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Autore: daisichain    01/09/2011    0 recensioni
Era il nostro continuo sfiorarci con le braccia, il modo in cui intrappolava i miei capelli tra le dita, o quello in cui ci battevamo il cinque; erano gli sguardi che gli lanciavo mentre lui strimpellava con la chitarra, e quelli che mi mandava lui con la coda dell’occhio; era il nostro continuo cercarci, anche solo con un sorriso. Era quell’alchimia che c’era sempre stata, che c’era ancora, e che dubitavo si sarebbe mai sciolta. Tutto ciò era l’unica certezza che avevo: mi apparteneva nello stesso modo in cui io appartenevo a lui.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi Tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C’è un silenzio infernale, che uccide i timpani. Quei silenzi che vorrebbero urlare, ma che si limitano a riempirti la testa di mille pensieri, e fanno rumore. Non capita spesso che nel tour bus tutti rimaniamo in silenzio, tranne quando dormiamo, ovviamente. Qualche volta Zac russa, ma la cosa è diversa. Solitamente c’è sempre qualcuno che ride, suona, o parlotta tra sé cercando di capire se preferisce mangiare i cereali per stare attento alla linea, oppure dei biscotti al cioccolato, fregandosene della costante dieta.

Non so bene che fare, così continuo a leggere il libro che mi ha regalato Taylor il Natale scorso, soffermandomi sempre sulla stessa riga, incapace di concentrarmi.

Alzo gli occhi, quasi a sentirmi osservata, ed eccoli lì, i suoi occhi nei miei. Sono così intensi che, come sempre, non riesco a distogliere lo sguardo, perché il tocco in cui il suo mi avvolge è un posto in cui mi sento bene, al sicuro, quasi. Come quando da piccola guardavo Casper – era il mio cartone preferito – e volevo essere stretta tra le sue braccia, così inarrivabili da star male.

Sorrido a Josh, con una scarica elettrica che parte dalle punte dei capelli e finisce all’unghia più piccola del piede. Succede sempre, e non riesco a farci l’abitudine. Il peggio però arriva quando lui risponde al sorriso, inclinando in quel modo terribilmente sexy le labbra. Dentro il mio stomaco comincia un rumorio strano, e credo siano le famose ali delle farfalle che sbattono forte. Il cuore, poi, prende fuoco.

My heart, it beat. Beats for only you’ solo per lui, continuo a ripetermi, quello che ti ha stregato quando eri ancora una bambina, e che ancora ti fa sognare e soffrire allo stesso momento. Maledizione, non posso andare avanti così. Ora c’è Chad, e non voglio farlo soffrire, non anche lui.

Distolgo lo sguardo rapidamente, tornando alla pagina del libro. Niente, non riesco a capire una parola di quello che leggo. E sì che l’inglese lo parli da quando sei nata, Hay, penso. Ma penso anche ad altro, e pare che la mia testa sia improvvisamente diventata enorme e pesante.

«Bomba, che succede?», chiede Jeremy abbracciandomi le spalle. Lui è la cosa più preziosa che mi abbiano donato, e se davvero è stato Dio, beh, ringrazio Dio con tutta l’anima.

Lui, col suo sorriso caldo e dolce, con le sue braccia forti che sono sempre pronte a cingermi le spalle, con le sue mani, che quasi istintivamente stringo quando gli cammino al fianco.

Allaccio lo sguardo con il suo, sicura che in pochi secondi troverà le sue risposte dentro i miei occhi verdi, che forse sono pure un po’ lucidi. Mi accarezza i capelli, avvicinando piano la fronte alla mia, poi chiude gli occhi e sospira. «Che cosa devo fare con te?», sussurra tra sé. «Voglio vederti sorridere come quando sei su quel palco, come quando tutti urlano il tuo nome».

«Sto già meglio», dico, e anche se la mia voce è quasi impercettibile, esce con un tono convinto.

Jerm apre gli occhi, e sorride debolmente. «Vestiti».

«Come?», chiedo sorpresa.

«Mettiti qualcosa addosso – così ti scambierebbero per una barbona pantofolaia – che ti porto in un posto. Muoviti, dobbiamo anche prepararci per stasera». Dicendolo lancia un’occhiata agli altri, e io seguo il suo sguardo: Josh, che è chino su un block notes a righe ormai da ore, come se tutto ad un tratto avesse avuto l’ispirazione per una nuova canzone, come sempre continua a succhiarsi il pearcing al labbro; Zac, stravaccato a letto con la PSP in mano, è tanto eccitato dal nuovo gioco che gli abbiamo regalato, che ogni tanto si sentono degli urletti di vittoria, e poi c’èTaylor, che è in contemplazione di non si sa bene cosa, forse uno dei tanti libri d’arte che sua mamma gli ha inviato. Penso proprio di sì, dato che si rivolta il libro bianco in mano, girandolo, chiudendolo, e capovolgendolo di nuovo.

Io e Jerm ci guardiamo, e sorridiamo. Stasera ci sarà un concerto, ma a quanto sembra non siamo molto concentrati.

«Sono pronta in un secondo», dico, e corro ad acciuffare le prime cose che trovo sopra al letto. Metto anche un po’ di trucco, e pettino alla bell’e meglio i capelli tornati nuovamente rossi.

Jeremy fa una faccia strana vedendomi arrivare. «Già pronta? Ma tu sei miss-sono-sempre-in-ritardo- e-ci-metto-una-vita-a-prepararmi, non puoi essere già pronta!».

Rido forte, e lo prendo sotto braccio. Sono così piccola a confronto di lui che mi sembra quasi di abbracciare un orso di peluche. Il mio orso di peluche.

«Fammi divertire», sorrido, e me ne vado, senza incrociare di nuovo i suoi occhi.

  
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