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Autore: fallforyou    02/09/2011    0 recensioni
Non avevi il diritto di cacciare fuori dalla loro coltre di sofferenze i ricordi più belli.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non saresti dovuto tornare.
 
Non avevi il diritto di cacciare fuori dalla loro coltre di sofferenze i ricordi più belli.
Pensavo che rivederti avrebbe fatto riemergere l’odio, la rabbia per le mie lacrime sprecate.
 
Invece la prima cosa che mi è saltata alla testa è stato il tuo sorriso, smagliante e vero, così diverso da quello accennato e timido che porti ora. Ti avevo detto che la tua presenza era per me come un antidoto alla tristezza, e tu mi avevi regalato la dimostrazione di felicità più bella di tutte.
 
Poi hai appoggiato la spalla sullo stipite della porta, lo stesso uscio che ci ha visti abbracciati così tante volte, e ho ricordato il tocco leggero ma appassionato delle tue dita sulla mia pelle. Come se non te ne fossi mai andato. Come se la mia schiena fosse stata per tutto quel tempo appoggiata al tuo torace, la mia testa nell’incavo del tuo collo e le tue braccia strette intorno a me.
 
La terza cosa che ho ricordato è stato il suono della tua voce. Prima ancora che tu mormorassi quel “ciao”, solo accennato e timido, la mia mente era già invasa dalle mille profondità e tonalità con cui tu sapevi parlare al mio cuore. La tua voce era dolce e gentile quando mi sussurravi all’orecchio, triste ed emozionata quando dovevamo salutarci, preoccupata e bassa ogni volta che mi chiedevi se c’era qualcosa che non andava; era roca e appassionata quando dicevi di amarmi.
 
Per un breve istante è stato tutto sfuocato, fuori posto. Come se non te ne fossi mai andato.
Ma è stato solo un istante, perché quello dopo mi sono rimbombate nella testa come un’eco le tue ultime parole: “Non significa nulla”.
 
Alzi lo sguardo su di me, e vorrei tanto potermi perdere ancora nei tuoi occhi, ma per me ha significato tutto. Non ti permetterò di togliere importanza alla mia vita, ai miei pensieri, alle mie emozioni ancora una volta. Di decidere cosa sia giusto o sbagliato, cosa abbia valenza e cosa no. Da antidoto alla mia solitudine ti sei trasformato in una droga, un veleno, e ora che sono in astinenza non ti lascerò rientrare in circolo nelle mie vene, nel mio sistema, per poi arrivare dritto al mio cuore come hai sempre fatto.
 
Non puoi più far risuonare il mio cuore con le tue melodie, perché le corde sono rotte. Le mie speranze per un futuro insieme hanno spiegato le ali da un pezzo e del treno delle occasioni è rimasto ormai solo il fumo uscito dalla ciminiera.
 
Non saresti dovuto tornare.
 

 

Se un gesto ti sfiora, una parola
ti cade accanto, quello è forse,
nell'ora che si scioglie, il cenno d'una
vita strozzata per te sorta, e il vento
la porta con la cenere degli astri.
- Arsenio, Eugenio Montale



 


Author's Note:
Questa one-shot è nata dalla mia riflessione che il passato, bello o brutto che sia, dovrebbe stare al suo posto e non rompere le scatole al presente.
Poi ovviamente quel genio che è Montale ha fatto la sua parte.
Nel penultimo paragrafo il riferimento alla corde rotte e al treno viene dalla canzone Broken Strings di James Morrison: "You can't play on broken strings" e "It's like chasing the very last train when it's too late". Canzone bellissima, se volete ascoltarla qui c'è il link.
Mi farebbe piacere un commento sincero.

   
 
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