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Autore: Carlos Ray    27/08/2011    1 recensioni
One Shot scritta nel 2007.
Inuyasha e Sesshomaru, costretti a combattere fino alla morte per ordine del signore degli Inferi, intrappolati in un vulcano che è il passaggio per l'Inferno. Solo il sopravvissuto ritornerà a camminare nel nostro mondo.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Odio? Non lo so. C'è solo una cosa di cui sono cosciente in questo momento: il combattimento. Le nostre lame che si incrociano.
In realtà ora siamo passati allo scontro fisico. Le nostre spade gettate a terra da un fendente dell'altra. Ora è solo una questione di pugni e di artigli.
Siamo qui. Io e te. Io contro di te. Questa volta non si tratta di uno scontro casuale. Non finirà come un'occasione sprecata per ucciderti. Non ho mai combattuto contro di te con tanta convinzione. Ma poi mi sono reso conto che sei forte. Tu. Un fottuto mezzodemone. 
Hai un'energia della quale mi rendo conto solo ora. Ti osservo. Da cosa viene tutta questa energia? È davvero l'energia derivata dai tuoi sentimenti umani, dal tuo sangue umano come hai sempre sostenuto?
Ora non ha importanza. Ora so a cosa vado incontro. Mi sono reso conto che con te non ci posso andare leggero.
Ma non basta. Non è cambiato niente. Hai combattuto con ancor più tenacia del solito. E mi rendo conto che anche tu non avevi mai combattuto al massimo delle tue capacità. Quella frase che hai detto prima...
“Vedi di non scherzare con me. Voglio che combatti seriamente.”
“Non sei degno di tutta la mia forza.”
Ma, indubbiamente, mi sono sbagliato. 
Sono passati parecchi minuti. E altrettanto sangue.
Sta finendo tutto. Sento il tuo pugno caricato sul mio volto. Sento la mia mascella rompersi. Cado a terra.
No, non puoi battermi. Non riuscirai ad uccidermi! 
Ma mi illudo. Sono a terra, inerme. Completamente cosparso di caldo, rosso sangue. Il mio sangue. Il nostro sangue. Morirei comunque, per dissanguamento. E ho tutte le ossa rotte, credo.

“Il fato ci ha costretto a combattere fino alla morte. È impossibile uscire da questo vulcano, altrimenti. Il signore degli inferi ha giocato bene le sue carte. 
Non avrei voluto arrivare a questo. In fondo, tu sei mio fratello, anche se mi odi. Siamo legati. Tu, testardo, non lo hai mai capito. Ma c'è una differenza tra me e te. Tu combatti per l'orgoglio. Io per la sopravvivenza. Non solo la mia. Io ho qualcuno da proteggere.”

Hai ripreso la tua Tessaiga. La mia Tessaiga. Ma cosa vado a pensare. La Tessaiga di nostro padre. Anzi, no. Ora c'è anche una tua zanna a comporre la tua spada, ne sento l'odore. Ma una parte di quella di nostro padre c'è ancora. Padre, mi stai uccidendo forse? È dunque per questo che mi hai affidato Tenseiga? Ma certo, sempre previdente, eh? Sapevi di andare a morire, quella notte, e desti ordini di conseguenza, in tutta fretta. Lo capisco solo ora. In punto di morte si capiscono molte cose. Ma io non sono degno di quella spada. Io non ho nessuno da proteggere. 
“Prendila tu, Tenseiga. Non ti azzardare a resuscitarmi. Usala bene.”
“Lo farò” leva la spada “Ciao.”
Sto capendo molte cose ora. Tu mi vuoi bene, vero? Ma io non sono in grado. Il ghiaccio si sta solo sciogliendo. Ti compatisco. Dopo tutto quello che ti ho fatto. Ti ammiro. Sei tu il più forte. Sei tu che meriti di rimanere in quel mondo, io rimarrò qui, a servire colui che ci ha fatto combattere l'uno contro l'altro. Ciao, fratello.
  
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