Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-gi-oh
Ricorda la storia  |       
Autore: AliceWonderland    03/09/2011    1 recensioni
E' giunto il momento per Valon, Alister e Raphael di riprendere in mano le proprie vite e di lasciarsi finalmente alle spalle la triste avventura vissuta alla Doma. Quale futuro attende i nostri tre baldi giovani? Riusciranno a coltivare la loro amicizia? E quali sentimenti sbocceranno ora che l'Orichalcos è svanito per sempre dalle loro vite? No Pro! Ad offrire loro aiuto ci penserà... (Pastshipping)
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Doma, Maximilian Pegasus, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Note: i personaggi presenti in questa fanfic appartengono al loro rispettivo creatore. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro. Buona lettura!



-01: Risveglio!-



Alister si era da poco risvegliato su di un letto d’ospedale, indolenzito e affaticato come se avesse appena terminato la scalata di una montagna.
Attorno a lui, improvvisamente, si erano levati rumori e chiacchierii che lo strapparono da quella che, alcuni attimi prima, era divenuta una piacevole dormiveglia, così, con gli occhi cinerei ancora socchiusi, spostò lo sguardo verso la finestra aperta, sfidando gli intensi raggi del sole mattutino.
-Cosa…- sussurrò tirandosi a sedere, mentre gli ultimi, caotici avvenimenti riprendevano pian piano una sequenza logica nella sua mente.
Era tutto finito: il Sigillo e il Grande Leviathan erano svaniti, e nel cielo il sole era tornato a illuminare tutto coi suoi raggi tiepidi.
-Insomma! Ma da quanto siamo qui?-;
-E io che ne so? Spicciati! Andiamocene!-.
Il ragazzo ascoltò, immobile, quelle voci familiari, e pochi attimi dopo intravide con sorpresa i duellanti Haga e Ryuzaki uscire in gran fretta dalla camera accanto ed attraversare il corridoio del reparto, diretti all’uscita.
Dunque, se lui e quei due impiastri si trovavano lì, allora anche Valon e Raphael, con molta probabilità, erano in quell’ospedale.
Ansioso di appurarlo, si poggiò al corrimano e, alzatosi, si incamminò verso la soglia della stanza.
-Si è svegliato?- sentì domandare da una voce sempre più vicina.
-Questa mattina sono passata per controllare, ma dormiva ancora. Sembrava davvero sfinito, però il dottore dice che è in ottima salute- disse l’infermiera, con un sorriso rassicurante -Non appena si riprenderà, potrà tornare a casa-;
-Bene, la ringrazio-;
-Raphael?- sussurrò il duellante, sentendo il cuore balzargli fuori dal petto. Fece dietrofront e, gettandosi sul letto, si rimise addosso le coperte facendosi piccolo, piccolo sotto di esse: -E adesso?- gemette fra sè.
Dei passi avanzarono verso il suo letto, interrompendo i suoi pensieri; Alister deglutì, irrigidendosi come una lucertola al sole, Non respirava. Si sentiva soffocare, e sotto le coperte cominciava a mancargli...
-OSSIGENO!- ansimò, accaldato, spuntando da sotto le coperte e prendendo profonde boccate d’aria.
-Alister?-.
Il rosso trasalì, voltandosi ed incrociando le iridi ghiaccio del suo ex-compagno, immobile davanti al suo letto.
-Ciao Alister- disse Raphael, nel suo tono più pacato.
-... Raphael- biascicò quello, in un soffio, torcendo nervosamente le lenzuola di cotone fra le dita.
Il biondo prese una sedia e si sedette lì accanto, fissandolo, come per accertarsi delle condizioni del compagno. Per fortuna sembrava stare bene. Certo, le sfumature rossastre sul suo viso riconducevano ad una febbre quasi malarica, ma se poco prima l’infermiera l’aveva rassicurato sulla sua salute, allora...
-Come ti senti, Alister? Va meglio, oggi?- gli domandò;
-Sì. Sono solo un po’ stordito-;
-Ti capisco. Sono rimasto indolenzito e spaesato anch'io per qualche giorno-.
-Per qualche giorno?-.
-Sì; hai dormito per quattro giorni di fila, sai?-;
-Che cosa?!-.
Al seguito di quell’esclamazione, lo stomaco di Alister diede conferma, esplodendo in un imbarazzante brontolio, lasciando entrambi di stucco.
-Quattro giorni...!- si ripetè l'interessato, sprofondando fra i cuscini.
-Credo sia meglio farti portare qualcosa- propose Raphael, alzandosi. Alister annuì, lanciandogli un'occhiata fugace.
Il suo vecchio compagno non sembrava affatto turbato, né mostrava, al suo contrario, segni di imbarazzo o nervosismo sul viso maturo e sempre composto. Anzi, pareva incredibilmente naturale e disinvolto nel parlargli e nell’osservarlo, e la cosa lo metteva ancor più a disagio. Quanto avrebbe dato per sapere cosa stesse pensando di tutta quella situazione, e invece i suoi pensieri non trasparivano; restavano ben celati dalla portata degli sconosciuti. -Arriverà fra poco. Credi di riuscire a sopravvivere?- chiese il ragazzo, rientrando e abbozzando un lieve sorriso.
-Sì. Grazie-.
-Prima che me ne dimentichi... Credo che questo sia tuo- disse Raphael, prendendo il soprabito scuro ed estraendo da una delle tasche presentandogli il piccolo robot del fratellino.
-Ma..! Dove l’hai trovato?!-;
-Fra le macerie della vecchia azienda-.
Alister lo fissò attonito, prendendo il logoro giocattolo fra le mani.
-Grazie. E', ecco...-;
-Mi dispiace per quello che è accaduto a tuo fratello e alla tua famiglia-;
-Io...- mormorò il duellante, mentre le labbra sottili si piegavano in un amaro sorriso -E' che io sto ancora cercando di accettare questa cosa- ammise, percependo nuovamente un fastidioso nodo stringergli la gola.
Raphael lo osservò in silenzio. Non voleva forzarlo se a lui non andava di parlarne. Poteva capirlo, avendo vissuto una situazione simile alla sua, come poteva capire che ci sarebbe voluto un po’ di tempo prima che le ferite si rimarginassero.
-Kaiba aveva ragione. La colpa è solo mia- sussurrò Alister, interrompendo i suoi pensieri -Avevo promesso di proteggerlo a tutti i costi, invece non ne sono stato capace-.
Il biondo non perdeva di vista le mani del ragazzo, stringere sempre più forte il piccolo robot logoro, mentre una lacrima colava su di esso, attraversandolo in un piccolo rigagnolo.
-Alister…-;
-Glielo avevo giurato, l’avevo giurato ai nostri genitori, l’avevo giurato a me stesso, e lui si fidava di me- singhiozzò lasciandolo scivolare sulle lenzuola e portandosi le mani sul volto umido.
Rimasero entrambi avvolti in un rispettoso silenzio, interrotto solo, di tanto in tanto, dalle voci provenienti dal corridoio.
Alister lottò per ricacciare le lacrime, vergognandosi di quella sua improvvisa debolezza. Non aveva il diritto di comportarsi così. Anche Raphael aveva sofferto tanto quanto lui, eppure sembrava sereno riguardo il suo passato. Lui, invece, si sentiva debole e nudo di fronte a ciò che era avvenuto. Sapeva che tutti gli incidenti che in passato avevano coinvolto lui e i suoi due compagni erano avvenuti a causa del Sigillo, ma quello che non si perdonava era di non essere riuscito ad impedirlo, come Kaiba stesso aveva sottolineato durante il loro ultimo duello.
-Alister- lo interpellò il biondo -Non è facendotene una colpa che ti sentirai meglio. Sono certo che tu abbia fatto tutto il possibile per lui-.
Il ragazzo scosse il capo: -No! Se l’avessi fatto, Mirko, a quest’ora, sarebbe qui!-;
-Ciò non significa che ti abbia abbandonato per sempre. Ascoltami, qualunque siano state le parole di Kaiba, lui non era lì con te. Non saprà mai cosa hai vissuto tu in quel conflitto, e come hai lottato per proteggere chi amavi. Inoltre, sono sicuro che tuo fratello non vorrebbe vederti così. Pensaci, Alister. Ora hai la possibilità di iniziare una nuova vita, e devi viverla anche per lui. E’ così che vorrebbe, e lo stesso vale anche per la mia famiglia. Ci è stata data una seconda possibilità, e io ho giurato di renderli fieri di me; devi farlo anche tu, Alister-.
Il ragazzo alzò lo sguardo cenere, verso il compagno.
-Alister, sono stato abbastanza chiaro?- ripeté il biondo, con tono che non ammetteva repliche.
-S-sì-;
-Scusate, c’è una persona che vorrebbe vedere il paziente. Se la sente di riceverla?- li avvisò la giovane infermiera di poco prima, facendo capolino nella camera -Non sembra una sua parente, ma sta diventando insistente e...-;
-Una persona? Sì, certo- annuì il rosso, asciugandosi il volto umido.
-Prego, si è svegliato poco fa. Non lo faccia affaticare, per favore- si raccomandò la donna, rivolta allo sconosciuto, facendosi da parte, mentre una vocetta squillante raggiungeva i timpani dei due ragazzi, facendoli sobbalzare.
-Permesso?- cinguettò -Salve! Come state tutti quanti?-.
Gli occhi di Alister si iniettarono di sangue nello scorgere la figura che si era appena presentata davanti a loro: -TU?!-.

Nel continente accanto...
-TU! MALEDETTA DISGRAZIATA!-.
Le urla di Valon si levarono per tutta Barcellona, in un eco disperato e disumano.
Il motociclista fissò sgomento una delle sue ultime t-shirt completamente ridotta a brandelli e, preso dall’ira, tirò un calcio alla causa di quel disastro.
-Maledettissimo ordigno infernale! Era l’ultima maglia buona che avevo! Ma chi ti ha progettata, il diavolo!?- sbraitò fuori di sé.
Gemette deluso e si lasciò scivolare sul pavimento, fissando il cielo azzurro dalla piccola finestrella della lavanderia in cui si trovava.
Com’era dura la vita. Ed era solo la sua prima settimana. Non faceva in tempo a terminare una faccenda che subito dopo doveva fare spesa, bucato, pulizie; i soldi già cominciavano a scarseggiare e avrebbe dovuto cercarsi anche un lavoro. Aah, certo che la vita non regalava proprio nulla!
Abbassò lo sguardo celeste e, abbacchiato, frugò nella tasca dei pantaloni traendone una carta di Duel Monsters.
Si era svegliato in quella casa con quella accanto, la carta a cui Mai teneva di più… Ciò stava a significare che lei gli era rimasta accanto e che lui, come un emerito idiota, dormiva!
Se si fosse svegliato in tempo, forse sarebbe riuscito a parlarle, a chiarire, e magari sarebbe stato tutto diverso. Forse lei gli avrebbe dato un’altra possibilità, e ora sarebbero felici, e la lavatrice funzionerebbe a meraviglia, il forno non brucerebbe le pietanze e ...
-Ma che sto dicendo?-.
Abbassò lo sguardo, rassegnato, e posò la carta sul pavimento, accanto a lui.
Già: forse, magari, probabilmente, ecco di cos’era sempre stata fatta la sua vita.
No. Lasciargli accanto quella carta, per Mai, significava soltanto un ‘grazie’ e un ‘addio’. Stop. E lui, in quel momento, avrebbe tanto voluto aggrapparsi a qualcosa di sicuro che non fosse l’intraducibile gesto del suo primo amore o una valanga di forse, magari e probabilmente.
Era cominciata una nuova vita, e si sarebbe dovuto guadagnare tutto da solo, a cominciare da delle certezze. Aveva ancora così tante cose da fare, un percorso da organizzare, insomma, troppo per rimanersene lì a rimuginare sul suo triste passato. Certo, se la vita era come la sua lavatrice, allora, avrebbe dovuto lavorare molto, moltissimo.
-Che disastro- si lagnò, alzandosi da terra, fradicio -Ed è soltanto colpa tua!- esclamò, mollando un altro calcio alla lavatrice, che prese a brontolare e a rigettare acqua e schiuma ovunque dall’oblò -Nooooo, fermati! Ma cosa stai facendo?! A cuccia! Aiuto! AIUTO! GUARDIA COSTIERAAA!-.

-Finalmente vi ho trovati! Ma che bel quadretto! Credo proprio di aver preso due piccioni con una clava!-;
-E' FAVA! FAVA, CHIARO?!- esclamò Alister, riprendendo il controllo della propria mascella, dopo alcuni attimi di smarrimento -Che... che cosa ci fai qui?-;
-Ma come? Cosa sono quelle facce stupite? Ho fatto entrate in scena più spettacolari di questa, sapete?-.
Raphael osservò in silenzio la scena, riassumendo la solita flemma che da sempre lo contraddistingueva.
Non si sarebbe mai aspettato di rivedere così presto quel piccolo uragano e, purtroppo, nemmeno Alister, invece eccola lì: un metro e cinquantacinque di puro egocentrismo, di nuovo davanti a loro. Aveva anche un nome: Charlotte T. Pegasus, e non aveva certo bisogno di altre presentazioni...
-Come ci hai trovati?- le domandò.
-Ho una fitta rete di informatori- rispose lei, con un sorrisone a trentadue denti stampato sul viso -Abbiamo cercato addirittura fino a Salem per ritrovarvi e quando Kaiba ha contattato lo zio Pegasus sono venuta a sapere da lui che il suo elicottero aveva trasportato sin qui Raphael prima di fare ritorno alla sede-.
-Benissimo. Ora che hai scoperto dove siamo, puoi anche tornartene a casa- sbottò il rosso, indicandole l'uscita -Non sei più un ostaggio. Sei libera! Grazie della visita e arrivederci-.
Il sorriso della quindicenne si fece più accentuato: -Quanta fretta, Ally. Pensavo di trattenermi a fare quattro chiacchiere coi miei ex-rapitori-.
Raphael cercò di frapporsi tra lei e il compagno, che aveva ripreso a sibilare come un cobra: -Quindi, sei venuta a cercarci perché...?- chiese, tranquillo.
Come se attendesse quella domanda dal suo arrivo, l'americana gli fu subito davanti, pronta a dare spiegazioni: -Sono qui perché immagino vogliate porgermi le vostre più sentite scuse-;
-Cosa?-;
-Be’ sì. Insomma, vi starete consumando stomaco e fegato al pensiero di ciò che avete combinato a me e allo zio Pegasus, ai suoi dipendenti, ai suoi operai... e al resto dell'umanità, ovvio, perciò ho deciso di semplificarvi la cosa venendo di persona a ricevere le vostre scuse. Se lo farete sarò magnanima e non vi denuncerò per aver combinato tutti questi pasticci nelle ultime settimane, lo prometto- giurò Charlotte, mano sul cuore e sorriso d'angelo.
-CoMeCoSaHaDeTtO?!- chiese Alister, incredulo, sbiancando ancor più in volto -Mocciosa petulante, egocentrica e diabolica! Ti ricordo che eravamo sotto gli ordini di Dartz a causa del Sigillo; comunque, dal momento in cui ti abbiamo rapita, siamo diventate NOI le vittime. Saremmo noi a dover essere risarciti da te! Quelli passati a farti la guardia sono stati i giorni più atroci della nostra esistenza nell'organizzazione! Il minimo che tu possa fare è starci ad almeno tre continenti di distanza- inveì -Giusto, Raphael?-.
Il ragazzo accanto aprì bocca, ma Charlotte lo interruppe: -AH!- soffiò -Voi le vittime?! Non rivoltate il salmone sulla piastra!-;
-Non rigirate la frittata, semmai-;
-Forse non vi è ancora ben chiara la situazione. Guardate che qui sono io ad avere la giustizia dalla parte del manico. Andiamo: che saranno mai cinque lettere in sequenza, da pronunciare?- sbuffò l'americana.
-Manteniamo la calma, per favore- si intromise il biondo -Certo, noi abbiamo le nostre responsabilità da assumerci, non lo neghiamo, ma in fondo Alister non ha tutti i torti: neanche tu sei stata molto cordiale nei nostri confronti, ragazzina-.
La fronte dell'interessata si corrugò.
-C-come, prego?- chiese, meravigliata -Ehi, un momento, Tarzan. Va bene che tu e Jane siete compari, ed è giusto che vi diate man forte...-;
-Mi chiamo Alister. Alister-;
-...ma qui si tratta di finire in guai seri! Per la cronaca: chi è stato ad introdursi illegalmente in una proprietà privata, violando sistemi d'allarme e quant'altro? Chi ha sfidato a duello lo zio Pegasus, rubandogli l'anima? Chi mi ha deliberatamente rapita per utilizzarmi come 'merce di scambio' con le carte del Faraone? Chi...!-;
-Chi sa come si spegne questa qui?- sibilò il rosso, premendosi i cuscini sulle orecchie.
-Escluderò il fatto che avete anche tentato di distruggere il mondo, o la vostra povera coscienza non ne uscirà integra, ma credo proprio che non ci sia nulla di sbagliato, da parte mia, nel pretendere delle scuse-;
-Io non mi sto riferendo a quegli avvenimenti. Mi riferisco al tono e alle arie di superiorità che ti stai dando in questo momento- puntualizzò Raphael.
-Ha ragione. Ad ogni modo, non ho affatto intenzione di chiederti perdono- sbottò Alister, a braccia conserte, distogliendo lo sguardo, offeso.
-Hm, per quanto accaduto in queste ultime settimane, invece, credo sia il minimo che possiamo fare. In fondo, l'azienda di Pegasus e quella di Kaiba ci hanno rimesso entrambe, in questa brutta storia-;
-M-ma Raphael- protestò il compagno, voltandosi verso di lui, attonito.
Charlotte sorrise trionfale: -Sentito, Ally bei capelly? Maciste, in fin dei conti, non ha tutti i torti. Impara da lui-;
-Mi chiamo Raphael-;
-No. Io non mi scuso! Mi rifiuto-;
-Lo farai!- ordinò lei.
-No che non lo farò-;
-Sì che lo farai!-.
Il biondo volse lo sguardo celeste verso il compagno, cercando di farlo ragionare: -Mi rendo conto che sia difficile da mandar giù, ma poteva andare peggio. Poteva presentarsi Kaiba a pretendere un risarcimento, non credi?-.
Il più piccolo serrò le labbra, interdetto. In effetti, il ragionamento non faceva una piega, e comunque non gli veniva facile replicare alla logica ferrea del suo compagno. Aveva ragione, punto e basta. Poteva davvero andargli peggio...
-Alister?-;
-Uff... e va bene. Siete tutti più contenti, ora? Ti chiediamo scusa per averti rapita e tutto il resto-;
-Ti chiediamo scusa per averti rapita e tutto il resto, ti chiediamo scusa per averti rapita e tutto il resto, ti chiediamo scusa per averti rapita e tutto il resto...-;
L'americana fermò la registrazione, riproducendo più volte la voce del ragazzo sul proprio cellulare e alzando i pollici vittoriosa: -E sia, scuse accettate. Visto che non era così difficile? Questo lo riascolterò nei momenti più tristi e bui, se permetti-.
Alister si azzittì, shockato: -Cosa? Piccolo demonio, e le tue, di scuse?!-;
-Ah, non dire altro, Ally-boy. Sono già abbastanza commossa. Pace fatta, non vi denuncerò, contenti? Seppelliamo la sciarpa da guerra-;
-E' l'ascia. L'ascia di guerra, non la sciarpa. E avrei preferito finire in carcere che averti di nuovo fra i piedi-;
-Non scherzare, Ally. La tuta arancio farebbe a pugni coi tuoi capelli. Siamo sinceri- affermò l'americana -Ad ogni modo, ora che pace è fatta, non resta altro da fare che festeggiare!-.
Alister abbassò il capo, rassegnato. Possibile che quella capisse tutto il contrario di ciò che le veniva detto? Era appena riuscito a ritrovare un briciolo di conforto nella pace e nella calma di quel primo mattino, e già le si presentava quell'esagitata fra i piedi.
-Su, non fare quella faccia- lo consolò Raphael, seduto al suo fianco -C'era da aspettarselo. D'altronde, è pur sempre una Pegasus, non scordiamolo-;
-Quello che mi preoccupa sono gli sviluppi- ammise il rosso -Temo che a questa tizia sia venuta la sindrome di Stoccolma-.

Continua....

ALOHA a tutti! +AliceWonderland_THE RETURN+ is IN! (Tranquilli, non è una minaccia) Come state? Passato delle belle vacanze? Per quanto mi riguarda...NO, voglio il mio autunno/inverno2011, ma basta parlare di moi!
C'è una nuova FF in cantiere e anche questa va proseguita e terminata! Pubblicandola avevo tanto Tu-TUM al cuore! Ma ora che ci penso per me è sempre così! Bwaaah! Spero davvero che il primo capitolo vi abbia incuriositi, impavidi lettori, perchè è proprio con questa storia che vorrei tanto introdurre la mia coppiuccia preferita di questo anime! La ZorkXDiabound? No. La SugorokuXKisara? No! La JonouchiXRaffaella Carrà? NO! La Pastshipping (RaphaelXAmelda)! Spero tanto di riuscire a renderla al meglio, di capitolo in capitolo! A presto e grazie per l'attenzione! ^_^

+AliceWonderland+
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-gi-oh / Vai alla pagina dell'autore: AliceWonderland