Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: Milli Milk    28/08/2011    0 recensioni
Non gli importa se l'invidia corrode le ossa di chi lo guarda.
Non si vanta della sua presenza.
Non si lascia trascinare dai peccati.
Non si lascia abbracciare dalla giustizia.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Amare se stessi Amare se stessi può sembrare un atto di tale autostima da far accapponare la pelle perfino allo stesso Narciso.
Un tale comportamento maniacale nei propri confronti è ben diverso dalla definizione di ninfomania, è ben meno della mania espressa in lussuria verso il proprio corpo. Si può esprimere piuttosto come un amore universale, un amore per la propria carne, tale da riuscire a far venire le lacrime agli occhi.
Ma non è semplice ed infinito amore per quell'involucro di carne, muscoli ed ossa, è amore incondizionato verso il proprio essere, è la ricerca dell'Io che si ritrova in quell'essere che si ritiene la creazione eccellente della razza.
A differenza di un qualunque Dio che non ha carne, che ha onnipotenza, l'essere perfetto è fatto di concretezza: si tocca e si sente.
Non si sente in dovere di comandare nessun'altro se non comandare il suo stesso corpo.
Non gli importa del mondo che lo circonda fin quando non ne viene lui stesso a contatto, e questo non è semplice egoismo, non è semplice egocentrisco o semplice superbia.
L'essere perfetto non è intoccabile, l'essere perfetto è quello che riesce a comprendere il motivo per cui lui è.
Non servono verbi, aggettivi, soggetti, sinonimi o altro per descriverlo, lui è e questo basta per poter stare sul filo che divide il reale e l'irreale.
Non un mondo sospeso, non un mondo fantasioso, niente che possa essere troppo o troppo poco.
Guardandosi in quello specchio non vede il bello o il brutto.
Il bello e il brutto per lui sono semplici parole, frivole e superficiali, che descrivono quel che soggettivamente è un corpo.
Lui non si fa sfiorare da certi pensieri che barbaricamente distruggono l'immacolata purezza di un corpo.
Non si lascia sfiorare dalle parole su quanto sia bello e perfetto.
Non gli importa se l'invidia corrode le ossa di chi lo guarda.
Non si vanta della sua presenza.
Non si lascia trascinare dai peccati.
Non si lascia abbracciare dalla giustizia.
La culla del pensiero umano si basa sulla propria giustizia e lui sa che l'omologazione di questi tempi è di moda, ma lasciando all'angolo le frivolezze modaiole, si lascia accarezzare dalla propria filosofia.
Non si parla di filosofia di vita, non si parla della filosofia fatta di morale, religione, estetica o quant'altro, si parla della propria filosofia, dei segreti che lineari attraversano quel che è nella sua testa.
Per lineare non si intende obbligatoriamente un pensiero unico: è l'intreccio, la concatenazione e l'astrazione delle tracce eteree che attraversano la mente, è quel senso di equilibrio che si trova quando ci si trova nella linea del caos.
Amare se stessi vuol dire non lasciarsi andare ad alcun tipo di pregiudizio.
Vuol dire vivere solo con lo scopo di esistere in un mondo fatto di imperfezioni.
Vuol dire completare la razza umana.
 Essere perfetti quanto imperfetti, essere puri ed impuri allo stesso tempo, essere morali ed immorali in egual modo, essere tra il tutto e il niente.
Vuol dire essere equilibrati.
Vuol dire essere l'uomo concepito e perfezionato e concluso.
Non servono religioni o scienze per definire un essere concluso.
All'amore per se stessi non serve null'altro se non un corpo ed una mente.
Il mondo intorno a lui diventa parte integrante del suo essere, viene plasmato a suo volere, diventa il suo mondo e non quello degli altri.
Un solo mondo dove possono coesistere lui e gli altri.
Le persone intorno all'essere che si ama, sono persone labili, che si lasciano andare ad un solo estremo, che ricercano per tutta la loro vita la perfezione, la bellezza, la speranza, il successo, senza capire realmente che tutto ciò non è altro che l'ingiustizia stessa della vita.
La filosofia di altri uomini si basa sulla ricerca, si pongono domande sull'esistenza, sull'essenza della vita, senza riuscire ad arrivare ad un punto, tramandando pensieri non concreti e lasciando supposizioni, parole scritte su carta come se volessero fare una lezione di vita.
Colui che si ama invece può non aver letto nulla, può non avere nulla, può solo sopravvivere con se stesso e questo gli basta.
Non gli servono lezioni di vita, gli servono le esperienze che lui crea senza un progetto, senza alcun rimpianto e senza alcuna inibizione.
Porta avanti la sua vita in quella linea sottile che separa un estremo dall'altro.
Quando l'essere culmina morendo nel corpo, lascia l'impronta dell'infinito in quel mondo mortale.
Non si rende immortale, non ha un'anima, muore come il mortale che lui stesso è.
L'amore per se stessi implode ed esplode, lasciando il tutto e il nulla nelle mani di quel mondo incosapevole, di quel mondo che continuerà a donare amore solo e soltanto per gli altri.
Un mondo che non è e non sarà mai.
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Milli Milk