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Autore: Kimynaky    30/08/2011    7 recensioni
In una città futuristica in decadenza post guerra civile, una ragazza 17enne capo di una gang di strada ha dichiarato guerra alla mafia locale per via di vecchi rancori. Così organizza una "spedizione punitiva" mirata a derubare un locale in mano ai mafiosi, ma qualcosa va storto....
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La banda dei Dragon-flies era al completo. Tutti e trenta si erano disposti a cerchio, ciascuno in sella al suo flyscooter, e tra sonore risate e rombi di motore attendevano che il loro capo prendesse parola.

 

Si trovavano in un parcheggio deserto, fiancheggiato da una strada sopraelevata poco o nulla frequentata; illuminato principalmente dai fanali dei flyscooter, ma anche dalla luce di un vecchio lampione che proveniva da un angolo del parcheggio. Si poteva dire di essere nella periferia della periferia: la città portava ancora le cicatrici della guerra civile di quattro anni prima che aveva mietuto migliaia di abitanti, per cui interi quartieri erano in abbandono. Quartieri dove la banda spesso si radunava certa di non essere disturbata. L’asfalto era ancora umido di pioggia, e al centro del cerchio formato dalla banda, stava in piedi una ragazza, alta, slanciata, con lunghi capelli biondi, avvolta in una tuta da motociclista nera. All’improvviso sorrise soddisfatta nell’osservare il gruppo: erano caricati, pieni di determinazione… e di odio. Era la serata giusta. Con un solo gesto chiamò il silenzio: la riunione aveva inizio.

Amici…”

tutti la fissavano bevendo ogni suo minimo respiro, in attesa delle sue parole.

Stasera vi ho osservato attentamente. Sapete cosa ho visto? Ho visto giovani pieni di grinta, di voglia di vivere, esattamente come me. Gente in gamba, che può raggiungere qualsiasi risultato… e che non può tollerare oltre la spocchiosa arroganza dei Serge-eagers!”

Urla e rombi di motore enfatizzarono quest’ultime parole. Kim li lasciò sfogare, poi alzando una mano ristabilì il silenzio.

I nostri informatori hanno confermato i nostri sospetti: quegli infami si radunano d’abitudine al ‘Nana Gialla’, la birreria di Cid Black. Ma non è un semplice punto di ritrovo, è anche un magazzino, dove radunano le loro armi e le loro sporche finanze. Sapete che vi dico? Che stasera ci riprenderemo quello che ci è stato rubato!”

Urla di guerra approvarono le parole del capo. In men che non si dica i flyscooter si elevarono nel cielo alla volta del Nana Gialla. A distanza di sicurezza atterrarono in una piazzola, dove Kim spiegò il piano ai suoi due bracci destri, Patrick e Brian.

 

-II-

 

La musica alta si sentiva fin dalla strada, ma nonostante questo il Nana Gialla era quasi vuoto quella sera; solo i più affezionati erano venuti per scolarsi una birra. In fondo, era solo mercoledì. Il Nana Gialla era un locale alla moda, situato in uno dei viali pieni di negozi della periferia degradata di Petra. Nonostante questo a quell’ora, e nel bel mezzo della settimana, per le strade si vedeva poca gente, per lo più giovani sbandati che si ritrovavano con gli amici per bere qualcosa, qualche donna di malaffare, e uomini dalle facce poco rassicuranti.

 

All’interno del locale aleggiava una luce rossiccia proveniente dai neon che illuminavano il bancone, dove Cid Black, il proprietario, stava riempiendo di birra il boccale di Frank.

Come sta andando quel lavoretto per il grande capo?” , chiese Cid

 

Finora è andato bene” rispose Frank “ma la gente comincia a risentirsi. Dice che il pizzo è troppo alto” , e diede un primo sorso alla birra chiara.

 

In effetti, ultimamente l’avete alzato parecchio…” azzardò cautamente Cid

 

Al diavolo, Cid! Che cosa dovrei fare? Abbiamo protezione in cambio della metà dei profitti, capisci cosa intendo? Devo tenermi buoni i superiori.”

 

Continuò a bere la sua birra, un po’ seccato.

 

In quel mentre Jacob, suo fedelissimo, corse trafelato fino al bancone dove sedeva Frank.

 

Presto, Frank! I Dragon-flies ci stanno attaccando!”

 

Frank afferrò subito il casco del flyscooter e corse fuori. Sulla strada i suoi segugi erano in confusione, mentre gli ultimi Dragon-flies planavano a pochi centimetri delle teste dei Serge-eagers, che si abbassavano anche per evitare di essere colpiti dalle scariche di pallottole che venivano dall’alto.

 

Frank imprecò, infilò il casco a ossigeno e balzò in sella al suo flyscooter.

 

All’attacco!”, urlò, poi si girò verso Jacob: “tu resta qui di guardia coi tuoi uomini!”

 

E azionando l’acceleratore filò via.

 

Jacob restò a guardare il capo fin quando fu visibile, poi contò i suoi uomini: cinque. Era mercoledì, e a lui restavano solo cinque uomini. Sconsolato rientrò nel locale per ordinare un’altra birra, e non si accorse che una bomba soporifera stava rotolando sul pavimento.

 

-II-

 

Il “Respiro di Saturno” era un sonnifero davvero potente. Inodore, dopo due minuti di inalazione provocava un sonno profondo, dal quale ci si poteva svegliare solo quando la concentrazione del gas nell’aria diventava inferiore al due per cento. Al risveglio chi ne aveva respirato una buona quantità avvertiva torpore in tutto il corpo, mancanza di coordinazione e difficoltà nei movimenti. Se si rimaneva sottoposti ad alte concentrazioni di respiro di Saturno per un periodo troppo lungo, si rischiava la paralisi temporanea di certe parti del corpo. Si diceva addirittura che una persona, rimasta in una stanza satura di gas per sette giorni, era morta. Ma questa era solo una leggenda.

 

Comunque, data la sua pericolosità, era una sostanza fuorilegge, e poiché fuorilegge lo smercio sottobanco era più che fiorente: nella periferia era così comune che era più facile comprare respiro di Saturno che non pane fresco.

 

Neanche cinque minuti dopo tutte le persone all’interno del locale erano svenute. La porta si aprì ed entrò Kim, munita di respiratore. Gli uomini della sua banda entrarono subito dopo di lei, nove in tutto. Lo spettacolo era quasi sinistro. La penombra del locale gettava ombre irreali sui volti delle persone che giacevano addormentate, immobili, ma Kim non perse tempo. Saltò dietro al bancone, frugò nelle tasche di Cid e trovò il mazzo di chiavi che stava cercando. Jerry e Liam si appostarono all’entrata del locale, facendo da palo; Josh e Rod controllarono i bagni ed eventuali uscite secondarie; e gli altri seguirono Kim, che aprì la porticina comunicante col retro del locale.

 

La stanza a colpo d’occhio sembrava la tipica cantina dei pub, ma Kim sapeva dove andare: fece spostare una pila di pesanti scatole e sollevare il lastrone che fungeva da piastrella. Sotto c’era una grossa botola chiusa. Kim trovò la chiave giusta e aprì anche quella, scoprendo una rampa di scale che portava in un grande scantinato: il magazzino dei Serge-eagers.

 

Ora non restava che svuotarlo e andarsene il prima possibile: Kim era certa che i Serge-eagers avrebbero fatto di tutto per fargliela pagare, e di certo non voleva essere presente al ritorno di Frank.

 

-III-

 

Lo scontro in aria si rivelò difficile da sostenere. I Dragon-flies erano inferiori per numero e per tecnologia: le loro armi funzionavano ancora a pallottole, mentre i segugi cavalcavano modernissimi flyscooters forniti addirittura di leggere armi laser: la banda di kim batté quasi subito in ritirata. Frank sorrise al pensiero delle sue armi: essere i protetti del dittatore forniva tali vantaggi, che la diminuzione delle entrate passava in secondo piano. Infervorato dal gusto della vittoria urlò nell’interfono del casco:

Non lasciatevene sfuggire nemmeno uno!”

Anche Brian si accorse del pesante squilibrio. Non potevano fuggire in eterno, gli odiati Serge-eagers avevano inoltre dei flyscooter migliori dei loro. Doveva prendere al più presto una decisione.

Patrick! Dividiamoci. Ora io svolterò per il centro” e virò a sinistra, seguito dai suoi uomini.

Buona fortuna, Brian!”

 

Quando i Dragon-flies si divisero, Frank non ebbe indugi:

cercano di disorientarci. Continuate tutti a seguire il gruppo principale!”

e tutti i Serge-eagers si accanirono sul gruppo di Patrick. Riecheggiarono nella notte potenti colpi laser.

I Dragon-flies di Patrick zigzagavano nel traffico, facendo lo slalom tra i fasci luminosi mortali. Tentarono di tutto, deviavano , evitavano all’ultimo momento lo scontro coi massicci aerobus, ma le scariche laser si facevano sempre più vicine.

Patrick, disperato, urlò nell’interfono:

distanziamoci, così non potranno sparare nel mucchio!”

Manuel era abilissimo a fare il pelo alle facciate dei grattacieli. Chi lo seguiva lo era un po’ meno, e si schiantò contro una vetrata illuminata.

Yuri invece continuò la corsa sull’asfalto, a fari spenti. Infatti la caratteristica dei flyscooter era che potevano correre benissimo sia in aria che sulla terra. Riuscì a confondersi nel traffico, e alla prima traversa imboccò un vicolo stretto e buio, da dove raggiunse un locale non lontano dal ritrovo.

James se la cavava a fare lo slalom nel traffico aereo. Era così rapido e abile che il Serge-eager che lo seguiva faticava a stargli dietro.

Puntiamo tutti contro il loro capo!” ,urlò all’improvviso Frank alla ventina dei segugi che ancora erano abbastanza vicini da udirlo.

 

Patrick in quell’istante se la vide davvero brutta. La distanza coi suoi inseguitori continuava ad accorciarsi, gli spari laser si facevano più precisi. Vicino a lui restavano pochi Dragon-flies.

All’improvviso i Serge-eagers colpirono il flyscooter di Samuele. Cercò di mantenerne il controllo, ma la spinta disuguale lo scaraventò contro un palazzo.

Patrick inorridì.

Samuele!”urlò, volando in suo soccorso.

Samuele tenne salda la presa sul manubrio del suo flyscooter, ma questi strisciò con rumore assordante contro la facciata del grattacielo. Migliaia di scintille incandescenti si sprigionarono finendo sulla gamba sinistra ustionandogliela. Urlò di dolore. In quel mentre Patrick gli si affiancò, e rapidamente lo afferrò per il giubbotto trascinandolo a bordo del suo flyscooter. Quello di Samuele, privo di controllo, precipitò nel vuoto.

I Segugi erano sempre più vicini.

Brian e i suoi uomini ricomparvero subito in coda ai Serge-eagers. Li crivellarono di colpi e a Frank, trovandosi circondato, non restò che fuggire. Stavolta i Dragon-flies non continuarono l’inseguimento. Era passata più di un’ora, ormai Kim doveva aver finito.

 

La banda era tornata nel covo, e Kim mostrò il bottino al resto del gruppo. La serata era stata fruttuosa. Nessuno mancava all’appello. Purtroppo Samuele era malconcio: aveva strisciato contro il muro di un palazzo per ben nove metri e se non fosse stato per i suoi nervi saldi e l’aiuto di Patrick…

Contarono i 100’000 crediti. Quella settimana era stato pagato il pizzo e le casse erano ancora piene. Avevano portato via anche una ventina di paralizzatori e una decina di fucili laser. Roba ultimo modello. Veri gioiellini. L’intera banda esultò e propose un festeggiamento. Kim dispensò cinquecento crediti a testa, senza distinzioni. A Samuele però ne diede mille, per le cure alle brutte ferite che aveva riportato. Il resto fu destinato alla cassa comune: li avrebbero usati nei casi in cui il flyscooter di uno di loro si fosse rotto, o se si fosse fatto vivo uno spacciatore d’armi che ne valesse la pena, o per l’acquisto di un locale…

Dopo questa spartizione andarono a festeggiare all’Historia.

 

-IV-

 

Il boss lo fissò freddamente negli occhi per un lungo istante. La stanza era piccola, calda; l’aria resa pesante anche dal fumo del sigaro che stava fumando. Slaughter era non molto alto, e corpulento. La fronte, sempre aggrottata, sembrava calare sugli occhi facendoli apparire ancora più piccoli di quello che erano. Occhi che, anche se piccoli, penetravano ogni sguardo lasciando trasparire una personalità scaltra e molto intelligente. Nel complesso quella persona aveva un magnetismo che incuteva soggezione.

Seduto da dietro una piccola scrivania, sprofondato nella poltrona, fumava il sigaro apparentemente con fare rilassato, controllato. Solo un movimento impercettibile delle labbra lasciava trasparire tutta la sua rabbia.

 

E i responsabili? Oltre te, naturalmente” sibilò tra i denti.

Frank si mosse a disagio sulla sedia imbottita posta di fronte alla scrivania.

Una banda di quartiere, i Dragon-flies.”

Dragon-flies… non ne ho mai sentito parlare… sono al servizio di chi? Forse di Joe Cursed?”

domandò Slaughter alzando un sopracciglio, senza distogliere gli occhi dal suo sigaro.

No… ho verificato io stesso. Deve trattarsi di un gruppo indipendente…”

Slaughter alzò gli occhi e con uno sguardo glaciale interruppe Frank.

Un gruppo indipendente che riesce ad arrivare a tanto? Questi Dragon-flies scorrazzano nel tuo settore da almeno due anni. Perché ne sento parlare solo ora? E perché sono ancora vivi?”

Finora non era mai stato necessario…”

Frank” L’interruppe il boss “Non sei in grado di stabilire quando è necessario informarmi o no, quel che è successo stanotte ne è una prova. Finora ti sei dimostrato un ragazzo in gamba, tanto che ti ho affidato la direzione del Nana Gialla… ma se ti lasci prendere in giro da un gruppetto di teppisti, mi costringi a ricredermi.”

Frank chinò il capo. Non avrebbe permesso agli odiati Dragon-flies di interferire con la sua carriera. Con rabbia crescente alzò fieramente il capo e sostenne lo sguardo di Slaughter.

Grande Boss, ti chiedo solo una settimana di tempo. Entro quest’ora di giovedì prossimo ti giuro che avrai ricevuto la notizia della morte del capo dei Dragon-flies.”

Il Boss sorrise impercettibilmente. Apprezzava i tipi spietati e ambiziosi come Frank. Ma non doveva mai dimostrarsi debole, e la situazione era grave.

Una settimana è troppa. Ti concedo tre giorni. Se entro tre giorni non hai regolato i conti, dovrò provvedere io stesso.”

Grazie, grande Boss. Non ti deluderò“ rispose Frank con prontezza.

Lo spero per te” Commentò Slaughter con un sorriso beffardo.

Frank si alzò e uscì dalla stanza, chiudendo la porta dietro di sé. Quando questa si richiuse, il sorriso sulle labbra di Slaughter si spense e la fronte si corrugò.

Una banda di quartiere che dichiara guerra ai potenti Segugi, riesce a resistere in questa linea d’azione per due anni e che, ciliegina sulla torta, svaligia il Nana Gialla…” così pensando a mezza voce, Slaughter si accese un altro sigaro e si appoggiò comodamente allo schienale della poltrona su cui sedeva. “Quasi dovrei fare i complimenti al capo dei Dragon-flies…”, fece una piccola pausa, dubbioso “Ma mi chiedo come abbiano fatto a scoprire il magazzino del Nana Gialla. I casi sono due: o qualcuno ha fatto la spia…”, e sembrò valutare per un attimo la cosa “o hanno ricevuto un aiuto esterno, da professionisti, come gli agenti del Partito Liberale…”

Il Partito Liberale era stato messo al bando dal regime assolutistico del Generale Sergio subito dopo il colpo di stato che ne aveva decretato l’ascesa al potere. Era formato da individui che si autodefinivano liberi pensatori e che lottavano cruentemente per un governo diverso. Comprendeva monarchici, democratici, repubblicani coalizzati contro il nemico comune. I monarchici avevano messo a disposizione del PL le proprie risorse: al servizio della regina Veronica, forse ancora viva e nascosta chissà dove, restavano infatti un discreto numero di ufficiali, generali, agenti segreti che si erano rifiutati di giurare fedeltà al Generale Sergio e per cui costretti alla latitanza.

Lo scontento causato dalla tirannia del Generale non rendeva difficile trovare nuove reclute desiderose di imbracciare la causa, il difficile era trovare gente sveglia, scaltra e in gamba sufficientemente per poter lavorare nell’ombra. Come il leader dei Dragon-flies. Slaughter aveva notato che Frank non ne aveva pronunciato il nome, e che era rimasto molto vago parlando di lui, lasciando così aperta la possibilità che Frank stesso non sapesse chi fosse. Veramente notevole, anche per un ragazzo cresciuto sulla strada. Non era quindi del tutto inverosimile che il PL si servisse di una banda di teppistelli per minare la reputazione dei Segugi, gli alleati del Generale. E se così era realmente, non c’era tempo da perdere.

   
 
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