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Autore: Ryuky    04/09/2011    4 recensioni
-"Allora?"- chiese poi, per far vedere che era ancora arrabbiata.
-"Sono riuscito a entrare nel dormitorio di Malfoy senza problemi e ho trovato il suo diario e…credo che ci sia qualcosa che non va perché al suo diario non mancava nessuna pagina."
-"Significa che quella pagina non è del suo diario?"- chiese Ron.
-"Non volevo dire questo. Intendevo che quella pagina è ben attaccata al diario."- spiegò Harry.
-"Che vuoi dire? che ci sono due pagine identiche?"- domandò Hermione, curiosa.
-"Voglio dire che le due pagine sono la stessa pagina."- replicò Harry.
-"Ma questo non è possibile!! Sarebbe come se quella pagina venisse da un'altra dimensione o cose così."- esclamò Ron.
-"Esatto, ma non saprei come altro spiegarlo."- ammise Harry.
Genere: Demenziale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Il, trio, protagonista, Serpeverde | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Non poteva esserci un motivo migliore

 

1

Pagine

 

Era una fredda mattina di ottobre e la pioggia tamburellava sui vetri della sala comune. Essendo domenica, i ragazzi di Grifondoro erano ancora addormentati e solo lui era sveglio già di prima mattina.

Harry era sprofondato nella sua poltrona preferita, davanti al fuoco del camino, e giocherellava con la bacchetto, facendo levitare oggetti o ingrandendoli e rimpicciolendoli, senza tuttavia farci troppo caso.

Lui, Ron ed Hermione erano tornati al castello per il settimo anno e la tristezza per i cari perduti non si era ancora dissipata del tutto; ogni tanto gli tornavano alla mente le lezioni di Lupin, Tonks che cambiava colore dei capelli in base all'umore, Piton che toglieva continuamente punti a Grifondoro e Fred e George che parlavano all'unisono. Nessuno di loro avrebbe più fatto niente di tutto ciò.

Inoltre era arrabbiato, arrabbiato per non aver potuto evitare che le persone a cui teneva morissero, rabbia per non aver saputo per tempo determinate cose e rabbia per tutte le persone che soffrivano o avevano sofferto a causa di Voldemort. Spesso pensava che, forse, avrebbe potuto fare di più ma, in effetti, come? Era già tanto se era riuscito a rimanere vivo e a distruggere gli Horcrux e, di conseguenza, Voldemort. Parte, gran parte, del merito andava a Ron ed Hermione che, tra alti e bassi, gli erano sempre stati accanto e lo avevano aiutato nei momenti più difficili.

Ora però sentiva un vuoto, come se gli mancasse qualcosa, come se non avesse più nulla da fare. Sia chiaro, lui era felice che fosse finalmente finito tutto, era da tutta una vita che desiderava vivere tranquillo, ma ora non riusciva a trovare niente che lo interessasse a tal punto da riempire la sua nuova "vita tranquilla".

Le lezioni erano sempre le stesse, gli studenti sempre gli stessi, le giornate sempre le stesse e non c'era più nulla che lo inducesse a sussurrare con Ron ed Hermione, in un angolo della sala comune, la sera prima di andare a letto: prima succedeva continuamente.

Non aveva più nemmeno Malfoy a tenergli testa; dopo tutto quello che era successo i due intrattenevano un rapporto di educata indifferenza reciproca. Harry non dimenticava che Malfoy aveva abbassato la bacchetta, lì sulla torre; Malfoy, invece, era ben consapevole che Harry gli aveva salvato la vita nella Stanza delle Necessità.

In questo clima di piatta tranquillità, si succedevano le giornate di Harry Potter, salvatore del mondo magico.

Hermione era l'unica che ogni tanto gli domandasse se qualcosa non andava ma lui diceva di no e alzava le spalle, perché effettivamente non c'era niente che non andava.

Harry stava bene, era sereno, si divertiva con i suoi amici, giocava a Quidditch e faceva tutto ciò che è normale per un ragazzo della sua età; quando però si ritrovava a pensare, ecco che un vuoto gli si apriva nello stomaco e non riusciva a spiegare a cosa fosse dovuto.

Con Ginny alla fine non aveva funzionato, anche se erano rimasti amici, e lui pensava che fosse dovuto a questo; quando però la vide baciarsi con un ragazzo di Corvonero in un corridoio e non provò il minimo fastidio, si rese conto che non era nemmeno lei il problema.

A mezzogiorno, finalmente, la sala comune si animò e Harry venne raggiunto da Ron ed Hermione.

-"Come mai già in piedi?"- domandò Hermione.

-"Ieri sono andato a letto presto."- rispose Harry con un alzata di spalle.

Scesero a fare colazione e lungo le scale Harry incrociò Malfoy che tornava in sala comune.

-"Buongiorno, Malfoy."- lo salutò Harry.

-"Buongiorno."- rispose l'altro, senza alzare lo sguardo.

Harry lo trovò strano perché, negli ultimi tempi, Malfoy era sempre stato educato con lui. In ogni caso non gli diede troppa importanza e, con gli amici, si recò al tavolo dei Grifondoro.

-"Hermione, oggi pomeriggio avrei bisogno che mi aiutassi con il tema della McGranitt."- disse Ron alla sua fidanzata.

-"Non illuderti che ti faccia copiare il mio, ti aiuterò a scriverlo ma niente di più."- rispose Hermione, com'era prevedibile.

Ron alzò gli occhi al cielo e sorrise complice a Harry, il quale contraccambiò anche se non con molto entusiasmo: se Ron ed Hermione studiavano insieme significava che lui avrebbe dovuto farlo da solo perché sapeva come andavano a finire i pomeriggi di studio di quei due.

Si sarebbe accontentato di stare con loro la mattina.

Dopo la colazione, il trio si diresse in sala comune per oziare un po' prima del pomeriggio di studio. Purtroppo pioveva e non era invitante andare a farsi una passeggiata con quel tempo.

Harry e Ron imbastirono una partita agli scacchi dei maghi, mentre Hermione si mise su una poltrona a finire di leggere l'ultimo libro che si era comprata: "Segreti di un mago e di una strega.": una specie di romanzo come quelli babbani.

La mattinata passò senza eventi rilevanti, Ron batté Harry a scacchi nove volte su dieci e Hermione finì il libro.

Nel frattempo, molti dei loro compagni di casa erano passati per la sala comune: Dean e Seamus avevano fatto una partita a Sparaschiocco e poi erano coraggiosamente usciti con i loro manici di scopa; Neville era entrato con una strana pianta maleodorante, l'aveva portata nel dormitorio e poi era risceso, sempre con la pianta tra le braccia; Lavanda e Calì si erano messe in un angolo a spettegolare, poi erano andate a studiare in biblioteca.

Dopo pranzo il trio si divise: Harry disse che doveva vedersi con Luna, anche se non era vero: non voleva rimanere con Ron ed Hermione perché sapeva che avrebbero preferito stare da soli.

Così, una volta fuori dalla loro portata, andò in sala comune, prese libri e pergamene e scese in Sala Grande a scrivere il tema di Trasfigurazione.

Era lì da poco meno di dieci minuti quando vide arrivare anche Malfoy, in compagni di Blaise Zabini: un ragazzo del loro stesso anno, moro, con gli occhi marroni e la pelle scura.

Draco si accorse che Harry lo guardava, gli fece un cenno e si sedette con il suo compagno di Casa, tirando fuori i libri.

Harry rimase ad agitarsi sulla sua panca per qualche secondo, indeciso, poi si alzò e si diresse dritto dritto verso il tavolo dei Serpeverde, sedendosi proprio di fronte a Malfoy.

Draco alzò lo sguardo e rimase un momento interdetto, poi disse:

-"Posso aiutarti Potter?"

Harry sembrò combattere qualche secondo con le parole da pronunciare.

-"Beh, in effetti si, Malfoy. Mi chiedevo se per caso potessi…potessi fare il tema di Trasfigurazione con voi."- disse, cercando di suonare il più naturale possibile.

Blaise e Draco si scambiarono uno sguardo stupito.

-"Per me non ci sono problemi."- rispose Draco con un alzata di spalle.

-"Io ho finito."- disse invece Blaise, si alzò e se ne andò.

Harry si sentì un po' in colpa perché pensò che sicuramente Malfoy avrebbe preferito stare con il suo compagno di Casa che con lui.

-"Non fare caso a Blaise. Ancora si lascia influenzare dall'appartenenza a Case diverse, non capisce che ormai non ha più importanza…beh, mettiamoci a lavoro."- concluse poi Draco, cambiando discorso.

Harry non se la sentì di aggiungere altro e si mise a scrivere; non voleva sembrare invadente e soprattutto non voleva sembrare troppo in buoni rapporti con Malfoy. Aveva apprezzato il gesto di Malfoy sulla torre, ma non dimenticava tutto quello che gli aveva fatto; l'unico motivo che lo spingeva ad avvicinarsi a Malfoy era la curiosità. Da quando lo aveva visto piangere nel bagno di Mirtilla Malcontenta, Malfoy era diventato un mistero per lui perché molte delle sue certezze su di lui si erano infrante.

Ora, che tutto era finito e i rapporti tra loro erano meno astiosi, voleva cercare di capire, di conoscerlo, in un certo senso. Senza avvicinarsi troppo, è chiaro; non voleva essere suo amico.

Il pomeriggio passò, per la maggior parte, in silenzio; ogni tanto uno dei due faceva qualche commento un po' teso o chiedeva qualcosa ma niente di più.

Quando Harry ebbe finito il suo tema, decise di tornare in sala comune, salutò l'altro e si incamminò. Era chiaro che quel pomeriggio era stato completamente infruttuoso, non era così che sarebbe riuscito a soddisfare la sua curiosità: lui e Malfoy non sarebbero mai entrati in confidenza tale da potergli porre certi interrogativi.

Ci rifletté per tutto il tragitto fino alla torre e quando arrivò dovette rassegnarsi all'idea che quel ragazzo sarebbe rimasto un mistero. Non che non sapesse cosa aveva spinto il giovane Malfoy ai suoi comportamenti, quello lo sapeva bene; piuttosto si era sempre domandato come Malfoy vivesse le situazioni in cui si era trovato a vivere. Non aveva mai dato molto importanza ai sentimenti di Malfoy, non era nemmeno stato tanto sicuro che ne avesse. Ora però, qualcosa era cambiato. Tuttavia non poteva far nulla per colmare la sua curiosità; così aggiunse Malfoy alla lista delle persone che non avrebbe mai conosciuto veramente e cercò di non pensarci.

Il caso volle che, proprio mentre entrava nel dormitorio deserto per deporre i suoi libri, una lettera scivolò ai piedi del suo letto dalla finestra aperta.

Harry la raccolse e corse alla finestra per vedere il gufo allontanarsi, ma non vide assolutamente nulla: come se la lettera fosse stata appoggiata sul davanzale e fosse scivolata ai suoi piedi a causa di una leggere folata di vento.

Tornò a sedersi sul bordo del letto e la aprì con cautela e curiosità. Spiegò il foglio che vi era all'interno e iniziò a leggere quella che sembrava una pagina di diario scritta in una grafia sottile e graziosa.

 

25 luglio 1998

 

Un altra giornata noiosa e inutile al maniero. 

Non ce la faccio più a vedere questo avanti e indietro di Auror in casa, se devono arrestarci si decidessero a farlo subito. Papà dice che non devo preoccuparmi perché pare che il "caro" Potter metterà una buona parola su me e mamma ma lui? Probabilmente finirà ad Azkaban. Cerca di non parlarne perché non vuole farmi stare male ma è chiaro che succederà. Gli fanno fare avanti e indietro tra casa e il Ministero, scortato dagli Auror, per vari processi ma un Mangiamorte infiltrato per parecchi anni nel ministero e colpevole di innumerevoli omicidi di babbani e maghi, non lo lasciano fuori da Azkaban a lungo. Il tempo di ottenere quello che vogliono da lui: nomi, e sarà in una cella a marcire per il resto della sua vita. E io non potrò fare nulla per evitarlo. Nessuno potrà. 

D.L.M.

 

5 agosto 1998

 

Come previsto, papà è stato portato ad Azkaban ma io e mamma siamo stati assolti, Potter ha partecipato all'udienza come testimone e ci ha difesi. Ha detto che io non ho fatto mai alcun male a nessuno e che sono stato costretto ad avere il Marchio Nero mentre mia madre gli ha salvato la vita nella Foresta Proibita, prima dello scontro con Voldemort.

A quanto pare, ormai, qualsiasi cosa esce dalla bocca di Potter è oro colato. In ogni caso, se io e mamma non siamo ad Azkaban è per merito suo. É irritante dover essere riconoscente verso Potter ma ormai penso che la mia antipatia verso di lui sia solamente un abitudine.

Si potrà rimediare ad anni di odio e rancore reciproco? Non credo.

D.M.L.

 

31 agosto 1998

 

Domani ricomincerò la scuola. Non ne ho molta voglia in realtà ma mia madre ci tiene e con tutto quello che ha passato dall'arresto di mio padre, non me la sento di darle un altro dispiacere. In fin dei conto, sarà un occasione per passare un anno tranquillo e per sfuggire un po' alla depressione che incombe sul maniero.

Chissà come si comporterà Potter, vedendomi tornare al castello. Senz'altro per lui non sarà cambiato nulla; rimarrò per sempre il Malfoy che ha odiato per sette anni.

Ma io so la verità; nell'ultimo periodo sento di essere cambiato, era inevitabile visti gli eventi.

Credo di essermi reso finalmente conto di molte cose, soprattutto il perché dell'odio nei confronti di Potter, ma ormai immagino sia tardi.

Ho fatto molti errori nella mia vita, essere un codardo comporta anche questo ma non lo ammetterei mai davanti a Potter.

D.L.M.

 

Quando Harry finì di leggere, la sua bocca si era aperta a formare una piccola e perfetta "O".

Non poteva credere ai suoi occhi. Se aveva capito bene quelle erano lettere scritte da Malfoy quella stessa estate. Com'era possibile che fossero finite nella sua stanza? Chi poteva avercele messe? E, sopratutto, che cosa significavano quelle strane frasi scritte da Malfoy che sembravano inconcluse? Cosa nascondeva Malfoy?

Quella sera, a cena, rimase particolarmente silenzioso e soprappensiero ma non disse né a Ron né a Hermione della pagina di diario ritrovata in camera perché non voleva che facessero i loro commenti astiosi nei confronti di Malfoy. 

Era stanco della guerra incessante avuta con il Serpeverde, ormai non c'era più motivo di combattersi, ne aveva le tasche piene di combattere. Malfoy non era il cattivo, o almeno non lo era più.

Mentre tornava in sala comune, lanciò di sfuggita un occhiata a Malfoy, lui se ne accorse ma non diede segno che fosse successo niente, probabilmente nemmeno lui avrebbe saputo dire come le pagine del suo diario fossero finite nel dormitorio di Harry.

Quella notte faticò a prendere sonno e quando ci riuscì, fu un sonno disturbato: sognò Malfoy che tentava di dirgli qualcosa ma erano frasi sconnesse e spesso senza conclusione, Harry era frustrato perché non riusciva a capire cosa l'altro stesse cercando di dirgli.

 

*

Il mattino seguente Harry si svegliò stanco più di quando era andato a dormire e per di più si era dovuto alzare presto perché era lunedì e aveva lezione.

-"Prima ora Difesa Contro le Arti Oscure, seconda ora libera e terza anche, poi Incantesimi. Ottimo."- commentò Ron guardando l'orario suo e di Harry.

-"Tu cosa hai, Hermione?"- domandò Harry.

-"Difesa Contro le Arti Oscure con voi e poi Aritmanzia e Antiche Rune e infine Incantesimi."- rispose la ragazza con poco interesse, mentre sistemava i libri nella borsa.

-"Mi dispiace per te, niente riposo oggi."- disse Ron, fingendosi addolorato e dandole delle leggere pacche sulla spalla.

-"Dovresti usare quelle ore per studiare. Ti ricordo che questo è il settimo anno Ronald."- rispose Hermione, leggermente stizzita. Ron sbuffò.

In quel momento, non capì bene il perché, Harry provò un grande affetto per i suoi amici, vedendoli lì a battibeccare come sempre e a ridere e scherzare insieme, e decise che forse avrebbe potuto parlare con loro della pagina misteriosa.

-"Dopo dovrei parlarvi."- disse con tranquillità. Ron ed Hermione lo guardarono, lei con un po' di apprensione, ma quando videro che Harry era tranquillo, si risollevarono e annuirono con un sorriso; Harry fu felice che capissero che non era nulla di cui preoccuparsi.

A Difesa Contro le Arti Oscure, Harry non staccò quasi per un attimo gli occhi da Malfoy. Cercava con lo sguardo qualche particolare che lo tradisse, come se si aspettasse che Malfoy mostrasse a tutta la classe il suo diario dicendo che ne mancava una pagina.

Alla fine delle lezioni della mattina, Harry non vedeva l'ora di raccontare ai suoi amici quello che aveva scoperta. Gli sembrava di essere tornato ai tempi in cui rivelava sotto voce, a Ron ed Hermione, le scoperte fatte durante le serate passate nello studio di Silente; questo lo fece sentire raggiante: almeno aveva di nuovo qualcosa che destasse la sua curiosità.

Dopo pranzo, salirono tutti e tre in sala comune e si sedettero in un angolo davanti al fuoco; Harry era sprofondato nella solita poltrona, Ron era in quella accanto con Hermione accoccolata sul bracciolo.

-"Cosa dovevi dirci?"- lo incoraggiò Hermione.

Harry si prese qualche secondo per trovare le parole giuste.

-"Bè, ecco…ieri sera, nel dormitorio, ho travato dei fogli accanto al mio letto. Li ho raccolti e…ho scoperto che erano una pagina di un diario. Il diario pare appartenga…credo appartenga a Malfoy."- concluse e passò il foglio agli amici che lo presero con sguardo stupito.

Hermione iniziò a leggerlo febbrilmente, poi attese che anche Ron finisse di leggere.

-"Non posso crederci. Come sarà finito questo foglio nel tuo dormitorio?"- chiese la ragazza, incredula.

-"Non ne ho idea, è questo il punto. Sono entrato e il foglio è caduto direttamente dal davanzale, ma fuori non c'era nessun gufo, come se il foglio fosse stato posato da qualcuno dall'interno."

-"Quindi significherebbe che qualcuno è entrato in possesso del diario di Malfoy o ne ha strappata una pagina."- propose Ron.

Rimasero un momento a riflettere, poi Harry disse:

-"Voglio vedere il diario di Malfoy!"

-"Cosa? Harry sei impazzito? Rubare il diario di Malfoy non mi sembra affatto il modo migliore di iniziare l'anno scolastico. Se venissi scoperto, finiresti nei guai e credevo ne avessi abbastanza dei guai."- lo rimproverò Hermione.

-"Hermione senti, io ci ho pensato e secondo me non può succedere nulla di grave. Entro con il mantello, dò un occhiata al diario e riesco, non lo porterò con me."- le spiegò Harry, tentando di rabbonirla.

Hermione gli lanciò uno sguardo di avvertimento ma non aggiunse nulla.

Quella sera, dopo cena, Harry si infilò sotto il Mantello dell'Invisibilità e uscì dal dormitorio dopo che Ron gli ebbe augurato buona fortuna.

Si diresse silenziosamente verso i sotterranei e aspettò davanti all'ingresso della sala comune che qualche Serpeverde entrasse; la cena non era ancora finita così era probabile che ci fossero degli studenti che ancora non erano rientrati nella propria sala comune.

Infatti, dopo qualche minuto di attesa, una ragazza bionda e non molto alta, si avvicinò al punto in cui stava Harry, invisibile, e pronunciò la parola d'ordine; Harry si affrettò a seguirla prima che l'entrata si richiudesse.

Una volta entrato, si guardò un po' intorno e individuò Malfoy seduto su una poltrona nera, accanto al fuoco, intento a leggere un libro con la copertina di cuoio.

Cercando di non fare rumore, scivolò su per le scale ed entrò nel dormitorio del settimo anno.

Non sapeva quale fosse il letto di Malfoy, così si mise a frugare in ogni baule, cercando il nome del proprietario sui libri di scuola; quando finalmente trovò quello di Malfoy, frugò sul fondo, pensando che, se Malfoy aveva un diario, probabilmente lo teneva ben nascosto.

Pochi minuti dopo, difatti, trovò il diario nascosto sotto un mucchietto di calzini; lo prese e iniziò a sfogliarlo.

Finalmente arrivò al punto che cercava, la pagina prima di quella che aveva trovato nel dormitorio, ma quando girò pagina, il diario gli cadde dalle mani e Harry imprecò rendendosi conto del rumore che aveva fatto.

Portò subito lo sguardo all'ingresso del dormitorio e attese ma non vide nessuno salire, così raccolse il diario e fissò la pagina che lo aveva fatto trasalire: nessuna pagina era stata strappata da quel diario, quella che aveva trovato nel dormitorio era proprio lì, attaccata al resto, non le mancava nemmeno un pezzetto.

Harry non poteva credere ai suoi occhi. Come potevano esistere due pagine identiche? Era sicuro che lo fossero perché quella che aveva trovato aveva un leggero sbafo sulla "M" di Malfoy e lo stesso identico sbafo era ora presente su quella pagina.

Mise il diario al suo posto e uscì dalla sala comune di Serpeverde come se fosse stato in una specie di trance.

Quando tornò nel proprio dormitorio, trovò Ron sdraiato sul letto, che lo aspettava.

-"Allora com'è andata?"- chiese non appena lo vide entrare.

-"Diciamo bene, ma ho scoperto qualcosa di pazzesco. Andiamo di sotto, devo dirlo anche ad Hermione."

Scesero in sala comune e trovarono Hermione seduta a un tavolo a giocare a scacchi con Dean; gli si avvicinarono.

-"Hermione puoi venire un momento?"- le chiese Harry. Cerco di assumere un tono di scusa, per aver fatto qualcosa che lei disapprovava, e allo stesso tempo che la convincesse a seguirlo facendole capire che era importante.

Alla fine Hermione si alzò, disse a Dean che sarebbe tornata subito, e seguì Harry e Ron in un angolo della sala comune, lontano dagli altri.

-"Allora?"- chiese poi, per far vedere che era ancora arrabbiata.

-"Sono riuscito a entrare nel dormitorio di Malfoy senza problemi e ho trovato il suo diario e…credo che ci sia qualcosa che non va perché al suo diario non mancava nessuna pagina."

-"Significa che quella pagina non è del suo diario?"- chiese Ron.

-"Non volevo dire questo. Intendevo che quella pagina è ben attaccata al diario."- spiegò Harry.

-"Che vuoi dire? che ci sono due pagine identiche?"- domandò Hermione, curiosa.

-"Voglio dire che le due pagine sono la stessa pagina."- replicò Harry.

-"Ma questo non è possibile!! Sarebbe come se quella pagina venisse da un'altra dimensione o cose così."- esclamò Ron.

-"Esatto, ma non saprei come altro spiegarlo."- ammise Harry.

-"Sentite, io direi che non è il caso di preoccuparsi troppo. Forse c'è qualcosa che ci sfugge e ci stiamo sbagliando. Aspettiamo e vediamo se succede qualcos'altro di strano, poi decideremo se intervenire o meno. Anche perché non possiamo andare da Malfoy e dirgli che abbiamo una pagina del suo diario ma la stessa pagina è anche ben attaccata al resto del corpo, nel suo dormitorio."- disse Hermione, in torno piuttosto convincente.

Harry e Ron, anche se a malincuore, dovettero ammettere che Hermione aveva ragione; così decisero che per il momento non avrebbero fatto nulla più che assicurarsi che nient'altro di sospetto si verificasse.

I giorni passarono e l'episodio sembrò essere stato dimenticato, anche perché non era più accaduto nulla che potesse turbare la relativa normalità di Hogwarts; le giornate si susseguivano come sempre: lezioni, allenamenti di Quidditch, pasti, studio e qualche pettegolezzo, come di consueto.

Harry, dal canto suo, era l'unico che non aveva smesso di pensare a quello strano fatto accaduto qualche giorno prima e sperava che succedesse qualcos'altro in modo da convincere Ron, ma soprattutto Hermione, che qualcosa non andava.

L'occasione gli si presentò un lunedì mattina, prima delle lezioni.

Si era stranamente svegliato troppo presto e stava poltrendo in sala comune in attesa che i suoi compagni di Casa si svegliassero, quando ad un tratto sentì un rumore alle sue spalle, come qualcosa che strusciava, ma quando si girò non vide nulla, tranne un foglio sul tavolo su cui di solito faceva i compiti con Ron ed Hermione.

Inizialmente pensò che fosse una pergamena che qualcuno aveva dimenticato lì la sera prima, poi gli venne il dubbio che potesse essere un'altro foglio del diario di Malfoy, dal quale era ormai ossessionato, così si alzò per controllare.

Aveva avuto ragione, era proprio un'altra pagina di diario.

Fuori di sé, tornò a sedersi sulla poltrona e iniziò a leggere avidamente la pagina.

 

1 settembre 1998

 

Oggi è ricominciata la scuola.

Come avevo promesso a mia madre, sono tornato ma non c'è nulla di nuovo e nulla che desti il mio interesse. Seguo le lezioni e sto con i miei compagni di Casa, che pure mi trattano come se fossi un malato terminale. L'unico che mi tratta con la naturale compostezza, come d'altronde mi aspettavo, è Zabini e la Parkinson che come al solito mi svolazza intorno.

Potter mi ha salutato educatamente e io ho ricambiato. So bene che è grazie a lui se sono fuori da Azkaban e, soprattutto, se sono vivo. Ultimamente il pensiero di Potter mi tormenta, non so bene perché. Probabilmente sono ancora scosso dalla guerra che tutti abbiamo vissuto, mi passerà presto.

 

20 settembre 1998

 

Come prevedevo, non c'è nulla che mi interessi ormai in questa scuola. Nonostante ciò, devo ammettere che questo sembra essere l'anno più tranquillo da quando frequento Hogwarts e questo mi da sollievo perché il ricordo del sesto anno non è dei migliori. Il pensiero incessante di Potter ancora mi perseguita. Più che un pensiero però, è come se ogni cosa me lo facesse venire in mente; decisamente irritante.

Oggi l'ho incrociato di sfuggita nel corridoio e ci siamo salutati di nuovo; devo ammettere che è una sensazione strana. Ero troppo abituato ai continui insulti. Piuttosto non lo vedo più con la Weasley femmina, chissà come mai.

Per quanto mi riguarda, non c'è nessuno che mi interessi in quel senso.

 

25 settembre 1998

 

Mamma mi ha spedito una lettera, dicendomi che c'è la possibilità che papà abbia una riduzione della pena. Spero sia davvero così, anche se forse non se la meriterebbe. Ma in fondo è sempre mio padre.

Pochi giorni fa ho conosciuto un ragazzo, niente di che ma sembra interessato e non mi tratta come se gli facessi pena quindi è anche sopportabile stare in sua compagnia.

Mi ha chiesto di uscire questo week-and: sicuramente sarà la solita passeggiata nel parco e picnic in riva al lago ma non è che abbia tanto di meglio da fare quindi credo che accetterò.

Spero non si sia fatto strane idee, non ho voglia di una relazione, non ora, anche se lui non è male; peccato sia di Corvonero e non Serpeverde, ma in questi ultimi tempi ho imparato che non si può avere tutto. Chissà se Potter e la Weasley femmina hanno fatto pace…Non che sia un mio problema.

 

La pagina finiva qui ma quello che Harry aveva letto era più che sufficiente da scoprire, soprattutto in una sola volta.

Piegò la pagina e la mise in tasca, poi aspettò fremente che i suoi due migliori amici si svegliassero e lo raggiungessero. Dopo una buona mezz'ora, finalmente, Ron ed Hermione scesero dai dormitori e lui gli andò subito incontro per fargli vedere la sua nuova scoperta.

-"E sono sicuro che se tornassi da Malfoy, vedrei che la stessa pagina è attaccata ancora al suo diario."- incalzò Harry.

-"D'accordo, ammetto che è strano."- disse Hermione.

-"Soprattutto quello che c'è scritto."- aggiunse Ron.

-"Non sono d'accordo, Ron. Da questa pagina capiamo solo che Malfoy è stranito dal fatto che lui e Harry non litigano più e che i suoi gusti sessuali non sono propriamente convenzionali ma non ci vedo nulla di così strano e sorprendente."- lo contraddisse Hermione.

-"E non consideri che quella pagina è la stessa identica pagina attaccata al diario di Malfoy? Come lo spieghi?"- replicò Ron.

-"Ci potrebbero essere centinaia di spiegazioni, potrebbe essere un incantesimo Geminio ad esempio."- controbatté la ragazza.

-"Hermione, hai ragione ma è comunque strano. Perché le pagine del diario di Malfoy dovrebbero essere consegnate a me? E da chi?"- le fece notare Harry.

-"D'accordo, hai ragione, è strano ma che cosa vorresti fare?"- sbottò Hermione.

Harry rimase un attimo soprappensiero; Ron lo guardava in attesa, con una faccia da ebete.

-"Potrei andare a parlare con Malfoy."- propose Harry, anche se sapeva che non era proprio l'idea migliore che potesse venirgli in mente.

-"Mi sembra l'idea più stupida che potesse venirti."- commentò Hermione.

-"Okay, era stupida ma allora aiutami tu no? Non ho intenzione di lasciar correre di nuovo, voglio scoprire cosa sta succedendo!"- esclamò il ragazzo.

Hermione sospirò, non era d'accordo ma capì che non avrebbe distolto Harry dal suo intento.

-"Penso che sembrerebbe davvero strano se tu andassi da Malfoy e gli facessi vedere le pagine, però potresti cercare di avvicinarti a lui e scoprire se ne sa qualcosa."

-"Cioè dovrei fare amicizia con Malfoy?"- domandò Harry a bocca aperta.

-"Non proprio, basterebbe che riuscissi a intrattenere con lui buoni rapporti. Sono certa che Malfoy, se potesse, avrebbe un sacco di cose da dirti, soprattutto  su gli avvenimenti del dopo guerra, e forse anche durante."

Harry parve rifletterci qualche secondo.

-"Io penso che Hermione abbia ragione."- approvò Ron, com'era prevedibile.

Harry si sforzò di non ridere quando Ron diede ragione a Hermione per l'ennesima volta da quando aveva capito che gli piaceva.

-"D'accordo, cercherò di fare come dici, ma non farò amicizia con Malfoy!"- esclamò risoluto.

-"Nessuno lo pretende."- rispose Hermione, ridendo.

Dopo pranzo Harry aveva un ora libera e, siccome Hermione e Ron erano andati di nuovo in biblioteca a studiare, si diresse come al solito in Sala Grande, munito di libri, piume e pergamene. Quando entrò nella sala, vide Draco studiare al suo tavolo, da solo. Rifletté qualche secondo, poi si diresse deciso verso di lui e gli si sedette di fronte.

-"Sta diventando una cattiva abitudine, Potter."- gli disse Draco dopo aver sollevato appena lo sguardo per vedere chi fosse.

-"Si, beh, quando i tuoi amici ti lasciano molto tempo libero, si finisce per fare cose che mai avresti pensato."- rispose Harry, decisamente a disagio.

-"Tipo sederti al tavolo dei Serpeverde?"

-"Tipo sedermi al tavolo dei Serpeverde."

Draco lo fissò per un momento e sorrise divertito, poi tornò con lo sguardo sulla sua pergamena; Harry fece un sorriso imbarazzato e aprì i suoi libri.

Dopo una ventina di minuti Harry, sempre molto a disagio, decise di rompere il ghiaccio.

-"Quindi…come vanno le lezioni?"

Pessima domanda. Draco sollevo lo sguardo, perplesso.

-"Non c'è male, Potter. Come mai così loquace quest'oggi?"-lo prese in giro l'altro.

Harry arrossì leggermente ma non si diede per vinto; Hermione aveva ragione, prima di tutto dovevano scoprire se Malfoy sapeva qualcosa quindi doveva impegnarsi a migliorare il suo rapporto con lui. Se fosse stato qualche anno prima, nemmeno ci avrebbe provato, ma ora le cose erano diverse e valeva la pena tentare.

-"Sai, mi sono svegliato allegro."- rispose, scherzando.

Draco accennò un sorriso.

-"Sai, stavo pensando che vista la situazione, magari potremmo cercare di fare conoscenza."- azzardò Harry.

Draco smise di scrivere e alzò lo sguardo verso Harry. Rimase in silenzio per alcuni secondi.

-"Potter, accidenti, si può sapere che ti sei bevuto a pranzo?"

-"Niente, era solo…un'idea."- rispose, decisamente in imbarazzo: forse non avrebbe dovuto dirlo così all'improvviso.

Fece per andarsene ma la voce di Draco lo raggiunse:

-"Diciamo che ci devo pensare. Non hai chiesto una cosa facile, dopo tutto quello che è successo…"- lasciò la frase in sospeso.

-"Lo so. Ma è anche per quello che è successo che si potrebbe tentare. Siamo cambiati Malfoy, non siamo più quelli di un anno fa."- ribatté Harry.

Draco gli rivolse un sguardo che Harry non riuscì a decifrare prima di andarsene.

  
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