Lo sognai ancora.
La sua morte mi deprimeva giorno dopo giorno.
Dovevo vendicarlo, non potevo starmene con le mani in mano.
Avevo già avvertito Laurent della mia decisione di tornare a fare una visitina
ai Cullen, soprattutto a Edward e alla sua mascotte umana Bella.
Nel luogo dove mi ero appartata un venticello primaverile
vorticava attorno a me, scombinandomi i capelli.
In questo ultimo periodo a Forks c'erano quei cani bastardi che mi rovinavano
sempre i piani.
Laurent mi aveva avvertita che i lupettini e i cullenini stavano assieme per difendere
la loro pulcina bagnata.
Tutto questo mi dava il voltastomaco, decisi di cacciare un po', forse avrei
trovato un nuovo stratagemma per vendicarmi.
[…]
L'umano  cacciato nel bosco, di cui mi ero sfamata, era particolarmente succulento,
certo c'era voluto poco per ucciderlo e finirlo e sinceramente
non mi sentivo pienamente sazia.
Non avevo voglia però di complicarmi la vita a cercarne un altro.
D' altronde se si sa aspettare le cose vengono da te...
Mi misi a riposare ( anche se per noni vampiri è un po' difficile,
visto che non dormiamo mai...).
Accesi un bel falò e mi sedetti vicino.
Il calore che emanava mi ricordava lui, la nostra passione.
Tutte quelle volte che eravamo così appassionati da non aspettare neanche di trovare
un posticino riparato, in modo tale da essere nascosti...
Ogni cosa mi ricordava lui...
Attraverso questo lungo tunnel mi portai al ricordo più bello.:
il nostro primo incontro.
Laurent non l'avevo ancora conosciuto, arrivò in un secondo momento.
James se ne stava su un ghiacciaio in Tibet e io, da poco vampira,
vagavo senza meta.
Per fortuna ci incontrammo a Mosca, in Russia.
Lì era facile confondersi tra la gente bianchissima e le tormente di neve.
Una sera feci una strage in una locanda nella periferia della capitale.
Avevo sete da giorni e non avevo ancora trovato una preda dignitosa.
Seguii un signore da un aspetto e odore irresistibile nel bar.
Non riuscii  a resistere e li uccisi tutti.
Sfortunatamente me ne sfuggì di vista uno che chiamò subito i soccorsi.
Non riuscirono a prendermi per la mia abilità nel trovare sempre una scappatoia, ma
misero una taglia sulla mia testa.
James mi seguiva da giorni perchè aveva assistito alla scena.
In una foresta di alberi innevati mi raggiunse.
Come primo istinto volli attaccarlo, ma lui mise le mani in alto i  segno di pace.
Iniziò a parlare.
-”Ciao, il mio nome è James. É da un po' che ti osservo, e se accetti un consiglio,
dovresti essere più invisibile quando mangi...”
Aveva ragione.
-”Grazie.” risposi freddamente.”Tu sei un vampiro, e anche più bravo di me, quindi
avrei da proporti un affare...”azzardai.
Rimase in silenzio e io continuai.
 -” fare coppia e viaggiare insieme.”
Improvvisamente me lo ritrovai a quattro dita dal  naso, I suoi occhi mi guardavano
con una passione inconfondibile.
-” Ho aspettato dieci giorni per sentirti dire questo.Un  tempo ben speso.”
Mi baciò. In un modo super appassionato. Le mie labbra rispondevano a tutte le domande inespresse delle sue. Eravamo fatti l'una per l'altro,un'anima sola, inseparabile.
É per questo che devo vendicarlo.
Per il nostro amore eterno, spezzato da un'umana e il suo giocattolino, e mentre loro vivono
una vita felice insieme, io sono rimasta sola come allora, con una piccola differenza,
il mio James non tornerà più.