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Autore: Sara_Marauders    03/09/2011    2 recensioni
"Alcuni odori restano impressi nella mente, ma non sono familiari come può esserlo quello della tua cucina o del tuo piatto preferito; sono odori che ti perseguitano, ti ossessionano sempre e appena li percepisci il resto è nulla. Il tuo, per esempio, resta nelle lenzuola quando ti alzi dal nostro letto e mi perseguita."
[Salazar/Godric]
Genere: Sentimentale, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Serpeverde
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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*[Per molto tempo parole perse mi sussurrano lentamente
che ancora non posso trovare cosa mi trattiene qui…
]
 

 

Sei il mio più pericoloso rivale. L’ho sempre detto, ma non sono stato abbastanza attento: mi hai ingannato con quello sguardo fiero che sembra penetrare l’anima di chi guardi.
Sei entrato nella mia vita, dentro la mia mente, silenziosamente. E io, ora, non so cosa fare.
Non riesco a non pensare al tuo viso, al tuo odore. E non riesco a capire cosa mi trattiene dallo scappare via da questa stanza, dall’andare via da te.

 


[… so che sei ancora lì
mi sorvegli, hai bisogno di me…
]
 

 

Discutiamo spesso, di questi tempi. “Non è giusto il modo in cui guardi il mondo”, mi dici e non capisco perché dovrei essere io a sbagliare. Che ne sai? Forse sei tu che guardi in modo sbagliato il mondo e me. Come fai proprio adesso: so che sei ancora lì, dietro la porta. Mi sorvegli. Perché? Cosa pensi possa fare? O hai bisogno di me dopo quello che è successo?
Vuoi ancora baciarmi con irruenza come hai fatto ieri sera? Io si.

 

 

[… posso sentire che tu mi tiri giù…]

 


Stai distruggendo tutto: vuoi esistere solo tu nella mia mente. Mi stai tirando giù con la forza
-con l’amore- dal mio piedistallo di superiorità. Perché io ero superiore a tutto, prima di conoscere te: superiore alla feccia che vuoi fare entrare nella nostra scuola, alle persona che mi circondavano, forse superiore anche a te. Ma ormai mi hai tirato giù e tu sei salito sul piedistallo che prima era appartenuto a me. E io ti osservo -ti ammiro-. Dovrò combattere per riprendermi il mio posto, lo so, ma non sono sicuro di essere felice del fatto che tu sia il mio rivale.

 
 

[… temo te, amo te…]

 
 

Temo il tuo coraggio.
Amo i tuoi occhi
Temo la tua forza.
Amo le tue mani che mi sfiorano.
Temo la tua rabbia.
Amo il tuo sorriso.
Temo te.
Amo te.

 


[… non lascerò che tu mi tiri giù…]

 

 
“Perché non capisci?”, gli chiedi.
“Non c’è nulla da capire”
“Nulla da capire? Come puoi fare entrare della feccia nella nostra scuola?”
“Sono persone come tutti noi”
“No, è feccia. E se tu farai entrare soltanto uno di loro nella nostra scuola io me ne andrò”
Godric lo guarda, gli occhi che per un attimo trasmettono tristezza.
Ma poi ritorna in se e Salazar capisce: Godric ha già scelto.
“Mi dispiace”, ti dice. Poi si alza e se ne va.

 
 

[… posso sentire il tuo odore -vivo-…]
 

 

Alcuni odori restano impressi nella mente, ma non sono familiari come può esserlo quello della tua cucina o del tuo piatto preferito; sono odori che ti perseguitano, ti ossessionano sempre e appena li percepisci il resto è nulla. Il tuo, per esempio, resta nelle lenzuola quando ti alzi dal nostro letto e mi perseguita. Sembra quasi che tu sia ancora qui con me, ma so perfettamente che non è così: te ne sei andato, per sempre. E ora però, non riesco ad alzarmi, il tuo odore -vivo- mi tiene incatenato qui.

 
 

[… posso sentire che tu mi tiri giù…]
 


 

Sei il mio più pericoloso rivale.
L’ho sempre detto, ma non sono stato abbastanza attento: ero superiore a tutti, finché non sei arrivato tu.
Il tuo odore e il tuo viso mi hanno ingannato, le tue parole soggiogato. Ti sei preso tutto per poi andartene silenzioso come sei arrivato. Dov’è il mio cuore, la mia mente? Dov’è la mia superiorità?
Con te, mi dico: tu mi hai tirato giù dal mio piedistallo, tu hai avvelenato il mio cuore con il tuo amore, tu sei entrato nella mia mente.
E sei il mio più pericoloso rivale; tu non me l’hai mai detto, io non te l’ho mai chiesto, ma mi hai mai visto come nemico? Probabilmente no, sono io lo stolto che lo pensava.
Stolto, stolto… questo me l’hai sempre detto.




Angolo Autrice:
*La canzone è Haunted degli Evanescence.
La storia è raccontata dal punto di vista di Salazar. So che non spicca in originalità, ma spero piaccia lo stesso a qualcuno.


Sara
   
 
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