Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars
Segui la storia  |       
Autore: PrincesMonica    01/09/2011    9 recensioni
Jared e Shannon devono presenziare, assieme alla madre, ad una riunione di Famiglia in Luisiana. Ma Costance li obbliga a trovarsi delle fidanzate che li accompagnino. Cosa succederà?
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 3
 
Jared scese in cucina che Monica stava già aiutando zia Margot, o almeno ci provava. Siccome l'ospitalità del sud era una cosa sacra, nonostante la ragazza cercasse di preparare qualcosa, la vecchia zia la faceva sedere o addirittura andare direttamente in sala. La cucina non era cambiata di una virgola dall'ultima volta che l'aveva vista più di dieci anni prima. Stava già con Cameron quando aveva partecipato all'ultimo dei grandi raduni, ma non aveva voluto portarsela dietro, chissà se significava qualcosa.
Jared si appoggiò allo stipite della porta e osservò sua zia che si muoveva sicura, nonostante l'età, tra i fornelli e le pentole ricolme di cibo. La cucina era in pietra, annerita dal tempo, con le mensole cariche di oggetti polverosi ed utili soltanto se fossero tornati indietro di almeno un secolo. I piatti stavano tutti in una grossa e massiccia credenza di legno di noce scuro, con le maniglietta di ottone ormai ossidato dal tempo. La grande isola di marmo dove Margot usava preparare tutti i suoi manicaretti, era ingombro di verdure di tutti i tipi, pronte ad essere tagliate per cucinarle o, semplicemente, condirle e metterle in tavola. Proprio lì, Monica stava prendendo in mano un coltello, almeno per tagliare la grossa forma di pane, ma venne intercettata prima ancora che iniziasse il lavoro.
"Jared, tesoro, porta la tua deliziosa ragazza a fare un giro sul dondolo. Non voglio che si stanchi a lavorare. Su, su andate fuori."
"Deliziosa... si vede che proprio non ti conosce.", la prese in giro quando si sedettero sul dondolo. Il portico era illuminato dall'ultima luce della sera, qualche milione di insetti ronzava incessantemente e l'aria pareva si fosse arrestata. Faceva veramente caldo.
"Io sono fantastica, che tu non te ne renda conto, è un problema tuo." Silenzio. "Ok, in realtà pare essere un problema di tutti gli uomini."
"Troverai quello giusto, in fondo sei in gamba. Ma non montarti la testa, però.", con naturalezza le passò un braccio dietro le spalle e Monica si accorse che Margot li stava osservando soddisfatta da dietro la finestra. "Non avremo pace. Qualsiasi cosa ti dica zia Margot, tu non darle troppo spago."
"Del tipo?", quel braccio duro dietro al collo non era il massimo della comodità, preferiva il cuscino, ma il profumo di Jared non era per niente male. Era sempre lo stesso, quello che sapeva semplicemente di lui, quel tipico profumo di terra bagnata dopo una lunga siccità. Decise di rimanere ferma.
"Del tipo: avete già programmato dei bambini! Quando vi sposate? Lo sai che è il miglior ragazzo che puoi trovare etc etc.", sospirò.
"Figli? Oh mio Dio, ci manca solo questo. Stando con te ho già qualcuno a cui devo badare!"
"Ah, sì? È questo che pensi di me? Io sono bravissimo a badare a me stesso."
"Sì, certo... Comunque mi spieghi una cosa? Che faremo in questa settimana che siamo qui? Non è che mi dovrò limitare a mangiare come un tacchino a novembre, vero? Altrimenti scappo con Gabrielle."
"Guai a te se mi lasci da solo qui."
"Tanto solo non saresti, hai praticamente tutti i tuoi parenti."
Jared divenne serio e fissò un punto lontano, dove stava salendo della polvere. Qualcuno  stava arrivando a gran velocità. "Appunto." si limitò a dire. "Comunque ti porterò in giro. Il paese non è male e ci sono anche dei locali carini. Certo, non è Los Angeles, ma ce lo faremo bastare. Ovviamente non stasera perché non ho assolutamente voglia di guidare."
"Non ti preoccupare, fratellino, ci penso io a fare strada." Shannon, abbracciando Gabrielle, si erano presentati davanti a loro, sorridenti e chiaramente soddisfatti del loro riposino. "Mica vorremmo chiuderci in casa no?", poi vide anche lui la polvere del vialetto: "Arriva qualcuno. Eppure zia aveva detto che stasera non c'era nessuno oltre a noi."
Pochi minuti dopo si fermò una Ducati Monster nera, con il centauro tutto in tinta con una tuta della Dainese, che fece sbrilluccicare gli occhi a Shan che a breve si sarebbe messo a sbavare, soprattutto quando il guidatore si tolse il casco, facendo uscire una cascata di lunghi capelli biondi.
"Fammi indovinare, la cugina figa?"
"A quanto pare."
La ragazza si tolse la tuta nera rivelando un semplicissimo top fucsia e sotto degli shorts che avrebbero fatto invidia a Daisy Duke. In definitiva sembrava una modella. Monica riuscì a provare la giusta dose di invidia.
"Non ci posso credere, ci sono anche i due Leto. È un miracolo!"
"E tu chi saresti?", fece Shannon andandole incontro con un sorriso che avrebbe fatto tremare le gambe a parecchie echelon.
"Ma come? Passavamo giorni a tirarci fango nel laghetto!"
"Julie???" esclamarono insieme i due.
"Proprio io! Non mi dite che vi sembro cambiata!", e rise salendo i gradini. Baciò Jared sulle guance e poi diede la mano a Monica stringendogliela forte che pareva volesse staccargliela.
"Non credevo che avrei visto mai Jared sistemato."
"In effetti faccio fatica a crederci anche io.", le rispose Monica. Julie la stava soppesando: aveva due grandissimi occhi azzurri, merito, sicuramente, del gene della figaggine che pareva pervadere tutta la famiglia. Ma non le piaceva essere scrutata in quella maniera. "Qualcosa non va in me che mi guardi così?"
La bionda sorrise."Sei assolutamente perfetta. Benvenuta in famiglia. E a voi ben tornati. Si sentiva la vostra mancanza.", poi entrò urlando verso sua zia.
"Non mi ha neanche salutato.", fece Shannon piccato.
"Cosa intendeva per perfetta?"
"Cazzo è diventata uno schianto. Eppure quanti anni avrà? Trentacinque? Trentadue?", continuò Shannon.
"Ma senti che discorsi. Cioè dopo tot di età non si può più essere perfette?", fece Monica incazzata.
"Non ho detto questo.", si difese Shan. "Jared aiutami."
"Quella ragazza è veramente bellissima."
Monica si bloccò: forse era la prima volta che sentiva Gabrielle parlare, tolte le varie risatine. Si era perfino dimenticata che era lì con loro. Proprio una persona assolutamente inutile ed invisibile. Scosse la testa e rientrò in casa, seguita dalla modella.
"Ma tu guarda che modi. Comunque hai capito, vero, quello che ha voluto dirti Julie?" Domandò Shan.
"Andiamo. Ho stranamente fame." Fu l’unica laconica risposta di Jared.
Shannon represse a stento una risata.
 
La cena era stata decisamente più abbondante del previsto. Monica più mangiava e più si ritrovava il piatto colmo. Zia Margot non stava un attimo ferma e zitta: continuava a raccontare aneddoti che risalivano al massimo all'adolescenza di Jared e Shannon, facendola ridere da matti. Julie, invece, si divertiva a chiacchierare con Gabrielle di New York e del lavoro della ragazza e Costance osservava tutto in maniera piuttosto enigmatica.
"È così bello avervi tutti qui. Domani con tutti gli altri organizziamo per bene il pic-nic e poi potrete portare le ragazze a vedere i dintorni. Devono iniziare a conoscere casa anche loro, no?"
"Zia, stiamo qui una settimana, dubito che potranno vedere tutto." Fece Jay
"E poi Gabrielle tra due giorni se ne va. L'aspetta un lavoro importante." Rincarò
"Oh, mi spiace veramente tanto." Il tono di Margot non sembrava in realtà molto dispiaciuto, ma nessuno volle farci caso, men che meno la diretta interessata. "Intanto stasera rimanete qui a riposare. Julie, tu dormi qui o torni domani con mamma e papà?"
"Mah, volendo qui c'è un buon motivo per rimanere." Monica si sentì squadrata e fissò quella cugina che non capiva. Che diavolo voleva da lei? "Però potremmo andare a ballare. Chi viene?"
"Io!!", urlò deliziata Gabrielle battendo le mani come una bambina.
"Vengo pure io." La seguì a ruota Julie con un sorrisino malizioso
"Tu vuoi andarci?" le domandò Jared.
"Solo se ci vai tu, anche se mi sento parecchio stanca."
"Jared, è stanca, quindi rimanete a casa.", si intromise Costance sorridendole.
"Si, penso sia la cosa migliore.", rispose cautamente Jared. Aveva chiaramente intercettato delle occhiate tra sua madre e sua zia e sapeva per esperienza personale che non era una cosa buona.
"Ok, allora lasciamo i piccioncini a tubare, mentre noi ci troviamo al Paradise. Shan, ti ricordi dove sta, vero?" domandò Julie.
“Certo!"
"Julie, fottiti ok?", fu la replica di Jared che si beccò uno scappellotto in testa da sua madre.
"Contieniti con le parole."
Monica lo sentì borbottare qualcosa e gli prese la mano lasciandolo a bocca aperta, poi gli fece l'occhiolino senza essere vista. In fondo doveva fargli da fidanzata e quindi certi gesti li doveva fare, sperò soltanto che lui si rendesse conto che doveva cercare di rilassassi. Certo, stringerle la mano intrecciando le dita pareva un buon inizio.
"Noi andiamo a farci una camminata fuori.", senza troppi complimenti la trascinò fuori, mentre Julie partiva rombando per andare a cambiarsi.
"Ma lei abita qui vicino?", chiese Monica.
"Si, abita al paese. Saranno venti minuti andando con calma. Dieci se corri come lei."
La serata era dolcemente tiepida. Una trapunta di stelle stava sopra le loro teste e un piccolo spicchio di luna rischiaravano leggermente la stradina. Jared camminava sicuro nell'erba, sapendo perfettamente dove mettere i piedi, mentre Monica lo seguiva a debita distanza per cercare di vedere dove andava, cosa alquanto difficile, visto che la luce era veramente poca. Poi tutto ad un tratto si accorse che Jared si era fermato praticamente in mezzo al nulla.
"Senti, se te ne vuoi andare da qui ti capisco perfettamente. Lo farei pure io se potessi, quindi se vuoi domani fai buon viso a cattivo gioco e ti fai vedere da tutto il resto del parentado, ma dopo, se ti va, te ne puoi andare con Gabrielle."
"Non vedo perchè dovrei. Ti ho dato la mia parola e resterò. In fondo qui si sta benissimo, il cibo è ottimo e fin troppo abbondante, ma tua zia é una persona carinissima e un po' di aria sana mi fa solo che bene.", si sedette sull'erba e guardò il cielo. L'ultima volta che aveva visto così tante stelle era in mezzo all'oceano su una barca insieme al suo ex fidanzato e ora le rivedeva con il suo.... Attuale ragazzo? Lo si poteva definire così? Ovviamente no. Il loro rapporto era una bella farsa, eppure l'idea di starci assieme non era così brutta. Sorrise maliziosa, anche se lui non poteva vederla.
"A meno che tu non mi voglia lontana per provarci con Julie..."
" E sentiamo, perché dovrei?"
"Sembra la tua donna ideale. Bella, bionda, occhi azzurri, fisico da modella. Forse è solo l'età che non va bene, troppo vecchia per i tuoi standard."
Si sedette anche lui, appoggiando le mani dietro la schiena e tenendo le gambe allungate. Guardava in alto, come a contare le stelle. "Dici?", in lontananza un motore veniva acceso. "C'è comunque un qualcosa in Julie che non fa per me."
"Cosa?"
"È lesbica.", sorrise: era riuscita a zittirla. "È un problema per te?"
"Ovviamente no. Mi stavo solo chiedendo se Shan lo sa."
"Non credo."
"E quindi stasera?"
"Se tutto va bene Shannon ritorna un po' frustrato perchè non l'ha voluto. Così impara!"
"Sei terribile!"
Risero assieme.
"Perché vuoi che me ne vada? Non sono stata all'altezza di essere la tua ragazza?"
In realtà Jared era ben convinto che lei stesse dimostrando di essere più che perfetta per il ruolo. Durante la cena era stata gentile e rispettosa. L'aveva guardato un paio di volte con un sorriso dolcissimo, specie quando parlavano di lui quando era bambino. E poi si era dimostrata fin troppo preparata su quella che era stata la sua vita prima del riposo post Tiw. C'era qualcosa che non andava. Era abituato da troppo tempo ad essere solo, avere qualcuno al proprio fianco, doversene preoccupare e soprattutto doversi preoccupare che facesse buona figura davanti ai parenti, lo destabilizzavano. In quel preciso istante avrebbe voluto essere come Shannon ed avere la sua stessa faccia di bronzo. Invece si era intestardito e aveva fatto esattamente quello che voleva sua madre, cioè trovarsi una ragazza seria. Ovviamente Monica aveva la data di scadenza stampata sulla fronte e lo sapeva, eppure... C'era quel qualcosa che non andava.
"No, sei anche troppo perfetta. Non hai visto che occhiate di pura adorazione che ti lanciava la zia? Quella ci vede già sposati e stanziati qui in Louisiana."
Monica lasciò che qualche grillo riempisse il vuoto fra di loro. Onestamente non sapeva che dirgli, quindi era meglio tacere.
"E vuoi sapere la cosa peggiore? Domani sarà un delirio. Tutti vorranno chiedere cosa facciamo nella vita, tutti mi vorranno raccontare quanto mia madre sia stata stupida a lasciare Bossier e quanto inadatta ad essere madre." Gli cercò la mano al buio: era fredda e tesa segno che era nervoso. "Continueranno a dire che io e Shannon siamo due fannulloni. È successo esattamente questo l'ultima volta, ma almeno c'erano i nonni a prendere le nostre difese."
"Strano, non mi sei mai sembrato uno da dover difendere. Ho sempre pensato che ti difendessi perfettamente da solo."
"Di norma lo faccio, ma, come avrai capito, non voglio far dispiacere mamma. Lei, non so perchè, ci tiene a mantenere i rapporti con queste persone, non importa se loro non la considerano degna del clan."
Gli strinse ancora di più la mano. "Sembra strano, ma il sangue è un collante incredibile per qualcuno. Visto come sono i miei rapporti con una parte della mia famiglia, trovo difficoltà a capire come sia possibile, ma evidentemente per tua mamma è una cosa importante."
"Già. Torniamo indietro. Mi sembra strano dirlo, ma ho sonno."
"Wow, mi stai dicendo che proverai a dormire?"
"Credo che ci riuscirò pure, almeno per un paio di ore. Per il resto della notte magari mi metto a lavorare."
"Dovresti essere qui a riposare."
Erano arrivati al portico e solo in quel momento Monica si rese conto di avere ancora la mano di Jared nella sua e soprattuto che a lui non dava per nulla fastidio. Quello sì che era strano.
"Riposerò quando sarò morto."
"Tutto ok là fuori?", domandò Costance che stava uscendo dalla cucina per andare in salotto a chiacchierare ancora con la zia.
"Certo, è una notte bellissima. Sarei rimasta fuori ancora, ma mi sento veramente ko a causa del viaggio. Che fai tu? Vieni a letto o resti con tua madre?"
"Credo che verrò con te.", e le sorrise. "Notte mamma, a domani."
Quando si buttò sul letto, Monica si sentì in paradiso: era veramente stanca, non aveva detto una balla. Viaggiare le piaceva, ma la distruggeva anche. Si mise una maglietta a maniche corte ed un paio di pantaloncini e attese Jared leggendo un libro che le era stato consigliato dalla sua editor. Lui entrò con una delle sue canotte sbracciate e un paio di pantaloni lunghi. A Monica veniva da ridere: a quanto pareva proprio non amava mostrare le gambe secche.
"Non so se te l'ho mai detto, ma ho il vizio di denudarmi quando dormo. Normalmente quando c'è gente mi trattengo, ma se mi vedi nuda domani mattina non devi pensare che lo abbia fatto a causa tua, ma proprio perchè non sopporto i vestiti addosso quando dormo."
"Credo che sopravviverò, in caso dovesse succedere."
"Ci sono modi peggiori per morire, credo."
"Decisamente. In fondo mi é andata bene, non sei così male."
Monica gli lanciò una cuscinata che lo prese in pieno in faccia. "Fottiti."
"Ti piacerebbe eh?"
"Penso di sì." Jared la fissò stupito, mentre lei, prendendolo in contropiede, gli assestò una seconda cuscinata e rise come una bambina. "Monica uno, Jared zero!"
"Te la farò pentire a tempo debito!"
"Parole, parole, parole... Comunque è interessante questo viaggio, in meno di una serata ho scoperto più cose di te e Shannon che in dieci anni che ci conosciamo."
"Non amo parlare molto di me. Cioè, non mi piace che la gente sappia i fatti miei. Preferisco parlare di altro."
"Non è un problema. Dai dormiamo, domani ci aspetta una giornata di quelle da ricordare... O dimenticare, a seconda dei casi."
Jared spense la luce e la camera fu immersa dall'oscurità: avevano chiuso tutte le finestre e tirato le tende oscuranti, quindi l'unica luce che c'era, erano i piccoli led gialli dei due Blackberry che si stavano ricaricando. La casa sembrava dormisse, non un solo rumore proveniva dai piani sottostanti.
Monica si era quasi addormentata, quando sentì, distintamente, un grazie.
Sorrise.
   
 
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars / Vai alla pagina dell'autore: PrincesMonica