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Autore: FrancyF    03/09/2011    1 recensioni
Harry e Teddy. Padrino e figlioccio: due persone accumunate dalla perdita dei genitori e unite da un profondo legame.
Teddy ha 19 anni e sta per completare l'addestramento da Auror. Piccoli gesti, appena percettibili, e frasi, mai dette e dimenticate fanno rivivere nella mente di Harry i ricordi che ha del suo unico figlioccio. Ricordi teneri e esileranti di un Teddy ancora bambino pieno di domande e di un giovane Potter alle prese con la vita di tutti i giorni che, tenta disperatamente, di non far affievolire i fantasmi del passato.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Teddy Lupin, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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 Ok prima di tutto ti saluto e ringrazio per aver letto la mia FF. In secondo luogo dico che Teddy Lupin è uno dei miei personaggi, della "nuova generazione", preferiti e sono sempre stata curiosa di leggere o vedere il modo in cui è cresciuto. Così ho cercato di scriverlo io, immaginando il profondo legame che lega Teddy al suo padrino, Harry Potter.
Dedico questa FF al mio padrino e alla mia madrina: Paolo e Renata, che mi sanno far ridere anche nei giorni di pioggia.
Spero che vi piaccia!
Un bacio da Francesca



-Sei pronto Teddy?- la voce di Harry riecheggiò per le scale.
-Un attimo e arrivo zio-, Teddy si portò ancora una volta la sua copertina azzurro chiaro sul naso, per sentire sua madre più vicina. Erano passati diciannove anni certo, ma l’odore della mamma lo si riconosce sempre.
-Non sei ancora pronto… ma che fai con la tua vecchia coperta? Nostalgia dell’infanzia ragazzone?-, Harry era in piedi, appoggiato alla porta della stanza, che un tempo, apparteneva al suo di padrino e guardava il suo figlioccio con aria curiosa. –No!- si affrettò a rispondere il giovane: non voleva che Harry lo considerasse troppo sentimentale, ne andava della sua mascolinità. –E che mi da sicurezza ecco. L’odore della mamma mi porta fortuna, sai per l’addestramento-.  Harry cambiò faccia, dannazione a volte Teddy li ricordava lui da giovane: entrambi dovevano relazionarsi ogni giorno con la morte dei genitori e vedere che ora il suo figlioccio stava lottando esattamente con gli stessi fantasmi del passato, lo riempì di angoscia.
-Non ti serve fortuna- gracchiò Harry sforzandosi di essere convincente –Su posala e andiamo. Te l’ho già ripetuto un migliaio di volte per superare l’addestramento da Auror ci vogliono…-
-Allenamento, talento e una buona dose di sangue freddo. Lo so. E’da quando sono nato che non fai che ripeterlo-. Teddy guardò il padrino con un’aria da rimprovero. Con uno sforzò gigantesco posò la coperta e uscì dalla stanza. Harry lo seguì per le scale, il distinto da Capo Auror che gli brillava sul petto. La copertina azzurra.
 
Un diciassettenne Harry Potter sedeva a un tavolino da thè, accanto a lui c’erano: Ginny, Ron e Hermione. Ma lo sguardo del giovane Potter era concentrato su qualcos’altro: ad un angolo della stanza, su una poltrona, Andromeda Tonks stava cullando il piccolo Teddy. Il neonato aveva poco più che due mesi ed era completamente avvolto da una copertina azzurra, che Remus aveva appositamente comprato per il figlioletto. La stanza era silenziosa. Sul volto di Andromeda scivolò una piccola lacrima, vellutata di tristezza.
Harry se ne accorse e finalmente parlò –Mi spiace tanto- disse con voce roca. La vecchia a quelle parole alzò la testa e guardò il ragazzo dritto negli occhi. –Oh Harry caro, non dirlo neanche per scherzo. Non è stata colpa tua. In effetti non ti ho ancora ringraziato. Mia figlia e mio genero sono morti certo. Ma tu hai salvato tutti noi-. Ron tirò su col naso silenziosamente. –Dunque- continuò la neo-nonna –Tu sei il suo padrino giusto?-. Harry annuì. –Allora mi sembra giunto il momento che tu prenda in braccio il tuo figlioccio no?-. Un lampo di panico si intravide nei limpidi occhi verdi del Salvatore del Mondo Magico. Non aveva mai preso in braccio un neonato e aveva una paura tremenda di fargli male. Inoltre si sentiva ancora responsabile per la morte di Remus e Tonks. Bastò solo quel pensiero per far tornare Harry alla cruda realtà. Lupin e Tonks erano morti tre giorni fa. Lui aveva trionfato su Voldemort. I funerali si erano tenuti appena il giorno dopo. Aveva privato quel bellissimo bambino dei genitori. Proprio come Voldemort aveva fatto con lui.
Ginny lo guardò incoraggiante e Harry si alzò dalla sedia e andò verso Andromeda. Quest’ultima, con una dolcezza infinta, gli porse Teddy e Harry poté toccare con mano il suo figlioccio. –Promettimi che lo proteggerai. Promettimi che lo guiderai sempre- disse Andromeda tra le lacrime. Harry, in lieve imbarazzo, guardò Teddy profondamente addormentato tra le sue braccia: sembrava che niente turbasse il bimbo. Incrociò lo sguardo di Ginny e lei le restituì il suo. –Lo farò- disse infine il giovane –Te lo prometto. Avrò cura di lui, stanne certa. Fosse l’ultima cosa che faccio-. Andromeda li pose una mano sulla spalla commossa. –Non preoccuparti Theodore- sussurrò all’orecchio di suo nipote –Harry è una ragazzo d’oro e avrà cura di te-. Rimasero così qualche istante: Harry con in braccio Teddy, avvolto nella sua coperta azzurra, e Andromeda che accarezzava la testa del nipotino e piangeva silenziosamente.
Poi qualcuno, forse Ron, premette un grilletto e scattò una foto: la prima foto di padrino e figlioccio assieme.

   
 
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