Sei riluttante, è dannatamente superfluo ammetterlo.
Hai cancellato tutto l’amore e tutta la stima che briosamente nutrivo nei tuoi confronti. Ti sei comportato come chi dice: “Io amo solo me”. Ho provato molte volte a capirti, ma mi sono sempre perso nei meandri del mio cuore; molto spesso non ti ho trovato. E’ dozzinale ammettere che sono stato con te troppo tempo senza neanche amarti,ma che oggi sei l'unico ricordo che mi dà pace; può apparire inusuale dirlo: ora al mio fianco ho qualcun altro.
 Leggendomi si penserà che se ho sprecato tempo a parlar di te vorrà solo dire che hai lasciato un segno nella mia vita: forse è vero! Sì, è vero!
Hai lasciato in me una lesione profonda, indistruttibile, incancellabile … indescrivibile.
Il mio corpo chino su di te ha sempre diffuso parole di pura, ansimante vogliosità; amavo stringerti tra le mie braccia e accalorare le fredde sere d’inverno nella calura delle tue mani bianche.  Lentamente le lasciavi scivolare sul mio corpo nudo e ansimante, ogni istante di te in me era come la morte che ti prendeva e ti faceva schiavo della tenebra più gioconda.  Mi sussurravi parole liete; ancor oggi t’immagino sprofondare il viso nei miei capelli, i tuoi capelli … t’immagino nudo accanto a me, tra le braccia di Morfeo, disteso con la schiena all’aria e la mano destra poggiata sul mio dorso: quasi a cingermi con te in quel sonno immenso, con il respiro calmo e rilassato di chi sa che domani sarà un giorno più bello.
Fumo annaspato una sigaretta, mi aiuta a stare meglio in questo momento d’incanti disilluso. Mi giro, mi rigiro, ma con me non c’è nessuno. Cerco quel sorriso che tanto amavo: non c’è, non c’è lì ad avvolgermi nella carezza più lieta e immensa. Sei già andato via.
So che le parole più sono e più vane divengono, ma quando il cuore soffre, l’anima ti trafigge il corpo con quella voce irta dalle più infime spine. Ti pungono, feriscono e uccidono. Poi come il sole con i suoi raggi in primavera RISORGI e sembra tutto così vano: l’aver sofferto per un amore a cosa è servito se oggi vivi con l’anima di un ragazzo felice, sereno... Poi i tuoi occhi vivono di gioia, un'ilarità immane... tra le sue braccia tutto sembra più vita.
 -Oh Susan, grazie di esistere- le sussurro ripetutamente, ogni volta che ne sento il bisogno, ogni volta che ho BISOGNO di sentirmi felice. Ogni volta che m’illudo di averlo dimenticato, ogni volta che lui non sembra più un triste ricordo, ma poi riecco, risulta sempre più reale … sempre più “vivido”. Mi accompagna nel cammino della vita come l’ombra che inconsciamente mi porto dietro. So che mai potrò fare a meno di lui: Jude è sempre non è mai.
Mi RIaccontento di vederlo per quelle poche ore che la vita mi regala, mi bastano per sentirmi vivo. Mi bastano per fingere che sia, questo, quello che realmente desidero. In cuor mio so che non è così, so che ho bisogno del suo amore costantemente; del suo strano modo di amare senza mai dirmi: TI AMO.
Molto spesso mi sento stremato dall’involontaria consapevolezza che, per ogni arrivederci, l’immensa gioia del NOSTRO amore si trasforma, trapassandomi anima e corpo, nel MIO dolore. Tornerà, mi accontenterò, saprò godere di quell’attimo di eternità e poi consciamente lo lascerò.
“Arrivederci amore mio”, solo detto così non si presenta come un addio.