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Autore: Dikar 93    05/05/2006    2 recensioni
Allora, io NON voglio che Harry muoia nel settimo, sia molto chiaro.
Solo volevo fare una fanfiction così, perché avevo voglia di cambiare un po' stile. Smettere di scrivere fanfiction con un lieto fine (anche se questa "lo ha"). Volevo farle più tristi e drammatiche, okay? ^^
Questa storia parla della morte di Harry, dopodiché Hermione, sofferente, decide di suicidarsi per poterlo rivedere.
Leggete e commentate. ^^
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Neville Paciock, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Il mondo e i personaggi di Harry Potter non appartengono a me, ma a J.K.Rowling e a chiunque altro ne detiene i diritti. 

Opera di Dikar 93. 

VITTIMA O ASSASSINO.

- Tu non mi puoi battere, povero stolto -  Disse una voce sibilando.
Un volto fiero ma con le lacrime che scendevano da degli occhi smeraldo, un po' per il dolore causato da il dolore della gamba rotta e dalla caviglia slogata. Un po' anche perché quel volto bianco e a forma di teschio gli metteva terrore. 
Non poteva permetterlo, non poteva permettere che vincesse.

Ron era  disteso a terra, gli occhi sbarrati, qualche graffio qua e là, Hermione stava piangendo impaurita mentre stringeva con la mano sinistra il braccio rottosi per proteggere Harry.
Era andata a schiantarsi contro un muro, mentre lui si rialzava senza fare caso a lei. Non ci era rimasta male, era normale che non venisse a soccorrerla, si trovava davanti al male in persona.
A quell' "uomo" dalle pupille da rettile e gli occhi rossi, ti facevano tremare solo guardandoli.

Harry levò la bacchetta, Hermione smise di piangere, lo fissò sorpresa.

- Cosa credi di fare? Di farmi paura?- Disse Voldemort ridacchiando.
- No, di ucciderti - Disse Harry sicuro.
Voldemort scoppiò in una risata, con la sua voce acuta e fredda. Hermione ebbe un brivido.

- NO HARRY!- Urlò forte.
- Preferisci che muoia, Hermione?- Le disse Harry.
- Io... - Disse incerta Hermione.

- Silente al quinto anno ha detto che devo essere o vittima o assassino, io non voglio essere vittima - Poi fece per aprire la bocca e lanciare un incantesimo. 
Ma la voce acuta si Voldemort parlò prima.
- No, Harry. Così non va bene; Non puoi non voler essere quello che devi essere - Disse Voldemort entusiasta.

Hermione lanciò un grido. Harry spalancò gli occhi, il fascio di luce verde gli diede un brivido, poi cadde a terra, subito, all' improvviso.

Hermione scoppiò in lacrime ancora più corpose, poi si trascinò fino al corpo di Harry. 
- Harry, perché? Tu... tu non meritavi questo, no! NON DOVEVI FARLO! - Le lacrime bagnarono la maglietta di Harry, bagnata di sudore.

- Stupida ragazzina - La voce di Voldemort echeggiò nell'aria, poi una risatina acuta.

- Bastardo, bastardo.... COME TI SEI PERMESSO?- 

Ma Voldemort rise ancora più forte.

- Hermione, ti chiami, giusto?- Chiese smettendo di ridere e tornando freddo.
Hermione non rispose.
- Eccelli in tutte le materie, vero?- 
Hermione continuò a non rispondere.
- Brutta ragazzina, come ti permetti a non rispondermi? - Disse furioso Voldemort.
- Crucio!- Hermione si contorse a terra, mentre Voldemort sghignazzava divertito.
Hermione urlò.
Un altro urlò, più potente.

Ma qualcuno entrò dentro la stanza, confondendo Voldemort.
La ragazza rimase ansante raggomitolata a terra. 

- Tu... Harry, Hermione, Ron...- Disse un ragazzo paffuto.
- Ah, Neville, ci rincontriamo?- Disse Voldemort voltandosi.
Ma Neville aveva già aperto la bocca.

- Avada... Kedavra!- Disse strizzando gli occhi.
Voldemort spalncò i suoi rossi sangue, come era possibile? L'avevano battuto. 

La luce verde scintillò dalla bacchetta di Neville, che aprì gli occhi, strinse i denti.
Non ci credeva aveva vendicato Ron e Harry. 

Hermione lo guardò perplessa, e vide Neville sul punto di cadere.
In un primo momento pensò fosse Harry, poi la vista si fece più chiara, capì che era Neville.

Ma non bastava, Voldemort, non sapeva come, resisteva alla maledizione senza perdono.

Hermione prese la sua bacchetta da terra, cadutale quando aveva salvato Harry.

Piangendo l'agitò urlando con tutte le sue forze - AVADA KEDAVRA!- 
- Grazie Hermione... - Disse Neville ansante. 
Non sapeva come era arrivato lì, ma c'era. Era felice, anche se Harry non c'era più.

I suoi occhi incrociarono quelli di Harry ancora spalancati, una fitta al cuore.

Voldemort cadde a terra.

L'avevano battuto, lei e Neville, ce l'avevano fatta!
Ma Harry non c'era più.
Chi l'avrebbe consolata?
Chi l'avrebbe capita?
Chi...? 

Ron non c'era più.
Con chi avrebbe litigato?
Con chi si sarebbe sfogata rabbiosa?
Con chi...? 

Era sola.
Non aveva più nessuno. Non voleva ammetterlo, ma avrebbe preferito che questa battaglia non si fosse mai svolta, non avesse mai avuto inizio.
Non le importava se Voldemort sarebbe ancora vivo, Harry e Ron ora non sarebbero morti.

.:.:°*° '°.:°,^°.=**:.:.

 Ormai erano passati due mesi, una ragazza dai capelli ricci stava sorridendo davanti a una tomba.
Il suo sorriso non era felice, era dolorante, le lacrime cadevano a ripetizione dagli occhi nocciola. Ormai vedeva tutto offuscato. 

Sulla tomba c'era solo una grande saetta e due lettere in oro: H.P. 
Era situata a Godric's Hollow, su una piccola collinetta.
Aveva deciso lei di seppellirlo lì, sapeva quanto tenesse a quel posto, in quanto c'erano anche la sua mamma e il suo papà.

- Oh Harry, sai, non riesco a stare senza di te, ci ho pensato. Ci ho pensato intensamente, e una mia scelta, perciò non ostacolarmi, Okay? - Parlava proprio come se lo avesse sdraiato accanto.
Invece lei era inginocchiata su un'erba bagnata dalla brina, davanti alla tomba, sola.
- Voglio rivederti, ti voglio di nuovo. Arrivo, amore - 

Poi prese la bacchetta e tra le lacrime disse - Accio... coltello - 
Un coltello, arrivato lì direttamente dalle cucine, le si posò in mano. 

- Arrivo, arrivo Harry, arrivo Ron - 

Lo alzò all'altezza del petto, strinse gli occhi e si morse in labbro inferiore.
Poi lo piantò all'altezza cuore.

Quel cuore che era ferito e triste, ora infranto.

- A-arrivo...- Poi cadde a terra, lasciando scivolare dalla mano il coltello sporco di sangue.

Sorrise, ora quel sorriso era di felicità, non le importava del dolore, di come avrebbero sofferto i suoi famigliari.
Lei voleva tornare dall'uomo che amava.

Il suo cuore si spense, smise di battere e pompare sangue.
Lei era distesa a terra, priva di sensi.

Un angelo bellissimo, con delle ali bianche e maestose, la prese per un braccio.
Mentre anche a lei spuntavano quelle bellissime ali.

Ora era di nuovo con lui, di nuovo con il suo angelo. Suo e di nessun altro.

Harry Potter.

ORA TOCCA A ME...

Carissimi lettori, questa storia mi è piaciuta subito (la trama).
Era da Pasqua che l'avevo in mente, ma non riuscivo a svilupparla come volevo.
la volevo così.

C'è un ultima cosa che voglio dirvi, questa fanfiction non ha i titoli colorati perché è molto triste.
Grazie per l'attenzione e... recensite. ^^

Bye bye, vostra Dikar.

  
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