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Autore: AgnesDayle    29/08/2011    4 recensioni
Tra i quartieri alternativi di Brixton, Shoreditch e Camden Town la vita di Agnes Dayle è destinata a legarsi ad un gruppo rock emergente, e in particolare a due dei suoi componenti: Ian e Colin. Due giovani londinesi molto diversi tra loro che in comune hanno solo una passione, quella per la musica, e un certo interesse per Agnes.
Accompagnata dalle migliori canzoni rock di sempre, Agnes sarà catapultata in un mondo senza tempo fatto di concerti, feste sfrenate e personaggi eccentrici.
DAL PROLOGO:
"Quando verranno a chiederti del nostro amore, un amore così lungo tu non darglielo in fretta." Un ingorgo di parole premeva sulle labbra serrate ma quella promessa, almeno quella, l'avrebbe mantenuta. Non avrebbe omesso nulla. Avrebbe parlato della grande passione che li aveva uniti, dell'abisso nero e profondo in cui era stato facile perdersi e di un legame, d'affetto e d'amore, l'unica luce che non sarebbe mai andata via.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sutcliffe' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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capitolo 6


Tonight, so bright tonight


-Ci siamo persi- si lamentò una voce dietro Agnes. Non seppe riconoscerla con sicurezza. Dave o forse Karl, o come diavolo si chiama il bassista.
Qualcuno mugugnò spazientito -Non ci siamo persi- l'inconfodibile voce di Colin.
Passò qualche minuto prima che la stessa persona tornasse all'attacco.
-Amico, è inutile che lo neghi. Ci siamo persi. Questo buio poi mette un'angoscia- si lamentò rabbrividendo.
-Karl, non rompere. Woody mi ha spiegato la strada-
Ad Agnes non sfuggì il tono un po' incerto con cui aveva parlato.
L'amico sbuffò sonoramente-Ma non senti questi rumori? Saranno dei cani da guardia. Già immagino, domani ci troveranno tutti a pezzettini-
Di rumori se ne sentivano ma nulla che facesse pensare a qualche bestia feroce. Ciò nonostante anche Agnes iniziava a spazientirsi. Ormai da mezz'ora vagavano per quel bosco e aveva la netta impressione che Karl avesse ragione. Impressione sicuramente accentuata dal fatto che non avesse idea di dove Colin la stesse portando.

-Venerdì esci con noi-
Aveva esordito così, dal nulla. Non era una domanda, né un invito. Un'imposizione. Colin era fatto così. Si faceva prendere dalle novità con un'esuberanza degna di un bambino e, proprio come un bambino, non ammetteva mai un no come risposta.
Agnes si era quindi limitata a chiedergli quali fossero i programmi e, di fronte al suo sorrisetto enigmatico, aveva sbuffato e insistito ancora.
-Niente da fare, ti rovinerei la serata se te lo dicessi!-
-Ma dimmi almeno come devo vestirmi!-
-Come ti pare- le rispose stringendosi nelle spalle con fare indifferente.
Davanti al broncio di Agnes, però, capì che doveva darle almeno qualche indizio.- Magari osa un po', qualcosa di particolare- Stava per allontanarsi dal bancone quando tornò indietro con un sorriso furbo -Ma porta il costume, mi raccomando!- Poi sembrò pensarci ancora un po' prima di aggiungere-Ed eviterei scarpe scomode-

Ed eccoli lì, tre ragazzi e due ragazze a vagare per i boschi di una località sconosciuta fuori Londra.
 
Si erano dati appuntamento al Kirchherr's, dove i ragazzi erano arrivati con mezz'ora di ritardo. Sorpresa aveva visto l'auto allontanarsi prima dal centro, poi dalla periferia. Avevano viaggiato per un bel pezzo e si erano fermati in mezzo al nulla.
Appena scesi dall'auto, Colin le si era avvicinato tenendo fra le mai qualcosa di ingombrante che Agnes non aveva riconosciuto subito.
-Ecco un capo d'alta moda tutto per lei, Miss Dayle!-
-Che cos'è?-
Per tutta risposta, Colin glielo piantò sulla testa con poca gentilezza.
-Un casco di protezione con annessa lampadina-Le spiegò divertito.
-Ahi! E cosa dovrei farci?-
-Seguimi e lo capirai-
Dopo appena qualche passo tra quella buia sterpaglia aveva ben capito cosa doveva farci. Evitare di fare qualche capitombolo!
Dopo dieci minuti, invece, aveva ringraziato la sua naturale predisposizione a fidarsi degli altri. Indecisa tra le scarpe da indossare, aveva preferito dare retta al consiglio di Colin ed evitare scarpe scomode. Quel giorno aveva piovuto e il terreno era piuttosto umido. I suoi stivali dovevano essere impresentabili ma almeno non era ridotta come Misaki, l'unica ragazza oltre lei di quel gruppetto di sprovveduti, che dall'alto dei suoi tacchi rischiava di cadere un passo sì e l'altro pure.

Dei suoni in lontananza destarono la sua attenzione.
-Sentite?-chiese a quel punto.
-Siamo arrivati-esclamò fin troppo sorpreso Colin. A quanto pare non era così sicuro di conoscere la strada come aveva detto qualche minuto prima.
Man mano che camminavano i suoni si facevano sempre più alti e Agnes li identificò come musica. Musica assordante in effetti.
Dave prese le mano di Misaki e si mise a correrre ululando verso la fonte di quei suoni. La bella giapponese urlava dietro di lui, forse più per il dolore ai piedi che per l'entusiasmo.
Il nervoso Karl li seguì poco dopo, lasciando Agnes e Colin dietro.
-Ma cosa c'è lì? Un concerto?-
Colin scosse la testa divertito.
-I concerti li trovi anche a Londra, non credi?-


***

Fu sufficiente allungare il passo per scoprire che posto fosse.
Era una villa. E lì niente di strano, se non fosse che si trattava di una villa grandiosa, una di quelle che Agnes aveva visto solo nei film. La struttura, tutta bianca, si articolava su tre piani caratterizzati da ampie vetrate che, grazie all'illuminazione, lasciavano intravedere la moltitudine di persone al loro interno. All'esterno il prato, perfettamente curato, era interrotto da una piscina dalla forma particolare, attorniata da grandi ombrelloni, salottini e sdraio.  Delle piccole luci, disseminate lungo il giardino, conferivano al tutto un'aria ancora più ricercata ed elegante.
-Conosci persone che possono permettersi un posto del genere?-Chiese con gli occhi incollati su quella villa da sogno.
-Certo che no- le sorrise scaltro Colin.
-E quindi che ci facciamo in un posto del genere? Ci imbuchiamo?-
-Mai sentito parlare degli Squatters?-
-Gli anarchici che occupano abusivamente le case?- domandò incuriosita.
-Proprio così-
-Ma...Una villa del genere?-
-Da un po' di tempo si sono dati al lusso!-
-Come fanno a passarla liscia?-
-Qui in Inghilterra non è reato l'occupazione abusiva. Basta evitare di farsi cogliere in flagrante durante lo scasso. Dopo bisogna solo non lasciare l'abitazione vuota: finché c'è qualcun altro dentro il proprietario non può farci niente!-
Nel frattempo erano arrivati presso la grande terrazza attigua all'abitazione. Era stracolma di gente: ragazzi e ragazze dall'abbigliamento più vario si dimenavano e urlavano mentre un gruppo suonava White Riot. Dall'interno proveniva, un po' attenuata per via delle vetrocamere, una musica diversa, anche se altrettanto chiassosa.
-Beviamo qualcosa- le disse all'orecchio mentre le prendeva la mano per non perdersi tra la folla.
Presero delle birre e iniziarono a ballare, scambiandosi ogni tanto qualche parola.
-E' una jam session...- iniziò a spiegarle -Gran parte di questi ragazzi sono dei musicisti. Ognuno aspetta il proprio turno per suonare qualche pezzo-
-Suonerete anche voi?-
-Non so. Ian all'ultimo momento mi ha detto che sarebbe venuto con altre persone-le spiegò un po' risentito -è fatto così:  a volte sei il suo più grande amico, altre scompare e non conti più nulla-

-Questa è bella!!!-Urlò divertito -Hei Oh, Let's Go!- gridò insieme agli altri al tempo di  Blitzkrieg Bop.
Ben presto i due iniziarono a pogare, contagiati dall'euforia dei ragazzi intorno a loro.
-Hei ragazzi- rimbombò una voce mentre qualcuno li afferrava per le spalle.
-Dave! Dove sei stato?-
-E' una sera che vi cerco!-
Dall'odore di alcol che proveniva dalla sua bocca e dalla voce strascicata, Agnes ne dubitava molto.
-Venite dentro, siamo tutti lì. Woody voleva salutarti-
Senza attendere una risposta, mise le sue pesanti braccia intorno alle spalle di Agnes e Colin per spingerli brutalmente verso l'ingresso.
L'interno era ancora più stupefacente. Attraverso una portafinestra si accedeva ad uno spazioso ingresso che in quel momento era gremito di gente. Dave li spinse verso un'altra stanza, bianca come il resto della casa, e da lì salirono al primo piano, affollato come gli altri.
-C'è da perdersi in questa reggia!-si lamentò Dave-Quel Woody ha proprio gusto, però! Dovresti vedere poi che gran belle...-
-Dave...-Lo riprese Colin.
-Eccoli-
Li abbandonò subito per andare di gran fretta da Misaki che non sembrava affatto felice e infatti gli rivolse uno sguardo di sufficienza prima di voltarsi e andare via con un'altra ragazza.
-Topolina, perdonami. Non riuscivo a trovare Colin-
Quando però la nipponica si fu allontanata, fece spallucce e si mise a parlare con una tizia lì accanto.
Ma l'attenzione di Agnes fu ben presto catturata da qualcos'altro.
Su un grande divano stavano seduti comodamente un gruppo di persone e, tra quelle, eccolo lì: Ian.
Uno di loro si alzò dal divano per venire loro incontro, subito seguito da Ian.
Lo sconosciuto aveva un'aria alquanto eccentrica. Non alto ma molto magro, portava i capelli indietro lasciando intravedere una calvizie incipiente. Il naso piuttosto pronunciato e la dentatura un po' cavallina facevano sì che la sua immagine fosse riconoscibile anche a distanza di tempo. Indossava una giacca dal taglio elegante sopra una tshirt dai colori accessi e dei pantaloni molto stretti che sottolineavano le gambe magre.
-Colin anche tu qui! Mi fa veramente piacere- esordì cerimonioso, come se fosse il padrone di casa.
-Woody, quanto tempo!! Ne hai fatta di strada da quando occupavi il 101 di Walterton Road-
Il tipo indicò la gente attorno a loro -Siamo cresciuti in numero e serve più spazio-
-Uno spazio molto lussuoso, a quanto vedo-
Woody agitò una mano in segno di noncuranza, mentre il suo sguardo curioso si posava su Agnes.
-Sempre il solito cafone, Colin. Non dovresti presentarmi quest'incantevole ragazza?-
-Piacere, Agnes!-si presentò sorridente la giovane.
-Che adorabile fidanzata. E' proprio vero, le perle vanno...-
-Sono solo un'amica-si premurò di precisare lei quasi all'unisono con Colin.
Woody li guardò divertito prima di rivolgersi all'amico.
-Purtroppo io stasera sono impegnato- disse indicando un gruppetto di ragazze che, sedute sul divano, la guardavano minacciose -Ma posso presentarti il mio amico Ian! Ha dei gusti davvero difficili- spiegò avvilito.
Dopo l'ultimo incontro, Agnes non sapeva davvero che comportamento aspettarsi da parte di Ian. Se era un giorno no, poteva arrivare a fingere di non conoscerla. Se era un giorno sì, le avrebbe rivolto uno dei suoi rari sorrisi.
Giorno sì. Pensò con un sospiro di sollievo davanti all'espressione serena con cui il ragazzo la guardò.
-Ci conosciamo già. E' una barista del Kirchherr's-spiegò conciso.
"Sì, e un giorno le faccio da confidente e il giorno dopo la ignoro completamente" aggiunse scocciata nella sua testa.
-Ah, il locale dove suonate voi bambocci-
-Noi bambocci?!- domandarono all'unisono Ian e Colin indignati.
-Dimmi un po' caro Woody, quante offerte avete avuto tu e i 101'ers quest'anno?- Chiese Ian insinuante.
-Nemmeno una- rispose Colin scandendo ogni sillaba.
-Fottetevi!- si limitò a dire l'amico sbeffeggiato prima di rivolgersi nuovamente ad Agnes. -Allora barista, cosa può offrirti il buon vecchio Woody? Birra, whiskey, assenzio, Black-birds o magari qualche Blotter-Acid?-
-Una birra andrà benissimo- rispose scocciato Ian al suo posto.
-Ma io dicevo tanto per dire. Sempre permaloso-


***

Era brilla. Non aveva bevuto molto ma la birra aveva prodotto comunque il suo effetto. Una sensazione di leggerezza la avvolgeva così che tutto intorno a lei le appariva ovattato. Ballava da chissà quanto tempo. Il tempo aveva perso la sua importanza. Di importante c'era solo la musica e quel fastidio alle guance causato dal sorriso cristallizzato sul suo volto. Continuava a portare le mani sulle gote accaldate e indolenzite in un'espressione che doveva essere molto buffa visto che Colin rideva ogni volta.
La mente, fortunatamente, non aveva perso lucidità. Non aveva avuto problemi a capire le intenzioni di uno sconosciuto che l'aveva presa per i fianchi così da allontanarsi subito. Aveva rifiutato le pasticche che Misaki le aveva offerto. E si era goduta al meglio la serata.
C'era qualcosa, però. Qualcosa che la distraeva continuamente, che portava i suoi occhi lontano da Colin, Dave e tutti gli altri. Una curiosità che sconfinava nell'ossessione, un pensiero fisso. Senza rendersene conto lo cercava tra le persone intorno a lei e, quando lo individuava, si perdeva nella sua immagine.
Ian era sempre accerchiato da persone. Eppure qualcosa di lui trasmetteva un senso di isolamento, voluto e mai forzato. Uno strano pensiero, forse dettato dai fumi dell'alcol, la attraversò. Ian viveva in una perenne notte affollata e solitaria insieme, preferendo chissà per quale motivo danzare da solo.
I ragazzi intorno a lui, compreso quel Woody, pendevano dalle sue labbra. Gli ponevano domande e affascinati lo ascoltavano rispondere. Le ragazze, invece, facevano di tutto per attirare la sua attenzione. Gli portavano da bere, ballavano con lui e qualcuna osava anche di più. Il protagonista di quelle attenzioni non si mostrava mai indifferente o sgarbato. Era gentile, affabile con alcuni di loro. Davanti ad alcune domande, che Agnes non aveva potuto sentire, aveva risposto in maniera entusiasta e aveva parlato ininterrottamente per diversi minuti. Con le donne, poi, era sempre impeccabile e non aveva rifiutato alcun invito. Solo, non rispondeva alle loro avances come avrebbero voluto. Certo, le abbracciava e le stringeva a sè mentre ballavano ma non andava mai oltre. Agnes interpretò quell'atteggiamento come un'avversione verso gli atteggiamenti troppo audaci in pubblico. Avversione che non sembravano provare né Karl, impegnato in un discorso molto licenzioso con Misaki né Dave che, dopo aver fissato basito l'amico baciare la giapponese si era subito ripreso provandoci con la amica di lei, tal Jilian o Joanna.
-Ragazzi lasciatele respirare un po'- li esortò divertito Colin. Niente da fare, neanche lo sentivano.
 -Dai, non sta suonando nessuno ed ho chiesto a Woody di farci fare qualche pezzo-
A quelle parole i due lasciarono in modo rude le due malcapitate e quasi di corsa si avvicinarono agli strumenti messi a disposizione da Woody.
Colin si guardava intorno un po' contrariato.
-Dove diavolo si è cacciato?-
-Colin qui il silenzio comincia a dare fastidio. Qual è il problema?- domandò divertito Woody.
- Il problema è che non trovo il mio chitarrista-
-E io che ci sto a fare qua?-gli rispose quello indicandosi con entrambe le mani -Che c'è, non mi trovi alla vostra altezza?-
Colin gli lanciò un'occhiata scherzosa come a volerlo valutare.
-Vedi di non sbagliare troppi accordi- Disse avvicinandosi al microfono.
-E tu non prendere troppe stecche!-

***


Fin dalle prime note Agnes si mise a ballare, incurante del fatto che i suoi amici l'avessero lasciata sola in mezzo a quel gruppo di sconosciuti. Forse era l'alcol a donarle disinvoltura ma non voleva stare lì a pensarci. Voleva solo godersi la musica.
Presto, ognuno di quei volti a lei estranei scomparvero dalla sua visuale, lasciando posto a una figura più familiare e decisamente più magnetica. Ian, che sembrava nato per muoversi al tempo di quel pezzo, ballava poco distante da lei. Anche lui da solo. Lo guardò a lungo, ma soltanto quando lo sguardo risalì lungo la figura slanciata, fino a incrociare i suoi occhi, capì che anche lui le stava dedicando la stessa attenzione.
Ian non ballava davvero. Si limitava a muovere in modo quasi impercettibile la testa e il corpo e a portare in maniera distratta la sigaretta alle labbra. E questo bastava per farle provare un'attrazione mai provata in vita sua.
Quasi ipnotizzata da quelle movenze, Agnes non si rese conto che si era fatto vicino, molto vicino e ora, accennando appena un sorriso, sembrava invitarla a ballare. Trovò naturale adeguarsi ai suoi movimenti e si ritrovò a ricambiare quel sorriso. Si irrigidì solo un po' quando sentì la mano di Ian posarsi sul suo fianco sinistro. Il ragazzo sembrò cercare sul suo viso un segno di fastidio ma quello che vide dovette tranquillizzarlo perché quei pochi centimetri che li separavano continuavano a ridursi sotto il volere di Ian. Ormai il fianco di lei si muoveva come guidato da quella mano ferma e sicura tanto da aumentare la tensione del momento. Una tensione che, Agnes ne era convinta, avvertivano entrambi. Una tensione che si scaricò immediatamente quando Woody urlò al microfono -Donne in acqua!-
Mentre Agnes si sentiva smarrita in mezzo alle urla divertite dei ragazzi intorno, Ian le sorrise diabolico, la afferrò per i fianchi e se la caricò sulle spalle per poi dirigersi verso la piscina.
-No ti prego. Fa freddo-urlò Agnes allarmata.
Le suppliche non furono sufficienti a dissuaderlo.
Ma quando cercò di gettarla in acqua lei gli tirò con forza la tshirt trascinandoselo dietro.
E poi fu solo acqua. Acqua riscaldata, per fortuna. Una volta toccato il fondo della piscina si diede una spinta verso l'esterno e, quando riemerse, Ian era già lì ad attenderla.
-E' stupendo qui! A saperlo mi sarei gettato prima!- esclamò il ragazzo avvicinandosi a lei.
-Dimentichi che sono stata io a farti cadere-
-Solo perché te l'ho permesso!-
-Ma che bugiardo!- commentò lei piccata per poi mettersi a ridere quando lui iniziò a gettarle degli schizzi d'acqua in pieno volto.
Ben presto li raggiunsero anche gli altri ragazzi, con i quali ingaggiarono una vera e propria lotta a suon di risa e di schiamazzi.  

C'era qualcosa, in quella notte, di indelebile. Ma nessuno di quei ragazzi, dai caratteri così diversi e particolari, a volte anche complicati, se ne rese conto mentre accadeva. Presi com'erano dal divertimento, dalle risa e dalle urla non potevano capire che, in quella villa, avevano dato via a qualcosa di grande che li avrebbe per sempre cambiati.
 Quella notte si stavano consumando momenti irripetibili delle loro vite. Momenti così perfetti che in futuro non sarebbero più riusciti nemmeno a descrivere.





Note:

Ciao a tutti! Questo è un capitolo un po' particolare che merita alcune precisazioni.
Innanzitutto la figura di Woody è ispirata a Joe Strummer dei The Clash. Agli esordi si faceva chiamare appunto Woody e faceva parte dei 101'ers dal nome della casa che aveva occupato insieme a un gruppo di hippies.

Nel capitolo si fa riferimento agli Squatters. Si tratta di una piaga della società inglese dovuta, come spiega lo stesso Colin, a un paradosso della legislazione britannica. Vero è anche il fatto che di recente gli squatters hanno iniziato ad occupare case lussuose.

Nella scrittura di questo capitolo mi hanno influenzata, ancora più del solito, certe canzoni tanto che ne faccio riferimento anche nel testo:
Il momento in cui Agnes osserva Ian e le sue impressioni è ispirato da Dancing with myself. di Billy Idol
La canzone che mi ha ispirato il momento Agnes-Ian è Come on dei The Panderers (l'avrò ascoltata una decina di volte!!)
Infine il titolo del capitolo così come il periodo che lo conclude fa riferimento alla stupenda Tonight, tonight dei The Smashing Pumpkins.
Nel corso del capitolo ho anche menzionato altre due canzoni per rendere l'idea dell'ambiente che circonda Agnes: White Riot dei The Clash e Blitzkrieg bop dei Ramones.

Ringrazio sempre chi ha recensito e chi segue la mia storia e adesso mi rimetto al vostro parere!
Al prossimo capitolo
Agnes
















 
   
 
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