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Autore: Federico    01/09/2011    2 recensioni
Ciao a tutti, come va? Dopo il buon risultato di "Lerna", aggiungo un nuovo capitolo alla mia saga "Sulle tracce dei mostri".
Durante una festa di Natale, Naruto, Sasuke e le loro famiglie scoprono in un polveroso baule un vecchio diario: si tratta delle memorie del Naruto loro antenato che sbarcato in America nell'800 divenne dopo aver ucciso un wendigo un cacciatore di mostri per il bene dell'umanità, girando tutto il Nuovo Mondo e affrontando i nemici più terrificanti con l'aiuto di alcuni valorosi compagni...
Se vi sono piaciute "Il terrore dee boschi solitari","Nel regno delle leggende" e "Lerna", non potete assolutamente perderla.
Ci saranno avventure, misteri, battaglie, magnifici paesaggi e nuovi appassionanti personaggi. Mi raccomando,leggete e recensite, ci tengo! Ciao a tutti!
Genere: Avventura, Azione, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Nessun contesto
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- Questa storia fa parte della serie 'Sulle tracce dei mostri'
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Monsters of America

 

Il diario

 

Oklahoma, Stati Uniti, 24 dicembre 2010

Non è possibile Sasuke! Hai una fortuna esagerata!” gridò Naruto diventando rosso come un peperone, gli occhi azzurri più spalancati che mai, la bocca che digrignava minacciosa.

Il ragazzo era talmente infuriato che si alzò in piedi appoggiandosi saldamente con le mani al tavolo e rovesciò con fare stizzito la piataforma del gioco, mandando all'aria carte, casette di legno, banconote finte e pedine.

Sasuke chiuse appena gli occhi e inarcò leggermente un sopracciglio come se si annoiasse: “Naruto, quante storie. E' solamente una partita a Monopoli”.

Il biondo si tormentò i capelli artigliandoseli con le mani, ancora saturo di rabbia: “Ma tu avevi il Parco della Vittoria, gli alberghi, le ferovie, la società elettrica e la carta Esci gratis di prigione! Non ho mai visto tanto culo in una volta sola!”.

D'improvviso una mano in apparenza affusolata e delicata calò violentemente sul capo del ragazzo, mozzandogli momentaneamente il respiro.

Ahia mamma! Mi hai fatto male!” piagnucolò lui massaggiandosi la testa dolorante e spillando una lacrima di pentimento, agendo come se fosse stato molto più piccolo della sua età.

Insomma Naruto! Quanti anni hai?” lo rimproverò Kushina portandosi battagliera le mani ai fianchi, i fluenti capelli rossi che le scendevano lungo la schiena come un drappo.

Ti sembra il modo di comportarti con degli ospiti in casa? Sii serio per una volta!”.

In quel momento la sua espressione era durissima e fredda come quella di un rettile, quasi spiritata, il suo tono di voce stridulo e sgradevole, tanto che nessuno che non la conoscesse bene avrebbe mai potuto sospettare che fosse la stessa paziente e premurosa cuoca che aveva preparato il cenone natalizio e riso e scherzato per tutta la serata.

Il fatto è che quando si arrabbiava Kushina non era seconda a nessuno, neanche al figlio.

Questo suo carattere pepato e intrattabile, ma anche affezionato e devoto, nonché l'aspetto fisico inconfondibile, erano stati come un colpo di fulmine per Minato, al quale ella ricordava la donna che sposò il suo omonimo antenato dando alla luce il primo Naruto dai cui discendenti sarebbe scaturito il ramo propriamente americano della famiglia, in origine inglese, poi emigrata in Canada e quindi definitivamente stabilitasi negli States.

E' strano che tu voglia sposarmi perchè ti ricordo una tizia morta più di cento anni fa”-aveva detto lei al futuro marito durante uno dei loro primi incontri- “ma se a te va bene così per me va bene”.

Ma che importa cara, ormai sappiamo bene che Naruto è fatto così. E poi, nessuno si è fatto male” intervenne tranquilla Mikoto.

Anch'ella portava per puro caso il nome della moglie del primo Fugaku Uchiha (ma tu guarda alle volte che scherzi ti combina il destino), ed era opposta a Kushina tanto nel colore dei capelli quanto nel carattere: non si arrabbiava praticamente mai, ma era anche difficile che alzasse semplicemente la voce; non si tirava mai indietro dall'aiutare chiunque, e nella sua bontà non c'era la minima macchia di invidia o interesse; inoltre sorrideva sempre, era cortese, affabile, discreta.

Non amava certo esporsi e dare sfogo alle proprie passioni ed emozioni a volte in modo sguaiato come la rossa madre di Naruto.

Quell'anno, così come altre volte in passato, i Namikaze-Uzumaki ospitavano nel loro ranch per Natale gli Uchiha; tuto era stato predisposto nel migliore dei modi, e tutto era andato liscio sino a quel momento.

Hanno ragione entrambe. Le mamme hanno sempre ragione quando parlano dei figli. Mi dispiace tanto” arrossì sbarazzino Naruto, porgendo la mano al coetaneo e amico.

Scuse accettate” mormorò a bezza bocca Sasuke, senza nemmeno fissarlo: dall'omonimo antenato aveva ereditato il viso aguzzo, la pelle piuttosto pallida, i capelli corvini e ribelli e i modi in apparenza distaccati e impassibili.

Tuttavia, anche se in pubblico non gli piaceva ammetterlo, al moro non dispiaceva affatto il temperamento diretto ed irruento del biondo, che si divertiva da parte sua a punzecchiarlo, ed in privato sapeva lasciarsi andare quanto bastava a non rovinare l'immagine che egli aveva di sé e a non risultare antipatico.

Tutto è bene quel che finisce bene” sentenziò Itachi chiudendo un libro. “Ma mi domando che cosa ne sià stato di papà e del signor Namikaze. Sono lassù da almeno tre quarti d'ora”.

Silenzioso, riflessivo e amante della lettura, Itachi sembrava la controparte femminile della madre, ma sorrideva molto più spesso del fratello.

Forse se il fratello del mio antenato non fosse stato maledetto dal wendigo sarebbe stato proprio così, si scoprì a pensare malinconicamente Sasuke.

D'un tratto si udì un tonfo e una porta al piano superiore si spalancò sbattendo.

Tutti si alzarono costernati da quel rumore inquietante e improvviso, ma i loro timori si sciolsero in un sorriso non appena videro chi era che scendeva le scale portando a braccia un polveroso baule

dalle borchie metalliche arrugginite e dal legno scolorito, che non emetteva propriamente un buon odore.

Papà!” gridarono in coro i giovani e si precipitarono subito ad alleggerire i genitori del pesante fardello.

E' stata una faticata, ma ne vale la pena” mormorò Minato asciugandosi la fronte su cui ricaedvano i biondi capelli; con il suo antenato inglese condivideva un forte buon senso, la lealtà verso gli amici, la solidarietà familiare e l'intraprendenza, e anche se forse non aveva mai combattuto con wendigo, indiani o banditi sanguinari come cowboy se la cavava egregiamente.

Non so quale sia la sorpresa che ci hai promesso Minato, ma spero che non consista solo in pulci e polvere” borbottò Fugaku.

Come il suo avo inglese dallo stesso nome, era un uomo grosso e ben piantato, un amorevole padre di famiglia, ma a differenza del primo Fugaku in lui non c'era quella depravazione innata, quel fascino contagioso del Male che aveva condotto l'altro a una misera fine.

Quando ebbero posato il cofano sul pavimento, tutti assediarono Minato per chiedergli cosa ci fosse dentro.

Allora papà cosa contiene? Cosa contiene? Sembra più vecchio della Guerra Civile!”

Calma! Calma!” cercò di schermirsi bonariamente il capofamiglia. “Vi piacciono le storie di famiglia? Vi piacciono le storie di paura? Bene, siete accontentati!”.

Aspetta Minato non vorra mica dirmi che...” impallidì vistosamente Fugaku, come se avesse già intuito una sorpresa a lui ben nota e moto sgradita.

Esatto, un altro cimelio dei nostri antenati cacciatori” rispose sorridendo il biondo mentre apriva il baule e ne traeva un libro rilegato in pelle di cervo, su cui soffiò per scacciare la polvere.

Insomma caro! Ti sembra questo il modo di sporcare la casa dopo che ho pulito ieri?!?!?!” esplose Kushina imporporando le guance e agitando i pugni in aria, mentre Itachi domandò cauto: “Non vorrei essere indiscreto signor Namikaze ma...non le sembra un po' brutto girare il coltello nella piaga? Le nostre famiglie hanno già sofferto tanto”.

Non preoccuparti giovanotto, stavolta è una storia a lieto fine. Tempo fa mi è venuta voglia di rileggere il diario di Naruto I che il mio qui presente figliolo si era portato nel suo viaggio in Grecia (a proposito ragazzi, siete stati davvero fortunati a vincere quella vacanza), poiché non lo ricordavo molto bene. In una delle ultime pagine era nascosto un bigliettino dove l'autore diceva di aver riposto in questo forziere il racconto di ulteriori sue avventure”.

Quindi aprì il libro e cominciò a leggere con voce ferma e chiara: “Questo è il resoconto della caccia agli esseri diabolici e mostruosi che io, Naruto Namikaze-Uzumaki, inglese di nascita, così chiamato per ricordare la mia povera mamma defunta, ho intrapreso partendo dal mio piccolo paese nel Quebec insieme a mio padre e altri quattro valorosi e fidati compagni e che mi ha portato ai quattro angoli dell'America, dal Canada al Messico”.

Forte! Sembra meglio di Supernatural!” esultò Naruto sistemandosi sul divano.

Tutto cominciò quando Sasuke, divenuto preda di strane visioni in seguito alla morte di suo padre, trasformatosi con la magia nera di Hinata in un wendigo e da noi ucciso, si confidò con me...”.

  
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