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Autore: Aesir    30/08/2011    1 recensioni
Questa è la precedente versione della fanfiction "Le Ombre sopra il Mondo Emerso - Il Sigillo della Morte"
Genere: Azione, Dark, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dubhe
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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[…] Per rovesciare dal trono il Re del Cielo
scendiamo in guerra, se la guerra
è il meglio per riconquistare il diritto perduto,
ma possiamo sperare di farlo solo se
il destino eterno s'arrenderà alla volubilità
della fortuna, e solo se su questa contesa
sarà il caos ad emettere il suo giudizio”

-John Milton, Paradise Lost, Book One

 

Prologo: CONGIURA

 

Quando la morte mi chiamerà
forse qualcuno protesterà
dopo aver letto nel testamento
quel che gli lascio in eredità.
Non maleditemi non serve a niente:
tanto all'inferno ci sarò già

- Fabrizio de Andrè, Testamento

L'assemblea si sciolse lentamente e i presenti abbandonarono uno ad uno la casa. Rimasero solo Dubhe e Learco, nel buio pastoso di quel luogo che odorava di muffa. Lei gli aveva tenuto gli occhi piantati addosso per tutto il tempo, mentre gli incappucciati sfilavano fuori silenziosi.
Che cosa ti è venuto in mente?”, sibilò. “Ti ho dimostrato che sei libera di fare ciò che devi.” La voce di Learco era salda e la sua calma irritò Dubhe.
È una questione che riguarda solo me! Perchè hai messo in mezzo questa gente?”
Lui sorrise con amarezza. “Io sono uno di loro, Dubhe, sono stanco di abbassare la testa. Sono anni che mi nascondo dietro il nome di mio padre. Gli ho dato tutto: la mia innocenza, i miei sogni, persino il mio sangue. E ho avuto in cambio solo il suo sguardo gelido e il suo disprezzo. Io sto diventando come lui, e questo non lo voglio. Per tanto tempo mi sono detto che non c'era altra via che ubbidire. Lui sarebbe morto e io avrei continuato a perpetrare le sue stragi, perchè ormai mi ero spinto troppo oltre per tornare ad essere quello che ero. Ma non è vero. Me l'hai insegnato tu, e tu sei la ragione per cui mi trovo qui adesso. Voglio che tu mi aiuti a farlo, Dubhe.”
Ecco, pensò la ragazza. L'incanto è rotto. Di nuovo, sono nelle mani di qualcuno che vede le cose non come stanno in realtà, ma come vuole che siano. E un nuovo pensiero la colpì, duramente. Un giorno ti scontrai con la verità, le tue illusioni crolleranno, e morirai stupidamente. E allora a che sarà servito tutto questo?
Learco la scosse un attimo: “Dubhe?”
Al diavolo. Io ti userò come ho usato gli altri prima di te, con la stessa disinvoltura.... ma non posso. Non posso! Che devo fare?
E va bene!”, esclamò dunque. “Stai sbagliando, non lo capisci? Io lo ucciderò, e tu non potrai mai amarmi perchè in me vedrai solo un'assassina. È questo che vuoi? Se lo è, se vuoi passare il resto della vita a odiarmi, dimmelo, e facciamola finita! Mi rifiuto. Me ne andrò, e non sentirai più parlare di me. Io non sarò un riscatto su tuo padre, mi hai capito?”
Learco la guardò, sbigottito. Solo allora Dubhe si rese conto d'aver urlato. “Mi dispiace”, sussurrò. Si avvolse più strettamente nel mantello, calandosi il cappuccio perchè lui non potesse vedere le lacrime che le bagnavano le guance, e fece per andarsene.
Perchè non piove, dannazione? Perchè il tempo non risponde al mio umore? Si sarebbe sentita molto meglio con la pioggia battente, lampi, tuoni, il finimondo, in pratica, invece di quella notte che più che altro sembrava invitarli a gettarsi insieme in un letto.
Dubhe...” mormorò il principe. Lei si voltò a guardarlo. Ora nei suoi occhi era riapparsa quella tristezza sconfinata che i pochi giorni felici sembravano aver scacciato. “Dubhe, ti prego. Voglio stare con te, solo questo. Non potrei mai disprezzarti, mi capisci? Sei... sei... sei l'unica cosa buona che mi sia mai capitata...”
La ragazza sentì il suo cuore sciogliersi a questa dichiarazione, ma si impose di restare fredda. Fu un enorme sforzo di volontà, ma ci riuscì. “Learco... la morte di una persona amata non è mai naturale. Dentro di te, non potrai fare altro che chiederti se non ci fosse stato un altro modo. Lo so, perchè ci sono passata. Ho ucciso una persona che amavo, l'ho avvelenata. E ancora oggi non riesco a perdonarmi. Ti prego, non...”
Si fermò. Aveva gli occhi lucidi per il pianto. Learco l'abbracciò, non riuscì a fare altro. Lei rispose quasi con disperazione, poi si staccò. Gli pose un bacio sulle labbra. “Addio.”
Lui la trattenne. “No, Dubhe. Ascolta, te lo prometto, non me la prenderò mai con te.”
La ladra lo fissò, un sorriso amaro sulle labra. “Credi davvero che siano cose che puoi promettere o no?”
Ti prego, io ti amo. Non ti basta questo?”
"
Non è questo il punto. È che...”
È che?”
Basta, va bene? Me ne vado! Addio, Learco.”
Si alzò, senza che stavolta lui riuscisse a trattenerla, e imboccò la porta. Forse, se ci fosse stato il temporale che tanto desiderava, ci sarebbe anche riuscita. Invece quella notte tranquilla la turbò a tal punto che richiuse di scatto la porta.
Non posso”, singhiozzò. “Non ce la faccio.”
Rientrò, fronteggiando il principe. “E va bene. E va bene! Farò ciò che vuoi!”
Abbassò la voce e si chinò verso di lui, parlando con tono più calmo di quanto non si credesse capace. “Learco, sto mandando all'aria tutto ciò in cui credo, per te. Lo sto facendo perchè ti amo. Fammi soffrire, e giuro che ti ucciderò.”
Non accadrà, vedrai. Stai facendo la scelta giusta.”
“Non dirmelo!”, gli urlò in faccia. “Non dirmelo.”, ripetè a voce più bassa. “Non sarà mai giusto ciò che sto facendo, lo capisci?”

Va bene. Posso darti un bacio?” Dubhe annuì. Rimasero stretti a lungo. Quando si staccarono, lo guardò negli occhi. “Ce l'hai, un drago?”
Sì, perchè?”
Prendilo, dobbiamo andarcene subito.”
Il cambio di discorso era stato così repentino da sconvolgerlo. “Perchè”, chiese, stordito.
Uno dei vostri vi tradirà.” e prima che Learco riuscisse a chiedere come lo sapesse, aggiunse: “L'ho letto, va bene? L'ho letto da come si muove, da come parla. Andiamo, prendi il tuo drago e spariamo. Vado a chiamare Theana.”
Chi?”
L'altra ragazza che era con me... non sono così stupida da buttarmi nella bocca del leone da sola.”
Va bene, ti aspetto nel giardino, fra un'ora. E... ti amo Dubhe.”
“Ti amo anch'io.”

Eppure, mentre lo diceva, sentiva una nota discordante suonare nelle sue orecchie.
Perchè?

 

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Permetto di non essere mai stato un gran fan della relazione tra Dubhe e Learco. Con questa fiction, che proseguirà fino ai tempi "ufficiali" delle Leggende, vedrò di "rimettere a posto le cose".
Inoltre, come mia tradizione, vi avverto che eventuali citazioni interne al fanverse (quindi dai libri delle Cronache/Guerre/Leggende) NON saranno segnalate, ma lo saranno quelle esterne al fanverse (quindi per esempio da Alien... anche se non riesco ad immaginare che potrebbe c'entrare ^ ^) Le citazioni interne al fanverse saranno utilizzate in situazioni più o meno analoghe a quelle "ufficiali": invito eventuali lettori a scovarle tutte.
Buona lettura!
   
 
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