30/08/2011
5 recensioniDichiarazione: questa fanfic è frutto della mia fantasia, non vuole offendere nessuno e non riflette la vera natura o le preferenze sessuali dei personaggi. Non possiedo i suoi protagonisti e di questo ne soffro ogni giorno.
Siamo sicuri di poterci fidare della persona che amiamo? Non sempre le perosne sono come ci sembrano.
Attenti! Il lupo sta per uscire dalla pelle di pecora: GNAM!
Ultimo atto
Los Angeles, aprile 2012
Nell’ampio soggiorno di casa sua, l’attore Colin Farrell, si muove avanti e indietro come un leone in gabbia, in effetti, è così che si sente, senza una via di uscita e con la rabbia che gli esplode dentro.
Comodamente sdraiato su una poltrona, come se fosse casa sua, lo guarda beffardo il suo “amico” Jared Leto.
Amico, così Colin lo considerava fino a poco fa.
Si erano incontrati in un pub, Jared gli si era avvicinato e Colin era felice di quell’incontro inaspettato, poi si era reso conto che non era stato casuale, Jared lo era andato a cercare apposta. Da una lieta serata fatta di bei ricordi rivissuti insieme, si era trasformata in un incubo, un macigno stava schiacciando Colin, e quel macigno lo spingeva il suo amico: Jared.
Dopo circa un’ora, quando Jay aveva ormai scoperto le sue intenzioni, si erano spostati a casa di Col, per parlare o meglio discutere senza essere ascoltati.
Colin stava impazzendo per ciò che gli aveva detto Jared e perché era proprio lui a dirlo, a tradirlo, a ferirlo. Beveva e fumava senza più smettere, il cervello non riusciva a ragionare mentre Jay se ne stava placido, sicuro di sé, fermo nella sua decisione, derideva Colin solo con il suo sguardo e Col doveva abbassare la testa per non vederlo e provare almeno a controbatterlo.
- Non puoi farmi questo, non tu, non dopo tutto quello che abbiamo vissuto insieme.
- Ma cosa c’è stato? Diamo il giusto nome alle cose, condividere insieme qualcosa non vuol dire nulla di più, non è un patto di sangue.
- Tu mi stai pugnalando!
- Sei melodrammatico. Ti chiedo solo dei soldi. Tu ne hai molti, molti più di me. Devo ammettere che finanziariamente hai avuto molto più successo di me. Non te ne accorgerai neanche.
- Non è un prestito ciò che mi stai chiedendo!
Sussurrò disperato Colin.
- Io ho bisogno di quei soldi e tu me li darai. E continuerai a darmeli ogni volta che lo vorrò.
Jared quasi lo gridò a denti stretti, soddisfatto di tenerlo in pugno.
Aveva uno sguardo allucinato, cattivo. Colin non lo riconosceva, era sicuro che si facesse di qualcosa, sicuramente era sotto l’effetto di qualche droga e forse per questo aveva bisogno di soldi, ma arrivare al ricatto. Colin ne era distrutto.
Jared vuole i soldi subito, non vuole aspettare, insiste. Vedere Colin spaventato e disorientato lo diverte, sa come ferirlo con le parole e non gliene risparmia una, sembra che ci goda a vederlo debole, con le spalle curve e gli occhi persi nel vuoto.
Colin sfugge ancora di più da quegli occhi, ora gli mettono paura.
Alla fine, tremante, Col si siede alla scrivania e comincia a compilare assegni. Jared lo guarda soddisfatto, compiaciuto del suo potere, ma non riesce a tenere a freno la lingua neanche ora che lo vede completamente arreso. Si siede sulla scrivania, dandogli le spalle e dicendogli sprezzante:
- Sei così patetico! Se ti vedessero i tuoi figli!
Colin alza lo sguardo, le ultime parole pronunciate da Jay gli fanno scattare qualcosa dentro, lo hanno colpito direttamente al cuore. Senza pensare, senza ragionare, all’improvviso, afferra il tagliacarte appoggiato sulla scrivania e colpisce violentemente un fianco di Jared. Questo si volta stupito, sgrana gli occhi, non ha parole questa volta per offendere, neanche quando Col lo colpisce ancora, e ancora, fino a quando Jay cade a terra. Apre più volte la bocca ma nulla esce dalle labbra ormai esangui, una grande macchia si sta espandendo sotto il suo corpo e con un forte tremore, spalanca gli occhi e muore.
Col gli si avvicina esitante, vede gli occhi celesti fissare il soffitto, senza più vita, spaventato getta a terra il tagliacarte, le sue mani sono sporche di sangue, cerca di pulirle con la sua sciarpa appoggiata alla poltrona, ma il sangue non va via. E’ sconvolto, guarda Jay immobile, guarda le sue mani, non può resistere, e con un grido di disperazione si volta verso la finestra, vi corre incontro e si butta giù.
Un volo di 27 piani, nel più totale silenzio.
.
.
.
.
.
Nel soggiorno non si ode più nulla, è stato teatro di urla, pianti, risa beffarde per quasi due ore, adesso tutto è silenzioso.
.
.
.
.
.
Un forte applauso esplode all’unisono, le luci si riaccendono, un vocio di approvazione proviene dalla sala, qua e là c’è chi grida BRAVO! BRAVI!
Fra gli applausi un sorridente Jared si rialza dalla scena e Colin vi rientra da dietro le quinte. Insieme, al centro del palcoscenico, ringraziano il pubblico, fanno entrare gli altri attori del dramma e il regista e tenendosi tutti la mano si inchinano.
Col guarda Jared, il suo Jared, ha un sorriso enorme, lo sguardo dolce, è il suo Jared, il ricattatore è morto.
Anche Jay si volta verso Colin, le spalle ora sono dritte, emana la sua forza, è il suo uomo ora.
Nota: la parte che va - dalla scrivania al pulirsi le mani - è presa dalla Tosca di Puccini, quando lei uccide il suo ricattatore Scarpia perché se la voleva scopare (scusate il termine ma è quello giusto); fosse stato quello il motivo del ricatto Colin non lo avrebbe ucciso di sicuro ;)