Aveva atteso molto quella festa, la notte di Ferragosto. I fuochi d’artificio, la musica, le risate, gli avrebbero di certo dato tutto il tempo per mettere in atto il suo piano.

Già aveva trovato una donna perfetta per l’occasione: alta, bionda, con un fisico mozzafiato e due occhi più chiari del ghiaccio. L’aveva notata subito, appena arrivato all’albergo; infondo non poteva non notarla, in mezzo a centinaia di ragazzi e ragazze, lei era l’unica che pareva realmente una donna, di classe e raffinata. Forse era anche ricca ma a lui non interessavano i soldi.

Come previsto, la cena iniziò alle 20.30; deliziose portate ornavano i lunghi tavoli del buffet, champagne veniva versato a non finire nei bicchieri dei giovani, e la sala, illuminata dal leggero brillare del fuoco delle candele, sembrava risplendere della festosità di quella festa religiosa resa pagana dal tempo.

Lui, con la camicia bianca perfettamente stirata e un paio di jeans scuri, faceva certamente la sua figura, dimostrando meno anni di quanti in realtà avesse; d’altro canto, la bellezza era la sua arma vincente, oltre l’astuzia, per far cadere le sue vittime nella trappola. Una trappola mortale.

In mano teneva una rosa rossa, come la passione, come il sangue.

Lei, elegante e di classe come sempre, vestiva un abito lungo fino al ginocchio, bianco, simile ad una veste dell’Antica Grecia, che le faceva risaltare l’abbronzatura leggermente ambrata; i capelli erano racchiusi dietro la nuca in uno chignon, e alcuni boccoli biondi le ricadevano morbidi sul volto sapientemente truccato.

L’uomo le si avvicinò, porgendole la rosa e con in volto quel suo sorriso a cui nessun essere umano femminile sapeva resistere. Di risposta la donna sorrise, leggermente imbarazzata, e, porgendogli la mano, si presentò.

Julia Skye.

Nella mente dell’uomo un essere maligno esultava; ormai la sua preda era in trappola.

Si sedettero allo stesso tavolo e cenarono insieme, scambiandosi opinioni e molti complimenti, soprattutto da parte di lui.

Dopo il dolce, lui propose di passeggiare sulla spiaggia ed evitare la chiassosa festa, a cui sicuramente avrebbero partecipato solamente ragazzini. La bionda accettò di buon grado; quell’uomo affascinante la stava pian piano conquistando.
 


 
 
La luna piena rifletteva la sua luce sul mare calmo e perfettamente piatto, creando un’atmosfera mozzafiato, proprio come nei film romantici. Ma quella scena non era esattamente dolce.

Lei, sempre bella e delicata come la porcellana, giaceva morente al centro esatto della spiaggia, mostrando evidenti segni di stupro. Le gambe spezzate le avevano impedito la fuga, il braccia legate l’avevano costretta al volere dell’uomo. L’ultimo spiraglio di vita le dava la possibilità di pregare, pregare che il suo assassino venisse preso, pregare che anche lui soffrisse come lei aveva sofferto. La gola tagliata non le permetteva di proferire alcun suono, ma le sue preghiere erano più forti che mai, amplificate dal suo cuore che ormai smetteva di battere.

L’uomo, intanto, si allontanava dalla sua vittima soddisfatto, e cancellava dietro di se le tracce della sua presenza. 




Ehm, sì, lo so, fa schifo >.<  Inizialmente l'avevo scritta per il concorso 'One-shot dell'estate', ma non ero riuscita a terminarla in tempo quindi ne ho pubblicata un'altra e questa me la sono tenuta per me. Perchè scrivere di un assassinio, io che di solito penso sempre a unicorni e arcobaleni ?? Colpa di NCIS!
Baci
Manu