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Autore: Flavie    01/09/2011    0 recensioni
Piccola ideuzza che mi è venuta alle due di notte ieri sera. Non siate troppo cattivi,avevo sonno.
Dalla storia : Contavo le tue lentiggini-sussurrai.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Saliamo sul treno,lottando per impossessarci di quattro posti liberi e vicini.
Io siedo nel senso di marcia,altrimenti mi sento male,James e Rupert sono uno accanto all’altro,di fronte a me.
Stanno discutendo di non so bene cosa,ma James ride come un pazzo.
Sul sedile libero accanto al mio poggio la borsa,dalla quale tiro fuori I-Pod e libro. Per sicurezza prendo anche Travelgum,contro il mal d’auto.
:- Gin- mi chiama James- Secondo te,chi è il più bello tra noi due?- domanda indicando prima se stesso,poi il gemello omozigote.
Alzo un sopracciglio e apro la bocca per dire che i gusti sono soggettivi ( e loro quasi identici!) ma Rupert me lo impedisce :- Eh no! Lei è la tua ragazza. Non vale!- s’imbroncia e,ridendo,James l’abbraccia.
Li conosco dai tempi dell’asilo quei due, e non sono cambiati di una virgola: hanno quasi vent’anni ma sembrano bambini di sei.
Mi ricordo quando,uno dei nostri tanti pomeriggi a casa loro,avranno avuto si e no cinque anni,James si era chiuso in cameretta piangendo e non volendo vedere nessuno,nemmeno il fratello. La madre,preoccupata,mandò me a tentare di parlarci. Avendo sette anni,quindi essendo più grande,mi reputava anche più responsabile ed in grado di risolvere i rompicapo del figlio.
Bussai alla porta della sua stanza,poi entrai.
Era accucciato sul letto,i lacrimoni che scendevano copiosamente…
:- Jamie! Che c’è?- saltai sul letto,accanto a lui.
:- Sono uguale a Rupert!- strillò.
Lo guardai perplessa :- Siete gemelli- affermai senza capire.
:- Lo so- sbuffò lui :- ma nessun mio amico ha il fratello uguale. Ci prendono in giro…- un singhiozzo lo interruppe.
:- E perché?- domandai.
:- Dicono che siamo sbagliati. Che doveva venirne uno solo ma c’è stato uno sbaglio- continuò a frignare.
Avevo capito il problema:- Sono loro quelli stupidi Jamie- lo tirai su- tu sei fortunato che hai Rup e loro no- dissi.
:- Quindi non siamo un errore?- proseguì lui.
Scossi la testa decisa :- No-
:- E allora perché siamo uguali?-
Io avevo solo sette anni,cosa potevo mai saperne?
Ci pensai su un po’ :- Perché siete nati insieme,credo- al tempo ignoravo l’esistenza di cose tipo cellule,molecole,DNA,caratteri ereditari e cromosomi. A mala pena sapevo come nascesse un bambino…ma io ero “ quella grande”,prendevo sempre il massimo dei voti ed ero più sveglia ed intelligente di una della mia età,così lui si accontentò della mia spiegazione e smise di piangere.
:- Tu ci distingui Gin?- sbottò all’improvviso.
:- Si perché?- io li conoscevo da quando erano nati,non avevo mai preso in considerazione l’idea  che altri avrebbero potuto confonderli.
:- Dove siamo diversi?- chiese curioso.
Scrollai le spalle :-  Non lo so. Lo siete e basta.- sbuffai.
Annuì convinto. A volte era proprio strano.
Il giorno dopo era tornato normale,nessuna crisi di pianto.
Quando arrivai a casa loro li trovai seduti sul tappeto in salone,uno di fronte all’altro.
James stava fissando intensamente Rupert,che alzava gli occhi al cielo.
:- Cosa fate?- domandai sedendomi con loro.
:- Cerco le differenze-spiegò concentrato il primo- lui ha qualche lentiggine in più di me-
:- Ed i capelli più lunghi!- precisò Rupert.
James continuò a studiare il gemello,mentre io alternavo i cartoni animati ad un libro.
:- Gin,è una cosa bella o brutta avere le lentiggini?- iniziò Rupert.
Oh no! Anche lui?
:- A me piacciono- gli sorrisi.
:- Lo dice solo per non offenderti- lo canzonò il fratello.
:- Hai anche tu le lentiggini- gli feci notare.
Subito lui sgranò gli occhi :- E ti piacciono? Sono carine?- si affrettò a sapere.
Io,imbarazzata dall’ultima domanda e anche stanca,mi alzai e andai in cucina con il mio fide amico libro…
:- Ginevra,a che pensi?- mi riportò alla realtà il mio ragazzo.
:- Nulla- sorrisi e tornai al mio libro.
Dal finestrino si poteva vedere il lago,segno che eravamo vicini alla destinazione.
La mia lettura fu più volte interrotta e disturbata dalle risate dei miei compagni di viaggio,tanto che rinunciai a finire la storia e posai il “tomo” nella borsa.
:- Di che parlate?- m’informai.
:- Di te- mi spiazzarono.
:- Perché???-
Risero :- Come facevi da piccola a distinguerci?-
Alzai le spalle.
:- Dai capelli più lunghi?- ghignò Rupert.
:- Dalle lentiggini?-continuò James.
Finsi di ignorarli guardando fuori dal finestrino.
:- Sei strana sul serio…nel senso buono della parola-si affrettò ad aggiungere Rupert.
:- Cosa vuoi dire?- assottigliai lo sguardo.
:- Insomma guardati!-fece una pausa- leggi sempre,non che sia un difetto,ma che ci trovi di divertente? Sono “mattoni” di quindici centimetri! Ascolti musica da maschio…-
:- Non ascolto musica da maschio!- replicai.
:- Trovami una ragazza che ascolta i Sex Pistols allora!- mi sfidò lui.
Lo guardai male :- Ci sono,sai?!-
Sorrise :- Vabè,inoltre hai un difetto ENORME…-
Aggrottai le sopracciglia :- Quale?-
Anche James si voltò verso il fratello :- Infatti,quale? Sono talmente tanti…- risero di nuovo.
:- Allora?!- esortai Rupert.
:- Stai con lui- indicò il gemello,che lo guardava come per dire “ simpaticone”.
Io invece stetti al gioco :- Eh,lo so. Il mio unico difetto-
James ci guardò storto per i restanti cinque minuti di viaggio.
Arrivati al capolinea scendemmo in fretta. Ad aspettarci c’era mia madre.
Salimmo tutti in macchina e arrivammo a casa dei miei abbastanza velocemente.
Io salii subito in camera mia,nella quale trovai già le mie amiche,per prepararmi.
Al piano di sotto si preparavano loro due.
Rupert fece un salto in camera,mentre mi truccavo,per dirmi che loro cominciavano ad andare.
:- Hai un casino di ragazzo. Non sa farsi il nodo alla cravatta- rise.
:- Oh,al ragazzo rimedierò stasera,quando non ne avrò più uno- ghignai.
Sorridendo lui tornò giù.
Dieci minuti dopo ero pronta.
Mi stavo finendo di controllare allo specchio quando dietro a me spuntò Claire,la mia migliore amica.
:- Sei sicura di quello che stai per fare?-
Annuii :- Si. Hai sentito. L’ho detto anche a Rupert-
:- Lui la prende bene- osservò lei.
:- E perché non dovrebbe scusa?-
Inspirai profondamente e mi alzai.
In cinque minuti eravamo tutti in macchina: io,mamma,papà e Claire.
Cominciavo davvero ad essere tesa.
Per tutto il giorno avevo cercato di non pensarci,ma ora non potevo evitarlo.
Poco prima di scendere lisciai le pieghe del mio abito bianco e strinsi la mano alla mia amica :- Sei con me,vero?-
Sorrise,ricambiando la stretta :- Sempre-
Scendemmo e mi ritrovai davanti a quel lungo viale immerso nella natura che avevo scelto io.
Tutti i presenti si voltarono ad osservarmi sorridenti. Dietro di me sentivo i passi di Claire,tesa quanto me.
Dal giorno dopo James non sarebbe più stato il mio ragazzo. Mi faceva strano non pensarlo più come tale,ormai,dopo anni e anni,ci avevo fatto l’abitudine.
In pochi minuti sarebbe diventato mio marito.
Ero quasi arrivata all’altare. Il sindaco mi sorrideva,gli invitati mi sorridevano… James mi sorrideva. Aveva quell’aria innamorata e dolce che tanto adoravo.
Pensai a come doveva vedermi in quell’istante : una ragazza dai lunghi capelli boccolosi color rame avvolta in un lungo ed attillato abito in semplice pizzo bianco.
I suoi occhi marroni incontrarono i miei colo cioccolato e ,appena gli fui vicino,la sua mano rosea quella mia diafana. Un sorriso timido apparve spontaneo sul mio volto.
La funzione non durò che cinque minuti. Eravamo sposati. Marito e moglie.
Tutti vennero a congratularsi e abbracciarci,come se avessimo fatto qualcosa di tanto strano.
Qualche ora dopo,verso le otto di sera,ci cambiammo e salimmo in macchina per andare all’aeroporto,l’aereo ci attendeva,come la nostra luna di miele. Destinazione : Londra.
Lasciammo casa e partimmo dall’aeroporto di Manchester verso le nove. Alle dieci eravamo atterrati e per le undici eravamo arrivati alla villetta che ci avevano comprato a sorpresa i suoi genitori. Nonostante fossimo stanchi morti chiamammo per ringraziare e girammo curiosi tutta la casa.
Ci sedemmo cinque minuti sul letto e ci risvegliammo,anzi,mi risvegliai,visto che lui sembrava dormire,la mattina dopo.
Era davvero carino quando dormiva,pensai. Sembrava un bimbo. Era dolcissimo.
Senza una ragione precisa mi misi a contargli le lentiggini.
Probabilmente sfiorandogli la guancia dovevo averlo svegliato,perché socchiuse un occhio,mugugnando :- Cosa stai facendo Gin? Che ore sono?- si passò una mano sulla faccia.
:- Sono le sette amore-
Sbuffò :- E cosa fai sveglia alle sette?-chiuse di nuovo gli occhi.
:- Contavo le tue lentiggini- sussurrai.
Sorrise. Un sorriso diverso dal solito,come lo sguardo che mi rivolse quando aprì gli occhi.
Ancora mezzo addormentato allungò una mano e mi accarezzò una guancia.
:- Sono carine?- sorrise di nuovo.
:- Si amore,torna a dormire- gli dissi.
Delicatamente gli posai un casto bacio sulle labbra per poi ripetergli di dormire.
In un secondo già era piombato nel mondo dei sogni…avevo il marito più bello e dolce del mondo.
Anche io mi distesi di nuovo,accucciandomi a lui, e mi addormentai. 
  
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