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Autore: kahlan90    29/08/2011    5 recensioni
Sono passati due anni dalla morte di Shuichi Akai, ma Jodie Starling non riesce ancora a dimenticare e in una notte tormentata di Agosto capirà che neanche una nuova vita riuscirà a cancellare il suo passato.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Confessione di una Notte

 

Ricordo quella notte come se fosse passato un solo istante. E come potrei dimenticare.

Ricordo quando quell’agente della polizia giapponese mi confermò il mio più temibile timore e io rimasi lì senza dire una parola , immobile, abbassando leggermente lo sguardo. Quando finalmente fui sola in macchina piansi a dirotto, accovacciata sul volante della mia auto. Avevo perso Akai per sempre.

Misi la prima e partì, sfrecciando a tutta velocità in una Tokyo buia, deserta, impassibile al mio dolore. Sapevo bene dove ero diretta. Arrivata a destinazione, scesi dall’auto. Non c’era nessuno. Buio fitto. Silenzio assoluto. Mi  appoggiai al guardrail  e mi sporsi, provando una sensazione di vuoto. In quel momento un terribile quanto macabro pensiero attraversò la mia testa come un lampo. Lo scacciai poco dopo , ma non nascondo che esitai qualche minuto prima di farlo, prima di prendere la consapevolezza che quella non era la cosa giusta da compiere. Mi voltai verso la mia sinistra e vidi che l’asfalto portava ancora le ferite dell’accaduto di poche ore prima.

L’ho sognata dieci, cento, mille volte quella terribile notte e a niente sono valsi i tentativi di chiudere quel ricordo nell’angolo più remoto della mia mente. Più ho cercato di depositarlo nel più alto scaffale del ripostiglio della memoria, più è riemerso con forza, sempre  nitido lì davanti a me.

Dicono che il tempo aiuti a dimenticare, ma il mio ricordo , dopo quasi due anni, non si è ancora sfocato e al  primo momento di debolezza la ferita che porto  nel cuore si riapre  e ricomincia a sanguinare.

Stanotte è accaduto di nuovo  e non riesco più a chiudere occhio. Tremo e sudo freddo. Mi alzo e apro la finestra: ho bisogno proprio di una bella boccata d’aria.

New York dorme tranquilla e i suoi grattaceli si stagliano nel cielo stellato  di una notte d’agosto.

Provo un’incolmabile sensazione di malinconia e così la prima cosa che mi viene in mente è dirigermi verso il comodino, aprire il cassetto e ….. No, so che non lo devo fare. Me lo sono ripromessa chissà quante volte. So che soffrirei di più se lo facessi.

Ma cosa mi importa ormai di provare maggior dolore?

Apro il cassetto . Ne sono sicura. Deve essere ancora lì.

Eccola.

Appena la vedo, mi pento subito di quello che ho fatto.

Eravamo noi due quando felici sorridevamo ad un passante di Central Park  che si era reso disponibile ad immortalare un momento indimenticabile di felicità.

Provo una sensazione di dolcezza, ma allo stesso tempo di tristezza e  mi accorgo che due lacrime, quasi timide, fanno la loro comparsa lentamente dai miei occhi, rigandomi le guance.

E io le saluto. Ormai sono le mie amiche preferite da due anni a questa parte.

Mi avvolge un vortice di ricordi. Lascio cadere la foto per terra. Dentro di me una voce urla: “No, non voglio che accada” e un’altra “ Non puoi scacciarmi: io sono il tuo passato e vivrò con te anche nel futuro.”

E in un attimo mi ritrovo nel mio vecchio appartamento di Tokyo sotto una doccia tiepida e sento un campanello suonare. Metto l’accappatoio e mi precipito ad aprire, urlando”Eccomi”.

Apro senza chiedere chi sia e mi ritrovo una sorpresa davanti. E’ lui. “Strano”penso, ma nemmeno un attimo dopo sento le sue mani che mi si posano sui fianchi e che mi spingono indietro.

Chiude la porta dietro di sé e , senza dire una parola, mi spinge verso il muro.

“ Ci ho pensato molto, Jodie. Credi che se faccio una cosa, questa possa influire sul nostro lavoro?”

Io so a cosa si riferisce, ma maliziosamente gli rispondo:” Dipende da cosa”

“Vuoi che lo scopriamo?” dice lui , stando al gioco.

La sua voce è sensuale, mentre comincia a baciarmi il collo lentamente.

Quando tocco le sue labbra mi sembra di avere già raggiunto il nirvana. Mi accompagna verso il divano , abbracciandomi e sfilandomi dolcemente l’asciugamano.

Le sue dita accarezzano tutte le parti del mio corpo e sento il suo sussurro nell’orecchio” Sei stupenda”

Sento che è parte di me. Ho paura. Ora ho paura di perderlo.

La mattina dopo mi sveglio. Lui accanto a me non c’è. Guardo il suo cuscino e vedo che sopra c’è un biglietto:

“Ci vediamo a lavoro. Io ho  un lavoretto da svolgere stamattina con Camel. Kiss”

Penso “ di poche parole come al solito, ma ... Non sei freddo come sembri, Shu.”

 

Ritorno in me. Accidenti ho ricordato di nuovo e ora le lacrime scorrono a fiumi sul mio volto.

L’ho amato, lo amo e lo amerò per sempre.

Eppure quella notte d’amore che ho appena rimembrato ha un sapore così effimero.

Così effimero al pensiero di quello che è accaduto pochi mesi dopo.

 

“Jodie…”

“Si…”

“Ho pensato a noi due e ho preso una decisione.”

Non rispondo. In quell’istante il mio cuore perde qualche battito.

“Frequento una ragazza dell’organizzazione e non ….”

Lo interrompo e gli faccio una domanda stupida:” Ma per lavoro giusto? “

“ All’inizio l’ho considerata solo una pedina del mio piano , ma poi le cose sono cambiate… Dimenticami…”

Quello che ho temuto, è avvenuto in un secondo, facendomi precipitare nel baratro  assoluto.

Lui freddo dice:” Meglio se non ne parliamo più.” E esce dall’auto,chiude lo sportello, sale nella sua Chevrolet nera e , senza nemmeno voltarsi, sfreccia via.

 

Dopo allora, mi sono accontentata di averlo accanto nel lavoro , nelle missioni più pericolose e lui non ha mai esitato a proteggermi e a darmi quella sicurezza in me stessa che a volte ho faticato ad avere.

Da quando se ne è andato tutto il dolore provato per la separazione e tutta la sofferenza provata per la sua morte si sono sommate , dando luogo ad un fardello davvero troppo pesante da sopportare per me.

Provo ancora rabbia contro Rena. Lei è un agente della Cia e avrebbe potuto salvarlo, inventarsi un piano, un rimedio, qualcosa per non compiere quella terribile esecuzione di cui quegli uomini malvagi l’avevano incaricata.

E non mi  importa di quello che  James mi ha ripetuto tante volte. Del  fatto che Akai si è sacrificato per la missione, per una missione da portare a termine nel migliore dei modi. Del fatto che Kir non ha avuto scelta. C’è sempre una possibilità di  scelta nella vita.

Ho pianto quando ho riposto il mio distintivo dell’FBI  nelle mani del  capo. Ma quella non era più la mia missione.

Ora sono solo Jodie Starling , insegnante di inglese.

Ho rinunciato a tutto , ma in fondo non ho rinunciato a nulla. Avevo perso già tutto in partenza. A cosa rinunciare?

Forse in questo momento Shu mi sta osservando.

Se fosse qui, di sicuro mi direbbe che sono una stupida e che non ho mai avuto la stoffa per essere un agente. Perché un agente dell’FBI non rinuncia al suo mestiere per così poco. Anzi questo “così poco” fa parte del suo lavoro e bisogna metterlo in conto.

Forse un giorno mi pentirò di ciò che ho fatto.

Intanto ho smesso di piangere .

Raccolgo la foto da terra e la ripongo al suo posto. Mi metto di nuovo a letto con la consapevolezza che probabilmente quella non sarebbe stata l’ultima notte del genere.

Domani la sveglia sarebbe suonata presto . Destinazione:  New York Center School.

 

 

Ciao a tutti! Questa è la mia prima fic su Detective Conan, e ho deciso di dedicarla ad un personaggio che all’apparenza può sembrare secondario, ma che ha comunque una sua personalità e importanza.

Il fatto che Jodie e Akai siano stati insieme non è una mia invenzione, come si scoprirà nelle prossime serie dell’anime non ancora trasmesse in Italia! Nonostante nella mia fan fiction , dia per  presupposto che Akai sia morto, in realtà spero ancora sia vivo !:)

Spero che vi piaccia, lasciate un commentino se volete!!

kahlan90

 

 

 

 

 

 

 

  
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