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Autore: Zalayan    30/08/2011    0 recensioni
Immergetevi nel mondo di Harry Flynn, un ex-soldato che ha sofferto per gli errori fatti e si ritrova in una strana circostanza a rivivere le stesse scene, ma questa volta con grande coraggio.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vi ricordo che è solo un piccolo capitolo, come introduzione alla vera fan fiction. Sto lavorando tutt'ora agli altri veri capitoli, a breve saranno disponibili. Insomma, tutti gli argomenti e i personaggi in questo capitolo, saranno trattati specificamente più avanti Zalayan

Cap. 1 - Ti accompagno io
Driiiin, Driiin! Il campanello stava suonando ormai da tempo, ma Harry era indifferente, era immerso nei suoi pensieri, così rilassato sul suo letto.
Al quinto fastidioso rumore l’ex-soldato si alzò dal letto infilandosi di corsa una maglietta, per poi raggiungere la porta.
-Ehy Harry! Notizia fantastica: ti ho trovato un lavoro!!- era il suo amico Todd. Quando tornò dall’Afghanistan lo aiutò a dimenticare tutti quei brutti ricordi, gli fece rifare una vita; per il primo periodo pagò lui tutto quello che serviva, ma aveva uno stipendio misero e non sarebbe potuto andare avanti per molto: così iniziò a cercare un lavoro per l’amico e, anche se nel momento sbagliato, corse ad avvisarlo.
-Ooh Todd, ho qualche cosa conservata, non mi serve un lavoro…- Harry era pigro, non aveva più la forza di un tempo e l’idea di uscire di casa per fare qualcosa che non gli andava era terribile. Passava le sue giornate con i Crash Bandicoot, mangiava quasi sempre pizza e non usciva mai con gli amici. Todd pensava che un lavoro gli avrebbe fatto bene.
-E’ alla fabbrica di New Rich, mai sentito vero, ma sarebbe facile e un bel viaggio ogni mattina ti fa bene. – concluse ridendo.
Harry andò a sciacquarsi il viso e lavò velocemente i denti mentre l’amico aspettava nel salotto osservando curioso l’ambiente. Gli era subito saltata all’occhio un quadro parodia della gioconda: la sua faccia era stata sostituita da Gheddafi, e sullo sfondo si vedeva lui che lo sparava con un RPG. In giro c’erano un sacco di cianfrusaglie, sembrava la camera di un tipico adolescente americano.
-Che fai allora? Mi accompagni tu?- chiese Lenar quasi pronto per uscire.
Todd annuì, con lo sguardo verso il basso. Il lavoro gli era stato consigliato da Jerry, il proprietario degli della ditta. Jerry era un tipo scontroso e permaloso, fratello della ragazza di Todd. La moglie di Harry morì quando era in guerra, di infarto, e lui non poté fare niente.
-Harry, eddai! Ti muovi?- Todd era impaziente, aveva un impegno per le 13, e l’amico gli faceva perdere tempo prezioso.
-Sono pronto, andiamo.
Harry impostò il navigatore del suo cellulare e cercò la via riferita da Todd, e in un batter d’occhio l’apparecchio trovò la destinazione.
A bordo del furgone, mentre Harry guidava, il compagno guardava continuamente l’orologio, sicuro di perdere l’appuntamento con gli amici per giocare a Basket; chi avesse perso, avrebbe dovuto pagare tutte le volte che sarebbero usciti per 6 mesi. E lui usciva spesso! L’altro era impegnato a guidare osservando a scatti il navigatore con il pensiero fisso di perdersi. All’incrocio che avrebbe dovuto portarli alla cittadina, la batteria del telefono si scaricò lasciando i due immobili.
-Aspetta… adesso chiedo qualche informazione- disse Lenar –A quello lì!
Accostarono il furgone sulle strisce bianche, Harry gli lanciava un occhiata ogni tanto, mentre discuteva con il passante.
-Continuate dritti per qua, poi girate a destra e siete a New Rich.- riferì l’informatore, concludendo con una domanda – Scusa, ma perché vai lì?
-Devo lavorarci.- rispose scontroso.
-Ah, beh. Buona fortuna.- chiuse il discorso l’uomo allontanandosi a piedi.
“Bah…” pensò. Dopo qualche metro i due si ritrovarono nella località, piuttosto desolata, le genti che passavano erano inquietanti. Sembrava una di quelle città fantasma.
-Forse la sera è meglio- disse scherzoso.
Ormai mezzogiorno, Harry vide in lontananza un grossa scritta raffigurante il nome della fabbrica: Jerry Transport Company. Come il resto dell’ambiente, sin dal grosso logo aveva un aspetto tenebroso e inquietante; Harry avevano in testa una pessima immagine del lavoro che gli aspettava.
Lenar scese dall’auto sgranchendo la schiena, per poi avviarsi insieme al compagno all’enorme cancello. Ad attenderlo c’era un uomo alto e robusto, ma con un viso segnato dall’età; i suoi occhi erano agghiaccianti e trasmettevano un senso di angoscia e frustrazione: alla loro vista, Todd fece di scatto un passo indietro, facendo balzare a sua volta anche Harry. L’uomo spalancò il cancello color grigio, come le mura dell’intero edificio, dando un benvenuto con tono assai scontroso e arrabbiato.
Oltrepassato il grande cancello, si respirava un’ aria triste e desolata, presa dalla depressione. Sulla destra e sulla sinistra erano parcheggiati i grossi furgoni per i trasporti della merce; per arrivare all’entrata del palazzo bisognava percorrere molta strada, e soltanto in quella zona della nebbia intralciava il cammino. L’uomo accompagnò i due fino alla porta principale. Dentro era buio, e anche se c’erano alcune luci, non venivano accese. Anche Todd incominciò a farsi una brutta idea.
-Prendete l’ascensore, andrete all’ufficio del principale. Tutte le informazioni lì.- disse l’uomo alla reception, ancora più tenebroso dell’altro dipendente. La lunga barba nera faceva al solo sguardo rabbrividire. Harry raggiunse con due passi l’ascensore, dopo aver osservato con una strana espressione il personaggio che si era trovato di fronte, ancora più terrificante del precedente.
Anche l’ascensore era mesto piuttosto male: era come quello dei grandi hotel e delle navi lussuose, ma in versione post-apocalittica. In più lo specchio situato ai lati era rotto.
-Ecco perché! Hanno rotto lo specchio e si sono ritrovati nella sfortuna! Per esempio, quello non riuscirà mai più a tagliarsi la barbona…- scoppiò a ridere Todd dicendo sottovoce questa specie di battuta.
Harry invece non era affatto divertito, anzi, era anche piuttosto preoccupato.
L’ufficio era all’ultimo piano; man mano che si saliva una lucetta rossa pendente emetteva uno strano rumore, se non eri attento potevi anche prenderti un bello spavento. Era come uno sparo, dei fuochi d’artificio che esplodono. “Ma chi l’ha fatto sto cazzo di edificio?” pensò Todd. Jerry era un brava persona, tutte le altre sue imprese erano fantastiche e avresti voluto restarci per il resto della tua vita: pareti color oro, scale degne del Buckingam palace e il personale era utilissimo (e molte volte anche carino!). E tutto questa anche se si trattava di un’ azienda “rozza”, tipo questa.

Continua..
  
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