Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |       
Autore: Joy    30/04/2006    10 recensioni
"Non esiste la paura per chi non ha nulla da perdere, ma questo non è vero coraggio."
"E tu hai paura, Regulus?"
"Sì."
"Cos'hai da perdere?"
"Non avevo mai amato... e nessuno aveva mai amato me..."[]
Erano simili.
Entrambe abbandonate per amore quando avrebbero preferito morire piuttosto che restare indietro.
Erano simili...
E hanno avuto destini diversi...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Regulus Black | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Da VII libro alternativo
Capitoli:
   >>
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
1

A Serpedoro… per la pazienza, la costanza e la disponibilità. Per la sensibilità nel farmi notare gli errori, per la prontezza con cui ha risolto i problemi, per la cultura grammaticale che ha messo a mia completa disposizione e soprattutto… per ogni parola che ha letto, corretto e amato. Io l’ho sentito.

1

PER AMORE



Tu sei la nebbia che maschera e inganna…

Tu sei la tempesta che imperversa e infradicia…

Tu sei la notte… nascondi… e proteggi…

Sei il vortice… e le tue braccia sono il vento che rapisce…

E sei il desiderio… e senza di esso avrei solo l’oblio.”



Invece per me… tu sei solo l’amore…”



Che piovesse o meno ormai non faceva più differenza.

La notte sarebbe stata nera lo stesso.

Oscura e nebulosa… come il suo avvenire, e schiava delle tempeste.

Ginny Weasley si rigirò nel suo letto d’insonne, grata al buio che la cullava con malinconia, grata alla solitudine che le risparmiava di rispondere a domande ipocrite e imbarazzanti e grata alla sua mente, abbastanza lucida da comprendere, nonostante lo sfinimento dello spirito, che non esisteva per lei alcuna strada che la esonerasse dall’agonia dell’incertezza e del dubbio.

Il frammento di un mosaico dai colori doloranti… questo si sentiva.

E l’artista folle, creatore di quelle tinte, portava un nome che solo in pochi riuscivano a pronunciare senza timore; uno di loro era morto da pochi giorni, l’altro, in piedi sulla soglia, combatteva la sua personale battaglia, circondato dai fantasmi dei suoi sentimenti… morti anche loro.

O forse, come amava dire Ginny –come sperava- solo momentaneamente paralizzati.

Le pietre delle pareti risuonavano ora di nuovi lamenti, di antiche paure tornate alla luce… e quella che per molti era stata una seconda casa, adesso gocciolava di lacrime…

Hogwarts…

Respirò piano e incapace di sopportare da sola i suoi stessi pensieri, scostò da sé la coperta, rivelando l’invito implicito in quel gesto.

Ma il ragazzo non si mosse, emise soltanto un gemito strozzato nel quale celava l’esito della battaglia.

A Ginny parve inconfondibile…

Una necessità lacerante… ma la ragione non cede il suo posto…

Districò la mano da sotto la guancia e da sotto i capelli e parlò rivolta alla finestra.

“Per tutta la vita hai fatto ciò che era giusto, Harry, ma stanotte ti prego… dimentica la ragione.”

Il bagliore diafano della luna le baciò le labbra.

Non pioveva più.

“Questa notte… trascorrila nel mio letto.”

Il brontolio di un tuono si spense in lontananza.

Ginny chiuse gli occhi.

La tempesta assopita…

Forse fu la percezione di quella calma irreale a trascinare Harry verso i propri desideri, o più probabilmente fu la certezza che sotto la quiete illusoria si celasse ancora il conflitto, lo stesso che si agitava anche in lui… come se il suo spirito dicesse:

<  Va bene, ma non inganniamo nessuno, questa è solo una tregua!  >

Sicuramente ebbe la sua parte di responsabilità quel raggio di luna pallido, che aveva scelto proprio le labbra come gioiello da incorniciare… e quel braccio nudo, abbandonato con noncuranza sul ventre… e quella coperta, indecentemente spostata sotto le anche…

Il ragazzo fece un passo avanti, e dal momento che la ragione parve aver trovato un compromesso ne fece un secondo e un terzo.

Ginny aprì gli occhi e accennando un mezzo sorriso, allargò le braccia.

“Harry…”

Il suo nome sussurrato nella placida penombra…

S’inginocchiò sul letto, e come se fosse convinto di poter raggirare in questo modo la propria coscienza, le accarezzò la guancia.

Era tenero, quasi fraterno. Era come se non potesse osare di più…

Come se quel contatto fosse già un regalo insperato… e lui non lo meritasse.

Rifiutare ciò che di bello ci offre il destino per paura di vederselo portar via dopo…

“Non sparirò tra le tue mani Harry.” disse lei sospirando lievemente. “Puoi toccarmi.”

Non rispose… non era necessario con Ginny: lei capiva… sapeva

I capelli, maliziosi contro la sua volontà, inondavano il cuscino ed Harry ebbe la sensazione di perdersi nel seguire con lo sguardo i loro molteplici disegni.

Stordito e spossato, cedette alla prima lusinga e scivolò nell’abbraccio.

Il calore che lei emanava era troppo intenso, troppo consolante per potervi resistere, se ne accorse subito e ancor prima che le braccia lo circondassero, l’odore familiare della sua pelle aveva già combattuto e vinto la battaglia contro la sua resistenza.

Inebriante…

Le scostò i capelli dal collo e la baciò vicino all’orecchio.

“Harry…”

Sentì il tremito della sua voce vibrare anche sotto la pelle e lasciò scivolare le mani sul seno.

Indossava una maglietta bianca; niente trine o artificiosi ricami per la sua Ginny, nessun ricco tessuto, nessuna intrigante trasparenza, eppure gli parve desiderabile oltre ogni concezione umana.

Semplicemente donna…

La sentì irrigidirsi appena sotto le sue mani e comprese che non sarebbe tornato indietro, non avrebbe potuto…

La maglietta cadde sul pavimento.

Lei era pallida e calda… e sembrava che la notte le appartenesse, sembrava che il buio le danzasse attorno per coprirne con pudore la sensualità.

Cominciò a sbottonargli la camicia e Harry si accorse che le sue mani non tremavano affatto, continuava a guardarlo con l’espressione dolce e seria di chi si concede consapevole di ciò che sta facendo e non chiede niente in cambio.

Per amore…

Camicia e pantaloni divennero un mucchietto ai piedi del letto.

Si portò sopra di lei appoggiando i gomiti sul materasso per non schiacciarla e giocherellò, distratto, con una ciocca dei suoi capelli.

Ginny sorrise e gli accarezzò una guancia, poi la sua mano scivolò sul collo e sul torace e Harry rabbrividì, improvvisamente conscio di ciò che stava facendo.

“Ginny… io…” incominciò.

“Non parlare.” sussurrò lei, poi gli scostò i capelli dal viso e appoggiando le labbra sulla sua fronte gli baciò la cicatrice. “Non parlare più…” ripeté e questa volta posò le labbra sulla sua bocca.

La comunione dei respiri…

Si staccò da lei solo per guardarla in viso e vi trovò quello che disperatamente desiderava: la sicurezza.

Unico rifugio…

Nascose per un istante il volto nell’incavo del suo collo e il profumo di quei capelli recluse la ragione nell’angolo più nascosto della sua coscienza.

“E’ una tregua…” si ritrovò a sussurrare.

“E’ per amore…” lo corresse Ginny. “Ed è per entrambi.”

Le labbra lo stregarono, la baciò di nuovo e lasciò che la sua bocca scendesse sul collo e poi sul seno.

Lei emise un piccolo gemito e affondò le mani nei capelli scuri. Lasciò andare la presa dopo un secondo, per pura forza di volontà, mentre le labbra del ragazzo tracciavano sentieri voluttuosi sul suo ventre.

“Harry…” sussurrò il suo nome temendo di non poter ricordare nessun altra parola.

“Sì…” lo sentì rispondere con voce roca mentre con le labbra ripercorreva la medesima strada dal ventre fino al collo.

Le mani di Ginny vagarono sulla sua schiena, percorsero la linea curva che porta ai fianchi e lo sfiorarono…

Lui trattenne il respiro, la scia di baci che stava tracciando si perse nelle strade imprevedibili del desiderio, chiuse gli occhi e seppe che quello era il limite.

Si chinò su di lei e le baciò la fronte e gli occhi, poi teneramente le sfiorò le labbra e la guancia.

“Sei…” le chiese titubante.

“Sicura… ?” lo interruppe lei. “Sì.”

Lui sorrise appena, le accarezzò i fianchi e le cosce, appoggiò l’avambraccio al cuscino e le scostò una ciocca di capelli dalla fronte poi la sollevò leggermente e l’attirò a sé.

Il buio celava l’impaziente necessità, ma Ginny la percepì chiaramente, sentiva il medesimo ineguagliabile impulso di confondersi nel suo calore…

Insinuò la mano dentro quella grande di lui, posò l’altra sul suo collo e ignorando il fremito che la scuoteva gli andò incontro.

La notte si mostra discreta con gli amanti… china la fronte e li lascia al loro talamo d’amore.

Quella fu l’ultima notte a Hogwarts.



***



Quando Ginny si voltò di fianco per guardarlo, Harry la stava già osservando.

Era impossibile decifrare la sua espressione; a Ginny parve così dolce da spezzare il cuore, lo vide spostare il braccio per farle posto e lei gli si accoccolò contro, la fronte appoggiata al suo petto.

Lui l’abbracciò all’istante e la sua presa –considerò Ginny- era solo un poco più forte di quella che aveva imparato a conoscere nelle settimane in cui erano stati insieme, il respiro appena più veloce… e le sfiorava la tempia.

Sentiva la sua mano infilata tra i capelli, sapeva che a lui piacevano… ma l’altra, posata sulla sua schiena, tremava…

Come se fosse tesa nello sforzo di tenerla accanto a sé, disperata.

Come se non potesse nemmeno pensare di separarsi da lei.

Oppure –e Ginny ebbe paura a pensarlo- come se volesse chiedere perdono per ciò che aveva fatto…

“Non avrei dovuto farti questo…” sussurrò e Ginny capì che il suo più grande timore era fondato.

Si staccò da lui stupita solo in parte.

“Avresti preferito che fosse un altro a farlo?” gli chiese coprendosi il seno con il lenzuolo.

“Ti avrebbe dato la serenità che con me non avrai mai.”

“Non avrei la felicità che ho con te!” ribatté decisa, poi voltò la testa di lato. “Vuoi proteggermi a discapito dei nostri sentimenti, ma non sarò al sicuro lo stesso… nessuno di noi è al sicuro.” aggiunse abbassando un po’ il tono della voce. “Non mi amavi quando al mio primo anno ho aperto la Camera dei Segreti, eppure Voldemort non ha esitato ad usarmi per i suoi piani… e se non fosse stato per te sarei morta.”

Harry si adagiò sulla schiena e sospirò forte fissando il baldacchino rosso-oro.

“Ti ha scelta perché eri la sorella del mio migliore amico.”

“Cedric non era tuo amico, ma questo non lo ha risparmiato!”

Era stata dura, se ne accorse troppo tardi, quando si voltò per osservare il profilo del ragazzo e lo trovò assorto e perso nella sua dimensione rivestita di rimpianti.

“E’ciò che accade alle persone che mi stanno accanto.”sussurrò.

“Nessuna di loro rimpiangerebbe di averlo fatto… e non lo rimpiangerei neanche io.”

Lo osservò mentre apriva la bocca per ribattere e si affrettò per precederlo.

“So quello che stai per dire, Harry…” e la sua voce per la prima volta sembrò tremare.

Si portò sopra di lui e lo fissò come se stesse leggendo sul suo volto quelle parole.

“Mi dirai che tu non potresti sopportarlo.” incominciò tradendo di nuovo le proprie emozioni e Harry sentì la disperazione che rendeva fragile la sua voce. “Che non potresti vivere con questo rimpianto.” prese fiato e l’aria le sembrò troppo densa, deglutì a fatica. “Lo so…”continuò flebile. “Dirai che è stata solo colpa tua…” brillò una prima lacrima nei suoi occhi, Harry notò il suo pietoso scintillio un attimo prima che gli cadesse sul viso. “…e che nessun altro deve pagare il peso del tuo destino…” respirò di nuovo, profondamente, lasciando cadere nuove lacrime sul volto del ragazzo e si sforzò di continuare, ma il tono della sua voce adesso era implorante.

“Dirai che vuoi proteggermi… e mi lascerai da sola, come volevi fare stanotte, a combattere una battaglia che è già persa in partenza perché io non sopporto di venire esclusa dal tuo cammino e tu non vuoi compierlo con me…”

Adesso tremava vistosamente, Harry l’abbracciò e lei posò la guancia bagnata dalle lacrime contro il suo petto.

Bruciavano le sue lacrime… quasi quanto la sua pelle nuda.

“Ginny…” sussurrò, ma il pianto di lei lo interruppe.

“Tu firmi la mia condanna ancor prima di cominciare a combattere…”

“La mia intenzione era di assicurarti un futuro…”

“Nessuno ha un futuro adesso... lo sai.”

“Io meno degli altri.”

“Voglio stare con te, Harry.”

Era come una preghiera, e più andava avanti nel recitarla più ne sentiva il calore confortante.

Harry non riuscì a sostenere oltre la sua coerente difesa… anche la forza incrollabile della ragione adesso alzava bandiera bianca, la coscienza messa a tacere dal dolce peso della ragazza sopra di lui…

Pensò di essere debole e poi improvvisamente abbastanza forte da proteggerla… da proteggere entrambi e decise, nell’istante in cui Ginny nascose il volto nell’incavo della sua spalla, che nonostante ignorasse completamente il punto d’arrivo, quello era senz’altro il punto di partenza.

L’amore…

“Così sia.” sussurrò.

Concedendo la giusta risposta che giunge a concludere ogni consolante litania.



Fine 1° capitolo.



  
Leggi le 10 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Joy