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Autore: My Pride    04/09/2011    7 recensioni
«Ohi, spadaccino. Da quanto tempo non lo facciamo?»
«Perché, vuoi farlo?»
La prossima volta avrebbe tenuto la bocca chiusa, aveva deciso.
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Mugiwara | Coppie: Sanji/Zoro
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'My Shitty (Pervert) Cook'
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White moments in Winter Titolo: White moments in Winter: Four years later
Autore: My Pride
Fandom: One Piece
Tipologia: Flash Fiction [ 976 parole ]
Personaggi: Roronoa Zoro, Sanji Black-Leg [ ZoSan ] Monkey D. Rufy, Nami [ Accenni RuNami ]

Genere: Generale, Commedia, Vagamente Sentimentale, Vagamente ironico o assurdo?
Rating: Giallo / Arancione 
Avvertimenti: Shounen Ai, Slice of Life, What if?

Winter Challenge: 1° Luogo Baita di montagna
Binks Challenge: 4° Montagna › 37° Idiozia
Prompt: 8° Argomento: StagioniInverno
The season challenge: Inverno › Montagna


ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.


    «La tua è stata proprio una grandiosa idea, stupido marimo, davvero», ironizzò Sanji con uno sbuffo, raggomitolandosi alla bell'e meglio in quella coperta trovata per caso nella baita in cui si erano rifugiati dalle intemperie.
    Esattamente sette ore prima si erano messi in contatto con gli altri tramite lumacofono, dandosi appuntamento nel lato ovest di quel paesino di montagna dopo più di sei mesi in cui erano stati separati. Una volta sbarcati Sanji aveva tentato più volte di convincere inutilmente quello stupido spadaccino che la direzione che aveva preso era sbagliata - il cartello diceva difatti a lettere cubitali che bisognava svoltare a destra, non a sinistra -, e quando aveva tentato di farglielo capire a suon di calci, beh... si erano ritrovati sperduti in mezzo alla neve. 

    In fin dei conti trovare quella baita era stato un vero e proprio colpo di fortuna, visti i soliti standard di quella testa verde. Peccato che, essendo stati inaspettatamente colti dalla notte - e non era poi così strano, dato il tempo che avevano impiegato anche solo per sedare la lite su chi avesse ragione e chi torto -, non avessero potuto prendere della legna da ardere nel caminetto, e si trovavano adesso in balia del freddo che si insinuava prepotentemente dalla fessura al di sotto della porta, riempiendo quell'edificio di legno di spifferi.
    Zoro gli scoccò un'occhiataccia e borbottò qualcosa fra sé e sé, stringendosi a sua volta al calduccio dopo essersi sistemato la sciarpa intorno al collo. «Per quanto tempo ancora dovrai continuare con questa solfa, sopracciglio attorcigliato?» sbuffò, sentendo un brivido corrergli lungo la schiena. Il solo guardare la neve attraverso la finestra che cadeva in candidi fiocchi gli gelava il sangue nelle vene, e, in confronto a quella situazione, gli sembrava che gli allenamenti con Mihawk anni addietro fossero stati una passeggiata. Dannazione, se pensava idiozie del genere voleva significare che gli si era congelata anche la materia grigia. 
    «Finché non ti entrerà in testa, sbruffone tutto muscoli e niente cervello», lo riscosse la voce di Sanji, a dir poco incavolata. Si era messo fra le labbra una delle sue solite sigarette, non potendo però accenderla poiché aveva perso da qualche parte la sua scatola di fiammiferi. «Ti romperei la faccia a suon di calci se non avessi le gambe anchilosate».
    «Prima ancora che tu possa muoverti ti avrò già fatto a fette, cuoco da strapazzo», sbottò, ma era troppo infreddolito anche solo per fare il gesto di afferrare una delle sue spade.
    Sanji si limitò semplicemente a sbuffare per l'ennesima volta, portandosi le gambe al petto nel vano tentativo di riscaldarsi. Aveva anche cominciato ad alitarsi sulle mani - le sue preziosissime mani, accidenti! - per evitare che si freddassero, ma prima ancora che potesse rendersene conto le vide nascoste da qualcosa. Sbatté le palpebre, fissando quella pesante striscia di lana. Una sciarpa?
    «Avvolgile in quella», bofonchiò lo spadaccino, e nel voltarsi verso di lui Sanji lo vide grattarsi il collo con fare vagamente imbarazzato. «E la prossima volta vedi di metterti un paio di guanti, damerino. Le mani sono importanti per un cuoco, no? Non fai altro che ripeterlo».
    Anche se accigliato, il cuoco in questione non poté fare a meno di lasciarsi sfuggire uno sbuffo ilare, avvolgendo un'estremità della sciarpa intorno ad una mano e poi all'altra, accostandole per strofinarle insieme. «Quando cerchi di fare qualcosa di carino sei spaventoso, marimo», lo prese in giro, sebbene gli fosse tornata alla mente quella lontana sera di quattro anni addietro sulla spiaggia, sotto i fuochi d'artificio. Quanto tempo era passato, diamine. In quel periodo non avevano neanche preso in considerazione il presupposto di doversi dividere dal resto della ciurma per ben due anni.
    Il ricordo del luogo terribile in cui era stato - e in special modo dei suoi abitanti - lo fece rabbrividire ancor più del freddo che si insinuava fra le assi di legno della baita, investendolo di raccapriccio. Erano stati due anni da dimenticare assolutamente, quelli. «Ohi, spadaccino», si ritrovò a chiamarlo a mezza voce, continuando solo quando ottenne la sua più completa attenzione. «Da quanto tempo non lo facciamo?»
    «Perché, vuoi farlo?» domandò immediatamente Zoro, con un sinistro luccichio in quel suo occhio destro.
    La prossima volta avrebbe tenuto la bocca chiusa, aveva deciso. «No, dannazione, dimmi solo da quanto».
    «Troppo».
    «Troppo non è una risposta».
    «Fattela bastare, cuoco da strapazzo», sbottò lo spadaccino, spingendolo senza tanti complimenti sul pavimento freddo prima di posizionarsi sopra di lui. E tra imprecazioni ed epiteti ben poco cordiali che l'uno rivolgeva all'indirizzo dell'altro, non si accorsero minimamente della neve che aveva cominciato a mulinare all'interno della baita, né tanto meno della porta che era stata aperta proprio in quel mentre.
    Sulla soglia di essa si trovavano i restanti membri della ciurma, e fu proprio Nami quella che, superato il momentaneo sconcerto, esclamò,
«Chi l'avrebbe mai detto che sareste arrivati qui anche da soli, ragazzi!»
    Fu solo a quel punto che si fermarono l'uno sopra l'altro, stralunati a dir poco. «Eh?» ebbero solo il tempo di esclamare all'unisono, prima che una furia che portava il nome di Rufy si abbattesse su di loro. «State giocando alla lotta? Mi unisco anch'io!»
    A conti fatti le cose non erano andate esattamente come aveva sperato Zoro al principio. Quel loro rifugio solitario - che si era scoperto in seguito essere proprio il punto di ritrovo, dannazione - si era trasformato in una sottospecie di riunione della vecchia ciurma, e la sua scopata con Sanji - dopo quanto? Due o tre settimane? - era diventata una vera e propria lotta con quello strambo Capitano che avevano.
    Una cosa però l'aveva imparata, quella sera d'inverno. La prossima volta che Rufy li avrebbe trovati in quella stessa posizione, gli avrebbe detto chiaro e tondo che, aye, il loro gioco era molto simile a quello che lui faceva con Nami.







_Note inconcludenti dell'autrice
E ho inserito anche il RuNami finale, evvai
Okay, ammetto che questa storia è totalmente assurda, però non ho proprio resistito a scriverla, spero mi perdoniate. Ho inoltre messo l'avvertimento spoiler solo perché, come spero abbia fatto presupporre l'immagine d'apertura, nella mia mente contorta questa storia si svolge all'incirca due annetti dopo - ecco spiegato anche il motivo di quel quattro anni nel titolo - i fatti dell'isola degli uomini pesce, dunque prendetela come una What if... anche perché, sopracciglio a parte, io adoro terribilmente il look di Sanji *Le sparano*
Ah, la storia può vagamente ricollegarsi a Fireworks under the snow per gli accenni fatti da Sanji stesso, e avete notato anche voi quanto si vogliano bene? Sono adorabili come un calcio nei cosiddetti *Rotola e le sparano di nuovo*
Come sempre, commenti e critiche sono ben accetti :3
Alla prossima. ♥



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