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Autore: joellen    27/08/2011    0 recensioni
Oregon, febbraio 2011. Nella foresta di Willamete, si aggirano strane figure luminescenti di ignota provenienza. Mike Donovan, guardia forestale, va a vedere e ne esce sotto shock, ricoverato in ospedale. La notizia trapela e i fratelli Winchester si precipitano in loco per indagare. Ben presto scoprono che questo caso non è proprio di loro competenza. Alcuni dettagli non rientrano nei loro parametri ma continuano le indagini. Nel frattempo la notizia giunge alle orecchie di un altro uomo che invece subodora un caso per lui. Chi è? Proseguendo con l'investigazione, emergono altri particolari strani ed inquietanti. E il momento dell'incontro fra l'uomo e i Winchester si avvicina.....
Genere: Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Winchester
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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In quel momento, in mezzo alla foresta, erano in otto: tre umani, e terrestri, e cinque anime, che forse non lo erano, e non solo perché erano anime.

“Non abbiate paura, ragazzi. – li incoraggiò Mulder – Non vogliono farci male”.

Sam e Dean non avevano paura, stavano soltanto cercando di capire se quel che stavano vedendo fosse reale.

E quel che videro subito dopo, lo fu ancora meno.

Le cinque anime si avvicinarono al veicolo e questo si aprì come la bocca di un animale scardinando dalle radici gli alberi che lo imprigionavano come fossero stati stuzzicadenti. L’interno si rivelò buio e scarno, diversamente dalle loro aspettative. Non notarono plance di comando, né aggeggi fantascientifici che ricordassero serie come Star Trek, o film come Incontri Ravvicinati del 3° Tipo.  

Ai lati dell’abitacolo erano disposte cinque capsule per l’animazione sospesa, la miglior soluzione per viaggi interplanetari. Ma qualcosa non aveva funzionato poiché i corpi contenuti in esse non erano in decomposizione, ma nemmeno freschi come appena entrati.

I tre umani rimasero immobili e silenziosi, in un rispettoso raccoglimento, quasi a voler rendere omaggio a quegli esseri che avevano affrontato un viaggio lunghissimo da chissà dove, alla ricerca e alla scoperta di nuovi mondi, in nome della scienza che sicuramente, nel loro pianeta, era molti passi avanti a quella del nostro.

Poi, Dean si allontanò dal veicolo e raggiunse il suo zaino buttato in un angolo ai piedi di un pino montano, con l’intento di prendere l’occorrente per il loro consueto rito di purificazione, ma la mano di un dio, al quale forse credono i popoli di tutte le galassie, risparmiò al ragazzo quella fatica. Un fulmine, particolarmente grosso e potente, centrò in pieno il veicolo trasformandolo in un’enorme torcia dalla luce prima bianca, poi azzurra, e disintegrandolo in un’esplosione contenuta e poco rumorosa, senza neppure appiccare il fuoco agli alberi.

Quando Sam, Dean e Mulder tornarono a guardare, dopo essersi allontanati di corsa alla caduta del fulmine, del veicolo non era rimasto più niente, e delle anime dei cinque sfortunati occupanti, non vi era più alcuna traccia.

Cominciò a nevicare, all’inizio con moderazione, poi sempre più densamente.

Su quel verde angolo di mondo, la luce si schiarì e si compattò, gettando sulla foresta un alone grigio perla.

“Era un Ufo, vero, Mulder?” chiese Sam.

“Si, - rispose Mulder – Era un UFO. Un Oggetto Volante Non Identificato. Questa volta, alla lettera, perché l’avevo identificato solo io. Solo io sapevo che era caduto qui” .

“Si, - obiettò Dean – ma adesso tu non hai più prove”.

Mulder gli mostrò le foto sulla fotocamera.

“Si, - osservò Sam – ma non hai la prova concreta. L’astronave è andata distrutta”.

“Non me ne importa un accidente, se l’astronave è andata distrutta, ragazzo mio. – replicò Mulder, apparentemente seccato – Se quei poveri esseri devono finire sul tavolo di un obitorio, sezionati, ed usati come cavie, preferisco che sia andata così. Queste creature hanno diritto a tutta la dignità e il rispetto che meritano. Salverò le foto sul mio archivio personale degli X-Files. A me, ora, interessa solo questo” e nel dir così, invitò i ragazzi a seguirlo nella strada del ritorno verso l’uscita dalla foresta.

Si presentarono, e ’incamminarono insieme, vicini.

“Una volta non la pensavi così” osservò Dean.

“No. – confermò Mulder – Infatti. Una volta cercavo prove concrete. Volevo dimostrare al mondo che c’è vita oltre la Terra e oltre il Sistema Solare, ed ero disposto a tutto pur di conseguire il mio obbiettivo. Poi sono successe alcune cose che mi hanno, non dico fatto cambiare idea, ma, senz’altro modificato la visuale del fenomeno, ed ora, continuo le mie ricerche per conto mio, in altre modalità”.

“Skully c’entra nel tuo nuovo modo di pensare?” chiese Sam.

“Skully è il mio alter ego razionale. – rispose Mulder – E quando non fa il medico, mi dà una mano”.

“Tu sei stato rapito dagli alieni, vero?”chiese Dean.

Mulder si fermò un istante, e scrutò Dean con quei suoi occhi piccoli e felini. I ragazzi lo avevano riconosciuto e i loro visi, a lui, non risultavano del tutto ignoti, ma, al momento, non rammentava dove li avesse visti.

“Sono stato rapito, si. – confermò poi – ma non erano alieni”.

I due ragazzi rimasero un attimo dubbiosi, poi credettero di capire.

“La Guerra Fredda. -  se ne uscì Sam. – Il Complotto” . Mulder gli lanciò un’occhiata d’intesa.

“Ci sei andato vicino” rispose enigmatico.

Continuando a chiacchierare come vecchi amici,  e con l’ausilio del navigatore sul telefono di Sam, i tre uscirono vivi e sani dalla foresta. Mulder aiutò i due ragazzi a smuovere la loro macchina dalla neve, e la guardò con interesse.

“Era la vostra auto, allora. -  disse, ricordandosi di quando l’aveva vista entrare all’ospedale, mentre lui usciva -  Siete ricchi”.

Sam si espresse in un gesto d’imbarazzo.

“E’ un regalo di papà. – disse Dean con aria mesta – E’ del ’67. E papà l’ha comprata nel ’73, su consiglio di uno che se ne intendeva”.

Mulder rise.

Si salutarono calorosamente, poi, i due fratelli seguirono l’uomo allontanarsi fra i fiocchi di neve che cadevano placidi sulla spianata.

Dean alzò in aria un pugno in gesto di trionfo.

“Fox Mulder! – esclamò, gonfio di soddisfazione – Un uomo, un mito!”.

“Ehi, Dean, - disse Sam prima di risalire in macchina – Abbiamo avuto un incontro ravvicinato del 3° tipo, giusto?”.

“Forse 4°. – corresse Dean – Abbiamo incontrato le loro anime. Ancora più figo”.

“A  noi mancava solo questo” commento Sam.

“Già. – convenne Dean -  Adesso il nostro curriculum di stranezze è completo”.

Si sorrisero, entrarono in auto e ripartirono per tornare a Salem.

 

 

 

 

 

Vancouver, il giorno dopo. Sera

 

Dopo cena, Mulder e Skully si spaparanzarono comodi sul letto nella loro camera, abbracciati, davanti all’ampio schermo televisivo, e Mulder attaccò con un veloce zapping che finì con l’innervosire la sua compagna.

“Vuoi fermarti da qualche parte per favore?” lo rimproverò affettuosamente Skully.

Dopo aver cambiato un altro paio di canali, si fermò catturato da un trailer.

Era un trailer della CW in cui per un attimo credette di vedere i volti dei due ragazzi conosciuti il giorno addietro nella foresta dell’Oregon. Pensò che fossero dei sosia finché la voce fuori campo nel trailer non annunciò la nuova puntata delle avventure dei fratelli Winchester.

E loro, presentandosi, avevano detto di chiamarsi Winchester, un cognome che lui aveva già sentito, ma non ricordava dove.

Ecco forse dove lo aveva sentito!

 

 

 

 

F  I  N  E

 

 

 

Alla mia prossima fan fiction, sempre che vogliate ancora leggermi.

 

 

 

 

 

 

   
 
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