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Autore: ReeGray    03/09/2011    3 recensioni
. Gli spettacoli di notte, visti con il mio cannocchiale erano stupendi e mi lasciavano ogni volta senza fiato. Incapace di muovermi, incapace di parlare, spesso ero rimasta sveglia tutta la notte a contemplare quel cielo amico.
Genere: Fantasy, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Restai lì ferma a lungo, con lo sguardo fisso verso la luna e le stelle, quelle stelle che ormai conoscevo così bene.
Quella sera non avevo portato con me il cannocchiale, era bello guardare il cielo ad occhi liberi e in quel momento lo facevo semplicemente perché mi andava, senza avere un obbiettivo preciso, come di solito m’imponevo nel tentativo di scoprire le stelle ed i loro segreti.
A volte sognavo di essere la protagonista della mia storia, quella che stavo cercando di finire. E così aspettavo sotto le stelle il ragazzo misterioso che sarebbe riuscito a conquistare i miei occhi, le mie labbra. Quella conquista che poi si sarebbe dimostrata vittoriosa. Ma non quella sera.
Le stelle cadenti di Agosto ed il loro sorriso angelico, un sorriso che solo io immaginavo avessero le stelle, mi avevano dato appuntamento in uno dei miei sogni.
Se lo avessi detto a qualcuno sarei passata per la pazza della situazione, perciò ero scappata, scappata come non avevo fatto mai.
Quella sera non mi ero neanche guardata le spalle come facevo solitamente, avevo lasciato che la fantasia mi travolgesse, e mi ero dimenticata di togliere le tracce. Ma poco importava in quella notte bellissima come mi avevano promesso che fosse stata le stelle del sogno.
Era da tanto, da quanto frequentavo la scuola di astronomia fuori città, che facevo questi strani sogni, ed era da allora che scappavo di casa per i miei appuntamenti con le stelle. Gli spettacoli di notte, visti con il mio cannocchiale erano stupendi e mi lasciavano ogni volta senza fiato. Incapace di muovermi, incapace di parlare, spesso ero rimasta sveglia tutta la notte a contemplare quel cielo amico.
Ormai mancava poco, così mi misi più comoda e i miei occhi divennero vispi. Occhi gialli, penetranti.
Ci volle un po’ per abituarsi alla visione con i miei nuovi occhi, ma mi gustai quella trasformazione lasciando che il mio cervello si fondesse per un solo attimo con tutto il resto.
E fu come se gli occhi fossero in realtà l’unica parte del mio corpo che riuscivo a sentire ed allo stesso tempo quella che non riuscivo a possedere. I miei occhi fecero appena in tempo a completare la trasformazione per godersi la visione notturna ed andare oltre il cielo, vicino le stelle. La luna era opaca vista dai miei occhi, una luce ridotta dalla mia visione.
Mi girai invece verso il bagliore alla mia  destra e fui contenta di riconoscere Spica nella costellazione della Vergine. Mi avvicinai con lo sguardo verso lei e fu come se i nostri sguardi si incontrassero e scontrassero. Il cielo brillava e migliaia di lucette si accendevano e spegnevano.
Mi piaceva guardarle perché sembrava ballassero, perché le stelle cadenti in questo caldo mese di Agosto sembravano fuochi d’artificio e perché io diventavo parte di loro.
I miei occhi si trasformavano in stelle e riuscivo a catturare i mille riflessi, tutti quei particolari che con occhi umani non riuscivo a vedere. Inspiegabile l’emozione che provavo quando guardavo le stelle con degli occhi oro brillanti.
Da oltre mille anni diventavo una splendida stella, con un sogno ancora da realizzare e una missione da compiere giorno dopo giorno.
Una stella nel corpo umano che mi era appartenuto nella mia vita precedente.

  
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