Ecco.
Perché diavolo io abbia deciso di prendere parte a questa
stupidissima gita non ne ho idea.
Sono le 7:00 del mattino e io sono qui, fuori la scuola, in mezzo ad
una banda di scalmanati liceali pronti a far che? Una visita al Parco
Nazionale di Yellowstone. La riserva dell’orso Yoghi, per
intenderci.
Attorno a me è tutto un ridere, scherzare, urlare,
parlottare allegramente. Persino Gwen sembra di buon umore. GWEN! No,
dico: forse voi non avete idea di chi sia Gwen, detta “La
Gotica”. Il soprannome basta da solo a chiarire che razza di
persona sia quella ragazza. Ammesso che si possa definirla tale quella
lì.
Dopo buoni dieci minuti il nostro caro e narcisista professore Chris
McLean ci comunica che possiamo avviarci nel pullman.
Così dietro una massa di amebe senza cervello, che altro non
sono che i miei suddetti “compagni”, salgo
anch’io sul mezzo. Come sempre i posti indietro a tutto se li
accaparrano Duncan, Justin, Trent e Geoff. Da dietro le mie Ray-Ban
osservo il resto della classe prendere posto: Beth e Lindsay, Gwen e
Leshawna, Owen e Harold, Ezekiel e Noah, Katie e Sadie, Dj e Tyler,
Izzy ed Eva, Sierra e Cody, Bridgette e Courtney. Osservo il posto
accanto al mio, per l’ennesima volta, vuoto. Bene, almeno
nessuno mi disturberà mentre ascolto il mio mp3 in santa
pace.
Dopo nemmeno due secondi una voce dal forte accento spagnolo mi scuote
dal mio completo relax.
–Hola, puedo sentarme?-. Alzo gli occhiali per vedere bene in
faccia chi sia quell’idiota che ha osato disturbarmi mentre
stavo ascoltando una delle mie canzoni preferite: “Better
than revenge” di Tylor Swift.
Un bel ragazzo dalla pelle scura e gli occhi verde smeraldo mi stava
sorridendo alla maniera tipica dei latin lover. Alejandro mi sembrava
si chiamasse. Era nuovo della scuola quindi non lo conoscevo molto
bene, né tantomeno ci tenevo a conoscerlo. Comunque se
quello era il suo modo per approcciare con me, aveva proprio sbagliato
persona. In men che non si dica afferro Courtney che era dietro di me e
la tira avanti.
–Che cavolo vuole questo qui, adesso!- le chiedo. O meglio:
la minaccio. Ma in fondo io sono Heather, la dolcezza e le buone
maniere ( a patto che non convengano a me stessa) non sono nel mio DNA.
Non mi serviva ripetere la frase: sapevo perfettamente che Courtney
aveva sentito. Come facevo a saperlo? Semplice. Quando
c’è aria di pettegolezzo, Courtney lo riesce a
fiutare come un Breton fa con i tartufi.
–Ti ha semplicemente salutato e chiesto se può
sedersi vicino a te- mi risponde con quell’aria da saputella
che la contraddistingue.
Lasciandole il braccio torno a rivolgermi al ragazzo dalla lingua
incomprensibile che era di fronte a me.
–Fa’ come vuoi. E’ libero.-.
–Gracias!-. E stavolta non mi applico più di tanto
a quello che mi abbia detto, ma dall’aria gongolante non
credo mi abbia insultato o cose del genere.
Passiamo la prima ora in silenzio tutti e due: io ascoltando il mio
mp3, lui a girarsi i pollici.
–Di’ un po’…perché
sei sempre sola?-.
Sbarro gli occhi. Ma chi si crede di essere questo sbruffone? Crede
davvero che dopo a malapena un’ora trascorsa insieme
può farmi domande del genere?
–Non sono affari tuoi!- lo liquido irritata.
-Siamo scontrose, eh?- ridacchia lui. Poi sia vvicina a me e mi
sussurra: –Me gustan las chicas
gruñones.
Me gustan mucho...-.
E adesso che cavolo mi aveva detto?
-Guarda
che se hai voglia di prenderle mi stai provocando alla grande!- sibilo
velenosa. Lui ride beffardo.
–Credo che tu abbia bisogno di lezioni di spagnolo, chica!-.
Ah, ma che bravo: solo ora se ne accorge?
Gli mando una stilettata così gliaciale che per un attimo
potrei giurare di aver visto un brivido percorrergli la schiena.
–Che hai da ridere, idiota!-.
–Rido perché devi aver frainteso quello che ti ho
detto!-.
–No, non ho frainteso. Non ho capito una parola di quello che
mi ha detto, è diverso!-.
Lo vedo avvicinarsi pericolosamente a me e prendermi il mento.
-Ti ho appena detto che mi piacciono le ragazze scontose. E tu sei una
di quelle, Heather.-.
Resto allibita. All'improvviso sento qualcosa allo stomaco. Oh no, ci
manca solo che debba vomitare in una stupidissima busta di plastica!
Ma, a pensarci bene, io non ho mai sofferto il mal d'auto in vita mia.
E allora perchè tutt'ad un tratto sento la gola secca e il
cuore battermi all'impazzata?
Sento che vorrei dirgliene
quattro a quel bell'imbusto ma le parole mi muoiono in gola e non posso
far altro che restare a guardarlo in quegli occhi smeraldo.
Che
mi stia forse innamorando di
Alejandro?Aspetta. Ho detto proprio "Alejandro" e "innamorando" nella
stessa frase? No, non può essere. Io sono Heather, non mi
sono mai innamorata nella mia vita!Figuriamoci poi di un cascamorto
come Alejandro!Se qualche volta ho fatto la smielata con qualcuno era
solo per un mio vantaggio personale!
Tuttavia credo di non aver mai provato nulla di simile a quello che sto
provando in questo momento in tutta la mia vita.
-Allora? Sei rimasta senza parole?-.
-Senza parole? Io? Ma non scherziamo! Credi davvero che ti basti dirmi
una patetica frase come quella e farmi un paio di occhi dolci per farmi
cadere ai tuoi piedi?-. Eccola, la vecchia Heather di sempre.
-Ah, davvero? Vuol dire che con te le parole non funzionano.-.
-Bene, vedo che hai capito!Quindi adesso sta' zitto e lasc...-.
Non posso terminare la frase perchè lui mi sta baciando. Si,
mi sta proprio baciando. E non è un semplice bacio, tipo
quelli che si danno alle medie, a "stampo" per intenderci. No.
Alejandro mi aveva piantato così, di punto in bianco, la sua
lingua nella mia bocca.
Sia ben chiaro: di ragazzi che mi avevano baciato ce ne sono stati
tanti, tra cui anche gli stessi Duncan e Trent, figuriamoci. Ma vi
posso assicurare che come bacia Alejandro non bacia nessuno.
Certo, a quel punto avrei potuto mollargli uno schiaffo e chiedergli
come diavolo gli fosse saltato in mente di baciarmi in quel modo. Avrei
potuto farlo se non fosse stato per il fatto che anch'io mi stavo dando
da fare. Parecchio da fare.
Dopo due, a mio parere, interminabili minuti lui decide di staccarsi.
-Si, decisamente. Con te le parole non funzionano!-.
-Senti non metterti in testa strane idee: ho solo assecondato i tuoi
istinti primordiali. Figurati se io mi sia innamorata di te!-.
-Mmmh...da come mi hai risposto non sembrava ti dispiacesse poi tanto!-.
Bingo! Sto per ribattere qualcosa in difesa del mio orgoglio ma lui mi
zittisce con un dito davanti alla bocca.
-Ah ah ah...non adesso chica.Siamo arrivati. Conservati il meglio per
il viaggio di ritorno, ok?-.
Così dicendo mi strizza l'occhio, si alza e scende dal
pullman.
Mi riscuoto solo dopo 5 minuti cercando di assimilare quello che mi
aveva detto. Sorrido maliziosa a me stessa.
-Si, Alejandro. Conserverò il meglio per il viaggio di
ritorno, quindi preparati!-.
E pensando già a quanto sarà piacevole la mia
"vendetta" durante il viaggio di ritorno, afferro la mia
borsa e scendo dal pullman.