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Autore: mctabac    03/09/2011    1 recensioni
Mi chiamo Demetria Devonne Lovato, cinquantenne, nata in Texas e vissuta a Los Angeles.
Ne sono uscita da un bel po’ e oggi sono qui per raccontarvi la mia storia. Vi starete chiedendo il perché di questa cosa.
Beh, spero che vi serva a capire che le cose possono cambiare e che si può ritornare a vivere.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi chiamo Demetria Devonne Lovato, cinquantenne, nata in Texas e vissuta a Los Angeles.
Ne sono uscita da un bel po’ e oggi sono qui per raccontarvi la mia storia. Vi starete chiedendo il perché di questa cosa.
Beh, spero che vi serva a capire che le cose possono cambiare e che si può ritornare a vivere.
 
Ero ancora un’adolescente quando incontrai per la prima volta Joseph Adam Jonas, il mio Joe.
Diventammo grandi amici fin dal principio. Eravamo due cantanti che spesso duettavano insieme ed eravamo due voci in un'unica passione.
Quando avevamo io diciannove anni e, lui ventidue, capimmo che non erano solo le nostre due voci che insieme si fondevamo, eravamo noi, due metà che si completavano.
Eravamo innamorati talmente tanto che decidemmo di fare il grande passo: il matrimonio.
Quello fu uno dei giorni più belli della mia vita e ne ricordo ogni singolo momento.
Era il tredici agosto del duemilaundici, scesi da casa mia per andare da lui.
Bussai alla porta e mi aprì Denise, sua madre. Il suo viso era visibilmente contento e mi domandavo il perché.
Entrai e vidi petali di rose rosse e candele ovunque.
Joe era sempre stato un romanticone con me, mi dedicava canzoni e cucinava per me.
“Io esco, vi lascio soli” Mi disse Denise prima di abbracciarmi.
Stava accadendo qualcosa di strano e la cosa mi incuriosiva.
Posai la borsa sul divano e andai in cucina a vedere cosa stesse combinando Joe.
“Ciao amore” Lo salutai, posando le mie braccia attorno al suo collo e baciandolo delicatamente sulle labbra.
Lui mi rispose ricambiando il bacio e sorridendo.
Indossava un vestito elegante. Era bellissimo, come sempre.
“Che cosa stiamo festeggiando?” Gli domandai mentre ispezionavo le prelibatezze che aveva cucinato.
“Non posso passare una bella serata con la mia meravigliosa fidanzata?” Mi disse avvicinandosi e prendendomi per i fianchi.
Tra mille risate cenammo. Arrivò il momento del dolce, mi mise davanti un piatto con sopra un coperchio e mi disse semplicemente “Ti amo”.
Io gli sorrisi poi alzai il coperchio. Avrei tanto voluto che qualcuno fosse lì in quel momento per riprendere quell’attimo incredibilmente significativo e importante.
In quel piatto c’era un anello con un biglietto.
Lessi il biglietto: “Sposami, ti prometto il per sempre”.
Senza pensarci due volte, presi l’anello, me lo misi al dito e gli saltai addosso.
Il nostro matrimonio durò cinque anni fino a quando me lo portarono via.
“Suo marito ha un tumore al polmone. Mi dispiace ma non possiamo fare niente. Il paziente non sopravvivrà.”
Tutto quello che mi dissero i medici.


Dopo la morte di Joe, rimasi per settimane chiusa in casa, con addosso i suoi vestiti ascoltando i nostri duetti e Dio solo sa quanto per me siano stati difficili quei tempi.
Poi un giorno arrivò una lettera:

Cara Demi,
Lo so, ti avevo promesso il per sempre e ora mi sembra tanto una cosa egoista perché per me è davvero per sempre. Sei stata la prima e l’ultima che abbia mai amato veramente. Per te questa è l’occasione di ricominciare, di innamorarti di nuovo. Io ti amo e so che mi ami anche tu ma Dem, non è finita per te. Vivi il resto dei tuoi giorni nel modo migliore. Io ho vissuto la mia vita straordinariamente, ho avuto la moglie migliore del mondo, non ho nessun rimpianto.
Ricordi quando eravamo ancora due ragazzini, scherzavamo sul nostro futuro e speravamo entrambi di trovarci due persone che ci avrebbero reso felici? Io sono stato fortunato, qualcuno lassù mi ha fatto trovare molto altro.
Tu ora devi andare avanti, supera anche quest’ostacolo e rialzati da terra come un grattacielo, dimostra quanto sei forte. Liberati delle mie vecchie cose, semplicemente ricordami come Rose si ricordò di Jack.

Ti amerò per sempre.

Tuo Joe.
 
Sono passati ben ventisei anni dall’arrivo di quella lettera.
Non ho mai avuto dubbi di chi l’avesse scritta perché la calligrafia era di Joe, aveva di sicuro chiesto a qualcuno di spedirla al posto suo.
Quella lettera mi diede una forza enorme.
Iniziai a uscire da casa e con il tempo la tristezza mi lasciò.

Pochi mesi dopo Dio decise di farmi un regalo, Ian.
Capelli neri, occhi magnetici, tutto suo padre. 
  
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