.

Parliamo seriamente.

Non abbiamo nulla di significativo da dire, però se volete possiamo continuare a vaneggiare!

Mi sono ricordata una cosa da dire!!

Oh, abbiamo finito il capitolo, ma te ne rendi conto?

Si, ma non era quello che volevo dire.. ù_ù Ci stiamo dedicando alla lista (Ah già!) dei 101 modi per uccidere Zeus, siamo arrivate al numero 46, sentitevi liberi di suggerire qualche modo strano, divertente e doloroso per uccidere il carissimo maritino di Era. *-*

Ringraziamo tanto chi leggerà (anche dopo il nostro mostruoso ritardo!^^’’ Capiranno ù_ù Quando la vacanza chiama, io rispondo!Io mi sento ingrata a deluderla e non assecondarla, la vacanza, dico!), chi ci aiuterà a sterminare l’Usurpatore dell’Olimpo e chi avrà la cortilezza di recensirci, nostri personaggi compresi.

MPC & Paola

P.S. Sperando di aver battuto NVU! U_U

 

  
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