A year ~ season of love.
Era passato
più di un anno e quindi
più di quei famosi cinquecento venticinque mila seicento
minuti. Ricordava
ancora perfettamente quel numero, nonostante matematica e cifre e
simili non
fossero prettamente argomenti che gli interessavano, per colpa di
Rachel.
Era passato
più di un anno da
quando grazie a quella famosa cena con mia madre davanti a
Schindler’s List e
confezioni di take-away del cinese per il Simchas Torah e da quel sogno
che lo
aveva convito a uscire con Rachel.
Erano stati
insieme meno di una
settimana -tempo comunque record per Noah- e aveva ancora stampato
nella mente
l’unico appuntamento che le aveva concesso sperando in una
sessione più intensa
di coccole. Si era addirittura seduto con lei sul divano scamosciato
del suo
salotto e aveva guardato due ore di un musical che secondo la ragazza
era
fondamentale per la cultura di un giovano artista come lui.
Le aveva messo
un braccio attorno
alle spalle e lei si era accoccolata a lui, appoggiando la testa sul
suo petto
con lo sguardo fisso verso il televisore. Solo per qualche istante, un
attimo
prima che sullo schermo apparissero gli otto protagonisti e un teatro
vuoto, si
era fermato ad osservare la ragazza che gli era di fianco e aveva
pensato che
era davvero bella. Che forse grazie a lei avrebbe potuto lasciare stare
Quinn,
fregarsene della gravidanza, fregarsene di Finn
che come un deficiente si stava al posto che avrebbe
dovuto appartenere
a lui. Sorrise e poi Rachel gli rifilò una gomitata nelle
costole dirgli di
stare attento.
«Inizia…
» aveva sussurrato e poi
aveva iniziato a canticchiare. «Five
hundred
twenty-five thousand six hundred minutes…»
«Ci
sono veramente tutti quei
minuti in anno?»
«Credo
di sì Noah, non mi sono mai
messa a contarli, sinceramente.»
Poi lei aveva
ridacchiato e gli
aveva tirato un pizzico sul ventre. Lui si era abbassato e le aveva
posato un
bacio sui capelli, scuotendola un po’ per dirle di stare
attenta.
E adesso, erano
passati più di cinquecento
venticinque mila seicento minuti e loro erano di nuovo stretti in un
abbraccia
sul letto disfatto di Rachel, nella sua stanza così rosa che
Noah ricordava
alla perfezione e si baciavano. Le sue labbra, constatò il
ragazzo, erano più
esperte ma morbide e al sapore di fragola come l’ultima
volta.
Era ancora
bellissima ma non
poteva. Avrebbe tremendamente voluto, ma non poteva.
E il suo sguardo
triste, quegli
occhi castani grandi e caldi che gli imploravano di restare lo avevano
fatto
vacillare ma poi si era alzato ed era andato via senza neanche salutare
i
genitori di Rachel che erano sempre stati tanto gentili con lui.
Accese il
computer una volta
arrivato a casa e infilò il solito dvd che ormai andava
rovinandosi per quante
volte aveva visto quel film. La platea vuota, il palcoscenico spoglio e
otto
persone che iniziavano a cantare una canzone su quanto potesse cambiare
la vita
in un anno, in cinquecento venticinque mila seicento minuti. Avrebbe
cantato a
bassa voce le canzoni e avrebbe pianto come ogni volta nonostante ormai
sapesse
anche questa volta per Angel non ci sarebbero state cure e che alla
fine Mimi
avrebbe potuto ascoltare la canzone di Roger.
Fine.
Amo
profondamente il Puckleberry.
Sono stati insieme pochissimo ma credo fosse una delle coppie
più sensate di
tutta quanta la serie e continuano ad esserlo ancora dopo visto che a
Rachel
rimane quel bellissimo vizio di essere l’unica a chiamare
Puck per nome e lui è
tanto tenero con lei, a volte è l’unico che la
difende, eeeh basta, sono
teneri. Poi sono contenta di averci messo in mezzo Rent.
Teoricamente
loro si mettono
insieme nella 1x08 e la loro seconda sessione di limona mento si
posiziona nella
2x09 quindi credo sia più o meno un anno.
Se vi piace o vi
ha fatto schifo un
commento è sempre ben accetto.
Nacchan.