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Autore: Orange Dream    27/08/2011    3 recensioni
Di sicuro Naruto non si sarebbe mai immaginato una simile situazione. Si ricordava di Hinata, una ragazzina timida, oscura e che arrossiva sempre... la conosceva da una vita e, nonostante ciò, non era stato capace di notare per primo cosa volessero dire quegli aiuti che Hinata ogni tanto provava a dargli; aiuti che gli erano rimasti inspiegabilmente segnati nella mente. A ripassarli nella memoria si doveva davvero dare dello sciocco: Hinata era l'unica persona che Naruto non era riuscito a comprendere per primo.
Del resto la persona più difficile da capire è proprio se stesso e Hinata gli assomigliava davvero tanto.
Quel sorriso che nasceva dai risultati di una lotta contro le apparenze. Quella forza che sorgeva spontanea dal cuore di una ragazza che non avrebbe mai voluto ferire nessuno. E sopratutto un sogno e la determinazione per raggiungerlo mantenendo la parola data.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Hinata/Naruto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Il colore della libertà



-Mi sei mancato. Tanto.-
-...-
Hinata spostò le ginocchia in modo che si toccassero e si rilassò indietro sul prato deserto dove si trovavano.
Naruto continuò a fissare davanti a se un punto indefinito, appoggiato sui gomiti.
Era una giornata bellissima. Il sole splendeva sui fili d'erba intorno a loro e un leggero venticello mitigava l'afoso pomeriggio di agosto.
I piccoli gemorgli di quell'erba morbida  e fresca solleticarono il volto della ragazza e lei li spostò gentilmente da una parte, gli occhi ancora chiusi.
Naruto si voltò a guardarla. Era bellissima. Con quei lunghi capelli neri, il viso tondo e dolce che poi si tirava intorno agli occhi grandi facendoli finire affusolati. Il seno prosperoso si notava premere contro la maglietta a rete di lei, ma Naruto cercò di non farci caso più di tanto, sapeva che se si fosse fermato a indugiare sulle forme della ragazza sarebbe finito con l'arrossire ed eccitarsi, decisamente poco in linea con il discorso serio che stavano facendo.
In quel momento non c'era bisogno di parole, anche solo essere lì, respirare insieme l'aria calda e profumata delle ultime giornate estive valeva non poco, non voleva rovinare quel momento. Lo stava pensando da mesi... e non era ancora pronto.
Di sicuro Naruto non si sarebbe mai immaginato una simile situazione. Si ricordava di Hinata, una ragazzina timida, oscura e che arrossiva sempre... la conosceva da una vita e, nonostante ciò, non era stato capace di notare per primo cosa volessero dire quegli aiuti che Hinata ogni tanto provava a dargli; aiuti che gli erano rimasti inspiegabilmente segnati nella mente. A ripassarli nella memoria si doveva davvero dare dello sciocco: Hinata era l'unica persona che Naruto non era riuscito a comprendere per primo.
Del resto la persona più difficile da capire si è proprio se stessi e Hinata gli assomigliava davvero tanto... un sorriso che nasceva dai risultati di una lotta contro le apparenze... Quella forza che sorgeva spontanea dal cuore di una ragazza che non avrebbe mai voluto ferire nessuno. E sopratutto un sogno e la determinazione per raggiungerlo mantenendo la parola data.
 
Probabilmente il nemico più difficile che Naruto avesse affrontato fino a quel momento era stato Madara, ma per secondo giungeva subito Pein che non con i pugni o i jutsu, ma con le parole aveva annientato ogni sua certezza. Si era quasi arreso di fonte a tanta logica, tanta effettiva dimostrazione di sofferenza continua e inutile.
Era stato uno scontro psicologico fino a quel momento, quel momento così sconvolgente che era divenuto brutale vedendo che la lucente vitalità di cui aveva dato prova Hinata era stata minacciata così gravemente.
In mezzo al buio in cui Pein stesso l'aveva  fatto precipitare Naruto non aveva visto nessuna risposta, nessuna motivazione che lo spingesse a combattere ancora. Poteva aggrapparsi alla sua decisione, ma mancavano le risposte che dovevano venire da lui.
Hinata riaprì gli occhi e fissò il cielo terso.
-E' lo stesso colore dei tuoi occhi... è il colore della libertà.-
Naruto annuì appnea perso ancora nei suoi ricordi... il giorno che lei gli aveva dichiarato i suoi senitmenti era un momento davvero tragico e in mezzo a tutto questo odio, in mezzo a tutta questa sofferenza, Hinata gli aveva portato una speranza vivida, che molto probabilmente però sarebbe potuta finire in tragedia.
Gli aveva mostrato cosa voleva dire amare davvero. Era stata lei a suggerigli la risposta da dare a Nagato.
Vederla cadere... l'aveva fatto impazzire. Senza rendersene conto un bisogno irrompente era uscito dal suo cuore con la forza di un' esplosione di lava e l'aveva accecato. Aveva quasi perso se stesso.
Ancora una volta tornava nel buio e se non fosse stato per un'altra luce, questa volta di suo padre, non ne sarebbe uscito.

E ora si trovava tranquillo su un prato con lei. Ma cosa avrebbe dovuto dirle? Anche se era stato lui a decidersi finalmente di incontrarsi... non riusciva a trovare le parole, solo a fissarla non visto da sopra la spalla mentre gli ultimi raggi del sole la illuminavano di traverso.
Il vento soffiava piano, una leggera brezza appena, che solleticava i piedi nudi e accarezzava il volto in mille ghirigori d'aria.
Hinata ruppe il filo dei suoi pensieri, scatenandogli un'improvviso battito accelerato. Era molto ansioso.
 
-Sono felice di essere qui...- mormorò timidamente, abbassando il viso contro l'erba morbida ma continuando a fissarlo negli occhi chiari. - cominciavo a temere che non volessi più vedermi... sono 6 mesi che hai sconfitto Madara e 3 che sei Hokage... hai raggiunto il tuo sogno-
concluse abbassando gli occhi con una sfumatura di tristezza.
Lei lo aveva completato solo a metà il suo sogno, ma non avrebbe mai chiesto nulla che Naruto non volesse darle.
Raggiungere tale sicurezza... mostrare a tutti che non era una fallita, e sopratutto dimostrarlo a lui era stato un successo che ancora la inorgogliva, ma temeva di essersi imposta troppo prepotentemente su Naruto, nemmeno lei trovava le parole per dirlo, temeva, ancora, che il ragazzo non capisse ciò che voleva trasmettergli.
Era diventata una vera ninja, molto brava per giunta, e in quei mesi era stata spesso via per missioni. Naruto la bloccava per strada molte volte e poi... poi le chiedeva come stava e se ne andava senza aver concluso nulla, per correre a casa sua e sbattere la testa contro il muro (in due copie, così faceva meglio). Perchè la sua parlantina svaniva in momenti così importanti???
 
Sakura e Sasuke vedendolo così distratto e pensoso in quel periodo avevano spesso cercato di scoprire la ragione di tale assurdo comportamento in Naruto, ma questo si era rivelato incrollabile, altro anomalo gesto. Stavano davvero cominciando a preoccuparsi per quel zuccone arancione che era il "loro zuccune".
-Anche io... io, volevo solo dirti che...- Naruto deglutì forte e si passò una mano dietro la testa senza guardarla -Insomma io non... c'è sì... insomma dattebayo...Hinata- Poi si interruppe e alzò deciso lo sguardo verso il suo. Hinata era davvero troppo rilassata per una simile situazione: attendeva tranquilla le sue parole... troppo tranquilla.
Un tremito, un brivido leggero le scuoteva il petto. Senza cambiare espressione una lacrima le rotolò lungo la guancia, catturando un raggio di sole un attimo prima di infrangersi sul suolo.
Hinata si alzò all'improvviso e senza aspettare che Naruto finisse (lui era ancora a terra e si guardava da una parte all'altra per capire cosa stesse succedendo) - Non importa. Non importa se non vuoi ricambiarmi, se quello che vuoi dirmi è che non... sarò felice per te qualsiasi sia... la tua scelta. Arrivederci Hokage sama.- e sorrise con le labbra tirate dai singhiozzi trattenuti prima di voglersi e correre via.
-Aspetta!- gridò Naruto, ma lei era già lontana. Cazzo! Cazzo, cazzo cazzo! La rincorse, nonostante lei avesse un notevole vantaggio correndo come faceva di solito in missione sui rami degli alberi, a una velocità che nessun civile avrebbe potuto eguagliare.
-Hinata!-
La ragazza si girò di scatto e rimase stupefatta a vederlo, tanto che si fermò all'improvviso sul ramo dove stava e scivolò di lato, cadendo dall'altezza di 4 metri mentre le fronde degli alberi intorno a lei roteavano frenetiche.
Prima che riuscisse a bilanciare il proprio corpo per atterrare agilmente Naruto la prese al volo, posandola poi a terra e voltandola verso di se con forza, ma trovandosi davanti un volto rigato di lacrime. 
Hinata singhiozzava piano, non riuscendo a respirare bene e aveva gli occhi sbarrati, fissi davanti a se con una chiara supplica di non dire quelle parole che lei avrebbe tanto voluto evitare, un chiaro bisogno di non sentire la voce che amava dirle che non avrebbe mai potuto ricambiarla.
Naruto semplicemente la baciò con forza, raggelato da quello sguardo colmo di sofferenza e finalmente, dopo tanto indugiare pronto a far uscire quel fiume di sentimenti che aveva sentito nascere e irrompere dentro di se già da mesi. Gli sembrò di trasmetter eun calore profondo, rassicurante e sincero come non mai.
Hinata non mosse un muscolo, rispose solo al bacio, serrando gli occhi forse per allungare un'illusione, forse per godersi meglio la realtà.
Un abbraccio stretto, dove le lacrime si potevano asciugare con una risata contro la maglietta dell'altro e dove bastava un sorriso per potersi baciare ancora, fu l'inizio della loro storia. Un abbraccio che voleva trasmettere tutto ciò che non si riusciva a dire che salutò l'ultimo raggio di sole all'orizzonte prima che spuntasse la luna.
 
Avevano bisogno di stare da soli ancora. Passarono la notte intera a parlare, rischiarati solo dalla luce della luna e finalmente, come un fiume che straripa poterono dire tutto quello che non erano riusciti in anni.
Hinata che rideva al pensiero di come aveva interpretato le parole di Naruto al suo ritorno e Naruto che le spiegava trattenendo il male alla pancia del ridere come Sai facesse delle faccie assurde senza accorgersene o tentando di sorridere. Seduti sul ramo di un albero con solo la luce della luna che splendeva chiara e pacifica come gli occhi di Hinata passaro ore semplicemente a parlare, respirare, vivere in sintonia.
Hinata ad un certo punto balbettò ancora.
-C-cosa ha fatto il tuo maestro?- Naruto le stava raccontando un altro episodio che non gli era mai capitato di raccontare anessuno quando si fermò con aria interrogativa.
-N-non farci caso, Ora balbetto solo q-quando sono emozionata- disse lei con un sorriso. Un sorriso molto familiare...
-Anche mia madre balbettava quando era emozionata dattebayo! Tu... sei uguale a lei, hai la stessa forza e lo stesso amore.-
-Se lo dici tu... -disse Hinata appagata anche solo dal sorriso sicuro che il giovane aveva stampato sul volto.

Si addormentarono sul prato dove avevano parlato, dove Hinata era stata così terrorizzata da quello che Naruto avrebbe potuto ammettere che era giunta a conclusioni sbaglaite ed era fuggita. Dormirono insieme felici di non dover scappare o nascondersi più da nulla.
 
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Ciao! allora, premetto che non mi piace molto come è venuta, non sapevo che fare e volevo fare qualcosa di profondo ma anche descrittivo... insomma commenti e critiche sono più che ben accetti per migliorarla e modificarla =) So che Naruto non si dimenticherebbe così di Sakura, ma in questa fiction ho preferito lasciare i miei personaggi da soli, se volete sapere come descrivo il modo in cui descrivo l'Haruno allora leggete altre fiction ;) Un abbraccio a tutti coloro che leggono ancora la mia cartaccia XD
  
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