al peggio non c'è mai fine.

Emma Pillsbury ne aveva sentite di cose nei suoi sette anni d' insegnamento alla mckinley.

aveva ascoltato i farneticamenti di Sue Sylvester sul suo matrimonio con sè stessa , i monologhi disperati del professor Schuster, era sopravvissuta persino ad un colloquio con Brittany!

e ce n' era voluto di tempo per farle capire che non doveva più assumere quelle pillole che "le facevano vedere gli unicorni", nonostante fossero molto carini.

ma quello che stava affrontando in quel momento era dir poco esilarante.

non doveva essere di quel avviso Noah Puckerman, che sembrava pericolosamente vicino alle lacrime.

all' inizio, vedendolo in quello stato aveva pensato alle cose più terribili (Quinn di nuovo incinta? o questa volta era Racheal? oppure Brittany aveva ricominciato a drogarsi?)

ma quando era venuto fuori il motivo, bhè... Emma stava cercando disperatamente di non ridere.

e stava fallendo miserabilmente.

"non è divertente!" esclamò il ragazzo.

"io.. uhm... certo, è solo..." e ricominciò a ridacchiare.

"è una catastrofe! ha idea di quello che succederà? morirò d' imbarazzo!"

"non essere pessimista! non morirà nessuno... bhè, forse io.." rispose Emma, cercando di respirare tra una risata e l' altra.

"sono certo che morirà, me ne occuperò personalmente se non la smette di ridere" ringhiò il ragazzo.

la consulente tacque immediatamente, un po' spaventata.

"scusa, non volevo essere indelicata. allora, mi stavi dicendo che tua sorella ha una cotta per Kurt, giusto?"

"non una cotta! è un ossessione! è da quando ha visto lo spettacolo del glee in auditorium: prima si è infilata dietro le quinte obbligandomi a presentarla, poi, quando se l' è trovato di fronte gli ha chiesto se poteva sposarlo! e continua a seguirlo!"

Emma si morse il labbro un altra volta, ma annuì con aria che sperava sembrasse comprensiva.

"e Kurt cosa pensa di questa cosa?"

"perchè mai dovrei parlare con lui? è gay! io non sono gay! non mi piace per niente! ed ha degli occhi bruttissimi!" scattò Puck, alzandosi dalla sedia e avviandosi verso la porta.

"non si azzardi mai più ad insinuare una cosa del genere." disse, prima di sbattere la porta dietrò di sè.

Questa, concluse Emma risoluta, era la situazione più strana in cui si fosse mai trovata.

E, poteva scommettere che si sarebbe evoluta in maniera estremamente interessante.

Un paio di giorni dopo Emma era impegnata a disinfettare la frutta, quando la porta del suo ufficio sbattè un altra volta, rivelando un Noah Puckerman piuttosto arrabbiato.

"E' successo qualcosa?" chiese quasi timidamente la consulente.

"Sono stato costretto a venire da lei." ammise imbronciato il ragazzo.

"E perchè mai?"

"Ho picchiato Karofsky." le rispose tranquillamente il ragazzo, come se la stesse informando di che ore erano.

"Hai picchiato un tuo compagno? Cosa è successo? Perchè ti sei arrabbiato così tanto?"

Puck brontolò qualcosa di incomprensibile.

"Scusa?" chiese Emma, non riuscendo a capire.

"guardava il sedere di Kurt..." esclamò irato il ragazzo con la cresta. "Ma come si permette?" poi, vedendo lo sguardo confuso della consulente, si affrettò a chiarire: "è una cosa così gay! ed è nella squadra di calcio!"

"Puck, cosa hai contro i gay? l' omofobia è una terribile malatt-"

"Ma non è per questo! stava guardando il sedere di Kurt! Del mio Kurt!" poi, iniziando a torcersi le mani, disse: "del mio compagno del Glee, naturalmente..."

"Va bene..." mormorò confusa Emma.

"Non pensi niente di strano! quello di prima è stato un lapsus!" esclamò il ragazzo, per poi uscire in tutta fretta dall' ufficio.

Emma ebbe il buon cuore di non avvertirlo che il lapsus era la fuoriuscita di ciò che si pensava davvero, di ciò che derivava dal subconscio.

Il giorno dopo Emma andò a prendere il disinfettante dallo sgabuzzino del bidello, ( il suo era finito,) ma aprendo la porta preferì richiuderla silenziosamente e non mangiare niente per quel giorno: dentro lo stanzino c' erano Puck e Kurt che si baciavano appassionatamente.

Annotò dentro il suo diario di non andare mai più in quello stanzino, nemmeno se lì dentro ci fosse stato l' unico disinfettante sulla terra, e poi, con sua enorme consternazione, entrò nel suo ufficiò Karofsky-

"mi hanno mandato qui perchè mi sono picchiato con Puckerman. Ma lui stava guardando il culo di Hummel!" esclamò, rabbioso.

Emma desiderò tanto che il suo ufficio tornasse ad essere desolato come lo era soltanto un paio di mesi prima.

                                                         Fine.

^il mio angoletto^

allora, vi ha fatto tanto schifo? spero di no, ma se anche fosse vorrei leggere i vostri commenti per correggermi!!
intanto vi ringrazio per aver letto e speso un po' del vostro tempo con la mia storia.

1 baci8
iry