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Autore: Laila Inkheart    28/08/2011    4 recensioni
C’era una volta una ragazza normale.
Con una vita assolutamente priva di colpi di scena.Con le solite pippe mentali di ogni adolescente: il Dio dell’Amore che fa esultare tutti gli ormoni al suo passaggio ma che non ti fila neanche a pagarlo,attacchi di panico,euforia incontrollata,sogni a occhi aperti,nemiche troppo belle,genitori in crisi,prof inacidite e antipatiche come la cellulite..
Ma un giorno incontrerà per un sarcastico scherzo del fato un idiota decerebrato,pieno di sé,arrogante,con i capelli impomatati,irritante,con dei modi così ‘raffinati’ da far concorrenza ad uno scaricatore di porto.
E se sopracitato idiota decerebrato entrasse a far parte della sua vita con la potenza di un uragano?
In che modo riuscirà a sconvolgere la vita ordinaria di Joey Potter,mentre lei è impegnata a cercare di parlare con il bellissimo Ben Jones senza arrossire come un brufolo e a tentare di rimediare ai suoi molteplici disastri,che fanno di lei una degna erede di Fantozzi?!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo


Sembrava tutto un meraviglioso romanzo alla Jane Austen,quasi un sogno a colori vivacissimi.
- Buon pomeriggio,Miss Potter,Miss Barclay, - disse Sir Benjamin Jones,con un cortese inchino. – Ci concedete l’onore della vostra compagnia al ballo di Netherbourne,il mese prossimo?!
- Mi spiacerebbe infinitamente deludervi,caro Sir Benjamin,ragion per cui prenderò parte a questa deliziosa festicciola in pompa magna. – dichiarò Miss Potter,a testa alta.
- Qui dentro si soffoca, - disse Sir Benjamin. – Vi piacerebbe fare quattro passi nel boschetto,Miss Potter?
- Molto volentieri,Sir Benjamin,- rispose Miss Potter,posando la sua tazza di tè fumante,con mano tremante.
Sir Benjamin Jones era lì,in tutta la sua prodigiosa bellezza:i ribelli capelli d’oro splendente come un’aureola,occhi azzurro-cielo terso e un sorriso candido e perfetto che avrebbe fatto bollire i fagioli in scatola.
Nel suo vestito ottocentesco,Sir Benjamin porse il braccio a Miss Potter: - Le azalee sono in boccio.E’ uno spettacolo magnifico.Miss Flora,sarebbe così gentile da sparecchiare la tavola e badare al fuoco? -
Miss Flora annuì con ubbidiente modestia. Una brava ragazza .Peccato per quel suo gigantesco naso rosso,quei denti gialli e irregolari e gli inquietanti occhi strabici.
Miss Potter mulinò l’abito color azzurrino pallido,infilò i guanti di seta bianca e si preparò ad uscire con Sir Benjamin,quando all’improvviso..
Miss Flora Barclay,la domestica,gettò le braccia al collo di Sir Benjamin,che la guardò orripilato : - Miss Flora,avete forse perso il lume della ragione?! -
Miss Flora chinò la testa per la vergogna,con i vestiti a brandelli. – Perdonatemi,cara Miss Potter! – gridò,gettandosi a terra. – Ho mentito: Sir Benjamin,il mio cuore vi appartiene dalla prima volta in cui i miei poveri occhi l’hanno ardito di guardare!Mi prostro umilmente,mia padrona,non lo farò più.. Vi prego,perdonatemi!

- Non umiliatevi così tanto, - osservò Miss Potter seccamente. – Non si addice a una fanciulla.Ecco,tenete una sovrana.Vi prego,recatevi ai bagni pubblici e datevi una sistemata,e compratevi un modesto abito di lana grigia.Antoine.. va’ pure! – Detto questo,lanciò a terra la moneta.La carrozza con la magnanima Miss Potter e l’Adone Sir Benjamin ripartì a tutta velocità,mentre Miss Flora cercava a tentoni la sovrana in una nuvola di polvere.
Poi un rumore assordante e decisamente fastidioso sembrò provenire da un altro mondo,da un altro universo…

*

« Joey.. Joey?! »
Chi è?Chi ha parlato!?
« Mh. »mugugnai in risposta.
Che cazzo succede?Dov’è Sir Benjamin?Sir Benjamin,venga subito qui!
« Joey.. sono le otto meno dieci.Mi avevi detto di svegliarti presto stamani,se non ricordo male dovevi fare una cosa importante a scuola.. »
La ragazza,evidentemente chiamatasi Joey,affondò la testa sul cuscino con una potenza impressionante,decisa a recuperare qualche brandello del precedente,meraviglioso sogno.
Purtroppo era ripiombata nella crudele realtà,dove Flora Barclay non era una domestica,tantomeno un bidet con i capelli,ma era la ragazza più bella e popolare della scuola,senza contare che – ovviamente – era il capitano della squadra delle cheerleader.
Ben Jones si era attenuto più o meno alle fattezze reali:la sua mirabolante bellezza era resa alla perfezione nel sogno,tranne per il piccolo,perfido,trascurabile particolare: lui era completamente ignaro dell’esistenza di Joey.
« Senti,Joey ,sono precisamente le otto del mattino,e tra dieci minuti dovresti essere in classe a consegnare il compito del nonsochecosa,quindi ti suggererirei di alzare le tue collose chiappe e darti una mossa »
Daniel,non ho né la forza né la voglia di risponderti,ma sappi che appena mi alzo ti trasformo in una scatoletta di cibo per cani..
« OH CAZZO,IL COMPITO PER LA THORN! » sbraitai in preda al panico,primo perché era maledettamente tardi,secondo perché.. non solo avevo completamente dimenticato di dover consegnare il compito della Thorn sulla Dodicesima Notte di Shakespeare,ma avevo dimenticato di fare il compito della Thorn.
Porca miseriaccia ladra,Joey ,mantieni la calma.NON FARTI PRENDERE DAL PANICO.
Sei un disastro su gambe.
Cercai di reprimere il senso di vomito sognando di fare shopping sulla 5a strada di New York.Di solito funzionava sempre.
Dunque,bene,Joey , facciamo un punto della situazione: oggi è il secondo giorno di scuola,ieri invece di ascoltare la lezione della Thorn e prendere appunti ti sei fatta sgamare con le cuffiette mentre ascoltavi i Queen a palla,per questo quella sottospecie di esserino retrocesso della Thorn ti ha assegnato un compito su tutto ciò che aveva detto su Shakespeare e sulla Dodicesima Notte.
Ma tu ieri pomeriggio,invece di svolgere diligentemente i compiti,sei andata al cinema a vedere Fame e a sbavare dietro al mitico Lee Roy.
Ottimo,complimenti,sei un fulmine.
Sono le otto e cinque,hai solo un quarto d’ora per renderti presentabile,prendere il pullman,entrare a scuola e cercare di rimediare qualcosa.
Ora passa all’azione,accidenti!
Mi fiondai dalle scale senza sapere come aver fatto a raggiungerle,mi chiusi in bagno e cercare di lavarmi i denti mentre facevo pipì: risultato?Lo spazzolino mi cadde nel water,sfoggiai una serie di eleganti imprecazioni e optai per una mentina.
Alle otto e un quarto sarei dovuta essere in classe,alla prima ora avevamo la Skeeter,cosa che avrebbe potuto permettermi di arrabattare due paroline nel tema della Thorn,nel caso che quella feccia dell’umanità mi avrebbe interrogata.
E io,nei meandri più profondi del mio subconscio sapevo che mi avrebbe interrogata.
Ma.. aspetta.. ora erano le otto e un quarto.
In quel momento avrei preferito pulire i marciarpiedi di Calcutta con la lingua.
Ridiscesi le scale con furia omicida,sistemai lo zaino alla velocità di un razzo (perché non mi decidevo a prepararmelo la sera,maledizione?),e scalpicciai in cucina.
Ogni membro della famiglia era immerso in una delle sue quotidiane attività: Dan saccheggiava il frigo,Fred e George si arrampicavano sui mobili e la mamma preparava dei cartelloni per le sue frequenti manifestazioni contro la guerra.
Io ero l’unica ragazza in mezzo a tre elementi di sesso maschile,la seconda figlia,e spesso mi ritrovavo a far da baby-sitter a quelle due piccole canaglie (figli di Satana travestiti da mocciosi innocenti!) dei miei fratelli minori; era un compito decisamente arduo,ma nessuno mi dava tante rogne come i gemelli Fred e George.
Ci sono stati vari aneddoti degni di nota,per esempio quella volta hanno cercato di dare fuoco alla casa,quell’altra quando cercavano di fare un rito voodoo,un’altra ancora tentavano di denudarmi.
« Joey,cos’è tutta questa fretta?! Sento il tuo karma sprigionare energie negative.. »
Non mi importava.Chiusi tutti i bottoni della giacca e ficcai in bocca una fetta di pane tostato,con veemenza: non riuscivo ad essere a pieno delle mie facoltà mentali se la mattina non trangugiavo qualcosina.
« Niette,ehm.. defo fedemmi con.. Meanie! » sono sempre stata una pessima bugiarda.Per non parlare del pane tostato che mi schizzava fuori dalla bocca ad ogni parola che con estrema difficoltà tentavo di articolare.
Melanie era la mia migliore amica,chiamata ‘Mel’ dall’intero mondo conosciuto: è probabilmente l’unica che sopporta le mie pippe mentali fin dall’asilo.
« Mamma,mamma non è vero!Joey deve andare a pomiciare con il suo fidanzato! » sghignazzarono Fred e George in coro.
Ah sì?! Benissimo,cari fratellini,la prossima volta che aprite quella dannatissima boccaccia, farò scivolare casualmente del detersivo per piatti nella vostra ciotola di cereali mattutina!
E poi io non ce l’avevo neanche un ragazzo: il primo bacio (un fugace contatto con le labbra può davvero chiamarsi ‘bacio’?) l’ho dato per caso a mio fratello Daniel quando stavo cercando di mettergli le gocce per gli occhi.
Che sfigata assurda.
« Ehm.. non so se riesco a tornare qui per pranzo,probabilmente vado a casa di Mel per un progetto che ci ha,uhm.. affidato la Marchbanks! »
Ennesima bugia della giornata.Non dovevo assolutamente andare a pranzo da Mel,ma c’erano buone possibilità che la Thorn mi affidasse una punizione pomeridiana,quindi non sarei tornata a casa comunque.
Le 8.25.
No,ok,sono praticamente fottuta.
Non salutai nemmeno che mi tuffai sulla porta e corsi in strada come una psicotica.
Naturalmente avevo perso il pullman della scuola,che passa alle 8.10.
Grandioso.
Avrei potuto andare a piedi… ma sarei arrivata per l’intervallo delle 10.30.
Avrei potuto andare in bici… quella sottospecie di monociclo non avrebbe retto il mio peso,figuriamoci quello di una borsa traboccante di libri.
Avrei potuto… NON ANDARCI AFFATTO!
Questa era decisamente la soluzione migliore,ma sapevo che la Thorn sarebbe venuta di persona a controllare – o meglio,ispezionare finchè il suo fiuto da segugio avesse accertato la mia giustificata assenza- casa mia.
Quella donna aveva un diavolo per capello.
Ok.. marinare la scuola e farmi sgamare era l’ultima cosa di cui avevo bisogno,anche perché mi avrebbe garantito un biglietto di sola andata per l’ufficio del Preside (Powell l’Irritabile. Si diceva che quando urla faccia tremare le finestre e i muri in cemento armato).
La metro. Era la mia ultima fonte di salvezza.
Mi misi a correre come un ossessa,senza calcolare il fatto che praticamente avevo tutti gli occhi puntati addosso.
Poi un qualcosa di bagnato mi sfiorò la fronte.
Piove. E io non ho un ombrello.
Perché tutte a me?!Perchè?PERCHE’!?
Repressi un urlo isterico solo perché c’era troppa gente equivoca nei dintorni.
La metro era quasi vicina,dovevo solo accelerare,sebbene i miei polpacci stessero collassando.
Spiattellai i gradini della stazione a velocità supersonica,con tutti i capelli bagnati azzeccati alla fronte,il rimmel colato: non doveva essere un bello spettacolo;ero certa di assomigliare a un panda o qualcosa di simile.
Pianificando un piano geniale per salvarmi l’osso del collo a scuola,non mi accorsi di un infido gradino,e capitombolai per terra come un sacco di patate.
Non ce la feci più « Grazie,grazie Dio!Come sempre mi riservi le cose migliori.Grazie tante! » borbottai tra me e me a mezza voce,mentre cercavo di recuperare le mie cose sparse sui gradini.
« Che cos’hai contro Dio?!Non ti ha mica fatto uno sgambetto.. » una voce che mi suonò decisamente sconosciuta mi riempì le orecchie.
Alzai gli occhi.
Ecco,mi ci voleva soltanto il buon reverendo a farmi la predica.
« Ehm.. cosa!? » chiesi con un cipiglio un po’ irritato.
Non vedevo bene chi aveva parlato,la stazione era scarsamente illuminata e avevo dimenticato di mettere lentine a contatto o occhiali,quindi ero praticamente cieca.
Non mi ero ancora alzata; la borsa della scuola si era quasi sfondata,facendo cadere a terra tutti i libri e quaderni,che si erano inevitabilmente bagnati fradici.
Lo sconosciuto non rispose,così lo mandai mentalmente al diavolo.
Mentre mi sollevavo in piedi ( magari una mano avrebbe anche potuto darmela! )lo vidi chinarsi sulla mia borsa,e pensando al peggio la presi e la strinsi al petto.
« Mi scusi ma.. che cosa diavolo sta facendo?! » avevo abbandonato ogni forma di gentilezza,quel deficiente avrebbe potuto derubarmi,ed ero sicura che c’era qualche dollaro per la merenda nel mio zaino.
Lo sconosciuto si chinò alla mia altezza ( ero accovacciata su uno scalino,naturalmente con la grazia di un uomo di Neanderthal ) così che potei guardarlo bene in viso.
Aveva magnetici occhi scuri,capelli a ciuffo piuttosto disordinati,e un ghigno beffardo che gli increspava le labbra piccole e piene.
A quanto pare mi stava scrutando per benino: sembrava quasi che volesse farmi una radiografia!
« Senta,dovrei prendere la metro e sono in abbondante ritardo e.. » le spiace,gentilmente,togliersi di torno? « Ehm.. le spiace lasciarmi passare? »
Al che quel crucco disse con aria insolente,inarcando le sopracciglia « Veramente sei tu,quella che mi è caduta addosso,tagliandomi la strada »
Ah,adesso sarei io?Scusa tanto se non mi sono degnata di vedere la sua bella figura,messere!Ma sa com’è,senza occhiali non distinguo neanche uno scoiattolo da una tigre dai denti a sciabola!
Quel tipo era un completo idiota. E arrogante,pure.
Non avevo tempo da perdere in inutili battibecchi,quindi raccolsi la mia roba e mi accinsi a raggiungere la metro.
Lui sembrava non distogliere gli occhi da qualcosa che aveva in mano.
Rimasi a fissarlo per qualche secondo,poi decisi che era troppo tocco per meritare la mia attenzione,così partii in quarta,diretta verso la mia meta.
« E questo chi è?Il tuo ragazzo? »
Cosa?Ma cosa stava blaterando?Si era per caso bevuto il cervello?
Lo guardai con uno sguardo interrogativo piuttosto ottuso,e lui mi sventolò davanti una foto del Dio dell’Amore: Ben Jones.
Oh cazzo,doveva essermi caduta mentre mi contorcevo come una lumaca gigante sul pavimento!
« Ehm.. no,è… ecco.. è mio fratello » dissi con una vocina sottile sottile.
Ma poi perché avrei dovuto dare tante spiegazioni a uno sconosciuto?!Cosa importava a lui,nemmeno mi conosceva!
Continuò ad adocchiare con sguardo critico la foto,che rigirava tra le mani grandi e ossute.
« Sì.. chissà quante ragazze vanno in giro con una foto del fratello in borsa.. e poi non ti somiglia affatto. » fece sarcastico,in un mormorio perfettamente udibile.
Non ero mai stata una ragazza dotata di pazienza,ma quell’imbecille ficcanaso sembrava proprio predisposto a farmela perdere.
« Senta,io non conosco lei,lei non conosce me.. le spiace ridarmi la foto?! »
« Ti piace questo bell’imbusto eh?! » si informò lui,sempre con quello snervante ghigno stampato in faccia.
« Lei è un gran maleducato. Ora mi ridia la foto » sentenziai. Il suo viso mi ispirava una tremenda voglia di prenderlo a pugni. E poi,che gli davo a fare ancora del ‘lei’?!Un buzzurro come quello meritava la considerazione di una caccoletta di mosca.
« Non c’è bisogno che ti innervosisci tanto.. » suggerì con tono leggero: sembrava proprio che si stesse divertendo.
Ok,se non avesse chiuso quella maledetta bocca sarebbe scoppiato un pestaggio a sangue.
Rivalutai l’idea,anche perché lui era considerevolmente alto,e con quei muscoli tutto sommato discreti avrebbe potuto piegarmi in due come una lattina di Coca Cola.
Le nove meno venti.
Potevo tranquillamente fuggire ad Honolulu. Chissà come sarebbe stato fare la latitante..
Presi la foto dalle mani del cuozzo,che stranamente non oppose resistenza,e salii sulla metro.
Mi fermai all’entrata per rimettere a posto la foto dove doveva stare: al sicuro da occhi indiscreti,nella mia borsa.
« Ragazzina,vuoi darti una mossa o vuoi rimanere qui tutto il giorno? »
No,non era possibile. Era un incubo.
Non ancora..
« Tu? » esclamai torva.
« Secondo te cosa ci ero venuto a fare qua?A guardare come passano le metro? » disse sarcastico,scuotendo la testa.
Oh,voleva fare anche dell’humour,quell’imbecille geneflesso,peccato che non ero dell’humour giusto.
Adottai la politica “non ti curar di lui,ma guarda e passa” e mi feci per sedermi su un sediolino apparentemente libero ma..
« Che fai?Mi ci siedi addosso,ragazzina?! »
No.Non era possibile.Quel ragazzo strambo si era comodamente installato sul seggiolino che avevo adocchiato.
Stronzo.Aveva visto che mi ci stavo sedendo,ed era stato più veloce di me.
Rimasi in piedi a fissare il vuoto,con le palpebre pesanti e mordendomi il labro inferiore.
« Cosa c’è,ti sei ingoiata la lingua?! » domandò brusco.
Continuando così l’avrei mandato senz’altro a quel paese.
Feci per aprir bocca e farne uscire qualcosa di sicuramente tagliente,ma poi decisi di cambiare tattica.
« Io intrattengo conversazione solo con persone che ritengo intellettualmente stimolanti » c’era una notevole dose di acidità nella mia voce,e mi trattenni dall’aggiungere : e non è il tuo caso,quindi sgombra!
Al che quel buzzurro strampalato fece una cosa molto strana: scoppio in una risata sguaiata,molto simile a un latrato.
Cercai di conservare un po’ di contegno,e mi premurai di guardare a tutt’altra parte quando mi accorsi che tutti i passeggeri ci guardavano sconvolti.
« Mi spieghi cosa diavolo ti prende? » bisbigliai concitata.
« Niente. E’ solo che..»rispose,tenendosi i fianchi.
« ..è solo che cosa?! » incalzai aumentando il tono di voce.
« Che c’è,ragazzina,non mi trovi abbastanza stimolante?! »
Effettivamente al momento mi stimoli una gran voglia di scuoiarti vivo.Dettagli.
Non risposi e iniziai a fissare con innaturale attenzione le unghie della mia mano sinistra.
« Pronto?!Sì,mi dica.. certo glielo dirò,grazie,arrivederci »
Alzai lo sguardo. Stava parlando con la sua mano o cosa?!
Mi convinsi che aveva qualche rotella fuori posto,scossi la testa e distolsi lo sguardo.
La sua voce irritante mi richiamò « Ragazzina,ha chiamato Copernico e mi informa che non sei i centro del mondo » disse con un gran sorriso sghembo.
Conosce Copernico?!Uhm,ammirevole,stavo cominciando a dubitare sul fatto che sapesse leggere e scrivere..
Mi venne un’idea: alzai il mignolo e il pollice e li avvicinai all’orecchio a mo’ di telefono.
« Sì?!Pronto!?Salve!.. ma certo,ah sicuramente.. ovviamente,ha ragione.. stia tranquillo,provvederò io »
Il buzzurro mi guardò scettico.
« Ha chiamato ‘La Squadra degli Imbecilli’ e mi informano che rivogliono il loro capo » al che sfoderai un sorrisino affabile e lezioso,senza scoprire i denti.
Dovevo averlo sistemato per le feste,perché si appoggiò al finestrino e non parlò più.
Presi a giocherellare con una ciocca di capelli,e neanche dopo cinque minuti fu la mia fermata; mi alzai e mi lisciai il jeans.
Una dolce consapevolezza mi raggiunse: non avrei mai più rivisto quel fungo decerebrato.
« Te ne vai?! » mi chiese con tono piatto.
« Così sembra » girai i tacchi e uscii di corsa,preparandomi a ciò che sarebbe stato l’inizio della fine della mia tragica esistenza.



Note dell'Autrice - sempre discutibilmente utili:


Badaboom,baby!*L a i l a fa un ingresso teatrale a metà tra l'Imperatore Kuzko e il Principe di BellAir*
Una long su Johnny. Uno dei più bei figliuoli che l'Onnipotente abbia mai concepito su questa Terra per fa sbavare noi ragazze di tutte le età.
Johnny: il bello e dannato,trasgressivo,con quella sua voce sensuale che solo a pensarci mi si rizzano i peli delle braccia,quel sorriso così sexy che sembra dirti 'ehilà bambola,corri da me e stuprami!'.
Ok, devo ricompormi. Ecco che insanità può partorire una mente malata.
Torniamo a noi,il titolo di questa storia,Dreamgirls,l'ho preso in prestito dal musical della mia adorata Beyoncè (che donna,che donna!<3)nei panni della mitica Etta James.
Perchè?
Mah,non lo so nemmeno io,mi sembrava.. appropriato. E' una fanfiction scritta per sognare e divertire me stessa e gli altri,scritta con toni comici (se il mio sclero cronico può difinirsi così..)e leggeri,e non mi andava di mettere quei titoloni d'effetto pieni zeppi di significati nascosti.
No,ho scelto questo,una parola sola.. facile e coincisa.(più semplice da ricordare nel caso voleste suggerirla a vostre amiche MHUAMHUA *risalta malvagia*. No dai,non sono il tipo da pubblicità occulta!)
L'idea è nata un anno e mezzo fa,quando e io e la mie amiche abbiamo organizzato una serata 'Johnny mode: ON', mettendo tutti i film di Johnny a palla.. e così il mio cervellino mononeuronico ha partorito questo schifo,ma al quale tengo tanto.
Questo è il Prologo,ma sono già abbastanza avanti con la storia (devo solo scriverli i capitoli,pensate un po'!),che si è praticamente scritta da sola.. e nella quale ci sono qualche riferimento alla mia vita reale,che è caratterizzata da una massiccia dose di sfiga che mi perseguita ç_ç .
Dunque,dunque,dunque.. la fanfiction è ambientata negli anni '80,e così facendo ho cercato di attenermi alla vita reale: in effetti Johnny era adolescente proprio in quegl'anni,ciò spiega anche un po' la indole della mamma di Joey (un po' hippie-groupie,si può definire così?!),i 'capelli impomatati' di Johnny (secondo la moda dell'epoca,osshì,com'era focoso!*_*),e varie cosine che scoprirete più avanti,SE vorrete andare avanti.
Il raiting ARANCIONE l'ho messo più che altro perchè a volte ci sono parolaccie et similia, ma per 'atti impuri' (calmate i bollenti spiriti,giovin donzelle!),ahimè, non è proprio il momento.

Per quanto riguarda gli aggiornamenti,avverranno ogni 5-7 giorni, naturalmente anche sulla base dei miei impegni ed al numero di minacce che riceverò.(sì,PudGodzilla,questa era proprio diretta a te!Non sarò la tua schiava-elfadomestica ancora per molto.Sto già organizzando una rivoluzione con i miei amici budini! D: ). Inoltre,commenti negativi o positivi,compresi inviti a correggere sviste o errori di qualsiasi natura,sono sempre e comunque graditi,se (nel raro caso che..) metterete la fiction nelle seguite-ricordate et similia,potrò vedere chi siete e vi invierò un mail ad ogni aggiornamento:3
Ora,ladies and gentlemen,è il momento di ringraziamenti vari;
Innanzitutto ringrazio la cara Desdemona XI,che è stata così gentile da sprecare il suo tempo per me e per realizzarmi questo meraviglioso banner che trovate in alto alla pagina,utilizzando con maestria colori,immagini e luci.
Quindi,grazie mille,sei davvero bravissima!
Pertanto,riserbo un ringraziamento speciale a _Eleutera_, la mia PudGodzilla,la mia teSSSSSora,la mia bollicina fff ff ffff che parla il balenese.. vorrei ringraziarla qui pubblicamente perchè ha una dose infinita di pazienza e dolcezza che non esaurisce mai,soprattutto oggi che mi ha aiutato tantissimo con l'editor di EFP per la pubblicazione (nella quale sono una frana,sappiatelo) e che - povera ragazza - era sull'orlo dell'esaurimento nervoso a forza di spiegarmi e rispiegarmi come si cambiava il carattere e come si ingrandiva. (embè,io farei perdere la pazienza anche a un santo!)
La ringrazio perchè,anche se non lo sa,mi da una carica pazzesca nello scrivere,e perchè lei è la mia Padrona che mi sodomizza e mi ordina quando,dove e come pubblicare. Grazie Puddi,grazie per tutti gli scleri condivisi con me,i nostri mitici *trollface*,perchè risponde alle mie 'domande inquietanti',e perchè ho trovato una che come me adora cose che gli altri cuozzi definiscono obsolete,come il mitico Faber e i Cartoni della Disney,che citiamo spesso e volentieri <3
Spero che in questa storia,sicuramente più avanti,ci sia pathos abbastanza per i tuoi gusti ahahaha D:
Grazie ancora Puddi,je t'adore
Bene gente,ho finito di ammorbarvi con i miei sermoni,questa è l'ultima cosa,giuro: ci tenevo a dire che con questa assurda fanfiction non miro ad offendere nessuno,tantomeno Johnny Depp,che purtroppo non conosco di persona (tzè,magari..)e del quale mi limito a sospirare il sex appeal,il fascino,la bellezza,e le indubbie qualità recitative. Pertanto,le fattezze del suo carattere derivano da quello che sono riuscita a percipire di lui in interviste,dichiarazioni,eccetera ecceterone.
Ok,devo pubblicare,anche perchè mamma m'ha sgamata con il pc acceso e mi sta facendo i maroni a sogliola perchè vuole che chiuda -.-
Orsù,mi rifugio nel mio angolino obscuro a dondolarmi come una psictoica e a mangiarmi le mani a morsi!
A presto,esploratrici delle menti perdute!


Laila

  
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