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Autore: Rota    04/09/2011    1 recensioni
Una scia di fumo grigio uscì dalle labbra dell'uomo, formando una specie di nuvoletta grigiastra a poca distanza dal suo viso. Makoto non aveva neanche gli occhiali sul naso, a malapena distinse quella sagoma di foschia densa. Strizzò gli occhi, ma il risultato non mutò di molto.
Però, riuscì a vedere le stelle e la Luna, in alto. Non gli sembrò un paesaggio così degno di nota e tornò con lo sguardo in basso, rimirando ombre e luci confuse della città.
Albeggiava, dietro i palazzi e i grattacieli.

**[RAccolta KuboToki (L)]**
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Lime, Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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*Autore: margherota
*Titolo: Grazie
*Fandom: Wild Adapter
*Personaggi: Kubota Makoto, Tokito Minoru 
*Generi: Introspettivo, Sentimentale
*Avvertimenti: Missing Moment, Shonen ai
*Rating: Verde
*Prompt: Indugia sulla punta della lingua - Set 7
*Note: Avete presente la scena della doccia? Dove Tokito chiede a Kubota di stare fuori dalla porta del bagno? Sì? Bene, questo viene dopo (L) Per il compleanno di Ishirane, anche se in anticipo (L)


L'asciugamano strofinò con forza sui capelli bagnati, raccogliendo nelle trame del proprio tessuto gocce d'acqua e umidità. Sotto, Tokito indossa soltanto dei pantaloncini corti, che non gli arrivano neanche al ginocchio.
Nell'aria c'era un forte odore di zuppa e al ragazzo bastò girare la testa di lato per vedere Kubota ai fornelli, mentre girava un cucchiaio di legno in una pentola grandissima.
Gli si avvicinò, guardandolo in viso. Quando l'uomo se ne accorse, si girò a sua volta e gli sorrise, costringendolo ad arrossire.
Che avesse qualcosa da dire era più che evidente; che avesse intenzione di farlo davvero, un po' meno.
Kubota però non lo forzò né disse nulla, aspettando con garbo che fosse lui il primo a proferir verbo. Sapeva che incitarlo non sarebbe servito ad altro che farlo chiudere in sé stesso - aveva imparato i concetti base per una convivenza quantomeno pacifica e civile, poco a poco.
Tokito lo studiò, cercando una falla nel suo muro nel quale intrufolarsi senza pudore. Perché ne aveva di cose da dire, anche senza pensare troppo, e il calore dell'acqua calda che ancora aveva sulla pelle gliene stava giusto suggerendo qualcuna.
Lasciò cadere l'asciugamano sulle spalle, avvicinandosi ancora a lui.
Aprì la bocca, dapprima senza parlare, mosse la lingua ma non pronunciò alcuna parola.
Indicò allora i fornelli.
-Quindi mangiamo zuppa per cena?-
Kubota restò fermo e zitto per qualche istante, poi gli rispose con fare assolutamente pratico e diretto.
-Se riesci a creare un pollo arrosto dal nulla ti sarò debitore a vita...-
Tokito lo guardò male, lui sorrise - sorrise anche Tokito.
Intanto, la verità colorava lo sfondo in un tranquillo e riposato tepore, e i due la respirarono pian piano.
   
 
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