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Autore: Mia Swatt    30/08/2011    11 recensioni
Isabella Marie Swan Cullen, ormai vampira da cento anni, non riesce ad accettare la sua trasformazione – per mano di Alice – avvenuta dopo la tragica morte di Edward. Tutto si svolge come scritto dalla Meyer: Edward lascia Bella dopo un diciottesimo compleanno disastroso, ma succede l’irreparabile. Bella non arriva in tempo a Volterra e vede il suo grande amore perire sotto la morsa di Felix. Tornata a Forks, insieme ai Cullen, la ragazza non riesce a superare la perdita, così tenta il suicidio. Alice, troppo scossa per la morte del fratello, non vuole perdere anche Bella – perciò la trasforma. Passano diversi decenni da quel giorno. Bella, a fatica, riesce a perdonare la piccola vampira trovando un macabro senso di poesia in quel gesto. Alice, secondo Isabella, le ha donato la forza per contrastare i Volturi, vendicando così Edward. Ma tutto cambia quando arrivati Londra, i Cullen fanno la conoscenza di uno studente particolare: Eric Hunter.
Genere: Fantasy, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon
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Buon pomeriggio a tutti! Come ve la passate? Eccomi qui con una nuova piccola storia su Twilight. Premetto che bisogna LEGGERE QUI prima di iniziarla, per il semplice fatto che i miei vampiri sono un pò diversi da quelli della Meyer. Cominciamo:
1. I vampiri - in questa ff - non brillano al sole;
2. I vampiri hanno i canini! Non sono sempre presenti, si allungano quando hanno fame. Il solito, insomma XD
3. Possono stare sotto il sole, ma un'esposizione troppo prolungata li indebolisce.
Credo sia tutto. Le loro abitudini "culinarie" sono sempre le stesse e gli occhi anche. Ambra se bevono sangue animale, rossi se bevono sangue umano e, infine, neri, quando sono arrabbiati parecchio o eccitati.
Ma adesso bando alle ciance, ecco a voi il capitolo! :)


POSSIBILILY

« Queste gioie violente hanno fine violenta.
Muoiono nel giorno del loro trionfo,
come il fuoco e la polvere da sparo,
che si consumano al loro primo bacio. »
William Shakespeare, Romeo e Giulietta. Atto II, scena VI.


PROLOGO

Correvo. Era l’unica cosa che potevo fare. Che volevo fare. In gioco – questa volta – non c’era solo la sua vita o la mia. In questo momento tutta la nostra esistenza era appesa ad un filo. Il mio cuore, la mia anima. Tutto era in procinto di scomparire da un momento all’altro. Cercavo di farmi largo tra l’immensa folla. Un altro rintocco. Mancava poco a mezzogiorno. Se non fossi arrivata in tempo, Edward avrebbe terrorizzato la piazza, costringendo i Volturi a rivelarsi. Ad ammazzarlo, per tutelare la loro specie. Dovevo fare presto.
Alice aveva detto che sarebbe stato più prudente – per noi – che lei si tenesse lontana dai suoi pensieri.
― Devi andare tu, Bella! ― aveva detto, senza scendere dalla macchina ― Se sente i miei pensieri crederà che menta e si affretterà!
― Dove devo andare? ― chiesi.
― Alla Torre Campanaria. ― rispose subito ― Sotto l’orologio. Corri!
Mi guardai intorno, titubante. C’era troppa gente, dannazione!
Un altro rintocco. Scattai in avanti, senza pensare alle persone che strattonavo. Senza pensare alle loro urla – in una lingua per me, per ora, incomprensibile.
Finalmente, dinanzi a me, vidi l’immensa fontana al centro esatto della piazza di Volterra. Puntai il mio sguardo e lo vidi. Edward era nascosto nell’ombra, stava aspettando il momento giusto per uscire allo scoperto. Dietro di lui, altre ombre si nascondevano nell’oscurità. Ombre scure, minacciose.
Edward! urlai, sperando che mi sentisse Edward sono qui! Sono viva! ma era tutto vano. Schizzai in avanti, attraversando la fontana. Sentivo l’acqua fredda inzupparmi le scarpe e il bordo dei jeans. Non mi importava.
Edward, no! doveva sentirmi. Invece niente…
Un altro rintocco, il penultimo. Ed io ero troppo lontana.
Chi era al telefono? domandai a Jacob.
È sempre in mezzo. sibilò, mentre il suo corpo veniva scosso da spasmi.
Ma chi era?
Bella, era Edward! disse Alice, disperata, entrando in cucina Pensa che tu sia morta.
Cosa!?
Sta andando dai Volturi… Vuole morire anche lui.
No! Non l’avrei mai permesso. Non potevo permetterlo. Perché se Edward fosse morto, io sarei morta con lui. L’ultimo rintocco mi fece gelare il sangue.
NO! urlai, ma fu tutto inutile. Edward scoprì i canini, tentando di gettarsi sulla piazza gremita di gente. Ma non fece in tempo. Due enormi mani bianche, ancora più pallide delle sue, gli afferrarono le spalle. Vidi il corpo di Edward venire fatto a brandelli, pezzo dopo pezzo. E poi più nulla.
Non proseguii oltre. Caddi in ginocchio a pochi metri dal punto in cui Edward si trovava qualche istante prima. Era la fine, pensai, la fine di tutto.


Eccoci qui! Spero che questo piccolo prologo vi abbia incuriosite un pò. Come avrete potuto leggere, ricorda un pò la prefazione di New Moon, ma i fatti e la conclusione sono parecchio differenti. Tutto si svolge secondo le dritte della Meyer: Isabella Swan si trasferisce a Forks, incontra Edward Cullen, scopre che è un vampiro, si innamorano e devono affrontare i pericoli che questo sentimento comporta. Arrivano James, Laurent e Victoria, scappano e tutto il resto, fino a quando Jasper - durante il suo diciottesimo compleanno - non tenta di attacarla. Edward commette la stessa scelta idiota e lascia Bella, perchè questa possa avere una vita normale... Rosalie avverte Edward che Bella è morta, il vampiro - lacerato dalla perdita - chiede ai Volturi di ucciderlo, ma Aro dice no, così decide di attaccare la folla a mezzogiorno affinché abbiamo un motivo per eliminarlo. Bella, questa volta, non arriva in tempo.
Il prossimo capitolo, cioè il PRIMO CAPITOLO, verrà postato Venerdì 2 Settembre, così da potervi fare un'idea maggiore della storia :)
  
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