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Autore: __gryffindor    03/09/2011    5 recensioni
George Weasley chiuse gli occhi e lasciò che la brezza estiva lo cullasse, o almeno tentò. Erano più di due mesi che se ne stava in disparte a rimuginare sul passato, sul futuro.
Terza classificata al contest "Una frase, un contest e tante scrittrici" di Blackhole95
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Angelina Johnson, Fred Weasley, George Weasley | Coppie: Angelina/George
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Panna, Fragola e Cioccolata

« Siete unici al mondo, miei pregiati tesori » sussurrò Molly ai due gemelli.
« Due canaglie inseparabili, vorrai dire » la corresse il marito, che se ne stava seduto a leggere la Gazzetta del Profeta.
« Non dire sciocchezze, Arthur. Sono eccezionali » continuò la donna.
« Come la fragola e la panna » urlò Percy, che aveva la bocca piena di risata e frutta.


George Weasley chiuse gli occhi e lasciò che la brezza estiva lo cullasse, o almeno tentò.
Erano più di due mesi che se ne stava in disparte a rimuginare sul passato, sul futuro; il presente aveva smesso di viverlo. Evitava i familiari, gli amici, le lettere e perfino gli specchi. Un sorriso, però lo concedeva a chiunque; gli angoli della bocca si alzavano per poi riabbassarsi, infine sul suo volto rimanevano solo due fili rosei ben diritti.
Lo sguardo, perso nel vuoto, ancora non aveva versato alcuna lacrima da quando lo aveva scoperto per terra con gli occhi e le labbra ridenti.
Sapeva che doveva andare avanti per chi era rimasto – lui lo avrebbe gradito. Ma come tentare, quando la panna era sparsa su quei fili d’erba che lui stesso stava accarezzando con i piedi nudi?
Si sarebbe sciolta, a poco a poco, fino a scomparire del tutto; chissà, forse sarebbe stata divorata da qualche piccola creatura golosa. Non importava come sarebbe sparita: lo avrebbe fatto, lasciando la fragola nella più totale solitudine, con il suo sapore ordinario.
Quel frutto privo della propria compagna non era niente di speciale, proprio come pensava di essere George.

L’enorme e secolare albero che era posto dietro la Tana, era divenuto il suo rifugio personale.
Quando non ne poteva più degli sguardi che gli venivano rivolti, fuggiva e sedeva sul ramo più basso di quella vecchia quercia, in modo da sfiorare il verde prato con la punta delle dita dei piedi.
Da quella posizione, i suoi occhi riuscivano a intravedere il vecchio capanno delle scope, in cui erano ancora nascosti, sotto l’asciutto terriccio, vecchi oggetti appartenuti ai membri della famiglia Weasley; li avevano insabbiati lui e Fred prima della guerra e della morte, ancor prima dell’arrivo del gelo estivo nella sua vita.
Malediceva la luce, il buio e perfino la panna, il cui odore continuava a entrare nelle sue narici, inebriandogli la mente, oltre che l’infelice cuore.

Una volta Angelina Johnson, che spesso andava in visita alla Tana, lo aveva sentito sbraitare contro il vento e, incuriosita da quel straziante lamento, lo aveva raggiunto.
« Qual è il problema, Weasley? » chiese in un dolce sussurro.
Il ragazzo non rispose, imprecò contro l’oscurità che lo accerchiava.
Del vecchio George era rimasto ancora molto, solo che lui nascondeva ciò che era possibile celare e mostrava una minima parte dell’incredibile personalità che possedeva. Angelina era a conoscenza di tutto questo, difatti espose una piccola perla di saggezza. « Invece di maledire il buio, è meglio accendere una candela, George. Avrai più possibilità di intravedere lo sguardo di Fred, o magari di sentirlo ridere » si avvicinò un poco, così da poter accarezzargli una guancia. « Ha sorriso alla morte, perché sapeva che morire era il giusto sacrificio alla vita. Non ti ha mai abbandonato, lui è parte di te, ricordatene sempre » lo salutò con un fugace e infantile bacio sulla guancia, in seguito si allontanò per andar via.
Lo aveva scombussolato, come poteva scappare? Di discorsi su Fred ne aveva ascoltati, ma quello di Angelina lo aveva colpito diritto al cuore e alla mente, oltre che al corpo.
« Johnson, da quanto tempo preparavi questo monologo? » la prima battuta dopo quella che era sembrata un’eternità. La prima di molte altre che sarebbero fuoriuscite dalle sue labbra e che non si sarebbero mai più mescolate con il vento.
Raggiunse quella che era stata una vecchia compagna, una vecchia amica e un’ottima amante e la abbracciò come mai aveva fatto: un infantile, ma amichevole abbraccio.
E finalmente, dopo tutto quel tempo, George Weasley accese una candela.


George e Fred, un tempo, erano stati come la fragola e la panna: deliziosi da soli e uno scoppiettante misto di sapori assieme. Proprio per questo erano nati congiuntamente, l’uno preso in disparte dall’altro era ordinario, in compagnia dell’altro era eccezionale.
Durante la guerra, la panna era sparita e aveva lasciato la fragola sola. Era comparsa la cioccolata, riempiendo di un nuovo e zuccherino sapore il frutto rosso, che aveva pensato di rimanere solo per tutta la vita senza la compagna con cui era nato e cresciuto. La cioccolata, forse, non era come la panna, ma bastava alla fragola per tornare in vita.

  
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