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Autore: Alliee    28/08/2011    3 recensioni
Come soppravvivere in una nuova citta'?
Questa e' la storia di due sorelle, Alice e Bella, costrette a trasferirsi in una citta' dimenticata da tutti qual e' Forks, per motivi che nemmeno loro conoscono. Qui incontreranno nuove difficolta', ma anche nuove amicizie e, chissa', anche il vero amore.
Dal prima capitolo: Guardai annoiata fuori dalla finestra.
Era un pomeriggio qualsiasi, faceva freddo. Non avevo affato voglia di uscire fuori casa per vedere quel via vai di persone che popolavano la città.
Eppure Alice, date le condizioni metereologiche, decise di avventurarsi in un colosso, denominato dalla gente comune “Centro Commerciale”.
Un grande mostro che ha occhi come finestre a specchio e bocche come porte automatiche che ingoiano di volta in volta i malcapitati. Non c’è niente di meno romantico di un centro commerciale. I suoi negozi, allestiti a dovere, ti invitano ad entrare. Si compiacciono della merce esposta. Vendono velocità, il silenzio è in saldo.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Buonasera a tutte! Eggia', e' la mia seconda fanfiction, ma mi e' venuta in mente questa idea e ho pensato: Perche' no?
Spero vi piaccia...Il primo capitolo e' un po' corto, gli altri saranno piu' lunghi.
Ditemi se vale la pena continuare.
Beh...Buona lettura!

Survive

capitolo 1
 

 

Temporeggiai sotto la doccia, l’acqua quasi bollente mi procurava sensazioni piacevoli, rese ancora più intense dal profumo dolce del bagnoschiuma alla fragola; il mio preferito.. 
 
Purtroppo il suono del mio cellulare disturbo' la mia quiete. 
 
Sbuffai irritata. Avevo sempre sognato di mollare tutto e andarmene in un luogo sconosciuto, lontano, dove nessuno avrebbe potuto rintracciarmi. Un pensiero ricorrente, soprattutto al mattino, mi divertivo a costruire trame, a disegnare scenari che si dissolvevano alla vista del rude scenario della mia citta'. Un sogno.
 
“Vuoi dirmi dove sei?” La voce di Alice descriveva quella che doveva essere stata una pessima giornata.
Feci finta per pochi attimi di essere diventata sorda pur di non rispondere alla domanda. Sembrava retorica, detta solo per parlare. Invece Alice, dall’altro lato del telefono, aspettava una risposta.
 
Guardai annoiata fuori dalla finestra.
Era un pomeriggio qualsiasi, faceva freddo. Non avevo affato voglia di uscire fuori casa per vedere quel via vai di persone che popolavano la città.
Eppure Alice, date le condizioni metereologiche, decise di avventurarsi in un colosso, denominato dalla gente comune “Centro Commerciale”.
Un grande mostro che ha occhi come finestre a specchio e bocche come porte automatiche che ingoiano di volta in volta i malcapitati. Non c’è niente di meno romantico di un centro commerciale. I suoi negozi, allestiti a dovere, ti invitano ad entrare. Si compiacciono della merce esposta. Vendono velocità, il silenzio è in saldo.
 
Mia sorella ripete' la domanda ancora una volta, sempre piu' innervosita dalla mia non risposta.
La verita' e' che avevo troppa paura di dirle che non ero nemmeno uscita di casa, e che ero ancora nuda, sotto la doccia.
 
"...Sto arrivando" mentii.
"E allora come mai sento il getto della doccia?! Bella vestiti e vieni immediatamente! Lo sai che abbiamo un emergenza shopping! Non vorrai presentarti con i tuoi vestiti alla festa di domani?"
Gia', la festa di domani. 
Una festa piena di adolescenti arrapati, di alcool e di droghe: la festa di compleanno di Jessica, la reginetta della scuola.
Non capivo perche' Alice insistesse tanto per andarci ma, dopotutto, io e lei eravamo molto diverse.
"Arrivvo" Dissi prima di chiudere la chiamata.
 
 
Comparii un mini vestitino viola senza spalline visto che ad Alice non piaqque la mia scelta vintaje di un vestito a fiori che mi arrivava fino alle ginocchia.
 
La cena si svolgeva silenziosa come al solito. Dopotutto eravamo solo in tre: Io, la mia adorata sorellina, e nostro padre, Charlie.
 
"Papa', ricordi della festa di cui ti parlai la settimana scorsa?" Chiese Alice per romere il silenzio.
"Non ci sara' nessuna festa - rispose lui con tono distaccato - ci trasferiamo" concluse.
Notizia improvvisa che ci lascio' entrambe a bocca aperta.
  
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