04/09/2011
2 recensioniLa bambina tutta boccoli e lentiggini
Non amare chi non si merita di essere amato. Ama chi di amore non ne riceve. Ama chi ama amare. Ama chi ti ama. Ama senza condizioni. Ama sempre e comunque.
Questo è quello che la madre di Lilia le disse prima di andare a vivere con gli angeli. Ma lei era troppo piccola per capire il significato di quelle frasi. Poche parole le rimasero incise nel cuore: ‘non’ e ‘amare’. Per questo per il resto della sua vita si ritrovò a credere in quello in cui non doveva credere. Imparò a non amare. Imparò ad odiare.
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“Lilia, cosa ti piace fare quando non sei a scuola?”. La maestra fissava con occhi di ghiaccio e fronte aggrottata una bambina ‘tutta boccoli rossi e lentiggini’, con due grandi occhi azzurri come il cielo, profondi come il mare, seduta nel banco laggiù, nell’angolo più nascosto della classe.
La piccolina dovette inspirare quanto più coraggio possibile per parlare. “Ballare” disse poi, dopo alcuni momenti di silenzio.
La maestra sorrise, rallegrata da quella sua R marcata che irradiava allegria. “Hai già un amico del cuore?” domandò, indicando con la mano tutti i compagni di classe,
“No” rispose Lilia, questa volta con sicurezza e decisione.
La maestra rimase esterrefatta dalla risposta della bambina: come era possibile che un esserino così piccolo e carino non avesse già stretto amicizia?
“E perché mai? Nessuno ti sta simpatico?”.
“Perché la mia mamma prima di volare con gli angeli mi disse di non amare. Così io non amo e non voglio bene. E non ho amici.”.
Tredici anni più tardi il ricordo del primo giorno di scuola ancora la tormentava. Poteva sentire lo sguardo accusatorio e pesante della classe posarsi su di lei. Il “No, cara, bisogna amare, bisogna voler bene.” della maestra ancora le martellava il cuore. Ma lei, no, non smise mai di credere in quello che la madre le disse. Lo faceva proprio per lei, per la persona che le donò vita, cuore e anima: per la sua mamma.