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Autore: Carlos Ray    27/08/2011    3 recensioni
La notte in cui Inu-no-Taisho, il grande guerriero, si sacrifica per la vita di un'umana e di suo figlio.
La one-shot è stata scritta 4 anni fa ed è rimasta intatta e non modificata.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Padrone, non potete andare: troverete resistenza! E poi non vi siete ancora ripreso dalle ferite riportate nella battaglia contro Ryukotsusei...”
“Non posso lasciarla morire!”
“Capsco, ma...”
“Il tempo a mia disposizione è quasi terminato.”
Già, sto morendo. È inutile riposarsi o curarsi. Ho parecchie ferite, e credo che mi porteranno alla morte entro questa notte. Eppure procedo inesorabile. Non ci penso, non mi lamento. Chissenefrega se non potrò più vivere. Mi comporto normalmente. Noi demoni, in qualunque situazione, possiamo mantenere lo spirito integro (il controllo di se). Ma la sua vita è più importante. La loro vita, è più importante. Qualcuno la vuole uccidere, e vuole uccidere il bambino. Me l'ha detto l'odore del vento. Spesso gli umani sono peggio dei demoni nel giudicare i mezzodemoni. Spero solo di arrivare in tempo. So già che mi attacheranno, quindi è inutile aspettare. Sono costretto a farli fuori. Mi dispiace, Izayoi.
Mi scuserò con loro quando ci rivedremo nel Nirvana. La mia decisione è stata presa. Non l'hanno voluto i Kami. Sono io che mi creo il mio destino. Sono io che ho deciso di affrontare due giorni di marcia sfrenata, rinunciando alle cure e alla mia vita, per la tua e quella del bambino. Non è stato il caso a mettermi in questa circostanza, ma quella parte di umani stupidi. Stupidi, paurosi, e con tanti pregiudizi.

“CICATRICE DEL VENTO!”
Attacco subito. Ma è solo un colpo per rompere le file,, per fare breccia. Non mi importa niente di questi umani. Non sento le frecce che mi scagliano, che si conficcano nella mia carne, lacerandola. Non sono ferite mortali per me. Non quelle, almeno.
Però non posso non notare quest'umano. Mi si para davanti con espressione beffarda, anche se sembra coprire dispiacere per qualcosa.
“Sei arrivato tardi demone.”
“Che cosa?”
“Ho mandato Izayoi dove le tue luride zampacce non potranno neanche sfiorarla. E l'ho fatto con le mie stesse mani.”
Glielo leggo nel tono. Non l'ha nascosta. L'ha mandata nel mondo dei morti. Se non sapessi che non tutto è perduto, quel sudicio pezzo di merda sarebbe già morto, e il palazzo distrutto. E io disperato. Invece non mi perdo d'animo, anche perchè prima devo andare a controllare. Spirito integro. Ma quello non può comunque passarla liscia. Ci penserò dopo.
“Dannato stolto!”
Devo comunque trovarmi faccia a faccia con lui per passare. Non è un problema. Ci scontriamo in corsa, lui mi sfiora appena, io lo colpisco ma non so cosa gli ho fatto, non me ne importa. Devo andare da Izayoi. Tenseiga può resuscitare solo entro un certo periodo di tempo, in base a persona e integrità del corpo. 
Mentre entro, sento il calore del fuoco, stanno appiccando un'incendio. Per fortuna il fuoco non interferisce con il mio fiuto, così posso tranquillamente trovare le stanze di Izayoi. 
Eccomi nelle sue stanze, già in preda all'incendio. 
“Izayoi! Izayoi!”
Metto a soqquadro la camera, butto tutto all'aria, ma lei è li, nel suo letto.
“Izayoi...”
È morta. Ancora per poco.
Tocca a te, Tenseiga. 
Ovviamente funziona. Lei rivive. E in pochi istanti, partorisce. È un maschio. Ho giusto il tempo di dargli un'occhiata. Quell'umano arriva. Gli manca un braccio e la faccia gli sanguina copiosamente.
Si avvicina camminando. Anche lui è risoluto. Anche lui sa che sta per morire. Anche lui non si fa problemi, affronta la morte senza paura.
“Non avrò rimpianti se perirò qui insieme a te. Che il nostro viaggio verso l'inferno abbia inizio.”
Tiro fuori Sounga. Per fortuna non mi sono dimenticato di dare disposizioni per il mio corpo e le mie spade. Domani Miyoga verrà a prendermi con qualcuno.
“Vai.”
Mi rivolgo a Izayoi. La sto lasciando, per sempre. Spero che non faccia resistenza.
“Tu devi vivere.”
Lei deve vivere. Lei e il bambino. Oh, giusto, me ne stavo dimenticando.
“Inuyasha.”
“Che cosa?”
Non faccio caso all'altro umano.
“È il nome del bambino. Il nome del bambino è Inuyasha.”
“Inuyasha...”
“Ora va, svelta.”
Mi ascolta. È finita. Non la rivedrò mai più. Ma non ho rimpianti. Lo faccio per lei, e per Inuyasha. La loro vita non vale quanto la mia. Preferisco così. Anche se senza di me sarà più dura. Non potrò più proteggerli un'altra volta. Se la dovranno cavare da soli, sopratutto Inuyasha. Fra ingiustizie, pregiudizi, e anche morte, probabilmente. Ma non è un buon motivo per arrendersi. La vita è bella anche se dura, e spero che un giorno la situazione per loro migliori. Quindi vivete. Vivi, Izayoi. Non devi arrendere. Devi continuare a vivere, insieme a Inuyasha.
Mi dispiace per lui. Non avrà un padre. So fin troppo bene che nessun umano vorrà Izayoi dopo che è stata con un demone. O forse sarà lei a non volere nessuno. Ma avrei voluto vederlo crescere. Avrei voluto crescerlo. Avrei voluto far passare molto tempo insieme a lui e Sesshomaru. Ma dopo quello che mi ha detto, non penso succederà mai.
Addio, Izayoi e Inuyasha. Io non mi sono mai arreso. Non fatelo neanche voi. Vivete con forza e coraggio. Mi dispiace di non essere li con voi. Inuyasha, proteggi tua madre. Perchè tuo fratello credo non lo farà mai, neanche in rispetto verso di me.
  
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